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Autore: Dylanation    13/08/2014    4 recensioni
In questa storia i protagonisti di Fairy Tail non sono maghi, bensì ragazzi normalissimi che giunta finalmente l'estate passeranno la loro prima vacanza insieme senza genitori intorno!
La calda stagione, si sa, porta grandi passioni e amori travolgenti.. E nemmeno Natsu e i suoi amici potranno rimanere immuni dall'effetto di questa bollente estate..
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gray/Lluvia, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Odiava incredibilmente essere svegliata dalla strillante voce di sua madre che urlava il suo nome facendolo rimbombare attraverso ogni corridoio della casa. Poteva sopportarlo durante il periodo scolastico, quando faticava molto ad alzarsi, ma proprio non poteva accettare queste maniere adesso che era estate e che aveva il sacrosanto diritto di dormire più a lungo del solito. Soprattutto dopo essere andata a letto a un orario indecente a causa della festa. Oddio la festa, quei bicchieri di troppo, il bacio di Gerard e poi l'incontro con Gajil.
Ecco, avrebbe decisamente preferito dormire e non ricordare in un solo colpo tutto ciò che le era successo la sera prima.

"Levy, ti cercano!! Muoviti a scendere!" La solita gentilezza delle madri quando si apprestano a svegliare le proprie figlie!
Levy in automatico si alzò dal proprio letto avvolta ancora in uno stato di evidente sonnolenza.
Nello scendere i gradini si chiese tra sè e sè perchè Lucy dovesse venire da lei a quest'ora, anche se in realtà non sapeva bene che ore fossero per la precisione. Aspetta, ma sua madre le aveva per caso detto che era Lucy a cercarla? No, ma Levy in quelle condizioni non si preoccupò nemmeno del fatto che potesse essere qualcun altro. In realtà non si preoccupò nemmeno di andare ad aprire con indosso un paio di microscopici pantaloncini corti di cotone abbinati a una di quelle canottierine che probabilmente metteva quando aveva 15 anni. Insomma, ragionare di prima mattina non era di sicuro uno dei suoi punti forti.
Ignorò qualche parola di sua madre, riuscì solo a percepire la sua voce ma non a distinguere il significato di ciò che stava dicendo e senza nemmeno risponderle aprì la porta di casa, rimanendo per pochi secondi accecata a causa della forte luce che la colpì in quell'istante.

Si ritrovò davanti a un sorpreso e leggermente a disagio Gajil, mentre sua madre scuoteva il capo portandosi una mano sul viso, probabilmente chiedendosi da chi avesse ereditato Levy tutta quella propensione alle figuracce.

"Scusala, sta ancora dormendo!" disse sua madre rivolgendosi a Gajil mentre trascinava dentro casa Levy, che era rimasta troppo confusa da quell'immagine per poter reagire.

"Levy, ma ti sembra il caso di andare ad aprire la porta di casa vestita così? E con quella faccia poi!"

"Ma...ma...ma... Ma io cosa ne sapevo che era lui, mamma?" rispose Levy portandosi le mani sugli occhi per nascondere la faccia.

"A proposito, chi è?"

"E' una lunga storia, ma non è questo il punto! Cosa ci fa qui?!"

"Ha detto di essere un tuo amico e voleva sapere come stai stamattina! Ti è successo qualcosa ieri alla festa, a proposito?"

"No mamma, ho solo bisticciato con Gerard. Ma adesso io cosa dovrei fare? Non posso lasciarlo lì sulla porta!"

"Oh, beh! Mi ha anche chiesto se avevi già fatto colazione.. A me sembra abbastanza interessato a chiederti di uscire, non trovi?"
Levy non rispose e il panico si impossessò di lei. Innanzitutto la infastitiva incredibilmente quando sua madre iniziava a fare allusioni di quel genere, ma al momento non poteva dare troppo peso a questa cosa dato che era una situazione particolare e a dir poco assurda. Fece in un secondo mente locale e decise il da farsi.
Aprì la porta affacciandosi solo con il viso e notò con piacere che Gajil era ancora lì fermo con una mano in tasca e l'altra intenta a correre tra i folti capelli neri.

"Tra cinque minuti sono pronta. Va bene?" gli domandò tutto d'un fiato.
A pensarci bene non le aveva chiesto d'uscire, ma nemmeno lei gliel'aveva proposto. Levy sperò con tutto il cuore che Gajil capisse quella sua criptica frase. Dopotutto lei non gli avrebbe mai detto qualcosa come 'Grazie infinite per ieri sera, sono felicissima che tu sia qui e mi piacerebbe molto passare del tempo con te!', perciò lui avrebbe dovuto interpretare quella strana frase.

