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Autore: dr3amerthings    11/08/2014    6 recensioni
E se Jennifer fosse incinta?
Se il suo futuro stesse per cambiare radicalmente e l’idea la terrorizzasse a tal punto da non riuscire ad annunciare la notizia al suo Josh? E come reagirebbe alla notizia?
Dal testo:
“Molto delicatamente arrotola il bordo della maglia del pigiama e incastra il tutto sotto il ferretto del reggiseno, scoprendo il ventre.
Sono giorni ormai che Jennifer non fa altro che controllarsi allo specchio, controllare se quel piccolo - ma allo stesso tempo grande - segreto stia crescendo sempre di più.”
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Worth a thousand words
 

 
È mattina presto e sia Jennifer che Josh sono ancora accoccolati sotto le coperte nella loro camera da letto.
Mancano pochi minuti alle 8 in punto e prima che la sveglia inizi a suonare, Jen cerca di sfuggire dalle ‘grinfie’ del suo fidanzato spostando dolcemente il braccio di lui verso il basso, fino a riuscire
a mettersi seduta sul bordo del letto.
Posa i piedi scalzi per terra e sgattaiola in bagno senza fare alcun rumore. Dopo aver tastato per un po’ la parete, finalmente riesce a trovare l’interruttore della luce.
Chiude dietro di se la porta, apre il rubinetto e, utilizzando le mani come contenitore, si getta sul volto un po’ d’acqua fresca per togliersi dalla faccia quel’espressione insonnolita. Ancora con le mani bagnate prende l’asciugamano celeste posto sopra il mobiletto affianco a se e si tampona lentamente il viso per poi rimetterlo a suo posto. Improvvisamente eccolo che si fa sentire, ecco il solito capogiro che ogni tanto fa provare a Jennifer una sensazione di vuoto sotto ai piedi, tanto da dover appoggiarsi a qualcosa per non cadere. Con entrambe le mani si appoggia al bordo del lavabo e chiude gli occhi. Chiude gli occhi sperando che quel momento finisca il più velocemente possibile. Quando finalmente questo accade, passa una mano sugli occhi cercando di scostare i capelli biondi che le erano finiti davanti per riportarli dietro all’orecchio.
Molto delicatamente arrotola il bordo della maglia del pigiama e incastra il tutto sotto il ferretto del reggiseno, scoprendo il ventre.
Sono giorni ormai che Jennifer non fa altro che controllarsi allo specchio, controllare se quel piccolo - ma allo stesso tempo grande - segreto stia crescendo sempre di più.
“Hey piccoletto, la mamma sta bene … deve solo parlare con papà.” sussurra dolcemente, accarezzandosi la pancia con far protettivo.
“Jen? Jen, sei qui dentro?” Josh bussa alla porta facendo sobbalzare Jennifer, che in un batter d’occhio abbassa la maglia ed apre la porta, ritrovandosi il viso di lui a pochi centimetri dal suo naso e le sue mani sul suo petto nudo, coprendone il tatuaggio quasi del tutto.
“Sei già sveglio? Non ho sentito la sveglia suonare …” dice mettendo le braccia al collo del suo Josh. “Ho aperto gli occhi e mi sono accorto che non c’eri più così sono venuto a vedere di te.”  risponde lui, appoggiando le mani sui fianchi di lei. I due si baciano appassionatamente fino a quando la sveglia inizia a suonare ininterrottamente “Avrei. Dovuto. Spegnerla. Appena. Ne. Avevo. L’occasione.” ammette Josh tra un bacio e l’altro, ma entrambi continuano a baciarsi, ignorando quell’assillante allarme. Quando il ragazzo fa per stringere a se l’amata sempre di più, Jen si libera “Dai amore, “ gli sussurra “se non la spegneremo finiremo per svegliare l’intero vicinato.” fa notare mentre si libera da quelle braccia possenti, che l’hanno tenuta al sicuro durante la notte, e si avvicina al comodino spegnendo finalmente quel fastidioso ‘bip’.
Jennifer ha interrotto quel momento così romantico non perché non volesse restare a baciare Josh per tutta la mattinata – cosa che succede abbastanza spesso – ma l’ha fatto perché aveva paura che lui scoprisse tutto sentendo quella pancina appena appena cresciuta.
