Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Mania    04/08/2014    2 recensioni
{ Hook/Emma ● 845 parole }
Era una forma di condivisione fatta a modo loro, una in cui la reciproca testardaggine gareggiava e in cui nessuno dei due avrebbe mai ammesso i propri torti, ma solo le proprie ragioni. Alla fine, qualsiasi fosse l’estensione delle tumefazioni dentro di loro, si ritrovavano sotto costellazioni di mondi diversi a passeggiare tenendosi per mano.
[...]
«Ma non sono io quello bravo a non andarsene, sei tu quella che mi trattiene. Ogni volta. E lo fai nel peggiore dei modi che una persona possa pensare di adottare, ma è efficace, te lo riconosco.»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
COSA

C A P I T O L O U N I C O ▬
Sceglierti giorno dopo giorno

« Ora che siamo liberi così
di sceglierci ogni volta invece che
lasciare troppe cose già decise
a scegliere per noi
che siamo liberi da qui
di lasciarci andare e poi
riprenderci
perché l'amore non finirà
se è anche libertà »
Liberi - Tiromancino




Chissà poi per quale ragione Emma aveva deciso di andare con lui in riva al mare al sorgere della luna, con la melodia della marea a fare da colonna sonora a una passeggiata senza parole. Se pensava a come quella mattina gli aveva urlato contro, furiosa per quella sua aria strafottente con la quale l’aveva svegliata, tra montagne di lenzuola condite e il profumo dell’alba a filtrare dallo spiraglio lasciato aperto delle finestre, era costretta a guardare le proprie parole per quello che erano: dubbi infangati da un dolore antico, un pantano nel quale si sentiva intrappolata – sabbie mobili della sua anima a impedirle di credere in un altro futuro, migliore.
Stranamente, per la prima volta, Killian Jones non si era messo ad assecondare il fiume di gratuite cattiverie – e soprattutto immotivate – che gli aveva riversato addosso. Aveva replicato, sarcasticamente e con un ghigno di scherno a farla sentire una bambina sperduta – una volta di più – lasciata davanti a cose già decise che avevano scelto per lei, perché in fondo Emma non aveva mai chiesto di amare nuovamente qualcun altro. Era un peso il sentimento che provava per il pirata, un macigno che le si era accollato privandola di una decisione che avrebbe dovuto essere lei a prendere – e sapeva quanto ridicolo fosse tale pensiero, il cuore non poteva essere comandato, ma lei si era illusa di avere il potere di soggiogarlo ai propri egoisti desideri.
«Sai, Emma, dovresti smetterla di pensare di essere la sola a cui la vita ha riservato scherzi di cui uno avrebbe fatto decisamente a meno», Hook non urlava quando litigavano, manteneva la voce pacata – eccessivamente tranquilla, tanto da risultare notevolmente più frustrante per Emma, costretta a constatare come fosse l’unica a perdere il controllo di cui necessitava -, alzando le sopracciglia in arcate più marcate a sottolineare le proprie frasi. Riempiva il tono di sfaccettatura di arroganza liquida, capace di insinuarsi in lei, andando a battere su ferite ed ematomi ancora dolenti, ricordandole le proprie debolezze e difetti.
Era ridicolo come fosse sempre e solo mentre si picchiavano a frasi acide che Killian la chiamava per nome, semplicemente. Un’intimità viva, quasi a volerle far comprendere come quei litigi fossero ancora più personali dell’amore che la notte era lei a chiedergli e lui a non negarle mai, nonostante i graffi e affondi dei denti a lasciar segni più sul cuore che sulla carne. Era soprattutto in quegli attimi saccheggiati al tempo diurno che Emma si lasciava andare, gridando la propria sofferenza, le incognite che la spaventavano, e ci gettava dentro qualsiasi pensiero egoistico e maligno, rendendo più brutali le ombre da cui si sentiva ghermita.
Non importava quanto la voce di Emma si alzasse, quanti sfoghi gli riversasse addosso sotto forma di parole affilate, colmando gli occhi non di disprezzo o cattiveria, ma di suppliche trattenute in gola, a bruciarle le corde vocali che avrebbero desiderato più di ogni altra cosa chiedergli di trovare un modo, uno qualsiasi, per farla sentire meno succube di un mondo che aveva preso decisioni per lei. Non aveva rilevanza nemmeno quanta ironia pungente usasse Hook per difendersi e contrattaccare, perché alla fine Emma scorgeva sempre nei pezzi di oceano che aveva al posto delle iridi quanto volesse unicamente aiutarla, e lo faceva rimanendo lì a prendersi gli schiaffi di insulti che gli gettava addosso. Era una forma di condivisione fatta a modo loro, una in cui la reciproca testardaggine gareggiava e in cui nessuno dei due avrebbe mai ammesso i propri torti, ma solo le proprie ragioni. Alla fine, qualsiasi fosse l’estensione delle tumefazioni dentro di loro, si ritrovavano sotto costellazioni di mondi diversi a passeggiare tenendosi per mano.
«Sei piuttosto bravo a non andartene via», osservò a un tratto Emma, chinandosi ad afferrare un sasso più chiaro degli altri, a risaltare tra gli altri dalla levigata superficie scura. Lo soppesò tra le mani, concentrandosi sull’analisi dello stesso per far finta di aver appena pronunciato una costatazione banale, invece di una dichiarazione dall’importanza ricolma di sfumature contrastanti – ma per quanto nascondesse l’evidenza, Hook era abile a setacciare tra ogni sillaba pronunciata e negata per trovare i significati lasciati volutamente in sospeso.
«Sì, non sono per niente male, ne convengo» scherzò, sfoderando il più sghembo dei sorrisi nel suo repertorio, avvolgendolo nella più marcata aria arrogante di cui poteva dar sfoggio, marcando teatralmente l’autoelogio. L’occhiata in tralice che Emma gli rivolse valse solo a farlo ridere sommessamente, prima di farlo continuare con un pizzico di serietà in più a condire le proprie parole. «Ma non sono io quello bravo a non andarsene, sei tu quella che mi trattiene. Ogni volta. E lo fai nel peggiore dei modi che una persona possa pensare di adottare, ma è efficace, te lo riconosco.»
Fu in quel momento che Emma si accorse che non era affatto vero che non avesse mai compiuto alcuna scelta, perché Killian Jones lei continuava a sceglierlo ogni giorno, perseverava ad arrabbiarsi con lui – insieme a lui – e ad affondare le proprie dita nelle carni della sua anima, intrappolandolo in una morsa in cui desiderava trattenerlo a sé. Lui era la sua decisione, ripetuta quotidianamente.