"Ghihi! Ma sì che ti aspetto!" le rispose.
Che ghigno fastidioso e che risatina insopportabile che aveva Gajil, Levy proprio non sopportava quei dettagli. In quel momento però non le pesarono più di tanto quei particolari, e si beò invece della risposta che aveva appena ricevuto. L'avrebbe aspettata, probabilmente aveva ben interpretato il messaggio che voleva dargli, e pensò tra sè e sè che forse avrebbe potuto seppellire l'ascia di guerra nei confronti di quel ragazzo che in effetti si stava dimostrando meglio di quanto sembrasse.

Come promesso, in cinque minuti Levy fu pronta e dopo aver abilmente evitato le domande curiose della madre, raggiunse Gajil nel giardinetto di casa sua e iniziarono ad incamminarsi verso una meta imprecisata.

"Allora, come stai?" domandò d'un tratto lui interrompendo quel lunghissimo silenzio che stava cominciando ad essere pesante.

"Bene, bene! Tutto passato! Devo solo regolare i conti con un certo idiota e poi sarò a posto!"
Levy rispose in fretta, non ci teneva particolarmente a ricordare quei momenti di terrore che aveva provato la sera prima. Improvvisamente si rese conto di star seguendo Gajil meccanicamente, senza sapere dove stessero andando. Decise comunque di non fare domande e si limitò a formare decine di ipotesi nella sua mente, mentre ogni tanto lanciava un'occhiata veloce al ragazzo accanto a sè.
Perchè mai avrebbe dovuto darsi così tanto da fare per lei? Proprio non riusciva a capirlo, e decise di interpretare l'azione di Gajil come semplice gentilezza, anche se sembrava l'ultima persona al mondo a possedere quella caratteristica.

"Siamo arrivati Piccoletta!" esordì lui interrompendo gli impegnativi pensieri di Levy.
La ragazza guardò di fronte a sè e vide il bar dove era stata con Lucy pochi giorni prima, quello stesso bar in cui aveva fatto una figuraccia tremenda con Gajil, al solo pensiero poteva ancora arrossire dalla vergogna.

"Ghihi! Non fare quella faccia e muoviti!" la schernì il ragazzo.

"Non ti permettere di parlarmi così, brutto maleducato!" lo rimproverò Levy sbuffando e fingendosi offesa, ma continuando a seguirlo mentre si andava a sedere ad un tavolo.

Parlarono del più e del meno per tutto il tempo, rendendo la conversazione meno monotona con battutine e frecciatine, cosa che ormai avevano preso come abitudine. Se qualche sconosciuto li avesse sentiti parlare avrebbe probabilmente pensato che quei due litigassero continuamente, visto il modo in cui si rimproveravano e si punzecchiavano. Quello però era il loro modo di fare, e ad entrambi piaceva che l'altro non mollasse mai la presa, ma che anzi insistesse sulle proprie convinzioni. Il più delle volte i loro battibecchi venivano affrontati con un sorrisetto in viso e venivano conclusi senza che nessuno dei due desse ragione all'altro, semplicemente sfociavano in una risata o in un qualche sguardo d'intesa tra loro.



Nel frattempo, in una casa piuttosto distante dal centro del paese, Gray si stava alzando lentamente dal proprio letto. Sentiva ancora la stanchezza addosso, e sapeva che non l'avrebbe lasciato facilmente quella mattina.

Trascinandosi per i corridoi, notò immediatamente un particolare alquanto strano: sulla porta della camera di Gerard c'era un foglio attaccato con del nastro adesivo.
"Non svegliatemi, non disturbatemi. Quando poi mi sveglio vengo in spiaggia."
Gray rimase interdetto di fronte a quel messaggio, da quando in qua Gerard si comportava così? Forse doveva essergli successo qualcosa alla festa. Stupida festa, non aveva fatto altro che incasinare la loro vacanza.
Gray sbuffò e decise di andare a svegliare Natsu, e se fosse servito avrebbe usato persino le cannonate.
Dopo qualche insulto e qualche cuscino lanciato in giro per la stanza, Natsu si rassegnò all'insistenza di Gray e si sfregò gli occhi un paio di volte per poi alzarsi in maniera svogliata e vestirsi con fare altrettanto poco entusiasta.

"Gerard non vuole essere disturbato, ti va bene se siamo solo io e te?" chiese il moro.
In un primo momento Natsu provò rabbia verso Gray, perchè cavolo l'aveva svegliato e non era rimasto a letto finchè Gerard non si fosse alzato? Stava quasi per rispondergli in malomodo, quando si rese conto della faccia strana che aveva l'amico quella mattina. Sembrava aleggiasse intorno a lui un velo di tristezza, come se avesse addirittura bisogno della sua compagnia. Ragionò velocemente sul fatto che l'avesse svegliato, dopotutto non era mai successo che Gray volesse qualcuno accanto a sè, di solito se nessuno era disponibile lui se ne andava da solo a fare una passeggiata o cose simili.
Possibile che non volesse rimanere solo stavolta?

