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Autore: Paddy    11/01/2005    6 recensioni
ATTENZIONE:Devo fare una prefazione obbligata. Dunqe. La mia prima ff è stata su questa storia. Però non sapevo ancora inserire i chap da word, e perciò li facevo corti. L'ho poi abbandonata. Ma ripensandoci, non mi sembrava giusto... così la ripbblico, e stavolta completa, finita. Mielossissima nella fine... è l'unione di tutto quei capitoletti che ho pubblicato nella precedente, che cancellerò, e poi, ovviamente, la parte più lunga è la fine. Detto questo...a chi voglia leggerla...buona lettura (non buon divertimento...semmai bon assopimento) a chi l'aveva già letta (i prima chap)...buona ripresa!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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AMA DAVVERO SOLO CHI

CHI AMO VERAMENTE?

 

 

Quel mattino il vento soffiava leggero attorno ad Hogwarts e i suoi studenti avrebbero preferito scendere in giardino a far volare le foglie secche depositate a terra invece che andare a lezione di Storia della Magia con quel noioso del Ruf.

Quello, però, ora era l’ultimo dei problemi di Harry e Ron. Infatti, Hermione non si era presentata a colazione.

“Non è il caso di preoccuparsi” disse Ron. “Sarà rimasta in camera a prepararsi per la lezione...certo, così rischia di arrivare in ritardo...”

“...e Hermione è mai arrivata in ritardo a delle lezioni?” completò Harry. Ron tacque. D’un tratto la videro correre verso di loro, i capelli arruffati, delle occhiaie ben visibili e il cattivo umore alla vista di tutti.

“Che...ehm...che succede Hermione?” chiese cauto Harry mentre si sedevano ai propi posti.

Hermione non rispose. Era furiosa. La sera prima, stravolta per il tanto sferruzzare berretti, si era addormentata sulla poltrona della Sala Comune di Grifondoro e...beh, aveva scoperto che i suoi berretti erano tutti finiti a Dobby. E che Harry lo sapeva, perchè era lui che Dobby aspettava.

“Hai un aspetto orr...ehm, non dei migliori” farfugliò Ron. Harry gli aveva dato una gomitata mentre stava per pronunciare ‘orribile’: il ragazzo temeva la facesse infuriare di più.

Hermione lanciò un’occhiataccia ai due: sembrava così arrabbiata che non si curò di ascoltare Ruf che iniziava a parlare con voce lenta e moscia; attaccò a raccontare quello che era successo.

“Ieri sera ho visto Dobby” disse, poi si concesse una pausa.

Ahi, pensò Harry.

“E allora?” chiese Ron, del tutto inconscio della gravità dell’accaduto.

E allora” sbottò Hermione. “Aveva tutti, dicasi tutti, i berretti che ho cucito per un anno!”

“Non capisco dove vuoi andare a mirare” disse ancora Ron. Non riusciva a credere che Hermione fosse ancora ancorata alle idee del CREPA. Non all’inizio del sesto anno, non adesso che Harry era riuscito a sconfiggere Voldemort!

“Non capisci, eh?” fremette Hermione. “Allora ti rinfresco la memoria. Non-ho-liberato-nessun-elfo-domestico!”

Harry era imbarazzato, Ron completamente inebetito.

“Ma il peggio è” continuò la ragazza “che Harry lo sapeva, non è vero Harry? Perchè era lui che Dobby ogni notte sperava di ri-incontrare!”

Harry era ammutolito; ma ciò fece infuriare Hermione ulteriormente.

“Basta, Hermione!” esclamò Ron tentando di venire in difesa dell’amico e di far placare la sua rabbia... “Non avrai ancora in mente quella storia del CREPA, no?” Con scarsi risultati.

“Si chiama C.R.E.P.A.!” Hermione era paonazza. Ciononostante nessuno la sentì sbraitare, più che altro perchè metà degli alunni erano addormentati o immersi in chiacchiere futili. “E devi smetterla di criticarla, perchè è un’associazione che sta crescendo ed ha già tre membri!”

“Tre?” d’un tratto Ron si fece più attento. “Come sarebbe a dire? Ci siamo solo io e Harry...”