M A N I A’ s W O R D S
Codesta shot è stata scritta tempo addietro. Ma proprio tanto. Più o meno a febbraio/marzo. Me l’ero dimenticata, ecco. Stavo setacciando la cartella con le mie fanfiction e storie varie, e cosa ti trovo? Questa storia. Così, non sembrandomi poi tanto male, ho deciso di postarla.
Ricordo che è nata sull’ispirazione della stessa canzone che ho citato a inizio storia. E a parte ciò, non ho moltissimo da dire, quindi niente.
Come sempre ringrazio tantissimo chi leggere, segue e recensisce le mie storie, e se vorrete lasciare un parere anche a questa ve ne sarò come sempre eternamente grata. Lo so che a volte non rispondo o ci metto ere geologiche per farlo, non è assolutamente un non apprezzare le vostre parole, tutt’altro – ANZI! È solo che quando ho un momento libero mi metto a scrivere, per evitare di fare ritardi ancora più colossali di quanti già non ne faccia. Ma io amo ogni vostra recensione, che è un sopporto incredibile e un incitamento a far sempre meglio. Quindi, a parte il millesimo grazie, non so cos’altro dirvi per rendere chiaro il concetto x°D
Credo che prima della fine della settimana aggiornerò anche la raccolta, quindi ci si risente presto!
Qui, per chi volesse, c’è il link alla mia pagina Facebook dove tento di tenere a mente quello che devo scrivere, posto estratti, aggiorno sulle pubblicazioni e cose così: M A N I A
Alla prossima,

Mania




  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Mania