"Va benissimo! Anzi, mi fa piacere" rispose Natsu. Sentì qualcosa che lo spingeva a offrire il proprio aiuto all'amico, e ora che ci pensava bene, anche lui avrebbe avuto bisogno di qualcuno con cui parlare.



Lucy come al solito era mattiniera, e poco le importava di essere andata a dormire ad un orario indecente. Assaporava il profumo della salsedine seduta su uno dei tanti piccoli moli che affacciavano sul mare, godendo di quella pace che si poteva trovare solo a quell'ora. Sentendo il proprio stomaco che cercava di richiamare la sua attenzione, tirò fuori dalla borsa un sacchettino di carta e già poteva sentire l'acquolina in bocca. Infatti, mentre si recava verso la spiaggia, si era fermata in un piccolo bar per prendere un cornetto e un succo, e aveva deciso di gustarseli in riva alla spiaggia, per cominciare al meglio la giornata.
Aprì con fare quasi solenne il piccolo sacchetto e vi infilò dentro la mano. Venne subito pervasa dal panico.
Dove cavolo era la sua preziossissima pasta alla nutella?!
Ravanò in lungo e in largo anche la propria borsa, con la speranza di trovarvi il cibo che stava cercando, ma niente da fare. Le tornò alla mente la faccia sorridente del barista che l'aveva servita e giurò a se stessa che non avrebbe mai dimenticato quel terribile affronto.

"Incapace di un barista!! Che fine hai fatto fare al mio cornetto?!" si sfogò rabbiosamente la bionda, cadendo poi in un pozzo di tristezza e depressione.

"Ehm... Ciao!" tentò di chiamarla una ragazza, senza ottenere molto successo.
"Se vuoi.. Ehm, se vuoi io avrei un cornetto in più!" concluse con voce gentile la ragazza, riuscendo finalmente a farsi notare da Lucy.
La bionda infatti si voltò di scatto, mostrando tutta la felicità che in quel momento stava provando.

"Tu... Davvero??" disse sorridendo a più non posso Lucy, quasi però con la paura che tutto ciò non fosse vero.

"Sì, ne avevo preso uno in più per un amico, ma mi ha avvisata che non riesce a venire! Solo che ecco, dato che l'avevo presa per un ragazzo, come puoi immaginare, è piuttosto farcito! Ti piace la nutella?"

"Da morire!! Non sai quanto mi rendi felice! Io mi chiamo Lucy, siediti pure accanto a me!"

"Grazie, molto volentieri! Io mi chiamo Lisanna comunque, non pensavo che il cibo potesse rendere così felici!"

"Beh devi sapere che una buona colazione è per me il modo migliore per cominciare la giornata! E dato che hai salvato la situazione, sappi che sono in debito con te!"
Le due ragazze scoppiarono a ridere, per poi cominciare a mangiare felici, chiacchierando del più e del meno, ignare che a legarle ci fosse molto di più che una semplice colazione condivisa.



"Senti...Devo dirti una cosa." annunciò abbassando lo sguardo Gray, mentre Natsu finiva di bere il proprio caffè bollente.

"Dimmi pure!" gli rispose l'amico, iniziando a capire che in effetti c'era davvero qualcosa che turbava Gray.
Il moro raccontò all'amico ciò che era successo la sera prima, parlando di quanto si era divertito a lasciarsi andare con Juvia mentre ballavano, e arrivando poi a quell'imbarazzante momento in cui rimasero soli. E lì si bloccò.

"..quindi?" chiese impaziente Natsu.

"Quindi niente, mi sono alzato e me ne sono andato."
Natsu sgranò gli occhi più che potè, incredulo di fronte a quell'affermazione.

"Eh?" fu l'unica cosa che riuscì a dire il rosato, con la speranza di aver capito male.

"Me ne sono andato. Prima però le ho chiesto scusa!" ribadì Gray guardando l'amico con gli occhi di un cane bastonato, come se non volesse sentirsi dire d'aver sbagliato.

"Ma sei scemo?! Cioè.. Avevi Juvia lì di fronte a te, con quei suoi due occhioni blu piantati nei tuoi, eravate da soli e sotto la luna.. E non hai fatto niente di niente? E poi, credi che chiederle scusa basti?"

"Oi, ma da quando sei l'esperto di queste situazioni?! Ti ricordo che tu per primo sei un disastro in materia!"
Natsu stava per ribattere qualcosa, ma sapeva che l'amico aveva ragione.

"Siamo due idioti io e te, vero?" domandò guardando Gray con lo sguardo di un bambino colpevole.

