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Autore: MagikaMemy    10/08/2014    5 recensioni
"Tu mi hai sempre protetto, Hermione."
"... e continuerò a farlo."
"... non dovrebbe essere l'uomo, a dirlo?".
-Fanfiction partecipante al contest 'Il giro del mondo in -anta ship' indetto da Il Saggio Trent
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note generali:

Fanfiction partecipante al contest 'Il giro del mondo in -anta ship' (che trovate qui http://freeforumzone.leonardo.it/d/10899805/Il-giro-del-mondo-in-anta-ship/discussione.aspx/1) indetto da Il Saggio Trent, di cui trovate la pagina autoriale del sito nelle note di fine capitolo.

Le frasi in corsivo all'interno della storia non sono originali, bensì parte del testo della canzone "I'll Stand by you" dei The Pretenders, indi per cui quelle splendide parole sono di proprietà della compositrice e leader del gruppo Chrissie Hynde ( tradotte in italiano per una lettura più fluida).

Perdonate il fastidioso sproloquio, e buona lettura.



LUMOS

-I'll stand by you


La pioggia incessante di quella notte avrebbe coperto normalmente qualunque tipo di suono, e la densità del buio non permetteva allo stesso tempo di vedere alcunché.

Tuttavia, Hermione riuscì a sentirlo distintamente e aprì gli occhi all'oscurità.

Probabilmente, la sè stessa di un tempo avrebbe afferrato la bacchetta al volo e bisbigliato 'lumos' con convinzione, per poi abbandonare il letto e lasciarsi guidare da quella luce flebile e familiare.

Ma non erano più a Hogwarts, e questo la convinse a ricorrere al buonsenso di tener fede alla promessa e limitare l'uso della magia solo per le emergenze- e sicuramente, la pigrizia di alzarsi e sfruttarla pur di non prendere una torcia non rientrava tra le eccezioni.

Restò in ascolto qualche altro istante, principalmente perchè conosceva Ron e il suo costante bisogno di isolarsi nei momenti di poca lucidità nell'attesa che essa tornasse.

Dopo di che si alzò, silenziosa, e indossò la vestaglia lasciandosi alle spalle la camera da letto.

Percorse al buio il piccolo corridoio (in conclusione, aveva perfino abbandonato l'idea della torcia dando fiducia al suo senso di orientamento) e, una volta arrivata in salotto, poggiò la schiena allo stipite della porta e rimase in silenzio.

La gola le bruciava mentre Ron, che le dava le spalle seduto sul divano un pò logoro, era scosso da fremiti sottili e visibilmente trattenuti.

In tutta la sua fragilità.


...perchè sei così triste?

Hai le lacrime agli occhi...


... erano mesi che non succedeva, ma come aveva potuto pensare anche solo per un istante che tutto fosse diventato solo un ricordo?

Si strinse nelle spalle e, cauta, gli carezzò le spalle; Ron sussultò a quel tocco inaspettato, e quando si voltò per osservarla Hermione gli lesse negli occhi la paura, il terrore di essere stato ... scoperto?

Ascoltato, visto?

Non sapeva dirlo con esattezza, ma le lacrime che gli rigavano le gote arrossate la spinsero a posargli delicatamente una mano sulla guancia, e lui chiuse gli occhi.

Non gli chiese a cosa stesse pensando-semplicemente perchè sapeva esattamente l'origine di quel tormento sopito e nascosto.

Era lo stesso, devastante ricordo che aveva cambiato la vita della sua famiglia – e le lacrime versate da Molly in segreto durante l'ultimo pranzo alla Tana erano le stesse che ora sgorgavano da quelle iridi scure.


... non vergognarti di piangere.


"... vorrei poter dire qualcosa che non risulti stupido, ma non mi viene nulla in mente." ammise, in un impeto di penosa sincerità.

Ron sorrise, anche se rassomigliava più a una smorfia di terribile rassegnazione, e le strinse la mano, baciandola delicatamente.

"... la strega più in gamba della nostra generazione senza parole. Incredibile."

Hermione ricambiò il sorriso, sciogliendo la stretta e sedendosi al suo fianco.

