Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: MatitaGialla    09/08/2014    6 recensioni
Sequel della Long Fiction di successo "Ah, il liceo!". Dimentichiamo per un attimo l'epilogo, e torniamo alle ultime righe dell'ultimo capitolo: i P&G adesso vivono lontani, è vero. Ma come possono i ragazzi più sexy e affascinanti di tutta Panem smettere di combinarne di tutti i colori?
Una piccola One Shot ambientata qualche mese dopo. Scritta così, giusto per sorridere un po' e smettere di avere la malinconia di quei due pazzi.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Attenzione: Dimenticate per un attimo l'epilogo della storia, torniamo alle ultime righe dell'ultimo capitolo.

AH, IL LICEO 
Gli affari di Johanna Mason
 
Ultimi giorni di Novembre, ore 01:30. Prefettura 13, Via P.S. Hoffman.
 
Nella prefettura 13 è notte fonda, e nel palazzo tra la settima e l’ottava tutti dormono beati.
L’unico rumore, è il miagolio selvaggio di qualche gatta in calore che cerca compagnia ai battenti di un balcone macchiato dal tempo.
All’interno; lo scricchiolio in tutti modi (inutilmente) nascosto di un paio di scarpe col tacco risuona distinto al pianerottolo del terzo piano. – Sei sicura che non si arrabbierà? Magari è stanco – sussurra la voce di un ragazzo.
– fidati – risponde una signorina in abiti succinti mentre armeggia con le chiavi e le buste di plastica.
– Secondo me si incazza come una belva e ci caccia fuori tutti e tre – interviene acidamente un’altra ragazza.
– Cocca – risponde la prima, palpandosi il seno – Questo vestito l’ho messo apposta. Non mi dice mai niente quando lo indosso –
Intanto scatta la serratura, e questa si infila silenziosamente nel buio dell’appartamento al terzo piano.
Dietro di lei, rimane il ragazzo  che osserva con un sorriso ebete l’effettiva volgarità che esprime quel vestito. Nemmeno il tempo di accorgersene, gli arriva uno schiaffo secco sul coppino.
– Che c’è?! – piagnucola lui a bassa voce, rivolto verso l’altra ragazza che ha tirato la sberla.
– Se vuoi quel vestito anche tu te lo compro! – bercia lei, stringendosi alle spalle lo zainetto.
– Non voglio quel vestito, vorrei che te ne mettessi uno simile ogni tanto! – ribatte il ragazzo.
– Ma smettila. Se vuoi lo metto a Ranuncolo, scommetto che ci sta una meraviglia – sentenzia lei a voce più alta del necessario.
Dal buio dell’appartamento, sbuca la testa dell’altra:
 – La volete piantare?? – abbaia – state mandando a monte il piano! Entrate e muti! –
– Scusa, Johanna – sentenziano in coro. I due ragazzi ubbidiscono.
Davanti alla porta più a destra del corridoio, una montagna di calzini sporchi giace abbandonata.
– è questa. Riconosco la puzza dei suoi calzini – sussurra a voce tanto bassa quanto eccitata il ragazzo.
– Che dolce, Peeta – ridacchia disgustata la ragazza affianco a lui.
Johanna abbassa la maniglia della porta in solenne silenzio, e arriccia il naso quando “l’odore di umanità” le entra nelle narici. – Gale e la sua igiene. Dovrebbero farci un documentario – dice Peeta.
– Ma i suoi coinquilini sanno del nostro arrivo?– domanda poi.
– Katniss li ha chiamati lunedì e li ha corrotti. Sono tutti studenti – dice Johanna, mentre posa a terra le buste di plastica.
– Corrotti? – si stupisce.
– Ha detto che se se ne fossero andati per stanotte, gli avrebbe dato i numeri di cellulare di quelle del PZD che a settembre prossimo verranno in questa università – spiega lei. Peeta guarda ad occhi sgranati Katniss, che fa spalluce.
– Che c’è? – domanda lei.
– Sei subdola! – pigola Peeta sconvolto. Poi la guarda cercando di individuarla bene nel buio, e le schiocca un bacio sulle labbra – per questo ti adoro – sussurra.
Cala il silenzio e si sente solo il russare di un ragazzo avvolto in una coperta. Peeta non sta più nella pelle, e saltella sul posto. – Ti prego Johanna, svegliamolo! –
Johanna annuisce. Ognuno sa quel che deve fare. Con le dita lunghe e magre, inizia il conto.
Uno.. Due.. Tre!
Peeta si lancia a stella sul letto, con tanto di “Banzai!” ad alta voce; Katniss apre velocemente lo zaino e ne esce un Ranuncolo indemoniato che balza sulla flanella leggera, e va a conficcare le unghie affilate proprio dove il classico piede scoperto e infreddolito, brama di essere coperto come il resto del corpo.
Johanna invece, con abile mossa, stappa una bottiglia di spumante e inonda gatto, Katniss, Peeta e…
– MA CHE CAZZO STATE FACENDO?! – Gale balza in piedi scaraventando giù dal letto Peeta che afferra al volo Ranuncolo. Il povero ragazzo dai capelli mori ha gli occhi spalancati, il respiro affannato, le gocce di spumante che gli colano lungo la faccia e la mano sul cuore; che sembra stia per balzare fuori.
– Buon compleanno Gale! – gridano tutti in coro. I tre si mettono a ridere, mentre il poveretto cerca di recuperare qualche anno di vita. Quando si rende conto di chi ha davanti, sgrana ancora di più gli occhi.
– Peeta! – dice eccitato. Il ragazzo dai capelli biondi e ondulati gli balza in braccio in un secondo, e lo stringe come fosse un koala mentre gli strofina la testa sulla spalla. Restano così per un minuto buono, abbracciati come se non si vedessero da anni; Peeta ancorato con le gambe e le braccia al corpo di Gale, e quest’ultimo che ride e trotterella in giro continuando a dire “sei tu sei tu sei tu sei tu!”.
Katniss e Johanna rimangono in disparte, con le facce disgustate.
– Mai visto una scena più raccapricciante – dice la più piccola, mentre prende in braccio Ranuncolo che sta grattando la moquette e lo caccia con poca grazia fuori dalla finestra.
 
