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Autore: LuxPKK    05/08/2014    1 recensioni
La piccola città di Erenst ha un grandissimo controllo sulle risorse del terreno. Il Terullium, un misterioso materiale, è la principale fonte di energia del mondo. Il suo pseudo monopolio su questo materiale gli è costata le ire degli stati confinanti, in crisi economica e di risorse. Per questo nacque la Coalizione di Apollo, un'alleanza di cinque paesi il cui obiettivo è quello di distruggere Erenst.
Essa resiste sotto la guida del Re Aner, un sovrano giusto, onorevole, amante dei suoi sudditi e con un forte senso di giustizia.
Come se le minacce non fossero sufficienti, insieme alla Coalizione vagano i Demoni, creature oscure che sembrano attaccare quasi esclusivamente la piccola città, alleate però di nessuno.
Segui le avventure di alcuni personaggi tra guerre, oscure verità, passati dimenticabili e misteriosi individui; tutto ciò capace di guidare il piccolo regno verso l'alto, fino all'abilità di poter cambiare il mondo.
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11: Back

Laboratorio Andvari, 12.30 pm, Andvari.
Misos e Ashera aprirono il cancello della struttura ormai in rovina. Superato un breve sentiero di vegetazione morta e non curata, entrarono veramente dentro ciò che Apollo definiva la loro casa.
Subito, il duo fu posto davanti a un ascensore. All'improvviso, si udì un suono proveniente dall'altoparlante sul muro.
"Immagino mi sentiate. Sono Apollo, e vi parlo direttamente dal'Ala Sud del terzo piano. 
La chiave per sbloccare quest'ultimo, però, è al secondo. Lo stesso piano in cui venivano contenute le cavie. Procedete". E così fecero.

Laboratorio Andvari, secondo piano, Andvari.
La zona si presentava come un lungo corridoio, i cui muri erano i resti delle celle, delle zone di contenimento per le già citate cavie.
Misos iniziò a fare qualche passo avanti, e lo stesso fece Ashera. Subito, Apollo intervenne con le parole.
"Cominciamo dalle basi. Anni fa, Europa e Andvari iniziarono un progetto per lo sviluppo umano. Appurato che alla base dell'essere vi sono le Emozioni, decisero di lavorare su quelle. E allora, da entrambi i paesi vennero spedite persone da cui estrarre le Emozioni.
Da un solo uomo ne possono nascere dieci, era lo slogan del progetto.
Le cavie venivano sottoposte a esperimenti dolorosi e traumatici, per studiare al meglio le reazioni emotive..." cominciò a spiegare
mentre i due, camminando, si guardavano intorno.
I loro sguardi lasciavano trasparire del dolore, ma non ne fecero parola.
"Vi erano due rami del già menzionato progetto. Il ramo di Andvari voleva creare umani basilari, creature da usare in guerra. Il ramo Europeo voleva creare esseri superiori, che potessero regnare sugli altri. Vi erano poi persone particolari, assegnati per essere utilizzati per entrambi gli scopi. Persone con Emozioni fortissime. Alla vostra destra..."
I loro occhi caddero su una camera di forma circolare, dotata di vetri rotti e muri in ferro. Una targa sulla porta. "Misos".
In quel momento, il Re fu colto da un violento mal di testa, segno che i ricordi sepolti o tentati di seppellire decisero di tornare.
"In quella stanza circolare veniva tenuto Misos Agapnes, l'ultimo rimasto dell'illustre famiglia Agapnes, che viveva ad Europa.
Il giovane aveva otto anni e una particolarità; possedeva un grandissimo odio per l'umanità. 
La stessa che, durante la guerra contro Eurasia, distrusse il maniero nel quale vivevano i nobili. La sua famiglia, i suoi servitori, le sue badanti, gli amici di famiglia... tutti uccisi di fronte agli occhi innocenti del bambino, che venne prelevato e successivamente, notata la quantità inimmaginabile di Emozioni Oscure, prelevato e portato al Laboratorio Andvari."
Il nobile cadde a terra, e Ashera si avvicinò per aiutarlo.
"Odio... odio... morte a tutti..." sussurrava il dolorante. "Lo stesso odio che... ero convinto di aver soppresso..." 
Apollo si schiarì la voce, poi riprese a parlare.
"Sarai stato anche un pazzo che odiava l'umanità, ma eri un tipo simpatico. Ti ricordi, come ci incontrammo?" chiese provocatorio il governatore. "Io come figlio del governatore, Apollo secondo, potevo visitare il laboratorio ogni tanto. Rimasi colpito da te, e, un momento in cui ti permisero di prendere aria e uscire, ci parlammo. Trascurasti quei cattivi sentimenti e... diventammo amici. 
