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Autore: Mao chan    09/09/2008    19 recensioni
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E ora Nami si trovava incastrata tra scogli taglienti e scivolosi, mentre le onde, sempre più violente, le lambivano il corpo e il volto.
Ma non si limitavano a colpirla al punto di farle male. Le entravano dentro e le sbattevano ovunque cervello, animo, interiora.
In bocca, il sapore acre della gomma bruciata.
[AceNamiRufy] - Spoiler solo per chi segue l'anime.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Portuguese D. Ace
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Faceva caldo

Ambientato da qualche parte tra la saga di Enies Lobby e il combattimento di Ace contro Barbanera.

Ovvi spoiler per chi segue solo l’anime.

 

Waves

Written by Mao chan

Rating: arancione

 

*

 

1

Correnti

 

 

Faceva caldo.

Un caldo afoso, quasi non si respirava.

In coperta o sotto coperta era la stessa cosa.

I mandarini stavano marcendo troppo in fretta.

Chopper, coperto dalla pelliccia, passava le giornate rotolandosi sul ponte, contando le ore che lo separavano dal tramonto del sole.

Persino Zoro sudava di più, e non si parla soltanto di allenamenti.

Era ormai una settimana che erano entrati in un tratto tropicale della Rotta Maggiore, e la situazione non faceva che peggiorare.

Nami, accasciata sul parapetto del ponte, guardava svogliata il pelo dell’acqua sotto di sé, aspettando [invocando…] una minima incrinatura dell’acqua o un lievissimo alito di vento.

Nulla.

 

« Nami, dolcezza, ti preparo qualcosa da mangiare? »

La ragazza voltò distrattamente il capo verso il cuoco.

« Se persino il nostro capitano non mangia come il solito, non vedo come potrei farlo io. »

« Hai ragione, tesoro. » disse lui, con voce mielosa.

La navigatrice dubitava seriamente che avesse davvero recepito le sue parole.

Sanji si accese una sigaretta

Come diavolo faceva a fumare??

e si appoggiò accanto a lei.

« Spero proprio che Robin (la dolce, dolcissima Robin! <3) avvisti presto un’isola. Vorrei poter fare rifornimento di cibo fresco, stiamo terminando tutta la frutta e la verdura. Nemmeno le scorte di acqua sono troppo abbondanti. »

« Già, l’ho notato. »

Usop si era rintanato sottocoperta, cercando un modo di amplificare i poteri del bastone di Nami, in modo da far soffiare un po’ di vento, o al più, di far cadere qualche goccia.

Zoro passava la maggior parte del tempo a dormire, Robin a leggere i suoi amati libri e Franky a saltellare *leggiadro* sotto coperta.

Dal canto suo, la noia di Rufy era palese.

Si rotolava sul ponte insieme a Chopper, si addormentava tra i mandarini e irritava i compagni con domande asfissianti come “Dov’è la prossima isola?”, “Quanto manca?”, “Perché fa così caldo?”, “Ma non ci sono nemici pronti a battersi?” e tutta una serie di varianti sul genere.

In quel momento era seduto sulla polena della Thousand Sunny, e teneva gli occhi desiderosi fissi sul mare.

« Saaaanjiiii! » chiamò poi, con voce lamentosa.

Il biondo chinò la testa, esasperato.

« Ci risiamo. Cosa vuoi, Rufy? »

« Ho faaameeee… »

« Non sarà pronto fino a che non lo dirò io, chiaro? »

« Saaaanjiiii… »

« Che diavolo vuoi adesso?! »

« Posso fare un bagno in mare? L’acqua sembra fresca. »

« Non sai nuotare, idiota. E noi stiamo navigando. »

« Potrei fissarmi alla polena con una cima. »

Il cuoco sospirò.

« Non mi sembra un’idea particolarmente brillante. Stiamo navigando, te l’ho già detto. E poi non abbiamo acqua dolce da sprecare per levarti di dosso la salsedine, quindi dovresti leccartela via da solo. »

Nami venne improvvisamente percorsa da un brivido.

Si portò di scatto una mano alla fronte sudata, persa nel disappunto.

