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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    04/08/2014    0 recensioni
[Ressha Sentai Toqger]
[Missing Moment Post-Ep19]
Dopo che Tokatti e Akira sono riusciti a salvare il Ressha e tutto il resto della squadra dei Toqger, un momento tenero tra 2Gou e 1Gou è d'uopo.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Ressha Sentai Toqger
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Right, Tokatti.
Tipologia:
OneShot
Genere:
Sentimentale, Fluff.
Avvertimenti: Spoiler, Missing Moment
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro ed è stata ispirata da un flash mentale di mia personale ed esclusiva proprietà.

Dedicata a Francesca per i nostri deliri serali sui tokusatsu.

FRIENDS HELP EACH OTHER

A Tokatti faceva davvero male la gamba.

Rintanato in una delle ultime carrozze del Ressha nel tentativo di non farsi vedere né tantomeno trovare dai compagni, Toq 2Go cercava disperatamente di tamponare la profonda ferita che aveva riportato solo poche ore prima nel combattimento contro i Crows.

Ferita che continuava a buttare fuori sangue, lasciando il giovane guerriero stanco e prostrato.

Certo, avrebbe potuto parlarne con Wagon-chan oppure con uno qualunque dei propri compagni ma non si era sentito di farlo: appena arrivati a bordo, infatti, erano tutti crollati addormentati da qualche parte – Tokatti poteva giurare di aver visto Hikari raggomitolato in uno degli scomparti assieme a Ticket e al Conduttore – e non voleva disturbarli.

Trascorrere quelle lunghe ore al buio, senza aria e con la paura di morire...

Tokatti sentiva che doveva essere stato un duro colpo per tutti.

Posso farcela da solo...” ripetè a sé stesso per l'ennesima volta nel giro di qualche minuto: “Posso farcela da me, non voglio che si preoccupino...” sussurrò, cercando di stringere nuovamente la benda ormai logora.

Avrebbe dovuto cercarne un'altra ma ciò significava svegliare Wagon-chan...

Non importa, posso farlo con una mia vecchia camicia...” disse tra sé e sé prima di cercare di alzarsi, con risultati però disastrosi: il tonfo che fece quando cadde – unito ai suoi lamenti di dolore per l'impatto sulla parte ferita – avrebbero svegliato chiunque nel raggio di qualche chilometro anche se si trovavano in viaggio in quel momento, al sicuro sulla Rainbow Line.

Chissà cosa stava facendo Akira in quel momento?

Il dolore intenso fece deragliare i pensieri di Tokatti come un treno imbizzarrito, riportandolo prepotentemente alla realtà: bene, era sdraiato a terra, incapace di rialzarsi e forse troppo orgoglioso per chiedere aiuto o quantomeno urlare prima di inzaccherare ulteriormente di sangue il pavimento del vagone.

Eppure gli accadeva spesso, in passato, di farsi male...

Come ne usciva...?

Ahi...”

Lasciatosi scappare un gemito di dolore, Tokatti si sedette su di una grossa pietra rinvenuta nel prato in cui avevano giocato per tutto il pomeriggio.

Kagura-chan e Mio-chan erano già tornate a casa, Hikari era scappato via pochi minuti prima ma di Right non aveva notizie da almeno un quarto d'ora.

Dove mai poteva essere sparito? Stava bene? Era caduto in un vecchio pozzo e si era spezzato le gambe? Oddio, che fosse morto?

Erano queste le domande che si avvicendavano nella mente del bimbo con gli occhiali che guardava con aria triste il pantalone strappato all'altezza del ginocchio e lo stesso tutto graffiato e insanguinato.

Tokatti!” gridò all'improvviso una voce in lontananza.

Quando il ragazzino si voltò, i suoi occhi si sgranarono nel vedere una figuretta vestita di rosso correre verso di lui con il tramonto alle proprie spalle, una figuretta che agitava quello che sembrava un vecchio pezzo di stoffa.

Right...?

Eccomi! Ho fatto prima che ho potuto! La nonnina che ho trovato non era molto sveglia ma me lo ha prestato per farti una benda e pulirti la ferita!” gridò con entusiasmo Right, chinandosi ad esaminare il taglio.

Stupito, Tokatti lo lasciò fare ma quando il ragazzino più grande cominciò a strattonarlo – forse voleva portarlo in spalla fino a casa – non potè più tenerselo dentro.

