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Autore: Edelwise    04/08/2014    1 recensioni
“Tu vedi il buono in tutti, Granger?”domandò accasciandosi tra le sbarre.
“Solo in chi c’è veramente” rispose “non è detto che perché tu abbia commesso tutti quei crimini, non possa trovare la strada del bene. Tutti la trovano prima o poi e sono sicura che c’è ne anche una per te.”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nero




 
 
 
Le prigioni di Askaban erano definite le più terribili.
Buie, sporche, puzzavano di lercio e di corrotto. Le urla dei detenuti più feroci che giorno dopo giorno impazzivano per poi legarsi un cappio al collo per mettere fine alla loro misera e deplorevole vita. C’è chi aveva giurato di sentirci puzza di morto, e in fondo non aveva tutti i torti perché in quelle quattro mura o imparavi a sopravvivere o potevi tranquillamente aspettare che la morte venisse a prenderti nei peggiori dei modi.
Per fortuna il destino di Draco Malfoy era stato clemente con lui. Dopo la Grande Guerra, dopo che la loro misera vita gli aveva concesso di salvarsi, si ripararono in una casupola di campagna in una città abitata pressoché da Babbani, sotto nomi falsi. Ma il Ministero della Magia aveva i suoi profondi contatti, non passò nemmeno un mese che furono trovati e rispediti nel Mondo Magico. Il Consiglio aveva ritenuto opportuno mandare ad Askaban solo il capofamiglia, Lucius, mentre Draco e Narcissa erano sottoposti a feroci interrogatori.
La donna rispondeva di rado e il più delle volte si difendeva dicendo che lei assecondava solo il marito. Mentre era Draco quello che dava più filo da torcere alla commissione.
Veniva messo in quella piccola prigione avvolta da filo spinato, di fronte ad una marea di gente, gli venivano esposte delle domande ma dalla sua bocca nemmeno una parola. Così dopo pochi minuti, veniva rispedito dentro. Fu addirittura separato dalla cella della madre, a cui era molto affezionato, come stimolo a parlare. Ma Draco Malfoy non aprì bocca.
Il destino era stato davvero clemente con lui, perché al posto di essere ad Askaban ora si trovava in una delle celle sotterrane del Ministero. Non puzzavano di morte e paura, ma solo di chiuso e umido e tanta solitudine. Non sapeva cosa stava accadendo fuori e nemmeno voleva saperlo, ormai la sua vita era appesa ad un filo. Sapeva solo che sua madre era stata liberata. Si osservò il braccio sinistro, dove il Marchio Nero era stato tatuato. Vi passò il polpastrello nei contorni pensando a quanto dolore e paura gli costò quel gesto. Quanto sofferenza gli avesse portato quel marchio. Quante morti aveva procurato, e come non pensare al buco nero nella sua anima. Era destinato al male, per lui non vi era una strada per il bene. Si passò una mano tra i capelli biondissimi portandoseli all’indietro. Si osservò, la sua camicia bianca stava ormai diventando gialla per l’umidità e per la quantità di sudore che assorbiva, specialmente la notte, i pantaloni neri invece erano corrosi dal tempo, strappati qua e la. Se avesse avuto uno specchio per guardarsi si sarebbe fatto pena da solo.
Sentì un rumore, dei passi in lontananza.
Era seduto per terra, le ginocchia al petto e la braccia cingerle per ricongiungersi alla fine.
I passi si facevano sempre più vicini.
Chiuse gli occhi, sapeva benissimo che quello che stava arrivando doveva essere un Auror pronto a prenderlo con la forza e portarlo all’interrogatorio.
Ne fu certo quando sentì i passi fermarsi di fronte alla sua cella, ma non ne fu più sicuro quando il suo naso percepì un odore strettamente femminile. Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, pensò che Narcissa fosse tornata per portarlo via, non aprì gli occhi e aspetto la sorpresa.
“Malfoy”pigolò una voce.
Fu in quel momento che le speranze del giovane Serpeverde caddero in frantumi, perché la voce che lo richiamò non era quella di sua madre ma della persona che meno di tutte doveva essere la sotto in quel momento.