Rufy s’imbronciò.

« Uffaaa, ho capito. » e si voltò di nuovo verso l’orizzonte.

Il biondo spense la sigaretta e si stiracchiò.

« Che ore sono? »

La ragazza non lo sentì.

Stringeva la balaustra con una mano, e con l’altra si copriva la bocca, gli occhi spalancati fissi sul mare.

« Nami, tesoro, va tutto bene? Sta per avvenire qualche catastrofico cambiamento climatico? »

« C-come? »

La navigatrice venne riscossa dai suoi pensieri, e mise velocemente a fuoco la situazione.

« Oh, no, va tutto bene, certo. Scusa, avevo la testa da un’altra parte. »

Una fastidiosa fitta allo stomaco le ricordò ostinatamente dove.

« Sicura? »

« Ovviamente sì! » rispose, irritata.

« Beh, meglio così. Che ore… »

« Le sei. »

« Accidenti, il sole è ancora alto. Sarà meglio che controlli cos’è rimasto in cambusa. »

Sanji si allontanò, e la ragazza si lasciò andare ad un sospiro, tornando ad osservare il mare.

Che stupida era! Non le mancava nulla, ora.

Era felice di essere un pirata, felice di essere la navigatrice di Cappello di Paglia e di avvicinarsi sempre più alla sua meta.

Si trovava bene con tutti i membri della ciurma, e per la prima volta nella sua vita poteva dire di essere felice.

Certo, le mancava Nojiko, ma sapeva che prima o poi l’avrebbe rivista.

No, non era quello il problema.

Anzi, infondo di problemi non ce n’erano.

Lei era felice.

Ma…

[ Ma ]

« Cos’è che mi manca? » sussurrò al mare.

« Ehi, Nami, perché così pensierosa? »

La rossa sobbalzò, voltandosi.

Davanti a lei, l’ampio sorriso elastico del capitano.

« Rufy, mi hai spaventata! »

« Scusa, scusa. » disse lui allegro. « A cosa pensi? »

Il tono [scemo] non faceva presagire un reale interessamento, ma Nami aveva imparato a non sottovalutarlo in nessuna occasione.

« Non sono affari tuoi quello che una ragazza di diciannove anni pensa! » sbraitò.

Poi, appena pronunciata la frase, si rese finalmente conto di quale fosse il problema.

Anche Rufy sembrava confuso. Non che non si aspettasse una reazione del genere, ma perché non aveva mai sentito una frase simile a bordo della sua nave.

Cioè, mai una frase riferita alla femminilità di Nami o Robin (se si escludono gli sproloqui amorosi di Sanji), né tanto meno all’età di un qualsiasi membro dell’equipaggio.

Anzi, ora che ci pensava, non era nemmeno tanto sicuro di conoscere tutte le età dei suoi compagni.

Nami si morse il labbro, ansiosa.

« Sei sicura di star bene? »

E due.

« Certo che sto bene! » replicò, stizzita.

Senza degnarlo di uno sguardo, marciò dritta nella sua cabina.

 

La cena si svolse come al solito.

Mangiarono all’aperto, sul ponte.

Usop, Rufy, Franky e Chopper chiacchieravano allegramente, talvolta coinvolgendo anche Zoro, ma solo per qualche veloce scambio di idee che lasciava qualcuno stordito al suolo.

Gli occhi di Sanji cadevano spesso nelle scollature di Nami e Robin, la quale, come al solito, non parlava molto.

Nemmeno Nami parlava molto a dir la verità, ma questo era meno normale.

Si era resa conto che qualcosa, in lei, stava cambiando. Qualcosa d’importante, che aveva cominciato a pulsarle dentro, farla tremare e rabbrividire.

« Credo che andrò a dormire. » annunciò, alzandosi dal tavolo. « Grazie per la cena, Sanji. »

« Te ne vai così presto? » chiese il cuoco, dispiaciuto. « Non sono neanche le dieci. »

« Sono molto stanca ultimamente, scusatemi. »

Quella notte, nel buio della sua cabina, la ragazza fece qualcosa che non faceva da molto tempo.