Ero l'unico bambino a non aver paura di te..." 
Misos si appoggiò alle pareti della camera, e notò alla sua sinistra una finestra rotta.
"Apollo... quella finestra... quella che usavamo per uscire, vero? Giocavamo fuori tra le piante... alle volte assistevamo pure agli esperimenti sugli altri soggetti... altre volte noi..." iniziò a parlare il sovrano.
"Prendete la strada a sinistra e spostate ciò che rimane della porta" ordinò l'uomo che parlava dall'altoparlante.
Fecero ciò e trovarono una seconda camera circolare, più simile però a una piccola capsula. La targa riportava "Ashera".
Entrambi i presenti furono colpiti dalla solita emicrania. 
"Ogni tanto, Misos, perdevamo il nostro tempo a fissare la capsula di quella ragazzina. La stessa ragazzina che ora è lì con te. Lei era una bambina prodigio, piena di Emozioni Radianti che però non mostrava mai. 
Difficile farlo, strappata dalla sua famiglia di Andvari e rinchiusa lì. Te lo ricordi, Ashera?"
La ragazza gridò di dolore e andò a schiantarsi contro il vetro, infrangendolo. 
Lì, in preda al panico, continuò con le sue grida e suoi lamenti. 
"Ashera!" esclamò il Re.
"Quella ragazza aveva completamente perso i ricordi di qui. Le stanno tornando tutti in una volta..." parlò Apollo. 
"Stavamo lì anche ore a fissarla, a farci domande... volevamo addirittura sposarla!" finì ridendo.
"Vinsi io la gara per sposare Ashera..." commentò Misos, aiutando anche la suddetta ad alzasi.
"Come no, lumaca, ti ho superato alla fine del percorso!" pretese.
"Ma smettila, ero più veloce di te!" replicò il sovrano.
La conversazione fu interrotta dall'apertura improvvisa di una porta, la cui targa recitava "Ala di Estrazione".
Entrarono, e si trovarono davanti inquietanti macchinari, sufficienti a far riaffiorare ulteriori ricordi. 
"Qui è dove estraevano le emozioni" iniziò Apollo. "Guarda quante macchine per farlo. Ora non conosco bene la procedura, ma so che i risultati sembravano buoni, anche se non funzionarono mai in modo giusto..."
"Che intendi dire? Quando finirono le ricerche?" domandò agitato Misos.
Il vecchio amico sospirò, e iniziò a spiegare.
"Un giorno, durante un'estrazione, i macchinari entrarono in sovraccarico e vennero gravemente danneggiati nel processo. 
In quello stesso momento... nacquero i Demoni!" 
Misos e Ashera si stupirono, e il primo abbassò lo sguardo con rabbia e tristezza.
"Etichettarono l'umano responsabile come 'Il Maledetto', e da quel momento in poi tutte le cavie divennero pericolose. Potevano evocare Demoni, ma essi seguivano solo quel ragazzo..." continuò.
"Apollo... i Demoni obbediscono a me! Vuoi dire che io stesso sono il Maledetto? Che è stata colpa mia...? Che è stata colpa di Andvari se ora posseggo questo potere?" esclamò furioso il nobile.
Apollo assunse un tono più triste e preoccupato.
"Io... non lo sapevo... scusa Misos... non volevo... non..." balbettava. 
"Cos'altro sai, Apollo?" gridò.
"Poco altro, i dati integrali li ha Richard, a Europa. Però posso dirti quel poco che so e darti... delle motivazioni" propose.
Misos accettò. Nei suoi occhi si avvertiva sempre più ira.
"Le cavie ritenute pericolose vennero isolate in un campo... Erenst. Quella città è nata come un campo di ricerca per isolare e osservare i soggetti capaci di evocare Demoni..." cominciò a spiegare.
Misos colpì un tavolo con un pugno, preso dalla collera.
"Se ti stai chiedendo perché vogliamo distruggerla... Richard ha ideali diversi dal precedente Presidente di Europa. Teme gli oltreuomini, gli esseri superiori. Vuole distruggere Erenst prima che l'Essere Perfetto insorga..."
"L'Essere Perfetto?" chiese Ashera.
"Uno dei pochi risultati del ramo Europeo... tutto quello che so è che il Perfetto è stato lasciato a Erenst qualche anno fa. Visto che può crescere e invecchiare, e non so con che età sia iniziato il suo ciclo vitale... potrebbe essere chiunque di voi. Quello che io e Richard sappiamo è che è tra le vostre fila!" rispose.
"Tu invece, perché vuoi distruggerci?" ritornò Misos in argomento.
