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Autore: alchemist    09/08/2014    0 recensioni
- Così è la prima volta che sei vicino a una donna?
- No, beh... è che senza maschera... sì, insomma...
- Mai senza maschera per il filtraggio?
- Sì. - insomma, le ho detto di sapere anche l’internazionale e ora non riesco nemmeno a parlare la mia lingua madre, ottimo.
- Per me è la stessa cosa. Sembrate più grandi... dal vivo intendo.
Il suo piccolo bracciale si illumina, mandando un bip acuto che mi fa sobbalzare. Lei si ferma un secondo e comanda di aprire il messaggio sul pannello olografico. Faccio in tempo a leggere solo qualcuna della lista di cifre incomprensibili prima che lei lo cancelli con un gesto stizzito della mano: - E’ solo un avviso che mi avverte che l’aria intorno a me non è sterile. - mi spiega senza un motivo
- E non è pericoloso? Non dovreste uscire senza maschera, giusto?
Le sue labbra si piegano in un’espressione sarcastica: - Non dovremmo uscire affatto, per la verità. - riprende a mettere insieme i pezzi. - Ma avevo voglia di sentire com’era l’aria vera, il vento naturale.
Rimango in silenzio. Beh, la capisco benissimo. A quel pensiero trattengo una risata: Dea, non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto dire di capire una donna!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Prologo*

 
- Papà, che cos’è la Storia della Vita? - domanda complicata da fare di prima mattina. Feonor Carden sposta gli occhi dalla pancetta che sfrigola a suo figlio, il quale però ha seppellito lo sguardo dorato in una tazza di cereali ormai freddi.
- É una leggenda che racconta come siamo nati noi Rakut. - spiega circospetto il padre.
- Ma è vera?
- Chi te l’ha detto?
Il piccolo Res non risponde, raschia il fondo della tazza con il cucchiaio, aggrottando le sopracciglia.
Feonor sospira: che figlio complicato, mai che dica una cosa fino in fondo... ma ormai ci ha fatto l’abitudine, a tirare a indovinare.
- Sai di cosa parla?
Res scuote la testa e lo guarda: il massimo che si possa ottenere da lui come incitamento a raccontare. Feonor toglie la padella dal fuoco e versa la matassa di pancetta abbrustolita in due piatti, poi si siede davanti al figlio al tavolo della cucina, la sedia protesta sotto il suo peso.
- Allora... C’era una volta...
 
- Le sconsiglio di tradurre "Hn cronos en ote"* con “C’era una volta”, signorina Raiv. - la professoressa di greco, piegata sulla sua traduzione ha da ridire dalla prima frase, e Spiritus Raiv non la sopporta.
- Ho cercato di fare una traduzione libera, come aveva spiegato lei, professoressa. - mormora la bambina, controllando a fatica il proprio tono di voce.
- Questa non è una semplice favola, il suo modo di tradurre sminuisce l’importanza e la sacralità di questo testo. La traduzione più corretta, in questo caso, è quella letterale: “In quel tempo.”
La piccola Spiritus cancella la frase iniziale con un movimento stizzito dell'indice sul tablet e si mette a rileggere il testo che ha tradotto fino ad allora, mentre l’insegnante gira tra i banchi come un avvoltoio.
“In quel tempo, i Rakut volavano ancora attraverso i cieli. La Madre Celeste aveva dato loro un esile corpo, creato dall’aria, dall’arcobaleno aveva creato loro ampie ali con squame e piume lucenti, dall’aquila i grandi occhi acuti e dall’avvoltoio gli artigli taglienti.
Tuttavia, essi volavano soli nel cielo, incapaci di sollevare i loro figli. I Rakut si cibavano a terra e così i loro figli, non potendo volare per la tenera età. Ma le belve feroci uccidevano i bambini costretti a terra, prima che imparassero ad usare le loro ali.
Anche il primogenito della regina dei Rakut fu mangiato dalle belve. E la fiera mangiò anche un braccio della madre che non voleva abbandonare il figlio. La regina si rivolte allora alla Grande Madre Celeste, chiedendole un modo di salvare i suoi figli.
La Dea Celeste rispose alla sua chiamata e fece della Regina la sua sciamana. Così la Regina Sciamana prese la forza delle belve e la mise nel proprio ventre, creando una nuova vita.
Nacquero due maschi, tanto grossi e forti che le ali non potevano sollevarli, ma che combattevano le belve della terra con la loro stessa forza, e proteggevano la loro madre...
Spiritus osserva l’insegnante muoversi dalle file e dare consigli di traduzione alle sue compagne: come può quell’assurda storia essere più di una favola per bambini? C’è davvero qualcuno così stupido da credere ad una simile assurdità? A quanto sembra, sì...
 
