Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Ricorda la storia  |      
Autore: lunadelpassato    08/08/2014    3 recensioni
Seguito di Scala reale. (leggibile anche senza aver letto la storia precedente)
Per il prequel:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2745831&i=1
=
Arendelle in inverno. Due fazioni in lotta tra loro.
Una guidata dalla regina, l’altra dall’uomo che ha sposato per affari.
[ElsaXUberto] (Uberto è un personaggio inventato)
Genere: Angst, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Le due facce della realtà'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guerra.



Uberto strofina un fazzoletto candido sulle labbra secche. Può sentirle sanguinare sotto le dita indurite, ma quasi non ci fa caso. Riesce a sentire solo freddo e l’enorme strato d’ira che lo invade in ogni sua cellula.
Il suo sguardo duro passa attraverso le tende che si susseguono davanti a lui; uomini con indosso la sua stessa armatura gelata si trascinano per l’accampamento, mentre le donne ed i loro figli se ne stanno dentro le tende, sempre troppo sottili e fredde, ad aspettare la vittoria o la disfatta di quella guerra, all’apparenza inutile.
Rivolge un cenno veloce ad un uomo accanto a lui. Porta una piccola medaglia appuntata chissà come nell’armatura, reduce di una battaglia accaduta anni ed anni fa, e ricambia il gesto di Uberto con un cenno rigido militaresco.
I loro fiati sono nuvolette nell’aria gelida delle sette del mattino.
Le urla dei feriti e l’odore fetido che tutto intorno a lui emana sembrano incredibilmente accostati alla terra gelida e alle nuvole minacciose onnipresenti sopra di loro.
-Ci mandano notizie dal campo nemico. Abbiamo tagliato i viveri, come ci ha ordinato, ma loro riescono a farli giungere a destinazione lo stesso.
Un soldato semplice visibilmente trafelato appare davanti ai suoi occhi.
-Ovvio. Ricordati che abbiamo a che fare con una donna in grado di spremersi il ghiaccio dal corpo. Dobbiamo studiare un altro piano. –gli risponde a denti stretti, poi con le gambe rigide come il clima entra dentro la tenda dietro di sé. Seduti attorno ad un tavolo ricoperto da un’enorme cartina (Arendelle e confini era la dicitura in un angolo) c’erano i suoi alleati.
Alla sua vista si alzano in piedi.
-A che punto è l’operazione Salto? –chiede a denti stetti. Subito dopo passa il fazzoletto intriso di sangue ad asciugarne dell’altro. Non ha mai sopportato il freddo.
-I mostri di ghiaccio creati dalla nostra rivale sono più potenti del previsto,- spiega l’unico senza armatura –Non serve buttar sopra di loro acqua bollente per scioglierli.
Uberto impreca malamente.
-Almeno sappiamo che li mantiene in vita lei. –dice infine studiando la mappa davanti a lui visibilmente interessato. L’uomo di prima annuisce.
Il problema è che non posso farla fuori, pensa.
Un accenno di stempiatura gli si affaccia nella fronte, mentre il suo rinomato sguardo magnetico è solo un malinconico ricordo. La rivelazione che la moglie gli ha dato di conoscere quattro mesi fa l’ha profondamente cambiato.
-Preparate trincee lungo tutta la linea che separa la sua fazione dalla mia e mettete venti soldati a guardia di ognuna entro due giorni. Che nessuno entri o esca dalla città.
Prima che possano ribattere è gia uscito dalla tenda, diretto verso le case della città ormai vuote. Distano pochi minuti dall’accampamento maleodorante.
Sembra quasi che tutta la popolazione si sia vaporizzata all’istante. Per le strade ci sono ancora bancarelle, ormai saccheggiate e depredate dai soldati affamati; ma il suolo sembra più caldo, pensa Uberto, sotto la cotta di maglia che indossa.
Il motivo per cui si aggira tra quelle case tetre non ci è dato saperlo.
 