“Vado giù in cucina a preparare la colazione, “ le fa sapere mentre si accinge ad indossare un paio di calzini bianchi “vuoi qualcosa in particolare?” continua, avvicinandosi alla porta “Per me basta del the e un paio di fette biscottate con la marmellata.” gli risponde facendo gli occhi dolci “Grazie.” aggiunge in fine, stampandogli un bacio sulle labbra “Se vuoi passo in pasticceria e prendo qualche brioches” chiede lui, ricambiando il bacio “Non fa niente, oggi non ne ho voglia. Datti una mossa, o credo che per pranzo mangerò quelle fette biscottate” risponde, spingendolo scherzosamente verso il corridoio che dà sulle scale. Jennifer lo segue con passo lento, facendo uno scalino per volta, tentando di non inciampare.
Ormai Josh ha quasi finito di preparare sia il the che le fette biscottate quando Jen entra in cucina e si siede comodamente su una sedia davanti a lui, guardandolo attentamente in ogni sua mossa, quasi ne fosse ipnotizzata, persa nei suoi occhi color nocciola.
“Che hai cucciola?” le sue parole la fanno tornare alla realtà “Ultimamente sei strana, non che solitamente tu sia normale eh” butta lì, dedicandole un sorriso appena accennato e sfiorandole il naso con l’indice della mano libera “È che …” prende un respiro “… che?” continua lui, curioso di sapere cosa stia tormentando la ragazza “… che sono stanca. Molto stanca.” conclude, prendendo dalle mani di Josh la fetta biscottata appena preparata e addentandone un piccolo morso.
Dopo aver versato del the per entrambi, il ragazzo si siede sulla sedia accanto a quella di Jen e consumano silenziosamente quella che è la loro colazione. “Uhm, poi raggiungo Liam e gli altri per una partita di basket qui al campetto. Non è un problema vero?” domanda Josh ancora con la bocca piena “Vero?” insiste, subito dopo aver mandato giù l’ultimo pezzetto “Ma figurati, ricordati solo di salutare Liam da parte mia.” replica la ragazza “Lascia fare, faccio io. Tu hai preparato la colazione e io sparecchio. Mi sembra giusto no? Tu vai a preparati che poi arrivi tardi alla partita.” dice, prendendo dalle mani di lui le tazze e avvicinandosi al lavello. Josh non fa obbiezioni, si alza dalla sedia e sale in camera a vestirsi. Maglia grigia strappata ai lati – che mostra la sua ancora sul fianco sinistro – , pantaloncini azzurri e scarpe da ginnastica ed è pronto per andare. Prima di uscire torna in cucina, abbraccia da dietro Jen, ancora intenta a lavare le tazze, e le stampa un bacio sulla guancia “Allora a dopo, credo che mangerò fuori e dunque arriverò per le 14:00 circa. Buona giornata amore.” le dice prima di lasciare la stanza “Buona giornata anche a te.” ricambia la ragazza tenendo tra le mani la tazza insaponata.
Ecco, un altro capogiro. Non fa in tempo a posarla che questa si frantuma in mille pezzi sul pavimento della cucina. Istintivamente porta una mano sul grembo stringendo leggermente, stropicciando così la maglia, e con l’altra tenta di sorreggersi al bordo del piano cottura, tenendo sempre gli occhi chiusi. Resta in quella posizione finché non passa tutto. Finché non passa quell’orribile sensazione di impotenza di fronte al vuoto che si fa strada sotto ai suoi piedi.
“Devo trovare il coraggio di parlare con Josh al più presto.” pensa tra se e se mentre con cura raccoglie tutti  i cocci di ceramica dal pavimento e li depone nel secchio della spazzatura.
Dopo aver finito di pulire il disastro che aveva combinato, Jen decise che era giunto il momento di cambiarsi, di certo non poteva rimanere tutta la mattinata in pigiama anche se non le sarebbe affatto dispiaciuto. Scalino dopo scalino, arriva davanti alla porta e, a passo di bradipo, entra in camera gettandosi poi sul letto ancora disfatto. Rimane a pancia in su, con le mani intrecciate tra di loro appoggiate sul ventre, a fissare il soffitto. “Okay, appena torna dalla partita gli racconto tutto.” pensa a voce alta, torturandosi le dita “Ho solo paura di come potrà reagire a questa cosa inaspettata.” conclude, alzandosi dal materasso ed avvicinandosi all’armadio. Si leva la maglia e i pantaloni del pigiama, appoggiandoli con attenzione sulla sedia, per indossare una canotta a righe bianche e blu - sufficientemente larga da non far notare la sporgenza - e un paio di pantaloncini neri. Giusto per non far sembrare la camera un vero e proprio casino, Jen decide di rifare il letto cercando di essere il più precisa possibile. Ripiegando il lenzuolo per l’ultima volta, prima di rimettere i cuscini al loro posto, da un’occhiata alla sveglia e nota che sono solo le 9:53.