Sapeva cosa voleva. Conosceva da sempre il problema.

A Cocoyashi, quando ancora lavorava per gli Uomini Pesce, aveva giaciuto con Arlong diverse volte prima di salpare alla ricerca di denaro.

Non l’aveva costretta o cose del genere, ma l’aveva ricattata.

Un abitante morto per ogni rifiuto.

Nami soffocò le lacrime mentre raggiungeva un piacere dal retrogusto amaro.

Ne aveva parlato solo con Nojiko, e lei l’aveva pregata di scappare lontano, di dimenticarli.

Quando era sotto la tirannia di Arlong, i momenti da condividere serenamente con la sorella si erano gradualmente ridotti, fino quasi a scomparire. Ma nelle rare volte in cui ancora parlavano come se fossero solo due ragazzine adolescenti – lo erano, in realtà -, lei le aveva spiegato che il sesso non era sempre sgradevole o morboso. Esisteva anche il “fare l’amore”.

Si potevano anche provare dei sentimenti.

Nami aveva riso la prima volta che gliel’aveva detto. Perché come potevano esistere persone che si amavano, come diceva Nojiko, in un mondo come quello?

Ma poi si era sorpresa a fantasticare su quelle cose sempre più spesso, fino a desiderarle ardentemente.

Non puoi Nami!, urlava una voce, nella sua testa. Non c’è amore per te, in questo mondo. Nessun piacere. I sentimenti sono per i deboli. Tu sei una ladra. Una navigatrice. Un pirata.

 

La mattina dopo, Robin avvistò un’isola.

Era una terra tropicale, piccola, ma abitata.

Sembrava avere un porto molto attivo.

Attraccarono tranquillamente, dopo aver smontato la bandiera pirata dall’albero maestro.

Normalmente non lo facevano, ma in quel momento erano davvero a corto di provviste, e non avevano alcuna voglia di problemi inutili.

Ovviamente questo ragionamento fu iniziato e concluso senza l’intervento del capitano.

« Resto io sulla nave. » dichiarò Zoro, tutto preso dai suoi allenamenti.

« Allora affido la Sunny a te. Mi raccomando. » gli gridò Franky, già sul molo.

« Okay. » disse Nami attirando l’attenzione dei compagni. « Siete liberi di scorrazzare per l’isola come e dove vi pare. Passeremo la notte qui, domani il clima dovrebbe rinfrescarsi un po’ e potremo riprendere il mare. Ci troviamo davanti alla nave alle due in punto. »

Chopper si rese disponibile per dare il cambio a Zoro prima che cominciasse a fare buio, e la ciurma si separò.

La giornata trascorse senza troppi pensieri per tutti.

Robin si ritirò in biblioteca, Chopper si rifornì di materiale medico, Sanji di cibo, Franky di carburante e Usop di un mucchio di materiale stravaganti che dovevano servire a costruire nuovi dial.

Rufy passò la giornata a mangiare.

Alle nove di sera, si era perso e aveva ancora fame.

Schizzava allegro in ogni angolo del villaggio, più di una volta senza pagare, dato che la sua razione di denaro l’aveva ormai esaurita da tempo.

Mentre attraversava una delle vie principali del porto, il suono di una musica movimentata lo raggiunse.

Incuriosito, la seguì, finché non si trovò davanti un locale grande e illuminato, da cui oltre alla musica, provenivano risa sguaiate e urla inconfondibilmente piratesche.

Accanto alla porta, stavano alcune donne mooolto poco vestite, e intorno a loro ronzavano alcuni uomini di bassa leva. Sembravano falene attirate da un lampione.

Ovviamente, non fu questo ad attirare Rufy all’interno, bensì il grande cartello con scritto “cibo” che pendeva malconcio alla destra dell’uscio (non si rese neanche conto delle altre scritte, rispettivamente “alcool”, “gioco” e “donne”).

Dentro, il locale puzzava infatti di alcool stantio e formaggio ammuffito.

Qua e là erano buttati tavolini rotondi di legno marcio, e sul palco ballavano un paio di donne quasi completamente svestite.