-Ti devo dire una cosa importante.
Le parole di Elsa erano state fredde come il suo carattere. Uberto, che l’aveva seguita fin quella stanza solo perché pensava che sua moglie avesse trovato un posto decente per “concepire un’erede” senza la sorella in mezzo alle scatole, era rimasto un po’ male a quella affermazione.
-Dimmi pure.
Erano sposati da ormai quattro mesi, e in quel tempo era riuscito a carpire più cose che poteva dal castello. Sapeva perfino di uno strano viaggio intrapreso da Anna per cercarla.
Elsa, dal canto suo, aveva emanato un bando valido per tutto il regno che vietava a chiunque di raccontare dei suoi poteri o di cose a loro collegate alla figura del Re Uberto I di Arendelle.
Questo perché sapeva di doverglielo dire lei. Aveva ripreso a mettere i guanti dopo soli due mesi.
-Ti lamenti spesso perché secondo te sono sempre fredda.
-Mi hai portato in questa stupida sala da ricevimento per dirmi che sei fredda? –ribatté ironico Uberto. La sua parte dolce se n’era andata definitivamente la prima notte di nozze, rivelando al mondo quella fredda e calcolatrice. Elsa aveva dubitato più volte che l’uomo non fosse che altro Hans travestito, accantonando l’idea solamente per i lineamenti decisamente diversi da quelli del principe maledetto.
-A questo punto io ti rivelo perché mi chiamo Uberto. Mio padre si è dimenticato nell’annunciare il mio nome la lettera “M” tra la U e la B, così… ok, adesso muoio dalla voglia di sapere come mai sei fredda.
Il tono volutamente velenoso non sfuggì all’orecchio della regina, che decise di ignorarlo. Sperava solo che, avendo un’intelligenza molto acuta, capisse i suoi poteri come aveva fatto ormai tutta la popolazione del suo Regno e quella dei regni vicini.
-Ti ho portato qui perché qui si scatenò il motivo che mi portò quasi ad abdicare in favore di mia sorella. Lo stesso motivo per cui sono così fredda.
-Sei morta? –disse Uberto nel tono opposto a quello ironico di prima. Nel suo regno i fantasmi sono considerati molto seriamente e malgrado la sua intelligenza “superiore” non ha potuto che crederci.
Elsa la prese come una battuta e subito uno sguardo di ghiaccio incontrò quello di Uberto.
-Ho un potere magico.
Il re trattenne il respiro. Da lui le persone che dichiaravano tali cose finivano al rogo prima di poter riprendere fiato.
-E in cosa consisterebbe?
La sua frase fu un fiato. Pensa alla sicurezza di Arendelle, pensò, e lentamente posò la mano sull’elsa della spada al suo fianco.
Elsa sfilò dalle mani i guanti glauchi, mostrando dita affusolate. Il pugno del re si strinse più forte sulla spada.
Dal palmo della regina piccoli fiocchi di neve emersero leggeri, mentre lei li accompagnava ruotando impercettibilmente la mano.
-Questo.
I fiocchi svanirono veloci com’erano apparsi, ma per il re non sparirono abbastanza velocemente. Agendo per la prima volta senza pensare, impugnò la spada lucente con entrambe le mani, per poi abbattere la lama affilata nel polso di Elsa.
Fu un lampo.
La mano descrisse un arco nell’aria in cui i primi nuclei di ghiaccio andavano formandosi, per poi cadere con un tonfo per terra. Elsa la fissò per un secondo, poi passò al moncherino del polso. Era stato talmente veloce che ancora non usciva sangue.
-cos… Che cos’hai fatto? – urlò stridula. I nuclei scoppiarono in grossi fiocchi di neve. Uberto era ancora ansante, la spada tesa davanti a lui, e la guardava.
-Il meglio per Arendelle. Ho tagliato la mano del diavolo!
Elsa sentì il dolore arrivarle al cervello. Per due secondi il respiro le si mozzò.
I fiocchi di neve avevano preso a girare intorno alla coppia reale.
-Idiota! Non è solo la mano che crea il ghiaccio,
fece una pausa a causa del dolore sempre più forte al braccio.
-Sono io il ghiaccio!
 
Qualcosa esplose dentro Uberto, che si precipitò verso la porta, che ad ogni suo passo sembrava sempre più lontana.
Ho sposato un mostro ho sposato un mostro ho
La sua rinomata intelligenza rifiutava di collaborare, legata ad un solo e terribile pensiero. Dietro di lui, Elsa urlò, per poi accasciarsi su sé stessa, svenuta in preda al dolore.
 
