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Autore: Silversa    04/08/2014    1 recensioni
E l'osservai, una stella che cadeva in quel cielo scuro. L'osservai e chiusi gli occhi.
Voglio baciarlo.
Due parole, quindici lettere, un'emozione che volevo sperimentare.
Anche lui lo notò. E mi sorrise.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALL OF THE STARS












La storia descritta in questa fanfiction é di pura fantasia.
Il titolo della storia é preso dalla canzone di Ed Sheeran, proposta per il film "colpa delle stelle"; e, come tale, la prima citazione che troverete sarà dall'ispirazione del libro.
Calum e Luke sono i protagonisti ASSOLUTI, si parlerà di loro e della loro amicizia che verrà coltivata ogni giorno, e la loro cake é trattata come Romance.













"Mi sono innamorato come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta"
[colpa delle stelle]


















Capitolo 1




Quando avevo undici anni passavo le giornate a casa del mio migliore amico coetaneo, nella Reeve Street numero 12, una casa giallo ocra, che non avrei mai dimenticato per niente al mondo.
Lo avevo conosciuto quando all'asilo, frequentavano la stessa classe e per giunta eravamo anche vicini di casa, quindi per noi era inevitabile che le nostre madri ci fecero crescere insieme, eravamo sempre stati il moro e il biondo, io e Lucas, Calum e Luke.
A undici anni, nel retro del giardino di casa di Luke, dove l'erba verde profumava di terra bagnata, mi ero reso conto che per me non era solamente un'amico. Era il mio confidente personale, quello al quale avevo rivelato che la notte precedente me l'ero fatta addosso perché, da sempre, il temporale mi spaventava, e lui era sempre quello che mi consolava, mi poggiava una mano sulla spalla e mi guardava con quei grandi occhi blu e diceva:
"Il tempo guarirà anche le tue piccole paure".

Si riferiva sempre al futuro, il suo sguardo orgoglioso prometteva sempre alle mete future che sperava di raggiungere, e poi avevo capito il perché di questo, mi sembrava un grande filosofo ed io credevo che avrebbe potuto essere anche un buon insegnante, un giorno.
Le giornate le passavamo così, tra giardino di casa e costruzioni con le quali richiamavamo i nostri sogni: il più delle volte io riuscivo a mettere in piedi una casa, perché credevo nei valori della famiglia, ma anche un terreno che mi avrebbe protetto da tutte le cattiverie che circondavano il mondo, e poi guardavo la sua costruzione: quattro costruzioni messe in fila tra loro, quasi a segnare un passaggio, ma non ho mai saputo verso cosa, e, quando cercavo di domandare a cosa si riferisse, dalla sua bocca fuoriuscivano parole che per me erano incomprensibili: "É il passaggio verso il cielo" diceva.
Credevo fosse solamente uno scherzo, perché si sa, i bambini a undici anni non parlano veramente con il cuore, mentre adesso la mia teoria va in frantumi e realizzo quanto quelle parole mi abbiano toccato nel fondo del cuore, fino a far male, perché non volevo crederci.

Non lo avevo mai considerato migliore amico, perché i migliori amici parlavano di ogni cosa, anche della propria presunta cotta segreta, anche se noi due, di ragazze, ne parlavamo poco e niente, il massimo a cui ci riferivamo erano le scarpe rosa che indossava Melanie Rosembaum, nient'altro.
Quella fu la prima e ultima volta che parlammo di ragazze, che io ricordi.