"Beh... a me non importa di nulla. Io voglio solo liberarmi del senso di colpa che mi affligge, dell'essere il figlio di colui che, con lo stesso nome, mandò avanti questo orrore. Erenst è ciò che mi porta alla mente questo... e te, Misos. Ti hanno usato, fatto soffire, reso maledetto. È per vendicarti che volevo distruggere la città. Abbiamo passato troppi momenti piacevoli insieme... eri il mio unico amico. E loro ti hanno portato via! E la colpa è tutta di Erenst, perché è alla creazione di quella che volevano arrivare" 
Apollo alzò il tono di voce. 
"Per creare quella disgustosa città ti hanno fatto soffire, Misos. Non posso dimenticarlo!"
"Pensavi che portandomi qui..." disse Misos. "mi avresti convinto a volere vendetta su Erenst, proprio come te? Bel piano, ma c'è un piccolo problema; io sono uno di loro. Se loro sono mostri, stai sicuro che lo sono anche io. Io SONO Erenst! 
Portandomi qui mi hai ricordato solo una cosa, amico... l'umanità fa schifo.
L'unico modo per risolvere tutto questo è realizzare ciò che ad Europa temono. 
È tempo per noi umani superiori, noi umani demoniaci, di insorgere!"
Il suo tono di voce si faceva sempre più cattivo e folle, a causa del ritorno improvviso di quei sentimenti dimenticati.
"Misos io... aspetta..." implorò Apollo.
"Taci! Ti credevo un mio amico, invece non hai esitato a provare a pugnalarmi lo stomaco per redimerti. Non ti importa niente di me! Vuoi soltanto espiare i peccati del tuo nome! Liberarti di quegli spettri!" lo accusò il Re.
"Ashera, lo vedi?" spiegò Misos. "Lo vedi tutto questo? Per colpa di tutto questo tu hai perso tutto del tuo passato.
L'umanità è orribile, vero?" La ragazza esitò a rispondere, per poi cadere in lacrime.
"Io... amavo questa umanità. La gente mi voleva bene, mi faceva sorridere... cosa ne è rimasto?" si domandava sconsolata.
"Solo guerra, morte, distruzione. Questo è rimasto nello spirito corrotto dell'uomo. Noi due, Ashera, siamo i mostri da cui tutto è cominciato. Andiamo, e distruggiamo... Europa!" le gridò.
Lei annuì spaventata.
"Apollo! Sblocca subito il terzo piano!" ordinò Misos. All'inizio riluttante, decise poi di fare come gli venne detto.

Laboratorio Andvari, terzo piano, Andvari.
All'interno della stanza vi era Apollo, seduto ai comandi di un obsoleto terminare. Misos non esitò: entrò e, non appena il governatore di Andvari si alzò dalla sedia, sparò ripetutamente alle sue gambe, ricaricando l'arma mentre si avvicinava.
"Vedi questo stocco...?" chiese il Re.
"Oh, mi ricordo. Hai fatto potenziare quell'arma che ti portai da bambino... quella che rubai dall'armeria di mio padre..." rimembrò il ferito. "Avevi talento con la spada, Misos. Mi ricordo quando uscivamo e colpivamo gli alberi... alle volte anche i lupi. Eri un portento..."
"Già, Apollo. E sono migliorato!" esclamò trafiggendogli un braccio con l'arma.
"Non garantisco che... poco fa al duello... non ti avrei ucciso. 
Forse hai ragione, mi importa più di me stesso e della mia stabilità emotiva..." 
sussurrò, per poi gridare di dolore dopo aver ricevuto un secondo colpo.
"Grazie, Apollo. Anche se ti sei evoluto in peggio, mi hai dato un grande amico, vent'anni fa" disse il nobile.
"Eheheh... lo stesso posso dire di te..." rispose il governatore. "E scusa... se mi sono preoccupato così tanto per te... volendoti vendicare. Sempre se ti fidi dei miei sentimenti... o li reputi solo una scusa per ottenere compassione prima del colpo di grazia. 
Misos, la vendetta porta altra vendetta, adesso me ne sono reso conto. 
Puoi spezzare questo cerchio di morte... o puoi alimentarlo un altro po'..."
Detto ciò, Misos si chinò verso di lui. Appoggiò la sua pistola sulla sua fronte e sparò, chiudendo gli occhi.
"Per te sono andato oltre il mio odio una volta... a quanto pare l'ho fatto di nuovo. Non sono felice di questa scelta che ho appena fatto... ma era necessaria. Eri un ostacolo al mio obiettivo. Io distruggerò Europa, e chiunque tenterà di ostacolarmi!".
   
 
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