“...e Victor” completò lei, “Victor Krum” ...solo per rendersi conto che era stato un errore.

Le orecchie di Ron si fecero rosse.

“Krum?” sollevò le sopracciglia. “Gli hai proposto di entrare nel CREPA?”

“Esatto” disse Hermione. Sembrava tranquilla, ma non corresse Ron per l’errata pronuncia del C.R.E.P.A., quindi probabilmente si stava agitando.

“Sei ancora in contatto con lui?”

“Proprio” rispose lei. “Anche se la faccenda non dovrebbe interessarti”.

Il colore delle orecchie di Ron si era ormai fuso con quello dei capelli.

“Come fai a non capire?” disse con voce adirata. “Ti sta solo prendendo in giro, ma se sei così ingenua da non rendertene conto, allora...”

“Allora la devi piantare di insultarlo!” Hermione si era alzata in piedi. “Victor è una brava persona...un ragazzo leale e sincero...tutto l’opposto di te!” concluse con voce tremante. Poi afferrò la borsa piena di libri e uscì dalla classe, accompagnata da un attonito silenzio.

 

 

Mentre Ruf guardava la porta dove era sparita Hermione, un po’ intontito, Ron scosse la testa e si  mise a fissare un punto imprecisato del libro di testo, aperto con un botto. Tutto l’opposto di lui...

Harry lo guardò sconsolato. E due. Quello era il secondo litigio in tre giorni. E lui che aveva sperato che tutto si sistemasse, dopo la sua vittoria su Voldemort. Invece...

Mentre la classe riprendeva a parlare, Harry si voltò verso Ron.

“Non riuscite a evitare di stuzzicarvi così spesso?” scoppiò. Ron raschiava la piuma contro il quaderno di Ruf, mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Oh, Harry, è lei!” disse supplichevole. “Se smettesse di parlare di Krum...”

“Ma perchè deve smetterla?”

Ron s’irrigidì.

“Perchè...perchè non mi va, ecco.”

“E perchè non ti va?” ribattè Harry, ostinato.

“E perchè non la pianti?”

Un silenzio di tomba seguì l’affermazione del rosso. Poi, cauto, quest’ultimo mormorò: “Scusa, Harry. E’ che...”

“Sì, lo so. Non lo sopporti”.

“Ecco!” Ron gesticolò. “Non sopporto nemmeno lei quando accenna a Vicky...non capisce che è uno che non si fa problemi a prendere in giro le ragazze a cui piace...cioè” strofinò con forza la piuma sul libro “le ragazze che piacciono a lui”.

“Ma, Ron” replicò Harry. A volte non lo capiva. “Appunto...se a lui piace Hermione, perchè dovrebbe prenderla in giro?”

Ron restò un attimo immobile. Poi mugugnò: “Perchè è un farabutto, ecco perchè. Ed Hermione non lo capisce...Hermione...” Restò per qualche secondo con questa frase nel vuoto, poi scosse la testa e tornò alla sua piuma.

“Senti, possiamo per favore smetterla di parlarne e basta?” disse.

Harry annuì. “Anche perchè Hermione non è qui a prenderci appunti...quindi diamoci da fare”. Si era appena chinato sul libro quando sentì la voce di Ron.

“Harry, mi...mi presti la piuma, per favore?” Ron allungò la mano verso l’amico senza neppure guardarlo. Harry volse il capo all’amico. Il roscio aveva tanto premuto sulla punta della piuma che l’aveva spezzata.

 

 

“...e per colpa sua ho anche perso la lezione di Ruf! Ti rendi conto?”

Hermione stava camminando con Calì lungo il corridoio che conduceva all’aula di Pozioni. Harry e Ron erano pochi metri più in là, ma Hermione non si faceva scrupolo a tenere la voce bassa.

“Hai ragione Hermione” annuì Calì. “E’ stato un gesto davvero...davvero...” strizzò gli occhi e poi, soddisfatta, si voltò verso l’amica. “...davvero reprodevole!”

“Riprovevole” mormorò Hermione. Calì non sentì. Si girò un attimo verso i due.

“E dimmi” abbassò la voce “hai litigato anche con Harry?”