Lo baciò piano e lo guardò negli occhi, riuscendo a coglierne il dolore.

O meglio, provando anche solo ad immaginarlo: ma sapeva che era un sentimento troppo grande, troppo soffocante perchè riuscisse davvero anche solo a sentirne una parvenza.

"... non devi vergognarti." fece una pausa, trovando poi il coraggio di essere sincera, perchè non farlo sarebbe stato inusuale per loro.

E Ron meritava schiettezza da parte sua, sin dai tempi della scuola.

In un qual senso sentiva di doverglielo, e fu per questo che sussurrò: "...Ron, era tuo fratello."

Il ragazzo abbassò lo sguardo, ma era evidente che non intendeva proseguire alcuno sfogo davanti a lei.

In fondo, Hermione se lo aspettava perchè, per tutte le cioccorane, lui era ... così ostinato a nasconderle i suoi sentimenti.

Non che non amasse anche questo, di lui- così come la sua irritabilità, era uno di quei difetti cui si era affezzionata con gli anni.

Ron Weasley era un splendido, irremobivile ostinato, e niente lo avrebbe convinto a lasciarsi davvero andare alle sue emozioni.

Per un istante pensò che, se Harry fosse stato lì, probabilmente avrebbe saputo affrontare la situazione senza farlo vergognare.

Questo pensiero fu così devastante da darle un brivido, ma Ron alzò lo sguardo nel vuoto e interruppe il silenzio della notte, mentre la pioggia battente si infrangeva sui vetri quasi con sfacciataggine.


Non tenerti tutto dentro.


"... potevo impedirlo." disse, ed Hermione restò senza fiato al solo pensiero.

"Oh, Ron ... no, lui... Fred sapeva cosa stava facendo. Così come lo sapevamo noi. Ed Harry, e tutti gli altri studenti ... gli insegnanti ..."

"Hermione" la interruppe, improvvisamente incollerito "io potevo impedirlo, ok?! Avrei ... avrei dovuto combattere al suo fianco ... con lui e George, e mia madre ..."

Pian piano gli occhi si riempirono di lacrime, e fu un attimo: crollò con il viso tra le mani, singhiozzando ininterrottamente.

Hermione gli abbracciava le spalle mentre aspettava di ascoltarlo, di assistere a quel pianto, a quella fuori uscita di ricordi e rimpianti troppo a lungo celati.

Ron continuò, la voce alterata dalla rabbia e dal dolore: "... e mentre loro .... mentre loro combattevano, cosa facevo io?! Dove diavolo ero?!"

"... eri nella Camera, Ron " disse Hermione, con convinzione "ad annientare il Basilisco per uccidere una parte di Voldemort. Per aiutare Harry a salvarsi ... a salvare tutti noi."

Ci fu una pausa, poi respinse a sua volta le lacrime- perchè in quel momento non poteva permettersele, non mentre Ron aveva bisogno del suo senno, della sua acutezza.

Non quando Ron aveva bisogno della sua voce comprensiva ma decisa.

"... non è stato un atto egoistico. Ha combattuto per se e la sua famiglia. Ha combattuto per George."

"...George..." sibillò Ron, poi prese un sospirò e le lacrime diminuirono mentre scopriva il volto, i capelli rossi scompigliati e lo sguardo indurito.

"... non smetterà mai di sentirlo dentro di sè, Hermione. Mai."

"Era una parte di lui, Ron. Ma, in un modo o nell'altro... è andato avanti. Come tutti voi."

Ron chiuse gli occhi, mentre sentiva distintamente la gola bruciargli e il petto dolergli; poi lo sguardò si posò di nuovo su di lei.

Hermione, come sempre, sembrava brillare anche nel buio e capì di non averla mai amata così tanto.

Più di quando l'aveva vista con Krum.

Più di quando Bellatrix le aveva lasciato quell'orribile nomignolo tatuato sul braccio.

Più di quando l'aveva guardata un attimo prima del loro primo bacio, e si reso conto di aver aspettato quell'unico momento per tutti quegli anni.