Pensavo che fossi andato via...” mormorò lui, stretto al collo dell'amico che lo teneva su con tutta la propria forza di bambino.

Right sussultò ma non poteva voltarsi per guardarlo storto: lui che abbandonava un amico in difficoltà? Era un'idea assolutamente assurda!

E perchè avrei dovuto lasciarti qui?! Siamo amici, no?! E gli amici si aiutano a vicenda! E poi, mica è colpa tua se ho mandato il pallone sull'albero quando ormai gli altri se n'erano già andati e ti sono caduto addosso perché tu hai cercato di aiutarmi a scendere!” esclamò con una vocetta determinata.

Tokatti, tu sei un nostro amico, se qualcuno è stato cattivo con te, noi non lo saremo. Te lo prometto.”

...katti... To..atti...”

A poco a poco, la realtà si insinuò nel ricordo che – si era addormentato, lo poteva sentire nei muscoli indolenziti del collo – aveva preso il posto del sogno in quell'incoscienza per nulla riposante.

E quando riaprì gli occhi, ciò che vide lo lasciò senza fiato.

Right... Cosa ci fai qui...?” biascicò stancamente, cercando di riattivare il cervello.

Per tutta risposta, Toq 1Gou gli diede uno scapellotto sulla testa e lo tirò su con forza, mettendolo seduto sul sedile: qualcuno aveva acceso le luci, il vagone ora era completamente illuminato.

Ero venuto a cercarti per vedere come stavi e se ti faceva male la gamba e ti trovo così!” sbottò il ragazzo, posizionando la gamba dell'amico in orizzontale per evitare di sforzarla ancora: “Ora stai fermo che ti rifaccio la benda!” continuò, pescando da una cassetta del pronto soccorso una lunga garza – Tokatti non l'aveva mai vista.

Ho chiesto aiuto a Wagon-chan, ha detto che poi a pulire ci pensa lei.” lo prevenne Right, il viso basso e l'espressione concentrata nella propria missione.

Era proprio buffo ma, al tempo stesso, era una vista rassicurante.

L'idea che qualcuno si preoccupasse per lui...

A quel pensiero, gli scappò un singhiozzo: non era voluto, non avrebbe mai voluto farsi vedere in lacrime dai propri amici ma era stato più forte di lui,

Sotto lo sguardo stranito di Right, sul viso di Tokatti cominciarono a scorrere lacrime su lacrime e 1Gou cominciava veramente a preoccuparsi: “Ti fa tanto male?!” continuava a chiedere mentre non sapeva bene dove mettere le mani, temeva di peggiorare le cose.

Ma 2Gou scosse la testa e si asciugò gli occhi: “Grazie di essere qui, Right.” disse soltanto, mentre anche i singhiozzi si acquietavano.

Più sereno e tranquillo, 1Gou sorrise energicamente e riprese la propria opera con un sorriso: “Gli amici si aiutano a vicenda!” ripeté, come in quel lontano pomeriggio di tanti anni prima.

E Tokatti rispose con un altro sorriso.

§§§

Mio e Kagura camminavano nervosamente per le carrozze del Ressha, guardandosi attorno nel tentativo di rintracciare i due amici scomparsi: “Mou!” esclamò piccata la maggiore delle due, “Ma dove sono finiti?! E' tardi e ho fame!” continuò, entrando nell'ultimo vagone del loro treno.

Kagura, al suo fianco, sospirò: “Che Tokatti non si senta bene? Era ferito, oggi...” disse 5Gou con aria pensierosa,

AHIA! FERMO! COSI' MI STROZZI!”

ABBI PAZIENZA, HO QUASI FINITO!”

Due voci concitate e conosciute richiamarono l'attenzione delle due ragazze qualche fila di poltrone più in là rispetto a quella accanto alla quale si trovavano; e fu lì che trovarono Right e Tokatti, legati assieme da tre o quattro metri di bendaggi e incapaci di slegarsi.

Mio e Kagura scoppiarono sonoramente a ridere.

All'improvviso, dalla tasca della ragazza più grande uscì il suo Rainbow Pass in modalità fotocamera e la stessa si premunì di scattare un certo numero di istantanee prima di allontanarsi nuovamente, mano nella mano con la compagna: “Hikari sarà felice di vedere una cosa del genere!” rise, prima di sparire nell'altro vagone.

   
 
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