Dopo qualche coccola e un bicchiere di spumante di troppo, Katniss, Peeta, Gale e Johanna; siedono a notte inoltrata ridendo allegramente delle sventure passate e nuove. Ovviamente, i P&G sono seduti l’uno accanto all’altro e si grattano la testa a vicenda.
– Che bello vederti, moccioso – dice Gale – ero rassegnato a dover aspettare fino a Natale –
– E non vedermi al tuo compleanno? Giammai – risponde Peeta.
– Allora! Come vanno le cose al liceo? Le psicopatiche come stanno? – domanda il moro.
Katniss in risposta scoppia a ridere, e Peeta guarda in alto. – Te l’ho detto mille volte al telefono – sospira.
– Sì ma non mi stancherò mai di sentirmelo raccontare – ribatte l’altro.
– Il priorato del P&G’s Fan Club non esiste più. Ora le pazze si sono trasformate nel PZD che sta per “Priorato delle Zitelle Disperate” –
Proprio così. Da quando Gale è partito per l’università e Peeta ha ufficializzato la sua storia con Katniss, il priorato delle psicopatiche è letteralmente andato in crisi esistenziale. Mai ci fu tragedia tanto celebrata in tutta la cittadina di Panem.
Le ragazze piagnucolavano, imprecavano, disegnavano i loro nomi in ogni angolo della scuola fino a quando il prof. Flickerman non aprì un’inchiesta nella scuola minacciando di espellere chiunque avesse scritto un’altra poesia erotica sui muri; usando le iniziali di Peeta e Gale per onorare le virtù di peni e glandi vari.
– Questa cosa delle iniziali gliel’hai attaccata tu, me lo ricordo dall’anno scorso – ride Gale, rivolgendosi a Johanna.
– Beh i miei affari vanno alla grande – risponde lei compiaciuta.
– Affari? – Chiedono Katniss e Peeta in coro, leggermente preoccupati.
– Ehm.. Peeta io.. avrei voluto.. Sono assolutamente contrario anche io ma.. ma Johanna mi fa paura e.. – balbetta Gale. – Voluto cosa..? – domanda Peeta minaccioso.
Nemmeno il tempo di dirlo, dei miagolii terrorizzati e persistenti arrivano dalla stanza di Gale.
Ranuncolo.
Corrono tutti e quattro verso il gatto con uno slancio velocissimo, ma la scena che gli si presenta davanti, manda Peeta su tutte le furie.
Ranuncolo se ne sta tutto tremante e rannicchiato in un angolino, mentre qualcosa di lungo, rosa e plasticoso vibra senza sosta accanto ad una scatola aperta, ma bollata per essere spedita.
Katniss aguzza gli occhi. – C’è scritto qualcosa – dice imbarazzata, e si avvicina.
– “PeetaM’s love measures. **cm” – legge a bassa voce. Ovviamente, PeetaM sta per Peeta Mellark.
Peeta sgrana gli occhi e spalanca la bocca, Katniss arrossice, Johanna fa la tipica faccia di chi è stato colto in fallo (giusto per stare in tema) e Gale cammina all’indietro molto lentamente e molto silenziosamente.
– TU! – grida Peeta – Sei un uomo morto! –
– Viviamo in pace e amore fraterno! – ribatte Gale continuando ad indietreggiare.