Ciononostante, era zeppo di gente.

Rufy, che non aveva adocchiato nulla di particolarmente appetitoso, fece per andarsene, ma qualcosa lo trattenne.

Qualcosa che gli pareva aver visto di sfuggita.

Si girò di scatto verso il bancone.

Nami era lì, attorniata da quattro uomini dall’aria viscida. Teneva in mano un bicchiere colmo di liquido trasparente, le sue gote erano innaturalmente arrossate, e rideva.

Ma c’era qualcosa si sbagliato nella sua risata, di isterico.

All’improvviso, uno degli uomini le sussurrò qualcosa all’orecchio, alitandole sul collo, e lei ridacchiò, reclinando sensualmente il capo da un lato.

Rufy sentì lo stomaco accartocciarsi, e la cosa lo turbò.

Non capiva la situazione, né il suo improvviso malessere.

Solo una cosa gli era chiara.

Non gli piaceva per niente.

Si avvicinò a grandi falcate, giusto in tempo per sentire le parole di uno di quegli uomini.

« Sta diventando troppo affollato, bambola. Che ne dici di cercarci un posticino più tranquillo? »

Lei sorrise, lo sguardo annebbiato dall’alcool, e si alzò, compiacente.

Stava per seguirli, quando una mano le afferrò il polso.

« Nami, dove stai andando? »

Si voltò, confusa.

Rufy la guardava, la sua espressione era un misto di severità (rara, troppo rara in uno come lui) e turbamento.

Chiaramente-non-capiva.

« Ehi, bambola, chi è questo, il tuo fidanzato? »

« Cosa vuoi da lei? Non vedi che ha trovato compagnia migliore? »

Il capitano li ignorò completamente, tenendo lo sguardo fisso in quello della navigatrice.

« Cosa vuoi, Rufy? » ringhiò lei.

« Questi tipi non mi piacciono. » dichiarò il ragazzo, semplicemente.

« Beh, la cosa non mi tocca. »

« Non mi va che tu vada con loro. »

« Non ti va? »

Il tono di Nami si era fatto minaccioso.

« Non hai alcun diritto di piegarmi alla tua volontà, capitano. Non adesso! »

« Ma… »

« So badare a me stessa e non mi interessa quello che pensi! » gridò, montata dall’alcool e dalla rabbia.

Strattonò la mano bloccata, e Rufy la lasciò andare, troppo stupito per reagire.

« È così che si parla, dolcezza! »

Un commento non troppo diverso da quelli di Sanji. Eppure Rufy rabbrividì nel sentirlo.

La differenza doveva essere per forza sostanziale e schifosa.

Guardò Nami allontanarsi con loro, inebetito.

Guardò la mano di uno avvolgersi alla vita di lei, come un tentacolo, infilandole le dita sotto la maglietta.

Un’altra fitta allo stomaco lo raggiunse.

Sentiva che aveva sbagliato a lasciarla andare.

Ma non capiva perché.

Continua.

 

 

Note à dunque, perché ho deciso di tuffarmi in questa long-fic, nonostante abbia già in cantiere “Proibite Love [Red! Red! Red!]” e “Black Heart”, resta un mistero.

Non potevo defluire questo sfizio nella sooolita, amata one-shot? Eh, nooo, signori miei, la piccola Mao chan deve complicarsi la vita. ù_u

Sarà che, beh, ora che è ricominciata la messa in onda di One Piece, ho scoperto che di questo manga proprio non posso farne a meno.

Ecco a voi, quindi, il mio nuovo sclero.

Devo ammettere che mi ha preso parecchio. Attualmente sto scrivendo il terzo capitolo.

Questo, in quanto sentimenti era un po’ scarno, ma è il giusto preludio a ciò che verrà.

 

Una cosa però voglio chiedervi: se la fic vi piace (o anche se vi fa schifo), vi pregherei di lasciare un commentino, piccolo, piccolo.

Altrimenti, rischierei di perdere la motivazione e lasciare tutto lì, e non voglio che succeda.

Bacio a tutti, al prossimo capitolo [per le anticipazioni, passare sul mio profilo]!^^

  
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