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Autore: Dolceamara    10/09/2008    5 recensioni
- Signori e signore, maghi e streghe, questa è l'era del possibile che incontra l'impossibile. -
Con un boato che supera quello dei tuoni e fulmini sopra di loro, la folla esplode in un urlo di giubilo.
Genere: Generale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A.s.: piccolo warning per un leggero abuso di "makeup". Una cosa insignificantissima. Il termine "crossdressing" è la mamma di Hagrid a confronto.

Dolce.

 

 

 

Il cielo è scuro e minaccioso sopra Londra. Le nuvole, dense come miele e nere come pece, si aggrumano l'una contro l'altra in un maestoso gregge indistinto, sussurrandosi lampi e fulmini nelle orecchie. 
Il Big Bang si erge verso l'altro come un pastore di pietra.

- Signori, signore, maghi e streghe -

Harry tiene lo sguardo volto verso l'alto dalla posizione privilegiata che gli è stata riservata mentre il Primo Ministro babbano parla. Quando lo abbassa per un attimo, poco lontano, un punto voluminoso in mezzo alla folla, vede Dudley.

Grosso quanto lo era l'ultima volta che l'ha visto, ha il faccione sudato e arrossato, forse per colpa della cravatta che sua madre gli ha stretto al collo come un cappio, o per il colletto di quella camicia oscena a quadretti che gli preme così tanto sulla gola che il suo pomo d'adamo ne risulta in rilievo come sporto da un davanzale.

Harry torna a seguire le nuvole con gli occhi, apparentemente con fare contemplativo.

- ... ci apprestiamo a fronteggiare l'inizio di una nuova era, costruita su una guerra di dimensioni catastrofiche, tanto da mandare in collisione due mondi. Ci apprestiamo, popolo d'Inghilterra, a vivere in un nuovo mondo privo discriminazione, dove è l'uguaglianza l'unica vera sovrana. E impareremo a scoprirci gli uni gli altri. -

Gli è stata riservata una poltrona degna della regina stessa, rimasta nel suo lustro palazzo perché indisposta. Harry osserva il Primo Ministro inglese mentre il petto gli si gonfia nella pronuncia della parola "uguaglianza", e si chiede chi diavolo abbia cucito per lui un completo così orrendo. Dei colori della bandiera britannica, ne riprende addirittura il disegno con il taschino della giacca attraversato in diagonale dalle fasce bianche su uno sfondo rosso e blu. 
Il fondo dei pantaloni è cucito male. Il cosiddetto colpo di stile, senza dubbio.

- Preparatevi, cittadini, perché l'epoca che ci attende sarà ricca di scoperte frutto di una collaborazione che ha dello straordinario. Questa è l'era della tecnologia che incontra la magia, del computer che incontra... scope volanti, o giù di lì. -

Un sorriso nervoso attraversa il volto del Primo Ministro, come avesse appena detto in pubblico che porta boxer a fiori. In mezzo alla folla qualcuno alza al cielo una scopa da corsa, ed Harry si guarda intorno come per vedere qualche babbano alzare per aria un monitor, o una tastiera. I babbani però rimangono al loro posto, rumorosi ma indistinti.
Mentre in un angolo della piazza svettano alcune bandiere inglesi, un qualche centinaio di persone più a destra, sventola uno stendardo dei Cannoni di Chudely. Harry si chiede cosa pensino i babbani alla vista delle due palle di cannone su sfondo arancione, e capisce come mai sul volto del Primo Ministro ci sia quello strano sorriso.

- Signori e signore, maghi e streghe, questa è l'era del possibile che incontra l'impossibile. -

Con un boato che supera quello dei tuoni e dei fulmini sopra di loro, la folla esplode in un urlo di giubilo.

 

*

 

Ogni volta che arriva a casa, Harry si aspetta di sentire un odore. Non un odore particolare, né sempre lo stesso. 
A volte è di caffè, a volte di brioches, a volte di bagnoschiuma (e allora c'è da preoccuparsi, perché il bagno è dalla parte opposta rispetto all'ingresso). Può anche essere odore di scolapasta liquefatto, ma un odore c'è.

A parte quel giorno. 
Harry attraversa stanza dopo stanza, ma non c'è nulla a catturare la sua attenzione. Casa sua è vuota, spenta, una vecchia pellicola in bianco nero senza audio.

Fino a che non lo vede.

Draco è appoggiato al davanzale della finestra, le tende sbattute dal vento che formano un alone grigiastro attorno al suo corpo. Osserva il mondo al di là di quel rettangolo come stesse guardando un film. Harry si avvicina con cautela, appoggiando mollemente la giacca sul divano.

- Hey. -

Draco non si gira. - Sei tornato presto. Laggiù fanno ancora i fuochi d'artificio. -

Attraverso la sua sagoma Harry intravede scintille colorate scoppiettare ovunque.

- Sì, beh, non mi andava di restare. - 
Ancora nessun odore.

- Ti ho visto. - dice ancora Draco. - Alla tivù. - 
- Oh. -

- Quel babbano aveva un completo orrendo. -

- Già. -

- Hai fatto un bel discorso. -

In realtà Harry non ha fatto altro che ripetere le parole del Primo Ministro, raccontare che ha vissuto la sua infanzia in mezzo ai babbani (tralasciando sfruttamento minorile e vattelappesca) e concludere con "Ora come ora ho solo voglia di smaterializzarmi a casa a guardare un po' di tivù."
Uno sciabordare di applausi ha fatto il resto.