L'amava per i motivi che l'avevano sempre spinto a guardarla come se fosse l'unica forza motrice del suo piccolo, sbagliato universo di orgoglio e borbottii confusi.

La osservò in penombra, ammirandone la bellezza non convenzionale- e non era la donna ideale, lo stereotipo della principessa da salvare.

Al contrario, Hermione era la strega che riusciva a salvare tutti e se stessa, e lo stava salvando anche adesso.

La loro vita era un continuo sostegno, due anime diverse incatenate allo stesso passato.

Avrebbe voluto dirglielo.

Avrebbe voluto dirle questo e molto di più, ma il suo stupido orgoglio non era rimasto un problema adolescienziale, ed Hermione si era abituata con il tempo ad accettarlo.

Il che, lo sapeva, era solo l'ennesima dimostrazione di quanto lo amasse anche lei.

Come avesse fatto a guadagnare tale stima ai suoi occhi, se lo sarebbe chiesto per sempre.

Provò a dire qualcosa, ma la situazione non era delle più romantiche e a malincuore dovette rimandare.

Ovviamente fu lei a rompere il silenzio, liberandolo dall'imbarazzo di quel momento.

Affondò la mano tra i suoi capelli rossi, piano, e studiò le curve del suo viso, ammirandoli come fosse la prima volta.

Ne osservò il mento pronunciato, i lineamenti delineati nel tempo, le prime rughe attorno gli occhi, appena visibili, e sperò di poterle vedere aumentare con gli anni.

Voleva raccogliere le sue lacrime e stringergli la mano mentre affrontava i suoi fantasmi per il resto della vita, e si avvicinò.


Lasciami vedere dentro di te...

... perchè anche io ho conosciuto momenti bui.


"Ricordi cosa mi hai detto quando ci siamo sposati?"

Ron le vide la fede brillare sul dito tra la penombra della notte, e sorrise a quel ricordo così tenero.

"... che ti sarei stato accanto." rispose poi, e i loro occhi si incontrarono ancora, instancabili.

Hermione rise, una risata appena percettibile, perfetta in tutto il suo contegno.

"Weasley, mi commuovi. Non ti facevo così sentimentale."

Lui non rispose e si guardò attorno, vago.

Hermione sapeva quanto quel gesto tradisse imbarazzo e non se la prese- al contrario, ne fu intenerita.

Gli prese le mani e studiò le loro dita intrecciate.

"...beh, lascia che ora sia io a dirtelo."

Ron tornò ad osservarla, contemplandone l'espressione affettuosa.

"Ci sono cose che non si possono cancellare, e neanche il tempo potrà farlo. Ma voglio che tu sappia ... che qualsiasi cosa accada, qualsiasi problema salti fuori ... qualunque sia il dolore che dovrai affrontare... io ti starò accanto. E se vorrai arrabbiarti, o gridare... potrai farlo Ron. Davvero. E non permetterò mai nessuno... di ferirti."


Nulla di ciò che puoi confessare mi porterebbe ad amarti di meno.


Ron la baciò a fior di labbra, poi posò la fronte sulla sua.

"... tu mi hai sempre protetto, Hermione."

"E continuerò a farlo."

"...dovrebbe essere l'uomo a dirlo."

Hermione fece un altro, dolce sorriso: "Sappiamo entrambi che rientrare nei canoni della coppia convenzionale non è mai stato il nostro forte."

Tornò improvvisamente seria, stringendogli la mano.
"... ma forse è proprio per questo che ti amo così tanto."

Arrossì nel dirlo, e si stupì di quanto ancora fosse difficile dirlo ad alta voce.

Se ne stupiva ogni volta, e come ogni volta anche le guance di Ron si colorarono di un lieve rossore.

"... cosa ci trovi in me?" le chiese divertito.

Hermione gli posò una mano sul petto, all'altezza del cuore, e sospirò.

"Sei la mia parte mancante, Ron. E se un giorno vorrai rifugiarti nel dolore e nel rimpianto, io aprirò la porta e ti tirerò fuori dai tuoi incubi, esattamente come tu hai fatto quando hai aperto la porta del bagno dei sotterranei."

