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Autore: WillowG    11/09/2008    1 recensioni
Non so se il genere è quello giusto...si tratta di un sogno.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chi sei Nata principalmente da un sogno molto agitato. Non so bene come mi sia nata fuori, forse avrei potuto usarla per qualche fanfic, ma non mi è venuto in mente alcun personaggio a cui adattarla. Così, ve la mando così, da sola.

-Chi sei?-

Dimmi, chi sei?
Chi sei tu che ogni notte mi vieni a turbare, ti infiltri nei miei sogni, nei miei incubi, con la stessa silenziosità della luna nel cielo stellato?
Chi sei, ingombrante, luminosa, inspiegabile presenza?
Che vuoi da me?
Forse nulla, forse tutto …
Forse ti va solo di vedermi soffrire, arrancare, gridare, senza mai essere udita, mentre tu ti avvicini a me?
Forse è questo che vuoi.
Forse vuoi raggiungermi, toccarmi, sentirmi reale?
Forse tu, evanescente figura, forse tu vuoi solamente vedermi più da vicino.
Chissà se anche io per te, sono come quella figura che mi compare davanti, ogni sera, in ogni sogno, in ogni incubo, in ogni immagine partorita dalla mia mente.
Tu sei ovunque, eppure in nessun posto.
Tu sei qui, eppure non ci sei. Forse neppure esisti … Forse sei solo un tarlo nella mia mente, che solo quando serro le palpebre può prendere corpo.
O forse no.
Forse tu esisti. Ma sei distante. Così distante che non sai come avvicinarti.
O forse lo sai. Ma non vuoi. Non vuoi che io mi avvicini a te più di quanto io non voglia che tu ti avvicini a me.
Eppure sei sempre lì, pronto ad aspettarmi.
So già che ti troverò, non appena chiuderò gli occhi.
Non appena il sonno mi verrà a fare visita. Sarai lì, immobile, come ad aspettarmi. Guardandomi con i tuoi occhi senza emozioni, freddi.
Mi fisserai, finché il mio cuore comincerà a battere più forte, sempre più forte, finché non vorrò altro che scappare da te. Da te, dai tuoi occhi freddi, che mi assillano, insensibili e spietati.
Chissà se, in realtà, provi quello che provo io?
Forse sei solo incuriosito. Per questo vieni a farmi visita.
Forse ti incuriosisce come il tuo volto, il tuo sguardo, riesca a farmi urlare, a desiderare di fuggire da te.
Dal tuo sguardo, dai tuoi occhi, dalla tua freddezza, dalla tua ossessiva presenza nella mia testa.
A volte vorrei non fuggire.
Vorrei fermarmi, vincere la mia paura e avvicinarmi.
Forse non aspetti altro. Forse è questo che cerchi di farmi capire. Vuoi che io mi avvicini a te.
Forse perché tu, da solo, non puoi. O non vuoi.
Forse vuoi che io mi decida. Che lasci alla curiosità il compito di spezzare le catene che mi impediscono di scoprirti, di raggiungerti in quell’alone di mistero, avvolto nella nebbia rubata al mattino, fredda e bianca, schiva come lo sei te.
Mi appari sempre uguale, sempre freddo e inattaccabile.
Eppure vulnerabile ed evanescente.
Mi basta aprire gli occhi per farti sparire.
E mi basta chiuderli per ritrovarti.
Perché tu sei qui.
Eppure non ci sei.
Sei reale, eppure non esisti.
E io continuo a cercati, e quando ti trovo, fuggo, spaventata.
Eppure so, che quando, un giorno, chiudendo le palpebre, non ti troverò, allora la mia ricerca diventerà ossessiva.
Non aprirò più gli occhi, nel tentativo di trovarti.
Non scapperò più da te.
Ma forse allora farò di nuovo uno sbaglio.
Ti cercherò nella mia mente, dove ti trovavi, distante e inaccessibile, ma tu non sarai più lì.
Sarai lì vicino, accanto a me, ma sarò troppo impegnata a cercare il tuo spettro per accorgermene.
Ma forse, stavolta tu reagirai.
Non starai solo lì, immobile, ad attendermi.
Mi verrai incontro, mi prenderai per mano, e mi farai riaprire gli occhi.
E allora finalmente riuscirò a vederti davvero.
Lontano dalla nebbia, circondato dalla luce reale.
I tuoi occhi non mi parranno più freddi e vuoti.
Forse mi parlerai anche. O forse no.
Mi sorriderai.
Solo questo.
Perché finalmente avrai fatto ciò che desideravi.
Mi avrai sentita reale.
Come io desideravo sentire te.
E forse nessuno dei due proverà più paura, non ci saranno fughe precipitose o grida di spavento.
Non sarai più evanescente e irreale, bensì solido e raggiungibile.
Forse farò addirittura ciò che, a volte, nascosta nel mio letto, vorrei tanto fare quando ti trovo nei miei sogni, se la paura non mi bloccasse.
Vorrei abbracciarti.
Solo per poter sentire che sei vero, che sei tu, che non sei solo un frutto della mia mente, martoriata dalle tue visite.
Piangerò, perché anche se non sono una facile alle lacrime, non avrò altro modo per sfogare la mia gioia, il mio sollievo, la mia paura per averti trovato. Mi offrirai un fazzoletto asciutto, e allora mi dirai che non c’è motivo di piangere.
Perchè siamo qui. E allora non avrò più dubbi sul fatto che sei tu.
Tu, che contro ogni regola della logica e del possibile, mi hai fatto disperare, spaventare, arrabbiare, fino a portandomi sull’orlo della pazzia.
Un’ unica cosa vorrei poterti chiedere.
-Chi sei?-

-Fine-

I commenti sono sempre ben accetti ... ^^
  
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