“Malfoy”lo richiamò.
“Che vuoi Granger?”sputò acido.
La ragazza rimase immobile nel sentire quella voce roca e così singolare.
“Dobbiamo parlare”ordinò l’altra.
“Che ci fai qua sottoSanguesporco?” aprì gli occhi e si voltò a guardarla.
Hermione rimase sconvolta dalla visione del ragazze, il viso era scavato tanto da intravedersi le ossa, una leggera barba bionda aveva preso il posto della pelle liscia e perfetta del ragazzo. Ma ciò che preoccupò di più la Riccia furono i suoi occhi. Occhiaie peste e scavate. Gli occhi spenti di chi non ha più voglia di vivere.
“Non rispondi?”ripropose più acido di prima.
“Perché non vuoi parlare?”
“Rispondi prima alla mia domanda, o mi stai dicendo che voi Grifondoro avete perso l’educazione, ed ora che avete salvato il Mondo Magico potete prendervi il lusso di fare ciò che più vi aggrada?”
Lumos”soffiò piano la ragazza ed illuminò una persona dietro di lei.
Draco notò che era lo stesso Auror che ogni giorno lo prelevava da quella cella puzzolente per portarlo agli interrogatori. L’osservò bene per poi fermarsi ai suoi occhi, bianchi come il ghiaccio.
“E’ una maledizione Imperius quella che vedo?”
La ragazza non parlò, abbassò semplicemente il capo sentendosi colpevole. Fu li che Draco notò come fosse cambiata, come i suoi lineamenti fossero più rilassati, i suoi capelli raccolti in una treccia su un lato e i suoi abiti puliti.
Notò come quella semplice domanda avesse messo in difficoltà la Mezzosangue, ma se lei era li ed aveva usato una Maledizione senza Perdono, un motivo c’era. Ed era più che valido.
Si schiarì un po’ la gola “Che senso ha parlare, se poi sono destinato ad Askaban”
La ragazza riportò il suo sguardo su di lui “Nessuno ha detto questo.”
“Oh, Sanguesporco, davvero pensi che se io parlassi mi tirerebbero fuori di qui con aggiunta stretta di mano?” ironizzò “non ti facevo così sciocca!”concluse.
“Potrebbero darti una possibilità”disse subito l’altra “io, Harry e Ron abbiamo parlato con il Ministro e…”
“Come si può dare una possibilità ad un ex Mangiamorte, Granger?”quasi urlò a quella domanda.
“Non hai scelto tu di esserlo” puntualizzò
In quel preciso momento, Malfoy si alzò da terra e si precipitò sulle sbarre scuotendole forte per la rabbia repressa dentro di lui.
“Sono stato io a scegliere di essere un mostro” esclamò “ho deciso io di farmi marchiare, di commettere quei crimini”
“No”esclamò a sua volta Hermione “era tutto già deciso, tu stavi solo pagando gli errori di tuo padre. Non era te che voleva Voldemort, voleva vedere tuo padre in ginocchio.”
“Cosa ne sai tu, Sanguesporco?”
“L’ho visto, Malfoy”soffiò “ho visto quello che sei veramente”
“E cosa sono esattamente?”domandò a denti stretti.
“Una marionetta nelle mani di un burattinaio pazzo”
Il ragazzo sgranò gli occhi, era rimasto sorpreso da quell’affermazione.
“Sono sicura, che se fosse stata per tua scelta, saresti scappato pur di non torcere un capello a nessuno.”
Draco portò gli occhi a due fessure ed osservò la giovane ragazza.
“Tu vedi il buono in tutti, Granger?”domandò accasciandosi tra le sbarre.
“Solo in chi c’è veramente” rispose “non è detto che perché tu abbia commesso tutti quei crimini, non possa trovare la strada del bene. Tutti la trovano prima o poi e sono sicura che c’è ne anche una per te.”
Hermione osservò per l’ultima volta il ragazzo “Nox” disse infine.
Quello spiraglio di luce svanì e con esso anche la giovane Grifondoro.
Quel giorno, nel pomeriggio, vi fu l’ennesima udienza per il Serpeverde. Nella commissione come ogni volta erano presenti tutti i funzionari, più il Trio Magico.
Draco fu prostrato di fronte a tutti, il Ministro gli fece la classica domanda.
Vi fu un lieve silenzio, il ragazzo stava con la testa china. Poi l’alzò leggermente e guardò la giovane Grifondoro che si mordicchiava le labbra in attesa di qualcosa.
Si voltò verso la commissione ed infine parlò.
Hermione fu sollevata.
Dopo quella sentenza non lo rivide mai più.
 