"Già..." confermò il moro, annuendo rassegnato all'amico.
Anche se in maniera stupida e forse un pò infantile, in quel momento Gray e Natsu si sentirono molto vicini, ed una nuova sensazione era nata in loro. Come se adesso avessero la consapevolezza di avere qualcuno al proprio fianco che a prescindere da tutto ci sarebbe sempre stato.
Si imbarazzarono entrambi nel realizzare questo fatto, perchè dopotutto non erano abituati a mostrare sentimenti e cose del genere, ma un sorriso complice tra loro fu il modo migliore per risolvere la situazione.

"Sai cosa facciamo?" disse tutto d'un tratto Natsu. "Adesso noi andiamo in spiaggia e appena vediamo Lucy e Juvia andiamo a parlare con loro!"
Gray annuì e insieme all'amico si avviò verso la spiaggia, chiedendosi tra sè e sè come facesse Natsu a essere così pieno d'entusiasmo anche in una situazione come quella.

Stavano per scendere i gradini che li avrebbero portati in spiaggia, quando notarono la piccola Levy accompagnata da Gajil, e non poterono far altro che rimanerne sorpresi.

"L-Levy?!" chiesero in coro i due amici, ancora sbigottiti da quell'immagine.

"Ciao ragazzi" rispose con voce piatta la piccola ragazza dai capelli blu "Gerard non è con voi?"

"Ehm.. No, è rimasto a letto! Ma tu cosa ci fai con lui?"

"Guardate che vi sento!" ringhiò Gajil.

"Come sta Juvia?" domandò Gray guadagnandosi le occhiate interrogative di tutti i presenti ad eccezione di Natsu.

"E' uscita presto stamattina! Perchè mi chiedi come sta?! Le hai per caso fatto qualcosa di cui potresti pentirti?!"

"Ma no, ma no.. Solo che ho bisogno di parlarle!"

"Beh.." disse Gajil spostando l'attenzione verso la spiaggia "Se devi parlarle, ti conviene darti una mossa!"
Concluse poi la frase indicando un punto vicino all'entrata del bar in cui lavorava sua sorella, e tutti volsero lo sguardo in quella direzione, rimanendo impietriti e senza parole di fronte a quell'immagine.

Juvia era in piedi in mezzo al vialetto che portava alle cucine, e di fronte a lei un alto ragazzo dai capelli d'argento le stava parlando avvicinandosi sempre più. La ragazza sorrideva imbarazzata e tentava di mantenere una certa distanza da questo ragazzo, ma sembrava non disdegnare la sua compagnia. Lui allungò poi una mano verso il viso di Juvia e le portò dietro all'orecchio una ciocca di capelli caduta dall'alta coda di cavallo che si faceva ogni volta che andava a lavorare, provocando grande imbarazzo in quel gruppetto che si era ritrovato a fare da spettatore a quella scena.
Natsu, Levy e Gajil volsero il proprio sguardo in direzione di Gray, preoccupati per come avrebbe potuto reagire. Il moro era immobile ed impassibile, gli occhi di chi lo stava osservando  potevano notare solo qualche nervo contratto ed i pugni serrati, ma mai avrebbero potuto vedere quanto in realtà dentro si stesse riempiendo di piccole ma profonde crepe l'animo di Gray.

Gajil sospirò scuotendo il capo. "Scusate, doveri di fratello maggiore!" disse poi, lasciando il gruppo e scendendo deciso le scale in direzione di sua sorella.

"Gray.. tutto bene?" domandò Levy con un filo di voce.

"Splendidamente." rispose il moro senza cambiare di un millimetro la propria espressione. Detto questo, scese quella decina di gradini di fronte a sè e andò in direzione della spiaggia, lasciandosi alle spalle quella scenetta da voltastomaco vista pochi istanti prima.

Natsu seguì Gajil con lo sguardo e vide il ragazzo coi capelli d'argento dare qualche spiegazione agitandosi vistosamente. Contemporaneamente, notò Juvia guardare proprio nella sua direzione e i loro occhi si incrociarono per un istante. Natsu non seppe leggere quello sguardo, ma dopo aver visto la reazione di Gray, Juvia girò i tacchi e se ne andò in cucina.

"Che razza di situazione!" esordì Natsu tutto d'un tratto.

"A proposito!! TU!! Razza di codardo!"
Il rosato guardò con sorpresa Levy, che ora si era messa a puntargli il dito contro avanzando sempre di più verso di lui, costringendolo ad indietreggiare. Quanto spaventosa poteva essere quella minutissima ragazza?

"Sappi che so tutto e che non ti permetterò di fare stupidaggini o cose simili! Sii uomo e prendi una decisione! E per piacere, che sia una decisione sensata!!"

"Innanzitutto.." cominciò a rispondere Natsu "Sono venuto qui con l'intenzione di parlare con Lucy per vedere di risolvere la situazione! Poi io sono liberissimo di comportarmi come mi pare, visto che lei si è già sistemata con un damerino tutto impettito! Lisanna è mia amica da sempre e semplicemente mi piace passare del tempo assieme a lei! Quindi bada bene che non sono io il problema, ma è la tua cara amica Lucy a complicare tutto quanto!"

