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Autore: Sakura Kurotsuki    04/08/2014    2 recensioni
“Perché lei è qui?”
“Potrebbe non essersene accorta, ma qualche ora fa le ho evitato un'esecuzione”.
Perché Sherlock Holmes vivrà più a lungo di Dio per avere l’ultima parola.
Scacco matto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Voglio solo dire che i personaggi non mi appartengono e che la storia non ha scopo di lucro, il resto lo dirò alla fine =)
Buona Lettura! 

 
 
 
 











Checkmate
 

 









 
Una stanza ammuffita con un letto da una piazza e mezza al centro. L’uomo al banco aveva detto che era una matrimoniale, ma quando ci si trova in fuga dai terroristi, difficilmente ci si preoccupa di quante stelle vanta l’Hotel, il che è comunque un eufemismo, considerando la baracca in cui si sono rifugiati un detective sociopatico iperattivo, e una donna, Irene Adler, La Donna.
“Tra poco ce ne andremo”
La voce di Sherlock Holmes è profonda, baritonale.
Sono entrambi distesi su quell’unico letto ed è la prima volta che si fermano per riposare. Si tratta di una minuscola taverna, trovata per fortuna dopo una fuga che sembrava non finire più. Da quando Sherlock Holmes si è infiltrato in una cellula terroristica del Karachi, per sottrarre Irene Adler ad una decapitazione, i due non si sono mai fermati. Resteranno in quella baracca per poco, il tempo di riprendere fiato per l’ultima grande corsa fino ai confini pakistani, dove li attende il jet privato noleggiato dal detective.
Sono vicini, abbastanza perché uno dei due possa allungare una mano e sfiorare l’altro, eppure nessuno dei due sembra intenzionato a farlo; da qualche parte, sopra di loro, penzola il tacito accordo di non toccarsi. La Donna non ha mai avuto qualcuno nel suo letto astenendosi dal toccarlo, avendolo tuttavia così vicino.
Si studiano, perché entrambi sono interessati all’altro, ed entrambi ritengono che l’altro sia interessante ed unico nel suo genere. Sono due vincitori, nella stessa battaglia. Sherlock Holmes si è dimostrato essere superiore ai ‘patetici’ che Irene Adler così facilmente attira nella sua trappola, e la Adler ha dimostrato di essere ‘piuttosto brava’, dando del filo da torcere a Sherlock Holmes. In verità, è arrivata ad umiliarlo, e davanti al fratello, per giunta. Ma alla fine l’ha avuta vinta lui,  sconfiggendola usando le sue stesse armi contro di lei e rendendola impotente, oltre che umiliandola ancora di più a sua volta. Sherlock Holmes ha avuto l’ultima parola, alla fine.
 
 
 
Lui vivrà più a lungo di Dio per avere l’ultima parola.
 
 
 
“Lei non si rilassa mai, vero?”
 
“Noioso”. La donna arriccia le labbra in un sorrisetto. La mente di Sherlock Holmes non è fatta per essere distesa e calma; al contrario, è instancabile, perennemente affamata. E questo è sexy, per la Dominatrice. “E chiaramente lei non è spaventata”. Non è una domanda, quella del detective, bensì un’affermazione.
Questa volta la Donna si esibisce in un largo sorriso che non raggiunge gli occhi, i quali restano vigili e concentrati. Perché loro, in questo momento, in quella sudicia stanza, stanno giocando. E Sherlock Holmes non è per nulla annoiato, lei lo sa, può vederlo.
 
“Perché lei è qui?”. Il tono della Adler è controllato, misurato.
 
“Potrebbe non essersene accorta, ma qualche ora fa le ho evitato un’esecuzione”. Il detective parla lentamente, come se scegliesse le parole con cura, la voce pacata e il tono monocorde.
 
Una pausa.
 
“Chi potrebbe volermi viva?”
 
Sherlock Holmes sbatte le palpebre e assume un’espressione accigliata. “Mi scusi?” mormora, e un lampo di comprensione mista a incredulità attraversa il volto della Adler.
 
“Qualcuno sa che lei è qui?”
 
“Lei cosa dice?”
 
“Perché?” sussurra la donna, sorpresa e curiosa insieme, senza filtri, questa volta. “Dopo quello che le ho fatto…”
 
“Dopo quello che lei ha fatto a me, Miss Adler?” la interrompe il detective, con un ghigno divertito. “Glielo concedo, in fondo mi ha quasi battuto”. Un’altra pausa, nella quale il detective sembra soppesare bene le parole da usare. “In un mondo infestato da stupidi, non potevo certo lasciare che una mente come la sua andasse perduta in questo modo. Non sopporto gli sprechi”.
 
 
Questo mi rende speciale?
Non lo so, potrebbe.
 
 
“Affascinante. Vorrebbe dire che lei tiene di più ai nemici che agli amici?”
 
“Io non ho amici” puntualizza l’investigatore. Lo dice meccanicamente, come se fosse abituato a farlo.
 
“Non penso sia vero” ribatte La Donna, e gli si avvicina appena un po’ di più. “Ma senza dubbio è così che lei vuole apparire”
L’investigatore non reagisce al movimento di lei, né per allontanarsi, né per avvicinarsi a sua volta. Socchiude gli occhi; è concentrato sul loro gioco, aspetta che lei lo continui. “Si spieghi” mormora, gli occhi di ghiaccio ridotti a due fessure impiantati in quelli di lei, come se cercasse di estorcerle le parole da essi.
 
