Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: JacobStark    11/08/2014    10 recensioni
Jelsa dovunque, come dice il titolo. La nostra raccolta.
Una parentesi di cristallino amore impossibile nella realtà tra la regina dei ghiacci il lo spirito d'inverno.
Sarete voi a dare la trama per le varie One Shot che scriverò. Accorrete numerose. Perché credo di essere l'unico maschio sul fandom.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il primo ball.. pardon, bacio.

 

 

Anna ed Elsa erano sedute sul letto di Elsa. La maggiore si stava chiedendo come avesse fatto Anna a convincerla a passare la serata come sorelle, chiuse in camera a parlare. Prima del ballo d'inverno. Dopo due ore di... nulla? erano finite a parlare di ragazzi. Anzi, lei era stata zitta, Anna aveva parlato a macchinetta per due ore. Tremendo. Ad Arendelle era tradizione, fin dall'ottocento, che tutti i ragazzi di buona famiglia provenienti da tutta la Norvegia venissero invitati all'antico palazzo, allo scopo di incontrarsi. Era una specie di ballo in maschera, ma lei partecipava sempre a malavoglia. Le persone non gli piacevano, e avrebbe preferito d gran lunga restare a casa. Ma, forse, per quella volto sarebbe stato un errore, anche se ancora non lo sapeva.

Per il ballo scelse, anche se a malavoglia, un vestito aderente e sottile, azzurro come il ghiaccio, con un velo sottilissimo e leggero, costellato di minuscoli brillanti, come centinaia di fiocchi di neve. Lo avrebbe volentieri lasciato chiuso nell'armadio, ma Anna aveva tanto insistito, e lei non aveva potuto fare a meno di dirgli di si. Poco dopo era pronta, un velo di trucco, aveva raccolto i capelli color platino in una morbida treccia  ed erano uscite entrambe, dirette al vecchio palazzo reale.

Jack Frost era stufo. Il suo padrino, Nicholas North, che si occupava di lui da anni, aveva deciso che doveva partecipare al ballo d'inverno di Arendelle. Lui non era un ragazzo perbene. Era stato educato da persone normali, non da snob riccastri. Il fatto che il suo padrino fosse uno dei maggiori produttori di giocattoli a livello mondiale, che tra l'altro ogni natale donava ai bisognosi, non significava che lui dovesse fare parte della sua vita pubblica. Un viaggio lungo e massacrante da un'estremità all'altra della Norvegia, con due valige, una per i vestiti normali e una per l'abito ottocentesco che era costretto a portarsi dietro per quella dannata festa. 

Arrivò all'albergo quando ormai era quasi sera. Ripose le sue cose e si mise il vestito. Una giacca bianca, con i bordi rifiniti d'oro e il collo alto, insieme a pantaloni altrettanto bianchi, completava il set. Quando se la mise si sentì... vecchio. Anzi, non tanto vecchio, quanto più antico. Non era troppo strano. Nell'albergo era pieno di ragazzi e ragazze vestiti nello stesso stile. Insieme alle dozzine di persone che, come lui, si avviavano, si diresse verso il palazzo che sorgeva su un piccola isola al centro del fiordo. Dall'altra parte della strada vide arrivare due ragazze. Una era carina, ma un po' troppo piccola per lui, mentre l'altra... Perfetta. Aveva la pelle bianchissima, e i capelli morbidi erano raccolti in una morbida treccia che si posava sulla spalla. L'altra, probabilmente la sorella minore, aveva lineamenti ed occhi simili, ma i capelli erano rossi. E poi avevano due espressioni completamente diverse. La minore aveva gli occhi che scintillavano dall'entusiasmo, mentre l'altra aveva un espressione rassegnata, come quella che doveva avere lui fino a due secondi prima. Poi un ragazzo del posto gli diede di gomito "hei, è inutile che la punti." Jack, cascando dalle nuvole, gli rispose "Impegnata?" "Fredda. Nessuno riesce a far sciogliere la regina di ghiaccio. Inutile che tu sprechi tempo con Elsa" "Grazie per avermi detto il suo nome. Credo che sprecherò la serata" "Fà come credi. Io ti ho avvertito. A proposito tu sei..." "Jack Frost." Poi si dileguò, entrando nel castello. 