- Come nella canzone? - chiede Res, mettendo i piatti nel lavandino.
- Eh? Che canzone? - domanda suo padre, perdendo il filo della storia.
- Quella che fa: ..e come un gigante buono su di te io veglierò... mai lontano più di un soffio con te respirerò...
- Sì, sì... come quella roba lì.
- Non è così, però. Mia madre è nell’Alcova. E anche zia Silia.
Lo sguardo di Feonor si fa malinconico al suono del nome della sorella, come se sopportarne la lontananza fosse una sofferenza grandissima: - Già, sono solo leggende. Vuoi sentire o no la fine della storia?
Res rimase in silenzio e il padre continua: - Allora, dove eravamo? Ah, già... a quel punto i suoi figli erano grandi e grossi, no? Tipo due o tre volte più grandi della madre, ma non ce la facevano a vivere senza che qualcuno continuasse a dargli la forza, e quindi la Regina Sciamana fece un incantesimo... aspetta, fammi ricordare le parole... “La forza da me creata sarà nutrita dalla vita e dall’amore che scorre nelle mie vene di madre... da queste cose i miei figli trarranno la vita e il desiderio di proteggermi sempre.” E poi fece in modo che lo stesso valesse per le sorelle...
- E per le figlie e le zie, le cugine...
- Sì, sì... tutte le femmine della famiglia, insomma.
- É per questo che la zia ti manda il suo Nutrimento. E mia madre lo manda a me. - a Res quella storia sembra un po’ assurda, ma almeno spiega un po’ le cose ed è sempre meglio di niente.
Suo padre si alza e prende due fiale di vetro dal frizer, su una c’è scritto il suo nome e sull’altra quello di suo figlio: - Già, infatti è arrivato il momento di prenderne una.
Res si alza di scatto dal tavolo e afferra lo zaino di scuola, sporco e mezzo vuoto: - Io sto bene! Lo prendo domani, cia...
Viene riacchiappato per la nuca dalla grossa mano di suo padre: - Dove credi di scappare, cretinetto? Oggi è martedì e il martedì si prende la fiala. Punto.
Res si divincola, ma non c’è nulla da fare, ha solo otto anni, non può certo rivaleggiare con la massa di muscoli di un Rakut adulto.
L’unica cosa che quella storia non dice è: perché mandare giù quella roba deve bruciare così tanto?
 
La ricreazione suona e le bambine si alzano, lisciandosi la divisa della loro costosa scuola elementare privata di livello avanzato. I banchi si ritirano nel pavimento per evitare che qualcuna di loro ci sbatta contro giocando e si faccia male. Spiritus odia tutto quel controllo: non sono più delle neonate, perché dovrebbero sbattere contro i banchi?
Melian, la bambina vicina a lei si alza e si avvicina alle sue amiche, nascondendo qualcosa dietro la schiena: - Guardate che bello! - sorride in un sussurro, mostrando alle altre un piccolo fiore intagliato in un pezzetto di legno chiaro: se la professoressa o qualcun altro della sicurezza scoprisse che ha portato con lei qualcosa del genere sarebbe messa in punizione. Quell’oggetto sicuramente non è ancora stato sottoposto al rigido controllo della scuola. Anche se comunque doveva essere stato sterilizzato all’entrata nell’Alcova
Le altre bambine sembrano entusiaste della piccola trasgressione di Melian, ma non si azzardano a toccare il fiore.
- L’ha fatto il mio papà! Non è bellissimo? - continua sottovoce Melian, contenta e orgogliosissima del suo ninnolo.
Spiritus non si avvicina: odia quando le altre bambine parlano dei loro padri.
 
Ancora oggi l’antico incanto è vivo. Perché nessuna donna Rakut si senta al sicuro senza un padre, un figlio o un fratello e nessun uomo Rakut possa vivere senza il Nutrimento di una madre, una figlia o una sorella.
 
La versione di esercitazione è finita così.
Lei non ha nessun fratello e suo padre è morto prima che lei crescesse abbastanza da poterlo nutrire e tenere in vita.
Che stupida storia quella che ha appena tradotto: se l’incanto è ancora attivo, allora perché lei non sente nulla?





* L'ho scritto in greco nel testo, ma qui non si può inserire... perdono, cercherò di limitarmi nell'inserimento di lingue astruse XD

Salve! Questo è il prologo di una storia che sto scrivendo molto lentamente, ne ho già scritte sulle 90 pagine, quindi se qualcuno è interessato a leggerla lo avverto in anticipo: andrà per le lunghe. sono fondamentalmente incapace di scrivere storie corte, mi dispiace :)
Anche se dal prologo non si capice molto spero che qualcuno voglia commentare! Sono davvero alla ricerca disperata di commenti anche duri, critici e cattivi, (mille volte più costruttivi di un "Bello" buttato lì da mia sorella) l'importante è che siano veri! Voglio migliorare!
p.s. Naturalmente ogni domanda o precisazione è altrettanto apprezzata :)

 
  
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