“Sì” rispose Hermione.

“Peccato...” Calì rimase per qualche secondo immersa nei suoi pensieri, poi alzò la testa con gli occhi che brillavano. “Beh, allora puoi sederti con me alla lezione di Piton, vuoi?”

Hermione si illuminò. “Sì, perfetto”.

Più lontano, Ron fece una smorfia.

“Guardala! Ci ha già mollati per stare con...con la Patil!”

Harry sospirò. Tipico. Prima Ron si infuriava con Hermione, poi non riusciva a concepire che stesse con altre ragazze.

Però...era vero, Calì di recente cercava di stare il più possibile con Hermione. Le aveva anche regalato un braccialetto colorato. Chissà come mai.

Entrarono in classe. Calì insistette per sedersi negli ultimi banchi, anche se Hermione avrebbe preferito sedersi nei primi banchi.

Mentre Piton iniziava a parlare, Calì sussurrò: “Ehi...Hermione!”

“Che c’è?” replicò lei infastidita. Voleva ascoltare...

“Qual’è stata la causa del litigio? Ron?”

Hermione si voltò piano a guardare l’amico, per poi accorgersi che era nel banco della fila accanto. E anche lui si era voltato a fissarla. Distolsero lo sguardo.

“No, a dire il vero la sfuriata con lui è avvenuta dopo...in effetti, senza quella, magari adesso starei ancora con loro. Harry non mi ha fatta arrabbiare poi così tanto” ed esibì un sorriso forzato.

Calì però non sorrise. Guardò imbronciata l’amica, poi domandò: “E con Victor, come va?”

Hermione sussultò. Di nuovo si voltò a guardare Ron, era un movimento istintivo, non poteva farci nulla...ma stavolta non incrociò i suoi occhi, perchè il ragazzo fissava ostinato la lavagna.

Si girò a guardarla anche lei. Piton aveva dato gli ingredienti per una complicata pozione, la “Camaleontis”...e avevano solo quindici minuti per prepararla.

Accidenti! pensò disperata, afferrando velocemente le erbe e gli alambicchi.

Al suo fianco, anche Calì aveva iniziato a trafficare; ma non per questo rinunciò a chiacchierare. Hermione cominciò a pentirsi per essersi messa in banco con lei.

“Allora?” la spronò.

“Beh, con Krum...niente di speciale...ora che Voldemort non c’è più è noioso...”

Con la coda dell’occhio vide Ron sorridere a malapena. Ciò la irritò.

“...ma gli sono immensamente grata di essere entrata nel C.R.E.P.A. (sai, la mia fondazione per gli elfi domestici)...lui non ha fatto storie come qualcun altro...”

Alla sua sinistra, il sorriso di Ron scomparve all’istante.

Dopo qualche minuto, Piton si mise a girare fra i banchi.

“Bene, questa pozione le sta venendo ottima, signorina Parkinson...signor Thomas, ci metta più impegno...e...” si fermò accanto al banco di Ron.

“Signor Weasley” biascicò lentamente. “La sua pozione è ignobile. Guardi il colore. Guardi la consistenza. Guardi il risultato” disse infine infilando il dito nel liquido; il polpastrello gli diventò nero, contro il marrone del pentolone cui avrebbe dovuto mimetizzarsi.

I Serpeverde sghignazzarono, e Hermione, seppur un momento prima fosse arrabbiata con Ron, provò un moto di odio per loro.

“Evidentemente stava pensando a tutt’altro mentre la preparava” continuò Piton. “Magari al Quidditch, perchè la sua squadra tra poco dovrà giocare...o chissà...forse ha problemi d’amore?”

I Serpeverde ulularono, metre Ron avvampava.

“Ebbene, signor Weasley...dato che lei ha sprecato ingredienti preziosi e rari, tolgo sessanta punti a Grifondoro!” e guardò soddisfatto i Serpeverde che si davano il cinque.

Ron guardava il pavimento con i pugni stretti, ed Hermione si sentì triste per lui.

“Senti...beh...che ne pensi di Dean?” le chiese all’improvviso Calì.

Hermione, ancora intenta a guardare Ron, rispose con un vago: “Sì, è carino” che fece illuminare Calì.