 
 
Cinque anni più tardi…
 
Quella mattina era in ritardo, nella sua giovane vita di Auror non le era mai successo.
Eppure, in tutto, c’è sempre una prima volta.
Non sapeva se attribuire le colpe a quel pigrone di Ron o ai suoi pargoli troppo pigri per alzarsi presto la mattina. Decise che ci avrebbe pensato la sera quando avrebbe fatto una sfuriata con i fiocchi ad entrambi.
S’intrufolò tra i corridoi del Ministero maledicendo i suoi tacchi delle scarpe. Ed infine si ritrovò di fronte all’ascensore. Vi entrò dentro appena in tempo, seguita da una caterva di aeroplanini incantati che si dirigevano in vari uffici.
Le porte si chiusero ed l’ascensore cominciò a salire, notò che di fianco a lei vi era una figura alta, longilinea e maschile.
“Buongiorno”salutò
La persona non rispose, teneva la testa china.
Osservò per bene l’uomo, era biondo di un colore paragonabile al fieno. Un pantalone nero stirato perfettamente, una camicia bianca con le maniche rialzate fino ai gomiti. Fu proprio in quel momento che i suoi occhi si fermarono sul braccio sinistro. Notò come la pelle fosse maciullata e rossa. Come se qualcuno avesse bruciato qualcosa.
Un flash balenò nella sua mente.
“Malfoy”pigolò.
L’uomo alzò la testa e continuò a guardare verso le portine “Granger” disse lui semplicemente. La sua voce era cambiata da come la ricordava, era più sicura e tranquilla.
“Sei davvero tu?”
Lo sguardo del ragazzo si voltò verso la Riccia, e li ebbe le sue conferme. Dopo cinque lunghissimi anni, Draco Malfoy era ancora vivo.
I suoi occhi grigi erano sereni il suo volto rilassato e il suo immancabile ghigno era tornato “So perfettamente che non vorresti essere nello stesso posto con me, sto per scendere” frecciò.
“E’ che insomma, pensavo”
“Mi fossi buttato da un ponte?”ironizzò concludendo “Per favore,Granger” sbuffò.
Osservò lo schermo sopra le loro teste segnava sesto piano, il settimo era l’ultimo il piano dove vi era l’ufficio di Harry.
“Sei diretto da Harry”fece per avere un minimo di conversazione, anche se le sue curiosità erano ben altre avrebbe voluto sapere cosa avesse combinato in quegli anni.
“A quanto pare lo Sfregiato ha dei problemi con un potente veleno, mi sorprende abbia chiamato me”
“E’ il mio stesso caso”puntualizzò la donna.
“Allora mi sorprende che tu non abbia trovato l’antidoto.”
“E’ magia nera” precisò.
“Capisco”osservò a denti stretti.
“Immagino tu sia un esperto nel campo, se Harry ti ha convocato” osservò la ragazza.
“Sono un Medimago adesso” precisò
Le porte dell’ascensore si aprirono ed il ragazzo uscì per primo dando le spalle alla ragazza, per po’ fermarsi un pochino più avanti “Hai detto tu stessa che c’era una strada del bene anche per me, bisognava prima distruggere il passato però”
Hermione ripensò all’immagine della pelle bruciata dove prima risiedeva il Marchio Nero.
“Avevo abbastanza conoscenze per aiutare gli altri”continuò “così ho scelto di diventare un Medimago” spiegò “ed è davvero appagante che il tuo amico Sfregiato cerchi me per risolvere il suo caso, quando prima era a lui a risolvere il tutto” frecciò.
La ragazza fece un mezzo sorriso capendo che forse anche Draco Malfoy aveva trovato la sua strada.
“Non trovi, Hermione?”concluse Draco riprendendo a camminare verso lo studio di Harry.
 
  
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