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Autore: Raymox    11/08/2014    2 recensioni
Sarò molto breve perché vi voglio lasciare subito alla storia. Dopo la stagione A tutto reality: All stars Gwen e Duncan si erano lasciati e Courtney si stava riappacificando con quest’ultimo. Courtney e Duncan dovevano vedersi per parlare di questo, ma non è andato tutto liscio…
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Le fiamme divamparono nell’edificio.
Il corpo della vittima sul pavimento di legno, che minacciava di prender fuoco da un momento all’altro. Courtney sembrava destinata a fare un’orrenda fine. Dopo la fuga di gas e l’esplosione era rimasta a terra senza la forza per rialzarsi. Era stata scaraventata contro il muro della cucina vicino alla porta che conduceva al salone. Invano tentava di muovere le braccia per trascinarsi via da quell’inferno.
Aveva un’ occhio chiuso e l’altro semiaperto con cui poteva vedere la sua casa andare in fiamme. Il salone era crollato e c’erano travi di legno infiammate ovunque. La cucina ancora reggeva, ma non per molto.
Una lacrima scese sul viso di Courtney che in quel momento pensava solo ad una persona. La persona che più amava. Con un suono quasi impercettibile pronunciò il suo nome: - Duncan -.
 
Duncan stava guardando la TV, ignaro di ciò che stesse accadendo. A parte il televisore, non c’era altro rumore nell’appartamento. Lui sollevò lo sguardo verso l’orologio a pendolo sul muro: le sei e mezza.
- Merda!- era in ritardo per il suo appuntamento a casa di Courtney. Prese la giacca, le chiavi dell’auto.
Stava per uscire quando lo squillo del telefono fece cessare il silenzio di colpo. Duncan tornò indietro per afferrare l’apparecchio che era appoggiato sul tavolino accanto al divano.
- Duncan! Sei tu?- era la voce di Bridgette, sembrava molto agitata.
- Bridgette? Cos’è successo?- Duncan cominciava ad allarmarsi.
- Duncan è successa una cosa terribile! La casa di Courtney è in fiamme!-
Duncan era diventato pallido come un cadavere. A quelle parole lasciò il telefono che cadde per terra. Bridgette continuava a ripetere il suo nome cercando di chiamarlo, ma Duncan era come immobilizzato.
Cercava di non immaginare cosa stesse succedendo, di non vedere la casa distrutta e di non guardare il corpo di Courtney morto.
Dopo interminabili secondi riprese a ragionare ed uscì di casa. Prese l’auto e si diresse subito verso casa di Courtney. Mentre usciva dal cancello principale con l’auto vide sfrecciare due auto della polizia, un camion dei pompieri e un’ambulanza davanti a lui. La sua preoccupazione saliva sempre di più.
Seguì quelle auto come fossero il culo di una bella ragazza. Da lontano intravide del fumo che si disperdeva nell’aria e quindi si preparava ad affrontare il peggio.
Dopo pochi minuti, che a lui parvero un’eternità, giunse vicino a casa di Courtney. Il suo appartamento si trovava proprio dietro l’angolo. Era in un palazzo al secondo piano di tre.
Scese in tutta fretta dall’auto e si diresse verso il luogo dell’incendio. Intorno a lui c’erano solo palazzi.
D’improvviso una puzza di fumo gli passò sotto il naso. L’odore si faceva più forte ad ogni passo che faceva. Di colpo aumentò la velocità della sua andatura: prima era una camminata normale, poi aumentò la falcata e dopo si mise a correre.
Quando arrivò all’angolo chiuse gl’occhi: non voleva vedere ciò che per lui era solo nella sua testa, pura fantasia.
Si girò piano verso la casa. Ormai sentiva l’odore del fumo, il rumore delle fiamme e le pompe dei pompieri che sparavano acqua nell’edificio.
Ancora prima di aprire gl’occhi il suo volto era pieno di lacrime. Non riusciva ad aprire gl’occhi, erano come ghiacciati. Erano paralizzati dalla paura di vedere.
- Forza carichiamola dentro! Fate piano!-
La voce di un portantino costrinse Duncan ad aprire gl’occhi.
L’edificio era intatto, ma dalle finestre si vedevano le fiamme divorare l’appartamento.
Sulla destra c’era un’ambulanza sulla quale degli uomini stavano caricando un corpo.
Duncan non accennava a muoversi di un passo, ma quando gli sportelli della vettura si chiusero scattò verso la sua auto che fece sfrecciare alla velocità della luce all’inseguimento dell’ambulanza.
 