La lezione era finita. Hermione si alzò e si diresse con la Patil nel giardino.

Provava emozioni contrastanti ed era confusa. Non riusciva a capire come mai il litigio con Ron le facesse più male di quello con Harry...come mai ci provasse gusto ad irritarlo con la storia di Krum...come mai provasse odio per le prese in giro al rosso...e come mai le facesse compassione...

Doveva parlarne con qualcuno...ma con chi? No, un attimo...perchè parlarne? Cosa le importava? Era solo un litigio con un amico...un amico odioso, rompiscatole, ma a volte così...così...

“Hermione...ci sei?” Calì la guardò. Hermione annuì ricambiando lo sguardo. Era spaventata da tutti quei pensieri. C’era solo un modo per scacciarli.

“Cosa stavi dicendo a proposito di Dean, Calì?”

 

 

Ron era furioso.

“Come si permette, quel...quel farabutto?” protestò mentre con Harry si avviava verso il campo di Quidditch.

“Problemi di cuore io...pazzesco...una cosa totalmente...totalmente perfida, io...io non so proprio che...”

“Su, Ron” disse Harry. “Siamo arrivati”. Ormai aveva capito. La piuma spezzata...certe occhiate che Hermione aveva gettato a Ron durante Pozioni... l’ammutolimento del roscio davanti all’affermazione di Piton sui suoi problemi...il suo rossore...

Scesero in campo. Ron prese la sua Tornato e sbirciò sugli spalti. Hermione non c’era. A volte veniva a vederli giocare, scarabocchiando compiti da finire...ripensò alla ragazza seduta a gambe accavallate, i capelli al vento, l’espressione concentrata eppure, quando Harry prendeva il boccino o lui faceva una parata...si, soprattutto in questa occasione, gli faceva piacere vederla ridere e agitare una mano verso di loro...soprattutto verso di lui...

“Ron, su che pianeta sei?” rise Harry. Ron si scosse. Cosa diavolo stava pensando? Era proprio fuori di testa...forse Piton lo stava contagiando...

Iniziarono. Ron volteggiava distratto, non parò mai la pluffa...in effetti, aveva molta più carica (ma anche agitazione) quando c’era Hermione...Hermione...

Hermione? Era davvero lei? Ron si strofinò gli occhi con una mano. Sì, era lei quella che si avvicinava agli assieme a Calì...forse l’aveva perdonato...forse voleva vederlo giocare...

Ma, un attimo? E quello chi era? ...Dean? Che stava...ehi, perchè stringeva la mano ad Hermione? Stanno parlando...a Hermione luccicano gli occhi...Dean continua a sorridere...Ron si concentrò e si abbassò un attimo con la scopa per ascoltare...

“...allora ok...ci vediamo domani, Dean?”

“Certo...”

Come dice?!?

“Allora, Hermione! Hai fatto una conquista! Vedi, è questi che devi fare! Comportarti più da ragazza, specie a sedici anni! Domani usciamo io, te e Dean...ma non potresti invitare anche...”

Frush!, una scopa passò veloce davanti a Ron, e gli impedì di sentire il nome di colui che Calì richiedeva. Il ragazzo sulla scopa gli gridò qualcosa, ma lui non ci prestò attenzione...era a pochi metri da terra, ma Hermione gli dava le spalle, non lo vedeva...

“...così saremo un quartetto, no? Cioè...una coppia più una coppia...” e rise, allontanandosi con Hermione.

Ron era sbigottito. Hermione e Dean...non, non era possibile...Eppure aveva sentito bene! Dean sarebbe uscito con Hermione! La sua Hermione!

Non, un momento! Che stava pensando? La sua, che scemenza...

“Ron!” Harry planò verso di lui. Ron trasalì e deviò, ma Harry lo fece cadere a terra comunque.

Mentre il ragazzo stringeva la spalla destra schiacciata, Harry gli venne accanto.

“Si può sapere che combini? Perchè hai smesso di allenarti? Cos...” ma si interruppe notando che l’amico sembrava essersi proprio fatto male.

“Vieni, andiamo in infermieria...”

Ron si lasciò trascinare, troppo scioccato per opporsi.