Solitamente Jennifer passa ore ed ore sui vari set in cui recita ma, dopo la fine delle riprese dell’ultimo capitolo di “Hunger Games: Mockingjay” in cui recitava con il suo Josh, ha preso una pausa dagli schermi di circa un anno per poter rilassarsi un po’. Ultimamente si dedica alla lettura e in questo momento è alle prese con “Anna Karenina” di Lev Tolstoj, un libro che ha già letto ai tempi di “Silver Linings Playbook” ma che le fa sempre piacere rileggere.
Subito dopo aver aperto le finestre della camera per far arieggiare la stanza, prese il libro ed andò a prendersi un bicchiere d’acqua fresca prima di incamminarsi verso la terrazza per dedicarsi alla lettura. Con una mano tiene il libro mentre con l’altra tenta di spostare lo sdraio blu verso il centro, trascinandone i piedi per terra. Finalmente sdraiata sotto il sole, Jen continua da dove era rimasta il giorno precedente, continua dalla pagina 143. Dopo nemmeno 7 facciate, la ragazza si appisola sullo sdraio, con il libro appoggiato sul petto e le mani a penzoloni che sfiorano le piastrelle color crema.
A svegliarla ci pensa lo squillo del suo telefono. Rendendosi conto di essersi addormentata, si guarda intorno per qualche secondo per poi andare a rispondere al cellulare. Sulla schermata vede la chiamata in arrivo di mamma Karen e un messaggio del suo Josh. “Pronto?” si sente dall’altro capo della cornetta “Ciao mamma! Tutto bene?” risponde, curiosa di sapere il motivo di quella telefonata “Sì, sì … tutto a posto. Tu? Come stai?” le chiede con voce squillante “Bene … Come mai questa telefonata?” continua, sempre più incuriosita “Volevo solamente telefonare alla mia bimba, tutto qui.” spiega la donna. Le due continuarono a parlare fino a quando gli argomenti non si esaurirono.
Chiusa la chiamata, Jen apre il messaggio di Josh: “Abbiamo finito adesso. Andiamo a mangiare qualcosa e poi torno.”
“C’è qualcosa che non va, il messaggio è stato mandato circa un’ora e mezza fa … questo vuol dire che sono già le 13:00!” pensa la ragazza, controllando l’ora. Realizza che il ragazzo sarebbe tornato tra circa un’ora e non ha ancora né mangiato né pensato a come dirgli del bambino.
Subito si precipita giù per le scale ed arriva in cucina. Ancora con il fiatone, mette sul fuoco una pentola piena d’acqua per cuocere la pasta e prende una ciotola per l’insalata. Appena l’acqua bolle, butta le mezze penne cercando di non schizzarsi e richiude la pentola.
Mangiando, Jen pensa attentamente alle parole giuste da dire a Josh. Pensa a come poter annunciare la notizia di un bimbo in arrivo senza fare tanti giri di parole. Pensa a come il ragazzo potrebbe reagire.
Non fa in tempo di finire gli ultimi bocconi che sente girare le chiavi  nella serratura. Ecco Josh che torna a casa, visibilmente stanco e sudato. Appoggia il mazzo di chiavi sul mobiletto vicino all’entrata, si leva scarpe e calzini rimanendo a piedi scalzi e si dirige in cucina. “Hey amore, tutto bene? Com’è andata la partita?” chiede la ragazza, posando il piatto nel lavandino “Tutto apposto, abbiamo vinto per poco.” risponde, avvicinandosi all’amata per darle un bacio prima di prendere dell’acqua “Vado a farmi una doccia veloce.” la informa, togliendosi la maglia di dosso ed indirizzandosi verso le scale “Ti sei ricordato di salutarmi Liam?!” domanda Jen “Certo e ha detto di ricambiare!” dice ad alta voce, mentre sale due scalini alla volta per poi sparire dietro una porta. Nemmeno 5 minuti dopo, Josh era vestito, con ancora i capelli che gocciolavano qua e là.
“Jen? Amore, dove sei?” dice parlando a voce alta, prima di trovarla seduta sul bordo del letto che gli dava le spalle. Josh continua a chiamarla per farla voltare ma niente, resta immobile. Si avvicina alla ragazza fino ad averla di fronte a se, con lo sguardo perso nel vuoto. “Hey, che hai?” sussurra, sedendosi accanto a lei e prendendole il viso tra le mani. Jennifer lo guarda fisso negli occhi mordendosi il labbro inferiore, prende poi un respiro profondo.