Non è solo nella città deserta. A pochi isolati più a nord, molto vicina all’altro accampamento, una donna è seduta sullo scalino di una casa. È intenta a rimirare il moncherino del suo polso destro accuratamente fasciato da sotto un pesante cappuccio grigio.
Non ha dimenticato.
Negli occhi gelidi si può scorgere solo un’emozione: vendetta. Da sei mesi è a capo di quella frazione di popolo che la voleva ancora al potere, stranamente più numerosa di quella di Uberto (ripete quel nome nella mente e contemporaneamente sputa catarro nella strada vuota), e grazie alle sue armate di “pupazzi di neve” sono in netto vantaggio.
Anna non le parla da tre mesi. Si limita a restare assieme alle altre donne, sotto una grande tenda grigia come le nuvole che la sovrastano. Elsa non può saperlo, ma la sorella medita di trasferirsi in un regno vicino.
Guarda la casa davanti a sé. È verde e mantiene lo stile inconfondibile delle abitazioni occupate da famiglie numerose, e questo le ricorda tanto Anna, nonostante i muri che ora si erano rinforzati tra loro e questa volta non a causa sua.
Il verde le ricorda anche Hans, e con lui Uberto.
L’uomo a cui ha donato a palmo pieno il suo regno e la vita di ogni persona che posa il piede nella sua terra, e che si è rivelato solo un calcolatore facilmente impressionabile capace di metterla al rogo. Con sua sorpresa si è unita a lui un terzo della popolazione complessiva di Arendelle.
Le persone che non erano riuscite ad accettarla.
Dulcis in fundo, gli alleati. Uberto ha scovato il duca di Wiselton (o Weselton?) e lo ha convinto grazie alla sua incredibile arte di persuasione ad allearsi contro di lei. Ovviamente, la risposta era stata affermativa, così come per altri due regni confinanti.
Con lei, oltre la buona parte della popolazione maschile di Arendelle, è presente la forza terra di tre regni vicini, con eserciti perlopiù formati da mercenari.
Per metterli dalla sua parte aveva usato metodi ben diversi da Uberto: uno si era unito spontaneamente, un altro aveva accettato solo dopo una massiccia dose di oro, mentre il terzo… aveva voluto ben altro pagamento. Elsa rabbrividisce al pensiero ancora fresco del re barbuto sopra di lei che viene grugnendo e poi la lascia sola nel letto per annunciare soddisfatto ai suoi uomini che avrebbero combattuto per Arendelle.
La neve era cominciata a cadere dopo: novembre si fa sentire in tutto il suo gelo.
-Tu!
La voce sorpresa di un uomo la fa immediatamente alzare e puntare la mano buona davanti a sé.
-Chi sei? –chiede con voce ferma. Non deve aspettare molto perché l’immagine del volto arrivi al cervello e gli chiarisca tutto.
-L’artefice della tua morte, strega. –risponde lui tagliente.
Elsa alza il mento e il cappuccio ormai inutile gli scivola nella schiena. Nota che non è armato, e questo la tranquillizza. Ma solo in parte.
-Non oseresti uccidere la donna che ti ha dato un regno in cui fare i tuoi bei conti.
-Ti correggo: non oserei mai uccidere la donna che per prima mi donò la sua verginità.
Elsa scopre i denti in un antico gesto di odio. Conscia di non poter usare la mano destra per la sua mancanza, nasconde il braccio dietro la schiena e si avvicina lentamente al muro della casa verde, ad est rispetto a lei.
-Comunque non vuoi uccidermi.
Uberto si lascia sfuggire un ghigno sinistro dalla bocca.
-Non era previsto che ci incontrassimo qui. Sai, non mi piace uccidere a mani nude.
La regina si scosta leggermente dal muro senza distogliere lo sguardo da quello del re. Non portano corone, ma Uberto cammina dentro ad un’armatura a prova di freccia ed Elsa è provvista di un micidiale potere congelante.
-E poi non ucciderei mai la madre del mio prossimo erede.
Le pupille di Elsa si ingigantiscono dalla sorpresa. Doveva restare una cosa segreta tra poche persone fidate e il bambino successivamente essere abbandonato a qualche regno vicino.
-Chi lo dice che sono incinta?- esclama Elsa fingendo sicurezza che non prova. A tradirla, piccole stalattiti appaiono lungo la tettoia della casa verde.
-Tutti lo sanno. Peccato che io non voglia un figlio partorito dalle viscere di una strega.
Una sensazione che pensa di aver represso bene incomincia a ribollirle al centro del petto.
-Io non sono una strega. –sibila rabbiosa. Questa volta non ci sarà nessuna Anna a salvarmi, pensa di sfuggita, dovrò farlo da sola.
-Chissà perché da dove vengo io le streghe non ci sono.
-Forse perché si vergognano di un popolo che uccide i propri abitanti e vanno a vivere altrove. –ribatte Elsa acida.
Uberto accenna un passo rabbioso verso di lei, che però ritira subito quando ricorda di non avere armi con sé e di essere di fronte ad una persona che potrebbe ucciderlo all’istante.
-Ci vediamo in battaglia. –sputa nella sua direzione, poi gira i tacchi e torna a grandi passi rabbiosi nel suo campo.
Elsa lo imita prendendo la direzione opposta e ghiacciando con gesti rabbiosi il terreno in cui passa.
 
Arrivato al campo, trova l’inferno. Lo chiamano urgentemente dentro la tenda contenente gli alleati, dove subito lo portano davanti ad una lettera già visibilmente aperta. Reca il sigillo del regno di suo fratello.
 
Caro Uberto, fratello mio,
che diavolo sta succedendo lassù?
Ho saputo del potere di tua moglie; inutile dire che la notizia mi ha fatto rimanere… congelato. Ha ha!
Comunque qui non c’è niente da ridere. Il popolo ha dichiarato unanime che le streghe non possono che fare cose davvero importanti per la comunità. Quindi si, fratellino: le storie che sentivi tanto raccontare da piccino erano menzogne. Le streghe sono buone!
Che questo ti faccia capire tante cose sulla regina Elsa.
Spero che ti racconti la sua storia: non sai cosa ha vissuto quella donna.
Con allarmato affetto,
Tuo fratello.













Angolo autrice:

Grazie a tutti quelli che hanno letto questa piccola storia.
Per chi non ha letto Scala Reale: Uberto è il marito di Elsa a causa di un matrimonio combinato in grado di risollevare l'economia di Arendelle, ormai agli sgoccioli.
Spero sia di vostro gradimento. Come al solito potete segnalarmi errori o frasi senza senso ; in caso di segnalazione, verranno corrette il prima possibile. Se imparo a mettere le immagini nelle storie prometto che aggiungerò un disegno rappresentativo (non preoccupatevi, dicono che non sono male a disegnare).


 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: lunadelpassato