Giunsero ad un ospedale di cui Duncan non vide neanche il nome, non gli importava.
L’ambulanza scaricò la barella e i medici accorsero subito. Lui si gettò subito verso la barella al suo inseguimento.
Vide il tavolino entrare in una stanza. Lui cercò di entrare, ma dei medici non lo fecero passare.
- Fatemi passare. Devo vederla!-
I due medici che lo tenevano erano più forti di lui e anche dimenandosi non riusciva ad ottenere niente.
- Fatemi passare! - Duncan diede uno spintone
Si risvegliò in una sala dell’ospedale con nessuno dentro. C’erano tre lettini oltre al suo con solo uno scaffale con delle sostanze colorate sopra. Sulla sua sinistra c’era una finestra da cui si intravedeva il retro dell’ospedale.
Aveva fili attaccati ovunque che staccò da se con brutalità. Era scalzo e con una camicetta celeste a pallini bianchi. Si mise seduto sul lettino e si portò una mano alla fronte. Non riusciva a mettere in chiaro le cose.
- Courtney!- Duncan scese dal letto e andò verso la porta anche se barcollava. Aveva i muscoli della gamba sinistra immobili.
Spalancò la porta con una spallata e si ritrovò davanti ad un dottore con una tabella in mano e il classico abito bianco.
- Hey si fermi! Tornì nel lettino, immediatamente!-
Duncan diede un pugno sulla guancia destra del dottore facendolo sbattere con la testa contro il muro e così farlo stramazzare al suolo. L’uomo perse i sensi. Lui prese la cartella che il dottore aveva in mano e la sfoglio, fermandosi su una pagina dove cerano scritti i numeri delle stanze e i pazienti che la ospitavano. Courtney era alla numero 95. Duncan cercò il numero della sua camera: numero 87.
Cominciò a camminare per quel corridoio lungo e stretto.
Due uomini della sicurezza sbucarono dalla porta accanto a lui cercando di fermarlo.
- Eccolo, è là!- gridò uno.
Estrassero delle pistole che puntarono dritti contro la faccia di Duncan. Lui con una mossa rapida del braccio tolse di mano la pistola ad uno dei due. Sparò un colpo contro la pancia dell’uomo che aveva appena disarmato impregnandolo di sangue.
L’altro visto l’accaduto sparò un colpo che si andò a conficcare nella gamba sinistra di Duncan. Lui reagì sparandogli alla spalla destra e fece cadere l’arma dal dolore.
Duncan gli diede uno spintone facendolo finire per terra.
Sorpassò i due e si diresse alla stanza appoggiandosi al muro. 92, 93, 94…95. Entrò nella stanza e vide subito che era deserta.
Il corpo di Courtney giaceva su di un lettino immobile. Sembrava che dormisse. Il suo corpo era ricoperto di fasce dalla testa ai piedi, lasciando libera solo la faccia.
Duncan si avvicinò a Courtney che subito aprì gl’occhi. Lui si appoggiò sul lettino. Ci fu un minuto di silenzio tra i due che si guardarono negl’occhi tutto il tempo.
Duncan aveva le guancie rigate dalle lacrime
- Scusa- disse poi- sarei dovuto venire prima, avrei dovuto esserci-
- L’importante è che ora sei qui- rispose Courtney con voce debole.
Ci fu ancora silenzio tra i due.
All’improvviso entrarono tre agenti di polizia nella stanza chiamati dagl’ infermieri. Spararono a Duncan alla schiena e lui cadde a terra.
- Duncan - chiamò Courtney.
Duncan non rispose, non poteva: non ne aveva la forza.
- Duncan! - gridava Courtney con tutto il fiato che aveva in corpo mentre scoppiava in lacrime - Duncan!!-
Lui vide per ultima cosa i piedi degli agenti.
La sua vista si offuscò, non vide più niente e poi… buio.
 
 
 
 
 
 
 
Duncan si svegliò su di un lettino dell’ospedale con accanto Courtney. Lei aveva una cicatrice lungo il braccio.
- Sei mesi- disse lei - sei lunghi mesi sono passati. E in questo tempo ho capito che non posso stare senza te. Ho bisogno di te.-
  
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