Era una giornata di sole, quando, a undici anni, mi stavo dirigendo nella casa del mio amico, ad aprirmi la porta si trovava una sorridente Liz, che mi accolse con un: "Ciao, Cal" per poi darmi un bacio sulla guancia.
Non avevo bisogno di domandarle dove si trovasse Luke, sapevo già che stava in giardino, probabilmente con le costruzioni, o con la sua mente che divaga a in pensieri che non ho mai potuto conoscere.
Lo trovai, che divagava osservando il cielo, seduto su un pezzo di erba, e lo affiancai: "Ciao Luke"
Mi sedetti accanto a lui, notandolo voltarsi e sorridermi, quasi sembrasse un'altra persona: "Cal" disse, e, per un attimo nei suoi occhi avevo colto qualcosa di strano che scosse il mio stomaco fino a spezzarlo in due, ma non sapevo cosa fosse e non ci riflettei; avevo solo undici anni.
"Perché osservi il cielo?" gli domandai, osservando quell'infinità dal colore dell'azzurro che si trovava sopra le nostre teste, visualizzando qualche nuvola e cercando di rassomigliarla a qualche oggetto che mi risultasse familiare, fallendo miseramente.
"Secondo te cosa c'è oltre il cielo, Cal?" mi domandò, alzando lo sguardo.
E lo sapevo. In quel momento sapevo che Luke non era un normale bambino, ma era qualcosa di speciale, lo sapevo.
"le stelle?" domandai perplesso di una sua domanda del genere.
"no...quelle ci sono solamente la notte" borbottò, quasi ne fosse sicuro. Non protestai, perché già sapevo che sarebbe stata una battaglia persa, Luke non amava essere contrariato da qualcuno, specialmente se quel qualcuno ero io.
Quasi lo intimoriva sapere che lui aveva torto su qualcosa, mentre io avevo ragione, e mi piaceva quella sensazione di averla vinta su di lui, perciò mi feci avanti.
"Scommettiamo che le stelle ci sono anche di giorno?" proposi, lo sguardo perso nel suo.
"Cosa scommettiamo?" mi domandò lui, sapevo di certo che non si sarebbe mai tirato indietro.
Riflettei, e, pensandoci bene dissi la prima cosa che mi passò di mente: "un bacio".
Mi guardò sbigottito, deglutendo ed incapace di rispondermi.
"e se ho ragione io?" domandò poi, nei secondi in cui si riprese.
"se hai ragione tu....ti regalo tutti i miei giochi". Lo vidi annuire, ma sapevo già chi avesse ragione.
Ci recammo da sua madre, che beveva un caffè in compagnia della signora Irwin.
"Mamma!" la richiamò Luke, lei subito si voltò, preoccupata, alzandosi dalla sedia e recandosi verso di noi:
"Che c'è, Luke? Stai bene? Hai bisogno di qualcosa.."
"No, tranquilla" disse Luke "Le stelle sono solo di notte, vero?"  chiese, la voce speranzosa.
Liz ci guardò e "No. Le stelle ci sono anche la mattina, nascoste, anche se due si notano molto...La luna ed il sole. Perché me lo chiedi?" chiese dopo, mentre io osservavo le linee di tristezza che invasero il volto di Luke, mentre, a testa bassa ci dirigevamo in giardino.
"Non essere triste, Lucas. Mi darai un bacio..." dissi, eccitato.
"Già..."  borbottò lui, avvicinandosi. Quando fu di fronte a me chiusi gli occhi, d'impatto, assaporando già le sue labbra, ma quello che fece mi stupì: le sue labbra andarono a posizionarsi sulla mia gota, e riaprii gli occhi.
"Non é valido" borbottai, mentre lui ritornava di fronte a me.
"tu non mi hai detto dove volevi che ti baciassi, perciò..."  lasciò la frase in sospeso, e andò a posizionarsi accanto alle costruzioni.
Quella fu la prima volta in cui capii che ero follemente innamorato di lui.






OCCHI A ME!

Come avrete già capito, questa storia prende spunto (per metà, diciamo) dal libro "colpa delle stelle" (che vi consiglio >>) e l'ho scritta ascoltando alla canzone di Ed Sheeran, non a caso il titolo é proprio il nome della canzone lol.
Non ho niente da dirvi, se non che tutti i capitoli saranno narrati dal punto di vista di Calum, e che é una storia Cake.
Ormai l'ho già iniziata,  e spero che a qualcuno possa piacere, in tutto conta 7 capitoli, quindi é una mini long.

Detto questo....spero vi piaccia!


Un bacio


- Silver




 
  
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