06/08/2014
7 recensioni“Ho sceso, dandoti il braccio,
almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto
almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto
ad ogni gradino"
Era una fresca serata di metà settembre.
Il vento soffiava fra le fragili foglie morte e giallognole degli alberi lì intorno.
Un ragazzo camminava sul terreno umido e ricoperto di fiori calpestati ed erbacce.
Con le mani in tasca e gli occhi velati di lacrime, le uniche che avessero mai solcato quelle guance, si fermò di fronte ad una lapide di marmo ben tenuta e circondata da garofani bianchi.
Rilesse per la milionesima volta le parole incise sulla pietra fredda.
COURTNEY BARLOW
1998-2014
Capo animatrice
Presidente del consiglio degli studenti
Studentessa modello
Miglior futuro avvocato di Toronto
Duncan sorrise amaramente alla vista di quegli appellativi che la descrivevano così bene o che almeno descrivevano quella parte di lei che veniva mostrata al mondo.
Non aveva mai riconquistato la sua Courtney, convinto che avrebbe avuto tempo per farlo.
Ma poi il tempo era finito, era finito nel momento in cui quella macchina l’aveva investita uccidendola sul colpo.
Un’anima graffiata, intrappolata in quell’apparenza di perfezione, che era stata sottratta alla vita.
Un nulla per l’umanità, un tutto per lui.
Ora che lei non c’era, la solitudine si era impossessata di lui.
Ora mancava qualcosa e quel qualcosa faceva male.
E Duncan si chiedeva come potesse far male qualcosa che non c’era.
Ovviamente lui non mostrava agli altri queste debolezze.
Rimaneva il solito duro punk a cui importava solo di se stesso.
Ma quando tornava a casa dopo una serata con gli amici, nel riflesso dello specchio, non riusciva più a fingere.
Non di fronte alla tetre freddezza dei propri occhi azzurri.
Il ragazzo tirò fuori un pennarello indelebile, si chinò sulla lapide e scrisse una frase accanto alla foto di Courtney, una frase banale che si potrebbe trovare sulle mura ammuffite di una scuola.
Ti amo Principessa, mi manchi.
Poi si alzò, si girò e se ne andò dritto verso quell’abisso che lo consumava pian piano distruggendolo.
Intanto, inconsciamente, ripensava a tutti i momenti vissuti con la sua Principessa, quella testarda, orgogliosa e bisbetica ragazza che gli aveva fatto perdere la testa.
Ripensava a tutti i litigi, a tutte le risate, ai battibecchi, ai baci, alle rotture e alle riconciliazioni e a come si completassero l’un altro.
Loro due, così maledettamente diversi, uniti dal un legame invisibile ma fortissimo.
“Gli opposti si attraggono” .
Questa era l’unica legge scientifica che Duncan avesse mai capito, semplicemente perché la poteva provare nella vita reale, giorno dopo giorno, abbraccio dopo abbraccio, sorriso dopo sorriso.
Ricordava ogni giorno del reality passato accanto a lei e poi, dopo, tutti i pomeriggi assurdi, le regole infrante, i progetti e i sogni.
E così, mentre vagava senza meta, Duncan riusciva a sentirsi felice.
Angolo Angy
Per prima cosa, perdonatemi per aver fatto morire Courtney
*le lanciano la frutta marcia*
Okay, ci rinuncio..
Questa è un’altra delle fic che era venuta fuori dalla mia testolina mentre ero in vacanza e forse è così deprimente perché quel giorno pioveva ed era una noia mortale…
Va beh, comunque spero vi sia piaciuta almeno un po’ ^^
Se ci sono errori di qualsiasi tipo, non esitate a farmeli notare c:
Ero indecisa se inserire o no l’avvertimento OOC, voi che ne dite?
Ora vado
Ciao a tutti ^^
Angy