Hermione e Dean...Hermione e Dean...Hermione e Dean...

 

 

“...proprio una brutta botta! Poveretto! E poteva farsi di peggio...”

La squadra di Quidditch del Grifondoro era radunata nella Sala Comune, qualche minuto prima di cena.

“Di chi parlate?” Hermione e Calì erano appena arrivate. La brunetta si sentiva confusa. Preoccupata che potesse iniziare a pensare a Ron in modo...diverso dal solito, ecco, l’aveva convinta ad uscire con Dean e Calì, sebbene non capisse come mai quest’ultima aveva chiesto di invitare anche...

“Ron!” esclamò Lee. “Durante l’allenamento si è fatto male...è caduto dalla scopa...”

“Come?” ansimò Hermione. Lei l’avva intravisto, all’arrivo al campo dove le aspettava Dean...e ancora una volta aveva pensato a quant’era bello...quant’era bravo...

Scosse la testa come per liberarsi di quei pensieri assurdi,e domandò: “Dov’è ora?” in infermieria con Harry”.

Hermione d’improvviso si rese conto che non aveva voglia di mostrarsi così preoccupata per Ron agli occhi degli altri, così disse: “Calì, io...io vado un attimo in infermieria...sai, per...per Harry...”

“Oh, certo!” cinguettò lei. “Vai, vai!”

Hermione non se lo fece ripetere due volte. Come un fulmine, si lanciò a rotta di collo diretta da Madama Chips. Oh, chissà come stava...se fosse stato male lei...lei...

“Ron!” gridò aprendo di scatto la porta. Ron era nel letto di fronte a lei; Harry invece stava seduto sulla sedia di fianco, intento a gustare una Cioccorana.

“Beh, Ron...dato che non puoi magiarne...” bofonchiò Harry. Ron lo guardò con disgusto. Poi vide Hermione. Un debole sorriso gli illuminò il volto pallido.

“Oh...ehm...ciao, Hermione” disse piano. Se in quel momento la ragazza avesse dato retta al cuore e seguito l’istinto, sarebbe corsa ad abbracciarlo, e a baciarlo... Hermione lo sentiva, anche se il motivo era ancora vago per lei; sempre più spaventata dai suoi pensieri, lei si sforzò di non guardarlo nemmeno e si rivolse ad Harry: “Ehm, senti Harry...Calì mi ha chiesto di invitarti per domani, io, lei e...un altro, ci vediamo per andare ad Hogsmeade!”.

Dicendolo si sentì le guance in fiamme, e proprio in quel momento le giunse un atroce pensiero: Ron non sarebbe potuto andare ad Hogsmeade, con la spalla rotta...com’era scemaa parlarne proprio davanti a lui...

“Beh, non so” disse Harry un po’ stupito. “In effetti, non credo che potrei venire perchè...perchè...” tirò un respiro profondo e disse: “Perchè ho promesso a Luna di andarci con lei”.

Hermione rimase a bocca aperta; un po’ era sorpresa per questa rivelazione, un po’ era dispiaciuta, sapeva che Calì non sarebbe stata molto contenta, e aveva fatto tanto per lei...

“Non importa” Si sforzò di sorridere. “Davvero. Non fa niente.” E detto questo si voltò verso la porta. Si sentiva un’ipocrita: avrebbe dovuto almeno chiedere a Ron come stesse...ma non ce la faceva, sentiva che non sarebbe riuscita a proferir parola, che col suo rossore si sarebbe tradita...tradita?

“Oh, ma brava Hermione!” Una voce gelida la fece immobilizzare sulla porta. Ron.

“Complimenti! Mi congratulo! E così hai trovato un ragazzo, eh? Il povero Vicky ci sarà rimasto molto male!” Hermione si girò. Ron si era alzato in piedi, tenendosi la spalla che lo faceva un po’ curvare da un lato; era furibondo.

“Non è come pensi...” bisbigliò Hermione.

“No? Beh, se questo ragazzo è così speciale...eppure pensavo che Dean fosse uno stupido...”

Dean? Come...come lo sapeva?

“Come sai che mi vedo con Dean?” disse a voce alta. Non poteva essere che...

