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Autore: Hysterical Weapon    08/08/2014    3 recensioni
E alla fine ad Huntington Beach era arrivato l'inverno e i turisti avevano smesso di affollare le strade, faceva freddo e Matt si stringeva nella giacca e le mani sembravano essersi fatte di ghiaccio e le speranze pure; perché anche la California faceva schifo, a volte, c'erano i cieli grigi e i letti vuoti di persone ma pieni di solitudine, con le briciole di cibo spazzatura a far compagnia tra le lenzuola.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: si ricorda che la storia narrata non equivale in alcun modo a fatti reali, gli Avenged Sevenfold non appartengono all'autrice e nessuno scopo lucrativo è perseguito.

***

I cieli grigi, i letti vuoti di persone ma pieni di solitudine




A te,
anche se forse non lo sai.





Quando Matt si metteva a fissare Brian, quest'ultimo non se ne accorgeva mai subito, si voltava a guardarlo una manciata di secondi dopo con la faccia più sorpresa che i suoi muscoli riuscivano a mettere insieme; sbatteva le ciglia lunghe un paio di volte poi distendeva un po' le labbra, quel poco che bastava per mostrare gli incisivi superiori bianchi e privi di imperfezioni.
Le sue iridi chiedevano tacitamente cosa stesse succedendo e Matt scuoteva la testa sorridendo anche lui per poi distogliere lo sguardo, soffermarsi sull'incarnato di Brian e sul profilo dei suoi lineamenti era uno di quei guilty pleasures che non poteva concedersi troppo spesso. Rischiava di farsi male o, almeno, più di quanto se ne stesse già facendo.
Magari quando si sorprendeva a guardarlo di nuovo - perché alla fine succedeva sempre - mordeva il proprio labbro inferiore come a voler spostare l'attenzione su qualcos'altro, per un paio di secondi il dolore fisico che si trasformava in gocce di sangue sulla punta della lingua soppiantava quello che provava quando Brian era concentrato su qualcun altro che non fosse lui.
«Sei il mio migliore amico, vero?»
Glielo domandava sempre quando si sentiva un po' giù, quando era bisognoso di conforto, e Matt pronunciava un certo sussurrato tutte le volte, mentre il fiume di parole che gli galleggiava all'altezza della gola non poteva fare altro che prosciugarsi col tempo.
E alla fine ad Huntington Beach era arrivato l'inverno e i turisti avevano smesso di affollare le strade, faceva freddo e Matt si stringeva nella giacca e le mani sembravano essersi fatte di ghiaccio e le speranze pure; perché anche la California faceva schifo, a volte, c'erano i cieli grigi e i letti vuoti di persone ma pieni di solitudine, con le briciole di cibo spazzatura a far compagnia tra le lenzuola.
L'ultima volta che aveva ardentemente desiderato di baciare Brian, era stato durante il giorno di Natale, quando si era detto ritrovato le sue labbra sulle guance e il suo migliore sorriso nel cuore. Aveva gli zigomi arrossati per il freddo e anche la punta del naso aveva cambiato colore mentre Matt era sul punto di sussurrargli che avrebbe pensato lui a tutto quanto: all'inverno, alle guerre nucleari, alle file al supermercato; si sarebbe fatto carico di ogni cosa lasciandogli solo i baci, il sole e le colazioni a letto nei giorni festivi.
Quell'idiota di Brian non aveva intuito niente, in quella manciata di secondi in cui aveva accarezzato il viso di Matt, gli aveva dato il suo regalo e poi si era voltato a presentargli la sua nuova fidanzata che si stava avvicinando. L'altro ragazzo socchiuse gli occhi per un attimo desiderando che la carta da regalo rossa avvolgesse un coltello, così da potersi pugnalare nel petto fino a quando le lacrime avrebbero smesso di pizzicargli gli occhi.
A quel punto non gli restava altro che correre, percorrere i prati e le strade, cadere sull'asfalto, dormire fino alla fine di dicembre.
Col passare del tempo e dei mesi aveva finito per rivolgere il suo sguardo a Brian sempre più di rado, non incrociava le sue ciglia lunghe e i mezzi sorrisi e per un primo momento sembrava funzionare, non sentiva sanguinare.
«Non mi guardi più» gli stava sussurrando Brian in quel momento, gli occhi erano tristi e le labbra spente. «Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
Matt scosse la testa per poi costringersi a guardarlo, tutto il dolore che pareva essere scomparso lo invase di nuovo, lo travolse facendolo annegare.
«Mi vuoi bene?»
«Sempre»
Nessun certo, nessun dubbio, nessuna paura di affrontare il dolore. Perché in quel momento aveva capito, perché gli era bastato tornare a guardare Brian per comprendere: avrebbero potuto trovarsi in qualsiasi luogo del dannato pianeta Terra, avrebbero potuto percorrere ogni strada, diventare qualsiasi cosa; invece erano lì l'uno al fianco dell'altro, nonostante i miliardi di potenzialità erano riusciti ad incontrarsi e a tenersi stretti, e questo superava tutto il dolore, l'amore non corrisposto, ogni piccolissima lacrima che gli bagnava le guance.
   
 
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