"Ti piace molto, non è così?" chiese Levy all'amico, sorridendogli complice.
Come ci si poteva aspettare da Natsu, non rispose. Si limitò ad incrociare le braccia al petto sbuffando qualcosa come "Piccola impicciona!", mentre incominciava ad avviarsi verso la spiaggia.

Una volta raggiunto l'ombrellone, Natsu appoggiò il proprio zaino e notò che Gray si era già isolato da tutto il resto mettendosi sulla sdraio con l'iPod acceso, a quanto pare non aveva molta voglia di chiacchierare o impiegare il suo tempo in modi diversi. Il rosato decise di imitarlo e dopo essersi sdraiato comodamente infilò le cuffiette nelle orecchie, pronto a continuare quella dormita che Gray aveva interrotto poco più di un'ora prima.
Partirono le prime note di una canzone non troppo carica, aveva bisogno di rilassarsi e la musica lo aiutava molto in queste situazioni di solito. Stava già per abbandonarsi ad un sonno profondo, quando gli sembrò addirittura di intravedere Lucy passeggiare poco distante da lui.
Era in dormiveglia e quell'immagine gli sembrò solamente frutto della propria fantasia. E così, con la figura di Lucy che pian piano si faceva sempre più sfocata nella sua mente, si lasciò cullare fino ad addormentarsi completamente nel giro di pochi secondi.


"Levy!! Che bello vederti qui!" esordì Lucy andando verso l'amica, che in quel momento stava per entrare dentro al bar.

"Lucy ciao! Non sai quante cose sono successe ieri sera! Mangi con me?"

"Ho già fatto colazione, mi dipiace! A proposito, devo presentarti una ragazza che ho conosciuto prima! Guarda, è quella là fuori!"
Levy guardò nella direzione indicata da Lucy e non potè che rimanere per qualche secondo impietrita. Era quasi certa che quella ragazza fosse la stessa che era con Natsu la sera prima, e doveva assolutamente dirlo a Lucy.

"Ehi Lu, non è che per caso si chiama Lisanna?" domandò lei mentre sul suo viso nacque uno sguardo serio.

"Sì, ma come lo sai? Mi ha detto che non è di queste parti e..."

"E' qui per riconquistare Natsu. Non credo però che sappia chi sei."
Levy fu secca e diretta, quasi brutale. Lucy sentì come se la terra le stesse piano piano sparendo da sotto i piedi, e non riusciva a credere a quello che l'amica le avesse appena detto.

"Cosa vuol dire 'riconquistare Natsu' ?" disse quasi sottovoce la bionda.

"E' una ragazza della sua scuola, Natsu l'aveva piantata in asso senza darle nessuna certezza e così lei l'ha seguito fin qui."

Seguirono lunghissimi istanti di silenzio, finchè Juvia attirò la loro attenzione sbucando al bancone del bar.
"Ciao ragazze, dovete mangiare qualcosa?"

"Non per me" rispose immediatamente Lucy "Io devo andare via di qui!" Così dicendo si girò e andò verso la porta, lasciando sole le due ragazze.

"Cosa le prende, Levy?" chiese Juvia.

"Una questione complicata, cara mia!! Ma non pensiamoci, dammi pure una fetta della tua torta più buona!"

"Va bene, ma tu non sei andata a far colazione con Gajil?"

"Ehm..Sì! Non sapevo che te l'avesse detto! Comunque è che non avevo assolutamente fame un'ora fa e quindi ho solo bevuto un caffè, ma ora mangerei fino a scoppiare!" spiegò tutto d'un fiato la piccola Levy.

"Ah, capisco! Tensione da primo appuntamento!" disse Juvia stampandosi in faccia uno dei suoi migliori sorrisi.

"A-a-appuntamento?! Ma no, ma no! Che dici? E' stato solo un caso!"
Vedendo l'amica così in difficoltà, Juvia decise di non proseguire oltre con il discorso, ma ancora non conosceva Levy e non poteva sapere quanto fosse abile quest'ultima a tirarsi fuori dalle situazioni imbarazzanti.

"Ma invece parliamo un pò di te..." cominciò la piccola ragazza dai capelli blu "Ieri sera sei sparita insieme a Gray, e stamattina un altro bellissimo ragazzo ti fa gli occhi dolci all'ingresso delle cucine! C'è qualcosa che mi vuoi dire?" Nel dire queste parole Levy aveva assunto un ghigno malvagio, mentre si sporgeva sempre di più sul bancone in direzione della povera Juvia.

"Ehm.. E' una cosa complicata!" tagliò corto la barista mentre tentava di placare la curiosità di Levy.

"E perchè sarebbe una cosa complicata? Per caso non sai chi dei due scegliere?" Quando doveva partire al contrattacco, Levy sapeva sempre essere molto invadente e supponente, chi non la conosceva l'avrebbe descritta anche come insopportabile.