“Vi ho sentiti mentre mi allenavo...non è che me ne freghi, ma il tuo cianciare mi ha distratto e...sono caduto. E’ colpa tua quindi se ho la spalla rotta e...”

“No!” Hermione sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi, non doveva sbattere le ciglia o sarebbero scivolate via... “F-fatti gli a-affari tuoi, capito?” farfugliò.

“Non chiedo di meglio” rispose lui incrociando le braccia. “L’unica cosa sarebbe non vederti più!”

“Accontentato!” urlò Hermione “Dato che al Signorino non fa piacere, non uscirò con Dean! Non andrò ad Hogsmeade! Non incrocerò più la tua maledetta strada! Soddisfatto? Vuoi qualcos’altro?”; si voltò di fretta, ma non abbastanza in fretta: le lacrime caddero a fiotti sulle guance. Ron le vide, ma Hermione non riuscì ad intravvedere il suo volto: era sfrecciata lungo le scale, lontano, lontano da lì....da lui...dal suo meraviglioso sorriso...che non avrebbe visto...più...

 

 

“Ma cosa avete?” Harry si alzò dalla sedia. “Siete impossibili! Non capisco cosa vi prende!” mentì. Lo sapeva, ma non la stavano risolvendo bene. Se ne andò.

Bravo Ron. Ottimo, si disse il rosso. L’hai fatta piangere. Oddio, perchè le ho detto quelle cose? Non le pensavo veramente...è che quando è entrata...ho creduto che fosse preoccupata per me e invece non mi ha chiesto nemmeno come stavo...non le importa di me!

Era ormai sceso il buio. Ron si distese sui lettini dell’infermieria. Erano abbastanza scomodi, ma c’era abituato: al terzo e quinto anno c’era stato, ma non si sentiva così male...con un dolore dentro, niente è piacevole...

Quante cose potevano succedere in un solo giorno, non l’avrebbe mai detto! Aveva litigato con Hermione...una litigata normale, o almeno credeva...perchè Hermione era arrabbiata con tutti e due (ma Harry l’aveva già perdonato, eh!) e quindi era andata con Calì...a Pozioni Piton l’aveva fatto sfigurare ai suoi occhi, agli allenamenti aveva sentito che Hermione sarebbe uscita con un altro...e ora avevano di nuovo litigato, ancora, definitivamente, come il volto di lei ben diceva.

Oh Hermione, perchè? Perchè mi sento bene solo quando sorridi, e male quando piangi? Perchè, prima Krum, poi Dean, perchè loro, perchè non...me? Io sì che mi comporterei bene, con te. Ma tu sei sempre con i migliori...il giocatore di Quidditch più bravo...il ragazzo più carino...ci manca solo che ti metti con Harry, il più famoso!

Tutti questi pensieri mi stordiscono. So bene che tu sei solo un’amica, anzi un’ex amica, ora...ma non dico ex per il litigio, no...perchè non ti considero più come un’amica, io ti...io mi sono...

Davvero? Oh, no, Ron, non hai possibilità!

 

Stesa sul suo letto, Hermione singhiozzava. Si sorprendeva da sola per questo atteggiamento. Lei piangeva poco, e non per motivi...futili. Ma dentro di se sentiva che quello non era stato un litigio normale. Era diverso. Era andato a toccare tasti delicati, sì, stavolta era diverso, Ron aveva detto cose davvero pesanti. Non era mai successo. Le aveva detto che non voleva vederla mai più!

Ci stava malissimo. Era come se dentro di lei circolassero lameardenti pronte a tagliuzzarle il cuore. Si stupiva che poche frasi fossero paragonabili ad una pugnalata al cuore. E da Ron, quel ragazzino lentigginoso le cui provocazioni non la toccavano. Almeno fino a poco tempo prima. Cos’era stato quel cambiamento? Cos’era successo? Dolori più accesi, sentimenti contrastanti, la voglia incontrollabile, irrefrenabile di stare vicino a quel ragazzo terribilmente antipatico, terribilmente lamentoso, terribilmente odioso e terribilmente...terribilmente affascinante. Fu questo che pensò.

E che capì.