Appena le danze iniziarono Anna si buttò in mezzo alla pista, entusiasta. Elsa, come faceva da due anni a questa parte, si mise in disparte, cercando di non farsi vedere. ma Jack, che nemmeno era sceso in pista, si avvicinò furtivo, fino al momento in cui la ragazza non lo vide.      "Si?" Jack saltò sul posto. non si aspettava che lo vedesse quasi subito. "Ciao, mi chiamo Jack" "Elsa" rispose la ragazza con freddezza. Jack avvertì un ondata di freddo, ma non lo avrebbe certo fermato. "Allora, sei di qui o..." " Vivo qui da sempre, la mia famiglia era la casata nobile che abitava il palazzo, e tuttora né siamo proprietari." "Quindi sto parlando con la regina del castello!" Disse Jack, con un sorriso malandrino sul volto. Elsa, a quell'improvviso paragone, non sapeva se sentirsi lusingata o presa in giro. Mentre decideva ne approfittò per guardare meglio il ragazzo. Era molto magro, con i tratti affilati e gli occhi come due zaffiri, blu profondo, e un espressione divertita sul volto. I capelli, sparati in tutte le direzioni erano bianchi come la neve, così come i denti che decoravano la bocca sorridente. L'abito che indossava era bianco, con i bordi rifiniti d'oro, un vero abito da principe ottocentesco. Bello era bello. Parlarono un po', lui che tentava in tutti i modi di farla ridere, e lei che si lasciava sfuggire un sorriso di tanto in tanto" Dunque non sei così algida come cerchi di far credere" Pensò, fra sé e sé, Jack. Intanto si era perso più volte in quelle meravigliose schegge di ghiaccio purissimo che erano gli occhi di Elsa. Dopo quasi un ora si convinse a provare. Si alzò, e, prendendogli la mano con fare galante disse: "Posso avere l'ardire di chiederle questo ballo, mia regina?" Elsa, impreparata, arrossì di botto, e sussurrò un sì. Il volto di Jack si aprì in uno dei suoi sorrisi più entusiasti, ed anche su quello di Elsa ne comparve uno, per Jack più bello di qualsiasi altro a causa della sua rarità. Si precipitarono in pista, dove stavano suonando un valzer.  Entrambi cominciarono a ballare, perfetti come due fiocchi di neve che scendono al suolo sorretti dal vento invernale. Ballarono per tutta la sera, ma poi uscirono quando la musica passò da classica a disco. Nessuno dei due la sopportava. Invece entrambi amavano il freddo. Quello pungente della notte, quando il cielo è sereno e si vedono tutte le stelle. Si scambiarono uno sguardo, poi, in modo assolutamente naturale e tranquillo si baciarono. Una cosa che non si sarebbero mai aspettati. Rimasero entrambi di sasso, ma la cosa non turbò nessuno dei due. Anzi, piacque ad entrambi. Ed entrambi ricominciarono con  ancora più entusiasmo. Si. Era la prima volta che baciavano ed entrambi ci avevano già preso gusto. Durante quei baci un sorriso apparve sulle labbra di Elsa, mentre pensava cosa alla faccia che avrebbe fatto sua sorella a vederla in quella situazione. Poi il pensiero tornò sul ragazzo che aveva la lingua infilata nella sua bocca. Quando anche l'ultimo ragazzo fu andato via si staccarono, non prima che Elsa fosse riuscita a scrivere il suo numero e l'indirizzo sulla mano di Jack. Quando raggiunse la sorella minore aveva ancora un sorriso leggero stampato sul volto. Anna, un po' preoccupatagli chiese " Dove sei stata? Non ti ho più visto quando sei uscita a causa della musica. E perché sorridi?" "Nulla, nulla" " Disse Elsa. "Nulla é? E perché hai tutti i vestiti stropicciati?" "Andiamo a casa Anna. Ti immagini le cose." 

Quella sera tuttavia Elsa non riusciva a dormire. Aveva la luce accesa, mentre si aggirava per la stanza, il pensiero di quegli occhi blu, quelle labbra morbide, quel sorriso allegro la teneva sveglia. Poi sentì un tonfo contro la finestra. Una palla di neve? Aprì la finestra, e vide Jack, perché solo lui poteva essere, vestito semplicemente, con una felpa blu, molto simile alla giacca che portava prima. Lui la salutò con la mano, facendole cenno di scendere. Lei fece un cenno di diniego con la testa, ma lui non volle saperne. Si arrampicò sull'edificio, veloce uno zefiro invernale, fino alla finestra di Elsa. "Mettiti qualcosa di comodo, andiamo a fare una passeggiata", disse, il solito sorriso malandrino sul volto. "Non posso, come scendo?" "Ti faccio scendere io. Sbrigati" Elsa, convinta, si mise velocemente dei vestiti pesanti ma comodi e si aggrappò alle spalle di Jack. Scesero e passeggiarono tutta la notte. A quanto pare Jack Frost aveva fatto breccia nel cuore della regina di ghiaccio. 

  
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