- Non lo pensi davvero. -

Draco finalmente si volta verso di lui e sogghigna. - No, infatti. Hai detto un mucchio di cazzate. Ma i babbani apprezzano questo genere di cose. -

Il suo sorriso è divertito nonostante abbia le labbra quasi viola per il freddo. Chissà quanto diavolo è rimasto con le finestre aperte.

Harry gli si avvicina, gli cinge la vita, lo stringe a sé. E Draco fa le fusa nell'incavo del suo collo.

- Così... inizia una nuova era. - sussurra.

- Sì. -

- Maghi insieme a babbani. Nessuna distinzione. -

- Sì. -

- Sarà il caos. -

- Lo so. -

- E' una cazzata. -

- Lo so. -

- Allora perché hai fatto quel cazzo di discorso? -

Harry gli afferra il mento tra le dita, si impossessa delle sue labbra. Gli sfiora i denti con la lingua, lo attrae verso di sé con l'altra mano. Draco geme un suono piccolissimo dentro la sua bocca.

Harry gli alza la maglietta, accarezza la sua pancia gelida. Lo stringe di nuovo a sé mentre una zaffata di vento li fa rabbrividire entrambi.

Draco gli preme la fronte sulla spalla, chiude gli occhi e sospira. - In camera, mh? -

Harry annuisce.

 

*

 

Due ore dopo in camera da letto c'è un odore. E ad Harry il suo appartamento sembra tutto meno che in bianco e nero.

Se ne sta mollemente appoggiato con la testa sulle ginocchia di Draco, il sudore che ancora lo sfiora nei suoi angoli più nascosti. Sono nudi entrambi, e il volto soddisfatto di Draco dal basso è una cazzo di visione.

E' per questo che Harry ha bisogno di sentire un odore quando entra in casa. Per sapere che non è diventato pazzo del tutto. Perché, che diavolo, le allucinazioni visive sono un conto, ma quelle olfattive sono indice di una follia troppo folle perfino per Harry Potter.

Draco c'è, finchè c'è un odore.

Harry si gode le sue dita tra i capelli e sa perché ha fatto quel cazzo di discorso. Non gliene frega una mazza di quello che i babbani possono pensare dei maghi e quello che i maghi possono pensare dei babbani. E' tutto un enorme malinteso di gente che crede che altra gente possa fare ciò che tutti hanno sempre sognato.

Harry sa di per certo che il primo ministro in completo britannico la notte sogna di sposare una strega che possa mettere sotto imperius i suoi figli e li costringa a smettere di fumare erba, e, cazzo, sa perfettamente che l'aspirazione più grande di Arthur Weasley è sapere come funziona un mouse, mentre quella dei suoi figli è vedere un sito porno.

Nessuno dà niente per niente, e presto dei miscugli di maghi e babbani si aggireranno per Londra senza avere la benché minima idea di come diavolo sia fatto il mondo, cosa è reale e cosa non lo è.

Scrimgeour nasconderà la testa sotto il cuscino del suo bel lettone al sicuro e allora tutti capiranno di aver fatto la scelta sbagliata. E qualche milione di babbani avrà un buco nero in testa della durata di qualche mese circa.

Harry ha fatto quel discorso perché non gliene frega un cazzo se sarà così o meno. Lui ha già sconfitto chi doveva sconfiggere: ora sta ai maledetti pregiudizi di qualche centinaio d'anni di storia sconfiggersi da soli.

Draco gli accarezza con due dita le labbra ed Harry le apre.

Dopo che la guerra contro Voldemort ha coinvolto entrambe le fazioni a tutti è sembrata una buona idea la filastrocca del "giro giro tondo" tenendosi per mano... a quella manifestazione, sotto le nuvole minacciose di Londra, Harry ha ascoltato solo la prima parte del "tutti giù per terra". Ma Hermione è felice come una pasqua sotto i fuochi d'artificio, e qualche babbano è tremendamente affascinato dalle bestioline verdi con gli occhi a palla che vanno in giro a chiamare la gente "padrone".

Per ora tutto va come dovrebbe andare. E lui ha appena scopato con Draco, con il suo odore sulla pelle. 
E cazzo, come se lui e Malfoy si amassero!

Ma c'è quell'odore. Quell'odore di casa e di sicurezza che li lega l'uno all'altro e impedisce loro di fuggire gambe in spalla urlando di terrore.

Così ora Harry se ne sta pacioso con la testa sulle ginocchia di Draco, che tiene un rossetto in mano. Lo appoggia sulle labbra di Harry, traccia un lungo arco rosso, poi Harry si mette a ridere.

-Diavolo Draco, di nuovo? -

Lui sogghigna. - Ti sta bene. -

- Pfui. -

Harry può sentire il suo respiro sul suo viso mentre Draco gli dipinge le labbra con l'attenzione di un disegnatore, corrugando la fronte.

L'aria si impregna di tensione statica.

- Socchiudile un po' -

Harry lo fa.

- Ti piaccio così? - chiede poi.

- Sì. Tanto. -

- Posso baciarti? -

Draco annuisce lentamente e si abbassa tanto quanto basta per permettere ad Harry di raggiungere il suo viso. Il rossetto cola, sbava, macchia confusamente entrambi i volti.

L'appartamento di Harry non è in bianco e nero.

Fuori, nell'aria gelida, la luna è in eclissi.


Ma nessuno la vede al di là delle nuvole dense come miele e nere come pece, del Big Bang e dei fuochi d'artificio, oltre i festeggiamenti dell'inizio dell'era del possibile che incontra l'impossibile.

 

 

 

Finis.

 

 

 

 

 

 


Questa fanfiction è postata anche sul mio livejournal: Les pieds dans les glaieuls, il dort.

  
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