– Che cazzo ti dice il cervello?! State vendendo vibratori con le mie misure!? –
– E le mie anche! – pigola Gale – L’ho scoperto solo da poche settimane! Lo sai che Johanna mi fa paura se gli dico di no! –. Katniss nel frattempo tocca titubante e rossa come un peperone quell’aggeggino che continua a ronzare.
Peeta si gira verso Johanna rosso di rabbia e imbarazzo. Sta per sbraitare, ma lei lo precede.
– Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, tieni questi – dice. Dal portafogli, tira fuori dieci banconote di medio taglio. – Cosa sarebbero? –
– Soldi –
– Che guadagni con le misure del mio pisello! – urla lui sconvolto. – Peeta! – lo rimprovera Katniss.
– Mi ci pago l’affitto! – ribatte piccata Johanna – è tutto legale, io e Gale l’abbiamo brevettato. Sono i primi vibratori ad avere le misure esatte di due ragazzi popolari ma mantenuti anonimi. Le ragazze, incredibilmente, ci vanno pazze – spiega.
– TU l’hai brevettato, razza di strega – dice Gale, con il sopracciglio alzato. – Scusa, Peeta. Avrei voluto dirtelo subito, ma preferivo esserci per evitarti un’embolia – ammette – Era già tutto avviato quando l’ho scoperto –
– Come sapete le mie misure esatte? – balbetta Peeta.
– Ti vedo nella doccia da quando sei praticamente arrivato nel quartiere dodici – risponde Gale.
– Complimenti, a proposito – sorride maliziosa Johanna, facendo arrossire ancora di più tutti quanti.
Peeta si guarda un attimo attorno, ancora imbarazzato e un po’ sconvolto. Poi si fa serio.
Katniss trattiene il fiato e si prepara alla sfuriata, ma quando il ragazzo domanda: – Quanto guadagni? –, per poco non cade a terra.
Johanna fa un sorriso malefico.
– Potrai tranquillamente portare Katniss a cena fuori ogni settimana – dice – pagarti gli allenamenti extra di calcio –
– Non dovrai più aiutare i tuoi in panetteria per comprarti le sigarette – aggiunge Gale.
– Nel giro di un paio di anni ti comprerai la tua macchina giusto in tempo per il diploma – continua Johanna.
– Potrai prenotare vacanze, weekend romantici –
– Katniss non è tipa da weekend romantici – ammette Peeta, quasi dispiaciuto.
La ragazza dai capelli scuri lo fulmina con lo sguardo, e lui mugugna un “ma è vero”.
– Puoi fare quello che vuoi, anche bruciare la cattedra di Flickerman con petrolio puro, per quel che mi riguarda. Sai che approverei – dice Johanna. – Ognuno di noi si prende il 25%, anche Katniss. Dopotutto potrebbe aiutarmi negli affari ed espanderli ai quartieri di Panem –
– Sono brava a contrattare – confessa lei.  
– Tutti ci guadagniamo – ammette Gale – e noi restiamo anonimi, nel modo più assoluto –
Katniss e Peeta si guardano, ancora purpurei in viso, e annuiscono all’unisono.
Ah, i soldi! Quanta gola fanno a tutti!
– Affare fatto – dicono in coro.
 