La sua mente viene invasa da numerosi flash in rapida sequenza di tutto quello che aveva condiviso con il suo Josh prima di riuscire a parlare “Sono incinta.” rivela, abbassando lo sguardo e portandosi istintivamente la mano sul grembo.
Alla notizia, Josh spalancò gli occhi che ricaddero sul ventre, si alzò lentamente e si allontanò da Jen. Le lacrime iniziano a rigarle il viso quando intravede lui che se ne va, senza dire nessuna parola, seguito dal rumore secco della porta che si chiude.
Ecco, senza tanti giri di parole è riuscita a dire la verità, anche se la realtà l’ha fatto allontanare da lei. Ora non riesce più a trattenere le lacrime che scendono tra un singhiozzo e l’altro mentre cerca di soffocare il rumore nascondendo il viso sul cuscino.
Rimane sdraiata sul letto a piangere e a ripensare alla scena, a quella scena che non scorderà mai. È incredibile quanto un essere umano possa piangere senza sosta, ininterrottamente.  Jennifer passa tutto il pomeriggio rinchiusa in quella stanza. Solo verso le 17:38 trova la forza di alzarsi e di scendere in cucina per prendere dell’acqua. Con il bicchiere in mano, trascina i piedi fino al divano dove si siede appoggiando la schiena e tenendo le gambe premute contro il petto. Beve piccoli sorsi alla volta, cercando di pensare ad altro.
Suona il campanello e Jen va ad aprire subito dopo aversi asciugato le lacrime e aver posato il bicchiere sul tavolino del soggiorno. Apre la porta e si guarda intorno. Niente, non c’è anima viva. Chiudendo l’uscio però, nota qualcosa sullo zerbino, nota una scatolina gialla. Ricontrolla se c’è qualcuno ancora una volta prima di prenderla tra le mani. Il fiocco è difficile da slegare ma quando finalmente ci riesce toglie il coperchio e lo incastra sotto il recipiente.
Due scarpine bianche. In quella scatola ci trova delle piccole scarpette bianche.
Con gli occhi ancora un po’ gonfi per il pianto, le tira fuori, rigirandosele tra le mani. Sono semplici, non presentano disegni elaborati o dettagli particolari.
Jennifer è abbastanza confusa, sul suo viso compare un’espressione di felicità ma allo stesso tempo un’espressione di incredulità. Mentre cerca di riporle nella scatola, prima di ritornare in casa, da dietro una siepe spunta Josh.
La ragazza lo guarda arrivare, restando immobile e con la bocca socchiusa. Arrivato finalmente a pochi passi dall’amata, Josh le dedica un sorriso aprendo la braccia per abbracciarla. La ragazza non si oppone, ricambiando l’abbraccio. Ancora stretto a se dall’amata Josh inizia a parlare “Scusami, scusami per la mia reazione iniziale. Sentivo come se il mondo stesse per crollarmi addosso. Trovavo la casa inadatta, l’auto troppo piccola. Così mi sono allontanato. Mi sono allontanato vagando per la città, cercando di riordinare i miei pensieri, fino a quando sono arrivato davanti ad un negozio per neonati. Sono rimasto fermo davanti alla vetrina come un ebete, finché non ho notato queste bellissime scarpette poste proprio sotto il mio naso. Entrando nel negozio ho capito che non c’è cosa più bella al mondo che avere un bambino, ed è quello che sta succedendo a noi due. Presto saremo genitori e non vedo l’ora. Non vedo l’ora di vedere quegli occhietti curiosi fissarmi mentre lo cullo o la cullo, non vedo l’ora di conoscerlo o di conoscerla, non vedo l’ora di iniziare questo viaggio con te.” conclude, con gli occhi lucidi e il sorriso sulle labbra “E io non vedo l’ora di vederti alle prese con pappe e pannolini, papà Josh.” aggiunge lei, prima di baciarlo.
 
 
 
Hola people,
l’altro giorno mi era venuta voglia di scrivere qualcosa, e cosa c’è di meglio di una Fanfiction Joshifer? Premetto che è la prima volta che scrivo e spero di essere riuscita a scrivere e descrivere gli avvenimenti il più chiaro possibile.
Devo ringraziare Sabrina per avermi sopportata durante la stesura della storia e per avermi aiutato a scegliere il titolo. Al prossimo capitolo, I hope you enjoy it! :)
 
  
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