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Autore: cioshes    13/08/2014    3 recensioni
Come colmare il vuoto che Makoto Tachibana aveva dimenticato di portare con sé, magari sopprimendolo nella valigia diretta a Tokyo.
Di Scarti, Sciarade, Bisensi ... e anche un po' di iodio.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appendice alla Sfinge

Di Scarti, Sciarade, Bisensi e vuoti da col-mare.

Colmare.
Haru sapeva bene come farlo.
Sapeva benissimo come colmare il vuoto dentro di lui, come colmare il vuoto di quella casa, come colmare il vuoto che Makoto Tachibana aveva dimenticato di portare con sé, magari sopprimendolo nella valigia diretta a Tokyo.
Haruka non aveva mai cercato di capire le cose che gli stavano lontane, non voleva sforzarsi di decifrare i pensieri della gente: per questo Makoto gliel’aveva messa lì davanti, la risposta alla sua insaziabile voglia di colmare i varchi che iniziavano a diradarsi fra di loro.
Lo dice la parola, no?
Colmare.
Col mare.

Non è forse quell’immensa distesa di acqua salata, che li aveva uniti così tanto?
Non è forse il principio di tutto, il mare?
Ciò su cui ruota la loro esistenza, la loro storia.
E se ne stava lì, con il petto ben stretto alle ginocchia, noncurante dell’acqua tanto ghiacciata che gli trafiggeva le caviglie come scaglie di vetro, perché sapeva che per un bel po’ nessuno l’avrebbe più stretto in quel modo.
E se ne stava lì, a respirare iodio e malinconia, finché i polmoni non facevano male dal freddo, e tutta quella nebbiolina del suo fiato si disperdeva come si è disperso l’odore di Makoto dai suoi vestiti.
E se ne stava lì, col cellulare in mano, il cursore che cercava il suo nome, che poi alla fine si fermava a sottolineare in blu il selezionato, senza più chiamare.

Però c’erano giorni in cui non bastava, ché si era accumulato dentro lui, il mare.
E quelli erano giorni neri, in cui tornava a casa e buttava via tutto, ma poi vedeva quella foto vecchia e bella, i suoi occhi e il suo sorriso smagliante ingiallito già dal tempo, e si scioglieva pensando che l’altro non vorrebbe tutta quella tempesta.
La raccoglieva dal cestino dell’immondizia, se la rigirava tra le dita e sorrideva; tuttavia, era stufo di quel costante vuoto.
Però, i giorni col mare dentro passavano in fretta, un po’ perché ne era dispiaciuto, un po’ perché Makoto spuntava all’improvviso, alto e imponente, da quel maledetto-benedetto treno, e con le lacrime agli occhi e la voce altera urlava il suo nome e correva un po’ goffo con un valigione alle calcagna, e Haru non poteva fare altro che ripetersi che dopotutto, ne valeva la pena.
Si abbracciavano velocemente, sotto gli occhi straniti e inteneriti dei passanti, poi – via! – non si capiva più se correvano insieme al tempio o correvano insieme contro il tempo, perché già si ritrovavano sul punto di partire, e di piangere, e di urlare, e di sussurrarsi addii, e finalmente il letto era caldo e profumava di nuovo del loro insieme.

Makoto partiva, Haru si affrettava a colmare. Col mare, sempre.
Colmava immaginando la sua voce, i suoi borbottii, nelle onde che si infrangevano sulle sponde grigie.
Colmava immaginando i suoi capelli che gli pizzicavano il collo, come quel vento, solo meno freddi.
Colmava la malinconia, triste e dolcissima, perché se si parlava di quel ragazzo dagli occhi verdi, l’attesa diveniva piacevole e il vento si tramutava in brezza.


E allora si sedeva cauto, sorrideva un po’, immaginava, e ancora sospirava, giocherellava con la sabbia, Makoto chissà se ogni tanto mi pensi, chiudeva gli occhi, si stringeva, e sentiva già il mare che lo riempiva della sua essenza. 

 
ANGOLO AUTRICE

Mi mancava ancora la MakoHaru, eh già.
Dopotutto, scrivere delle proprie OTP (paradosso, visto che sono una multishipper accanita, soprattutto se si parla di Free! e di Shingeki) è cosa buona e giusta.
Se non l'avete capito, dopo tutti questi riferimenti, ve lo dico io: sì, la vostra buona vecchia Ciosh compila puntualmente montagne su montagne di numeri de La Settimana Enigmistica. Ma questo non può che andare dritto dritto nel Cassetto delle Cosedicuinoncenepuòfregàdemeno e quindi consigliate, babas, consigliate sempre, che io son qui a vegliare su di voi e a fare la muffa.


Cioshes ve ama dando dando.
Pace, amore e tanti cruciverba tanto fluff.

 
   
 
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