"No, no.. Non è così! Juvia non deve scegliere proprio niente..."
Levy corrugò la fronte a quell'affermazione, da quando Juvia parlava in terza persona e con quel tono così imbarazzato?

"Ieri Gray ha lasciato Juvia da sola, e Juvia lo può accettare! Il ragazzo che era con Juvia stamattina era solo un amico!"

"Ehm.. Juvia, stai bene?" domandò Levy guardando preoccupata la ragazza. "Parli in modo strano!"
La barista fece un gran sospiro e abbassò lo sguardo, per poi tornare a prestare attenzione a Levy.

"Scusami, è un'abitudine che avevo tanto tempo fa! Ogni tanto, soprattutto quando sono un pò imbarazzata, mi torna spontaneo parlare così, ma non preoccuparti!"
Levy sorrise spontaneamente di fronte a quell'affermazione. Non sapeva perchè, ma trovava che Juvia fosse buffa nei suoi modi di fare così particolari.
Poi ripensò però a quello che le aveva appena detto. Cos'è che aveva osato fare Gray?!



Gerard era sveglio da ormai mezz'ora ed era già pronto per uscir di casa. Pensandoci bene non aveva la minima voglia di stare in mezzo a tutti gli altri, soprattutto perchè magari Levy aveva già rivelato a mezzo mondo cos'era successo la sera precedente facendolo passare per un maniaco o qualcosa del genere. Sospirò rassegnato a dover avere addosso gli sguardi furenti dei suoi amici come minimo per tutto il giorno, ma non si diede per vinto. Quel mattino infatti si svegliò di buon umore e aveva in testa un sacco di nuove prospettive.
Dopotutto, un bacio dato da ubriaco non poteva essere un motivo abbastanza valido da rovinare un'amicizia, e niente e nessuno gli avrebbe impedito di fare pace con Levy.

Era in giro per le strade del centro, abbastanza indeciso sul da farsi. Stava giusto pagando il conto della veloce colazione fatta, quando con la coda dell'occhio vide qualcuno di ben noto. Gli corse dietro trafelato e lo raggiunse solamente quando fu entrato in un negozio a cui Gerard non aveva mai fatto caso.

"Gajil!! Aspetta!"

Il moro si voltò con aria scocciata, mentre un filo di stupore gli balenava in quegli occhi rossi.
"Che vuoi?"

"Beh...Ecco...." Gerard faticava a parlare. Un pò per la corsa fatta, un pò perchè quel ragazzo grande e grosso gli incuteva un pò di timore, e un pò perchè non sapeva bene come porre la domanda. "Per caso tu... Hai visto Levy stamattina?"

Senza perdere nemmeno un millimetro del proprio sguardo affilato, Gajil inarcò un sopracciglio e rilfettè un secondo prima di rispondere.
"Sì, l'ho vista. Qualcosa mi dice però che anzichè darti queste informazioni, farei meglio a pestarti a sangue."

In quel momento si poteva leggere il terrore più puro negli occhi del ragazzo dai capelli blu. Era stato un folle a chiedere una cosa del genere proprio a quella montagna di muscoli che si trovava di fronte! Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa con cui difendersi visto che Gajil stava avanzando in sua direzione e non accennava a fermarsi, ma più cercava oggetti contundenti e più si rendeva conto del luogo in cui era finito. Fogli pieni di disegni, boccetti di inchiostro da tutte le parti, anellini in argento e diversi piercing esposti in vetrine perfettamente curate: quello doveva essere il negozio in cui Gajil lavorava.
D'un tratto ecco il trillìo che indicava l'ingresso di qualcuno dalla porta. Gerard sospirò sollevato: era salvo.

"Buongiorno! Sono qui per quel colloquio!"
Non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la ragazza che era appena arrivata, gli bastò l'ondata di profumo che lo avvolse. Un profumo che lo portò subito in un'altra dimensione, facendogli scorrere nella mente sensazioni tanto calde e accoglienti quanto adrenaliniche e frenetiche.

"Erza!" pronunciò mentre si voltava per incontrare quegli occhi così profondi.

"Vi conoscete?" domandò Gajil ancora prima che la rossa potesse salutare Gerard.

"Beh.. Ci siamo conosciuti ieri sera alla festa e.."

"Oh, sì! Era depresso e per poco non si lanciava giù dal ponte che dà sul fiume!" esordì sorridendo Erza, interrompendo le parole del ragazzo coi capelli blu.
Ci fu un istante di silenzio, in cui Gerard pensava tra sè e sè che forse sarebbe stato meglio non contraddire la ragazza, mentre Gajil guardava entrambi con aria curiosa.