 

 

Quella mattina, un solo ed unico pensiero circolava incessantemente nei pensieri di Ron ed Hermione. Era un pensiero che rispondeva a tutte le domande che si erano posti il giorno prima, ma la soluzione definitiva che imponeva questo dato di fatto, necessitava di coraggio. Coraggio che, ora come ora, nessuno dei due aveva.

Hermione andò dritta filata da Calì, decisa a risolvere la questione di Hogsmeade. Le avrebbe dato due delusioni una dopo l’altra: non era riuscita ad invitare Harry, e non sarebbe venuta con lei e Dean.

Ma era necessario. Per...per dire a Ron che...che...

“Calì!” chiamò Hermione. La ragazza corse verso di lei sprizzando felicità da tutti i pori.

“Allora, l’hai invitato? Eh? Eh?”

Hermione la guardò tristemente, poi fece un respiro profondo ed attaccò.

“Senti Calì, mi dispiace moltissimo davvero, ma Harry non è potuto venire, sai, e neanch’io credo che potrò, ho una faccenda molto importante da sistemare...”

Ci vollero alcuni secondi prima che Calì riuscisse a comprendere la gravità di quello che aveva detto Hermione. Il sorriso le si gelò sul volto. Ora aveva un’espressione furibonda.

“Cosa...come...” balbettò; poi la guardò, con uno sguardo di fuoco. “E con chi ci va Harry, eh? Con chi ci va?”

“Con Luna” disse piano Hermione. Dapprima pensò che forse non doveva dirglielo, erano affari di Harry, non suoi. Ma di colpo quello fu l’ultimo dei suoi pensieri.

“Lunatica?” scoppiò Calì. Dopo un secondo di pausa, fece un passo avanti, gli occhi scintillanti. “Oh, basta Hermione! Questo è impossibile!” Tremava di rabbia. Hermione indietreggiò.

“Ma...non capisco...”

“Non capisci? Beh, io ti organizzo un super incontro con Dean, ti chiedo un favore e tu mi pianti in asso? Che ci troverà mai in Luna, eh? Ma secondo me lo hai fatto apposta, oh sì, volevi tenerti Harry tutto per te! Mi disgusti!”

Così dicendo le strapò dal polso il bracciale regalatole, e se ne andò a grandi passi.

Hermione la fissò, sull’orlo delle lacrime. Ma certo. Come aveva fatto a non capirlo? Come aveva potuto essere così stupida? Calì aveva insistito tento a essere sua amica per Harry. Non le interessava Hermione come amica, ma come amica di Harry Potter. Ovvio: Calì si era invaghita di Harry dopo la sconfitta di Voldemort, ed essendo stata la sua dama la Ballo del Ceppo di tre anni prima, pensava di avere alcune chance in più per conquistarlo. Aveva usato Hermione, e basta.

La ragazza si strofinò gli occhi con una manica del vestito, e si incamminò verso l’Infermieria. Doveva parlare con Ron e chiarirsi una volta per tutte.

Ma spalancata la porta, Hermione si trovò davanti qualcuno che non avrebbe mai voluto vedere. Padma Patil aveva preso la mano di Ron e gli sedeva amorevole accanto. Parlavano tranquillamente, con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra. E a poco a poco si avvicinarono...sempre...di...più...e...

CRASH! Sia Ron che Padma si voltarono di scatto. Hermione aveva sferrato un pugno ad un vaso poggiato lì vicino, e il rumore aveva distolto i due dalla loro ‘occupazione’.

Non appena vide Hermione, Ron diventò rosso fin sulla punta delle orecchie. Stava per die qualcosa, quando Madama Chips irruppe nella stanza.

“Ma cosa diavolo è successo qui?” esclamò esterrefatta.

“Mi scusi Madama Chips” disse con voce flebile Hermione, poi guardò i cocci aterra. “Reparo” mormorò, ed essi si ricomposero. “Ora vado se non le dispiace” mormorò, e si precipitò verso la porta prima che Madama Chips potesse pronunciare parola.

“Aspetta, Hermione!” gridò Ron, scendendo a fatica dal letto e precipitandosi al suo inseguimento.