Ron ammutolì all'istante, poi prese coraggio: "... non ti sembra di essere tornata un pò troppo indietro nel tempo?" fece una pausa, poi rise: "Aspetta, stai parlando di me o del troll?"

"C'è differenza?" chiese lei, ed entrambi risero di cuore per un istante.

Iniziava a far freddo, e il giorno dopo li attendeva il lavoro.

Li attendevano le strade di Londra, i ricordi di Hogwarts, gli inviti di Harry e le risate di Ginny.

Li attendevano i silenzi di George e gli occhi lucidi del signor Weasley il giorno di Natale, e il letto vuoto di Fred alla Tana, con lo stemma dei Grifondoro al muro e una scatola di scherzi di Zonko sotto il letto.

Ma, Ron pensò, poteva affrontarlo – non sarebbe stato facile, questo no, ma doveva almeno provarci.

"... non ti prometto che non mi sveglierò più di notte per piangere di nascosto." disse ad un tratto.

Hermione sospirò, paziente.

"E io ti prometto che sarò lì, accanto a te, quando accadrà."

Erano sinceri, e lo sapevano entrambi.

Fu con questa certezza che Hermione gli prese la mano e se la posò sulla pancia, dolcemente.

Ron rimase allibito un istante, poi la osservò cercandone lo sguardo.

Hermione sorrise di nuovo, e Ron poteva giurare che non si sarebbe mai saziato di quei sorrisi.

Nasceva una nuova consapevolezza, un sentimento di felicità che partì dallo stomaco arrivandogli al cervello, ed estasiato non ebbe neanche il coraggio di chiedere una conferma al sospetto che si stava affacciandosi dentro di lui.

Hermione era raggiante, con quella vestaglia dalle tasche semi scucite e i capelli crespi spettinati.

"... non devi dimenticare il passato, Ron, e non ti chiederò mai di farlo. Ma..." e lanciò un'occhiata evidente alla sua pancia, emozionata "... a volte è necessaria una novità, per riprendere in mano la propria vita."

Ron avrebbe voluto gridare, ma per qualche ragione sconosciuta non ci riuscì.


... tienimi con te nei tuoi momenti più bui.


Carezzò la pancia di sua moglie, mentre la pioggia cessava.

"... nessuna prospettiva è più bella di ricominciare così."

Erano le quattro del mattino.

Le lacrime si erano asciugate sulle guance, e lui rise così forte che gli fece male lo stomaco, abbraciandola senza parole.

Non aveva con sè la vecchia bacchetta, ma non serviva.

Il suo 'lumos' era lì, con lui, assieme a una luce tutta nuova.

E sarebbero bastate ad illuminare anche le notti più scure.




Nella Tana dell'Autrice

Buonasera a tutti! Datesi che in questo fandom sono praticamente sconosciuta (...perchè, esiste un fandom in cui sei famosa?! Nd Lettore) (...ok, mi hai ferita nell'orgoglio ma hai ragione nd Memy) volevo ritentare con un'altra one-shot, sempre Romione. Perchè definirli 'otp' è riduttivo, e perchè non riesco a non amarli.

Come avrete letto nelle note iniziali, ho scritto la storia appositamente per il contest de Il Saggio Trent (la sua pagina qui su efp la trovate a questo link: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119381).

Ho scelto il pacchetto con questa canzone perchè, tra le alternative, è stata l'unica con cui ho avuto un'illuminazione. E' una canzone che adoro da una vita, e associarla a Ron e Hermione mi è venuto naturale. So che mettere in mezzo il decesso di Fred è stato devastante, ma tutti si sono sempre soffermati su cosa abbia provato in seguito George (il che è ovvio). Tuttavia, trovavo interessante l'idea di scoprire il lutto dal punto di vista di Ron.

In attesa delle votazioni, ringrazio intanto Trent per l'occasione e ringrazio tutti voi (eventuali lettori) per avermi dedicato il vostro tempo. Sono aperta a critiche e consigli di qualunque tipo :D

Grazie per aver letto, alla prossima

Un abbraccio, Memy.

   
 
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