Il resto della notte la passano a ridere e progettare sul loro business, mentre Ranuncolo simpatizza con la gatta del balcone affianco. Verso mattina, Peeta e Katniss si alzano dalla sedia.
– Ve ne andate? – domanda Gale rattristito.
– Tra un paio d’ore iniziamo la scuola e il viaggio è lungo – sorride Katniss – Noi siamo ancora al liceo –  
Peeta annuisce. – Abbiamo implorato i nostri genitori per settimane, per farci dare il permesso di venire fin qui da soli e restare tutta la notte nonostante la scuola. Seguire la lezione della Coin sarà dura, oggi – ridacchia, mentre Katniss dal balcone invita Ranuncolo a rientrare nello zaino.
Gale si alza, e con un sorriso malinconico abbraccia stretto a sé Peeta.
– Grazie per la bella sorpresa. È il miglior compleanno di sempre – dice.
Sulla soglia della porta di quel grezzo appartamentino al terzo piano, Peeta sventola la mano per l’ultimo saluto; quando si mette a frugare in una delle tasche dello zaino di Katniss.
Con la solita mira impeccabile, e la decisione che solo Peeta Mellark può avere nel lanciare cibo in aria, un pacchettino verde di carta da zucchero finisce dritto tra le mani di Gale, che lo afferra al volo senza esitare.
Lo apre, e dentro trova cinque biscotti tondi, perfetti, croccanti e profumati.
Il ragazzo più alto sorride; e forse è la luce in una strana angolazione, ma Peeta sembra avere gli occhi lucidi. – Buon compleanno, Gale. – dice.
Si abbracciano ancora, e stavolta Johanna e Katniss sorridono affettuosamente mentre li guardano.
– Grazie per i biscotti, moccioso – risponde Gale – non sai quanto mi siano mancati –
– Sfornati giusto prima di partire insieme a Phil. È tornato a casa per.. – dice Peeta titubante – .. per fare delle visite –
Gale alza un sopracciglio, mentre il biondo torna alla porta e la oltrepassa.
– Peeta! – lo chiama l’altro – Quali visite? Sta bene? –
Lui sta in silenzio come per cercare la concentrazione. A Katniss trema il mento.
– Beh – dice – Phil e Delly si sono visti moltissimo negli ultimi mesi.. –
– Oddio – Johanna si mette le mani nei capelli.
– Ti prego dimmi che non vogliono sposarsi – domanda Gale divertito.
– Peggio – ammette Katniss, con il tremolio delle labbra che sta per trasformarsi in una grandissima sghignazzata.
– Delly è rimasta incinta – conferma Peeta rassegnato, sbattendo la testa sulla porta.
 
 
                               Silenzio Stampa... no dai, vi dico qualcosa!
                              
Spero vi sia piaciuta questa OS molto leggera. :) 
No, il finale non suggerisce un continuo. Vediamo se ho tempo, ma riesco a scrivere così poco ultimamente.. :(
Lasciatemi le vostre recensioni, mi raccomando!
Grazie per avermi letto! 
MatitaGialla

 
 
 
 
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: MatitaGialla