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Autore: misScarlett    12/08/2014    0 recensioni
Questo testo, come tanti altri, non è che l'ombra di ciò che c'è all'interno dello scrittore che si trova a buttar giù una serie di parole. E' frutto di una frase, di comuni atteggiamenti altrui e propri, passati e magari futuri. Sono quelle riflessioni a caso che nessuno a voglia di sentire. Tanto meno di leggere. Parla un protagonista senza nome, ad un interlocutore senza volto. Ma è così difficile riconoscersi nell'uno o nell'altro?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei talmente pieno d’odio da non vedere oltre il nero che ti circonda.
Sei così pieno di te, così attento a far sì che la gente ti veda esattamente nel modo in cui vuoi essere visto, che ti sei dimenticato cosa sei veramente.
Sei un’ombra, e pretendi di poter brillare.

Vedessi solo un quarto delle cose che ci sono intorno a te, forse cambieresti idea.
Forse abbandoneresti quell’odio, perché semplicemente – sai – proprio non ne vale la pena. Non ne vale la pena di sprecare fiato per maledire questo o quell’altro semplicemente perché non fanno ciò che vuoi tu. Solo perché ti ricordano che non hai nessun vero potere assoluto. Perché in quel nero non vedrai bene il mondo, ma vedi benissimo te stesso.
Vedi i tuoi ricordi, vedi i rimpianti, le umiliazioni, le sconfitte, le cadute, le delusioni, i dolori. Sembri una persona speciale, ai tuoi occhi. Sembri l’anima tormentata che ottiene il riscatto tanto sperato, sembri un dannato che cammina tra i mortali solo per dare loro la punizione che meritano.
Be’, lascia che ti dica una cosa. In realtà sei uno come tanti.
Sei comune.


Hai speso infinito tempo a diventare un dio, ma – vedi – non lo sei. Puoi illuderti di essere un imperatore, un re, il capo di ogni cosa se vuoi. Ma ricordati che le cose non stanno così.
Hai addosso una maschera, una maschera che ti protegge. Ma è proprio lei che ti sta soffocando. E’ proprio lei che ha il potere mentre tu... Che cosa sei diventato? Un parassita che non riesce nemmeno ad essere chi è davvero? Una larva, un invertebrato?
Sei un’ombra.

Sei un’ombra, solo la proiezione scura di qualcos’altro. Qualcosa che striscia attaccata ai piedi delle persone, come se le pregasse di un po’ di attenzione. Dimmi, non è questo che vorresti? Non è l’attenzione, l’ammirazione di tutte quelle persone che giudichi insignificanti, non degne di te, solo perché sei tu – sì, proprio tu – a sentirti inadatto con loro?
In guerra, con loro.

Sei, semplicemente, debole.
Sei incapace.
Inetto.
Inadeguato.
A rischio d’estinzione.

E siamo stati in due, mia bellissima ombra, a sentirci così. Siamo stati ciechi, lo siamo stati insieme, attaccati alla base, senza staccarci mai. Come un amore maledetto, un amore che più che amore è paura, è malattia. A preoccuparsi in anticipo delle ferite che ancora non avevamo, delle morti che ancora non potevamo rischiare.
Sei un’ombra, ma sei anche il passato, lo sbaglio, il monito. Sei quello che vedo meglio quando il sole mi acceca, sei il promemoria più spaventoso, quando nella notte mi ricordi che niente c’è sempre.

Non voglio essere pieno d’odio, non voglio essere pieno di me, non voglio essere un’ombra.
Ma voglio brillare, proprio come brilla il resto del mondo.
  
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