“È più semplice”
 
“Si spieghi meglio
 
Irene Adler si esibisce in una mezza risata. “Mio caro Signor Holmes” sussurra, vicinissima al suo viso. “Io e lei abbiamo fatto le stesse scelte, lo sa?”
 
“No, io non credo” ribatte l’uomo con voce ironicamente acuta, dopo aver finto di pensarci su per un attimo.
 
La Donna si mette seduta, sovrastandolo, mentre il detective si gira sulla schiena per continuare a guardarla in viso. Si muovono all’unisono, gli occhi allacciati. Lui la guarda e tace. Quello è il gioco degli scacchi, aspetta la sua mossa.
 
“Io ripudio il sentimento esattamente come lei” decreta La Donna. “Non deve credere che io stia cercando l’amore o altro”
 
Anche il detective si alza e i due sono di nuovo allo stesso livello, di nuovo tanto vicini che i respiri quasi si mischiano.
 
“Lo so che non cerca il sentimento, lei è troppo intelligente per commettere un errore così grossolano”. Scacco al re. “Almeno, non volontariamente” aggiunge in un sussurro, come se stesse rivelando un segreto scabroso e non volesse essere udito da altri se non lei, anche se nella stanza non c’è nessun altro.  
 
“Sono lusingata”
 
“Ora può esserlo”. Scacco matto.
Irene Adler sorride e torna a stendersi, seguita a ruota dal detective.
 
“Che cosa vuole Jim Moriarty da lei? Sono curiosa”
 
“La domanda giusta è: perché una donna come lei, in grado da sola di mettere in ginocchio una nazione, lavora per Jim Moriarty. Che relazione ha con lui? ”
 
Un guizzo di eccitazione attraversa gli occhi della Adler.
 
“È geloso?”
 
L’investigatore ride sommessamente.
 
“Voglio essere gentile e lasciarle il beneficio del dubbio”
 
“Un vero gentleman. Ora risponda alla prima domanda”
 
“Battermi” risponde semplicemente l’uomo, come se le stesse dicendo che due più due fa quattro.
 
“Vuol dire che vuole ucciderla?”
 
“Oh no, non basta uccidere qualcuno per sconfiggerlo” risponde il detective, gli occhi che mandano lampi, e c’è tanta eccitazione e aspettativa nella sua voce, che La Donna capisce che Sherlock Holmes lo sta già pregustando, il momento fatidico dello scontro.
 
“Chiaramente lei non è spaventato” dice la Adler, ripetendo le stesse parole che lui le ha rivolto poco prima. “Non sa cosa darei per assistere. Ma non credo che sarò nei paraggi nel prossimo futuro”
 
“E dove avrebbe intenzione di essere nel prossimo futuro?”
 
“Un po’ qui, un po’ là” risponde la Adler con fare evasivo. “Potrebbe venire con me, per scoprirlo” conclude con un sorriso sornione. Le dita di lei vanno ad accarezzargli lo zigomo e scendono fino al mento.
L’investigatore sorride a sua volta e le prende la mano; poi, sotto lo sguardo confuso di lei, se la porta prima sul collo, poi sul petto e infine sul polso.
La Donna lo fissa sbigottita per qualche secondo, prima di capire.
“Neanch’io” mormora, e a sua volta guida la mano di lui ripetendo gli stessi passaggi.
Battito regolare. Di entrambi.
 
“L’amore è un pericoloso svantaggio”
 
“Sono d’accordo”
 
Passano parecchi minuti, forse mezz’ora, nel completo silenzio.
Alla fine è il detective a spezzarlo.
 
“Ho fame”
 
“Sono contenta, perché mi deve una cena”

 
 
 

 

 

 
 
***
 












 




 
 

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    16th June 2012  

 

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16/06/2012  20:11
 
I don’t believe it.
 
 

 
 
16/06/2012  20:11
 
You don’t have to.
 

 
 
 
16/06/2012 20:12
 
Let’s have dinner.
 
 
 









 








~º~º~º~º~º~º~




 

 
Per me è importante questa One Shot perché è stata la prima ispirazione dopo mesi di silenzio nella mia testa, con tanto di balle di fieno che si aggiravano spinte dal vento.
Come potete vedere ho scoperto Sherlock, e grazie a Dio. Non trovo le parole per esprimere quanto sia meraviglioso e perfetto questo telefilm e gli sono anche grata, visto che è stato lui a “riaccendermi”.
La data di morte l’ho presa dal blog di John: il messaggio riguardante la morte di Sherlock “” è datato al 16 Giugno, quindi mi sono affidata a quello, e l’anno è il 2012 perché è l’anno in cui è uscita la seconda serie.
Sarei molto contenta se decideste di lasciarmi un commento, è sempre bello avere un feedback =)
Questa è la mia pagina Facebook  ⇒   https://www.facebook.com/KurotsukiEfp
A breve spero di averne una anche su Twitter, ci sto provando ma sto avendo problemi ad attivare l’account, comunque quando l’avrò la metterò nella mia presentazione qui su Efp
Grazie per aver letto, alla prossima! 

 
   
 
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