D'un tratto fu proprio il moro a interrompere quel silenzio, iniziando a ridere sguaiatamente a andando verso Gerard.
"Hai proprio ragione! Ce lo vedo questo qui mentre piagnucola in riva al fiume!" Gajil incominciò a dare forti pacche alla schiena del ragazzo dai capelli blu, mentre la sua risata aveva coinvolto anche Erza.

"Mi piaci, ragazza!" continuò il moro "Incominci questo colloquio proprio con il piede giusto! Ora vieni di là con me che ti faccio altre domande!" e così dicendo sparì dietro alle tende viola che portavano alla stanza adibita ai tatuaggi nel retro del negozio.

"E così ti serve un lavoro, eh?" domandò retorico Gerard mentre si guardava le punte dei piedi, ancora in imbarazzo per il modo in cui era stato trattato poco prima.

"Sì.. Starò qui solo qualche mese!" spiegò Erza cercando di non far pesare la situazione al ragazzo di fronte a sè.

La rossa era sulla soglia della porta che dava sul retro con in mano una delle due pesanti tende, ma con lo sguardo rivolto ancora verso quei capelli blu che coprivano del tutto il volto di Gerard.
"Sai, non devi mai andare avanti a capo chino. Hai un bel viso, fallo vedere!"

Gerard accennò un lievissimo sorriso mentre le sue guance si sfumarono appena di rosso.
Erza notò gli occhi di lui che la guardavano attraverso qualche ciuffo blu ribelle. Gerard aveva proprio degli occhi interessanti: le sembravano marroni, ma a guardarci meglio poteva notare qualche sfumatura verde. Ma poi perchè era arrossito leggermente? D'un tratto si rese conto di ciò che aveva appena detto.

"Cioè.. Ecco, non fraintendere! Non è come se avessi detto che sei bello! Ma non che tu sia brutto! Intendevo solo dire che devi andare avanti a testa alta senza farti mettere i piedi in testa! E poi sì... Uhm... Beh, devo continuare il mio colloquio adesso! Ci si vede!"

Gerard la guardò mentre agitata cercava di dare un senso al fiume di parole che stavano uscendo dalla sua bocca, e prima ancora che potesse dirle qualcosa, la vide sparire più veloce di un fulmine dietro a quel viola scuro. Uscì dal negozio sorridendo, dopotutto quella ragazza aveva qualcosa di insolitamente buffo, e inoltre se avesse iniziato a lavorare con Gajil, forse avrebbe avuto modo di rivederla.



Natsu si svegliò e notò che Gray non era più accanto a sè, ma decise di non preoccuparsi perchè anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, aveva fiducia nel suo amico. Diede una veloce occhiata all'orologio e notò che l'ora di pranzo era già passata da un pezzo. Trovò curioso che non avesse per niente fame.
Si alzò dal lettino scricchiolando un pò le ossa e decise che una nuotata sarebbe stata un'ottima idea per togliersi di dosso tutto quel caldo che aveva.
Il contatto con l'acqua non fu troppo traumatico, era fresca ma gli piacque la sensazione elettrica che sentì diffondersi per tutto il corpo. I brividi non durarono altro che pochi istanti, dopodichè le goccioline d'acqua salata furono lasciate libere di correre veloci su quella pelle un poco abbronzata.



Lisanna guardava quegli occhi marroni e ci vide dentro un mare di tristezza. L'espressione seria sul viso di Lucy le fece capire che le aveva detto la pura verità.
"A te quindi.. Piace Natsu?" domandò alla bionda provocandole un piccolo sussulto.

"No! No! Non direi... Forse aveva una piccola possibilità di piacermi all'inizio, ma ora non più! Sai, dopo che abbiamo litigato..."

Silenzio.
Lucy aveva parlato a Lisanna ininterrottamente per tutto il tempo, spiegandole del litigio che aveva avuto con il ragazzo dai capelli rosa, spiegandole del modo in cui l'aveva fatta sentire e della rabbia che ora c'era tra di loro. Dopo aver finito il racconto però sentiva un grande vuoto nel petto, come se non avesse più nient'altro da aggiungere a quella storia. Si sentì triste perchè Lisanna invece conosceva Natsu da molto tempo, e sicuramente avrebbe avuto decine e decine di aneddoti di cui parlare, e ne fu addirittura invidiosa.

"A me Natsu piace. Mi è sempre piaciuto!"
Lucy non riuscì a guardare in faccia Lisanna e la sua sincerità. Queste parole le erano scivolate dentro fino al cuore, e si sentì bruciare dentro nel momento della confessione dell'altra ragazza.

"Lui però non lo capisco, sinceramente.. Mi ha sempre trattata come una sorella, non come una fidanzata."
La bionda alzò lo sguardo sorpresa, ma non disse niente. Certo, poteva aspettarselo da Natsu visto e considerato quanto fosse infantile, ma credeva che ci fosse molto di più tra lui e Lisanna.