“Ma, cosa...signor Weasley, per carità!” ansimò Madama Chips. Poi, seguendo con lo sguardo Padma che usciva imbronciata, borbottò tra se e sè: “Questi giovani d’oggi...credon tutti di poter farmela sotto il naso, ma li sistemo io...il signor Weasley dovrà bersi un litro di medicine!”

Dal canto suo, Ron non aveva altro pensiero oltre a quello di trovare Hermione. La cercò per tutta Hogwarts, ma la trovò solo nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Si sentivano i suoi singhiozzi ad un miglio di distanza. Ron bussò al bagno.

“Occupato!”

“No, Hermione, sono io!” I singhiozzi smisero di colpo. “Ti prego, aprimi! Devo...spiegarti...oh, ti prego...”

Finalmente la porta si aprì. Hermione aveva un aspetto peggiore del giorno prima: i segni delle lacrime so vedevano ancora, l’espressione era assieme triste e rabbuiata.

Guardò Ron con odio e fece per sorpassarlo, ma lui la bloccò per un braccio.

“No Hermione, per favore, ascoltami! Poi...poi vai pure, da...da Dean, da Victor o da chi vuoi...ma prima, per favore ascoltami”.

Hermione rimase stupita da quella frase, così indietreggiò di alcuni passi fino alla porta, e incrociò le braccia per ascoltarlo.

“Hermione...” Ron la guardò determinato, poi esalò un respiro e disse: “Mi dispiace davvero. Per...per tutto. Non solo per come ti ho trattata ieri a Storia della Magia e quando sei venuta a trovare Harry in Infermieria, ma anche per...tutti i litigi stupidi riguardo a Victor Krum, ti ho davvero estenuata, non mi stupirei se mi schiaffeggiassi anche in questo momento...” e dicendo questo strizzò gli occhi e attese un ceffonde. Che non arrivò. Hermione infatti lo guardava con un sorriso.

“Beh, acnh’io non sono stata da meno, Ron” disse con voce leggermente incerta. “In Infermieria ti ho totalmente ignorato, e ho rovinato quello che avresti fatto con Padma, Ron, ma tutto questo ha una sola spiegazione...”

“Ma io stavo con Padma solo perchè temevo a rendermi conto che...a dirti che...che...”

 “...davvero, Dean, mi dispiace!”

Ron e Hermione si guardarono. Le voci provenivano dal corridoio.

“Figurati Calì! E poi, io sarei uscito c-con Hermione solo per starti vicino! Ecco, l’ho detto...”

“Davvero? Oh, caro!” Le voci si allontanarono...

Ron e Hermione si fissarono, poi la ragazza scoppiò: “Beh, si è rifatta in fretta! Stava vicino a me solo per cercare di conquistare Harry!”

“Cosa?!” esclamò Ron. “Quella...che diritto aveva? Come poteva starti vicino solo per Harry? Come ha potuto farti questo? Come si può essere così crudeli da prendere in giro una come...” Si interruppe bruscamente. Hermione gli si era avviluppata contro, e lo abbracciava con ardore, le braccia che lo circondavano, la testa poggiata sul suo petto.

“Grazie Ron, ma non ti devi preoccupare per me. Non ho bisogno di altre amiche. Ho Harry, Victor e...” stava per dire ‘te’, ma Ron si staccò improvvisamente furioso.

“Victor, eh? Beh, se ami lui...lo capisco, eh!, ma non...”

“...io non amo Victor, Ron! Non fare lo scemo!”

“Ma allora chi...”

“Su. Fai due più due. Non è così difficile da capire.”

Ma Ron non rispose.

Ecco, Hermione, si disse la ragazza. Non ti ricambia. Fai un bel respiro e...

Hermione si allontanò da lui. Prima di uscire si voltò verso Ron, la mano sulla maniglia, e gli sorrise esitante. Ron allora corse verso di lei e la abbracciò.

Tutto si svolse come se l’avessero programmato, come in un film: dopo essersi guardati negli occhi si baciarono appassionatamente...

E tutto era in silenzio, rotto soltanto dai singhiozzi di Mirtilla Malcontenta

“Io...io non resisto! E’...è così romanticoooooo!”

 

FINE

  
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