Avevano chiacchierato camminando sul bagnasciuga e i loro sguardi, in quel momento rivolti verso il mare, si incrociarono con quelli stupiti e increduli di Natsu, il quale stava tornando a riva dopo essersi rinfrescato.
Sinceramente, sentiva una gran voglia di tornarsene in mare aperto.

"Ehm... Ciao?" tentò di iniziare il ragazzo, insicuro sul da farsi e totalmente incapace di comprendere i visi delle due ragazze.

"Tranquillo, non devi neanche fare la fatica di presentarci! Il caso, eh?! Beh, è stato un piacere, io me ne vado!" la sfuriata di Lucy non tardò molto ad arrivare, spingendo poi la bionda ad andarsene.

"Ma cosa vuoi tu da me?!" sbraitò Natsu andando di qualche passo dietro alla ragazza, sotto lo sguardo triste di Lisanna.
"Non capisco perchè tu debba ancora avercela con me dopo essertene fregata così tanto di tutto!"

"Cosa vuoi dire?" domandò Lucy confusa.

"Voglio dire" rispose il ragazzo dai capelli rosa avvicinandosi di un passo alla bionda "Che se davvero ti fosse importato del nostro litigio, ieri sera non avresti avuto il bisogno impellente di stare tra le braccia di quel viscido damerino!"

"Bada bene come parli di Loki! Lui è educato e gentile, pregi che tu non sai nemmeno cosa siano!"

I due non se ne accorsero, ma più litigavano e più si avvicinavano, come se fossero attratti l'un l'altra da qualcosa di così forte da eludere persino i loro voleri. Lucy, come al solito, gesticolava animatamente e non si fermò nemmeno quando si trovò troppo vicina al ragazzo dai capelli rosa. Natsu, riempito da rabbia e agitazione, bloccò a mezz'aria un braccio di Lucy tenendole fermo il polso con la propria mano.

Avevano i volti vicini, forse troppo.
Natsu poteva vedere distintamente le pagliuzze dorate negli occhi di lei bruciare alla calda luce di quel sole pomeridiano.
Lucy dal canto suo poteva seguire una per una le piccole goccioline di sudore e mare che in quel momento scorrevano lungo il viso arrossato di lui.
Natsu non riuscì a non pensare quanto lei fosse bella in quel momento, così calda, così passionale, così viva.
Allo stesso modo Lucy si sentì troppo debole di fronte a quei lineamenti tesi, a quella forza e a quegli occhi profondi e pieni di sentimento.
Le parole erano improvvisamente finite e la discussione era diventata una sfida di sguardi, uno scontro nato per non esser vinto da nessuno.

"Me ne vado!" disse Lucy, trovando il coraggio di riemergere da quel mare di irrazionalità in cui Natsu la trascinava ogni volta.
Il ragazzo le lasciò il polso quasi controvoglia, mentre cercava di calmarsi in un qualche modo.
"Lisanna, scusaci! Come vedi non abbiamo niente da condividere io e lui." continuò la bionda rivolgendosi all'altra ragazza, rimasta in disparte ad assistere alla scena per tutto il tempo.
Natsu guardò Lucy andarsene e poi cercò di dire qualcosa, ma non trovò niente di abbastanza appropriato per quella situazione.

"Senti... Me lo puoi dire se la mia presenza ti infastidisce..." disse Lisanna con sguardo basso.

"Ma no, scema.." rispose lui accarezzandole un pò la testa "Mi dispiace solo metterti in mezzo a queste storie!"

Natsu la tirò poi a sè, facendole appoggiare la testa nell'incavo del proprio collo e continuando a passarle la mano tra i capelli cercando di darle più conforto possibile.
Lisanna sorrise felice sentendo quel calore tutto per sè, dopotutto era ciò che aveva sempre desiderato.
Si stava quasi per accoccolare del tutto in quello spazio così accogliente, almeno fin quando ruotò i suoi due enormi occhi azzurri per incontrare quelli scuri di lui.

Fu in quel momento che la felicità lasciò spazio alla dura realtà, fu in quel momento che una piccola fiamma di rassegnazione si accese nel cuore di Lisanna e fu in quel momento che il dolce sorriso di lei diventò un'inespressiva linea di amarezza: Natsu l'aveva accolta tra le sue braccia e le stava donando il suo calore, ma il suo sguardo e i suoi occhi, come sicuramente anche i suoi pensieri, erano ancora rivolti verso il punto in cui Lucy stava piano piano sparendo all'orizzonte.




Ecco, vi prego: non uccidetemi! So che non aggiorno da febbraio e so che essendo passati così tanti mesi magari vi aspettavate un capitolo più bello e lungo e articolato e pieno di sorprese.. Il punto è che ho trovato tempo di scrivere adesso perchè sono in ferie, se no ahimè non ho mai tempo :( La storia ce l'ho ben presente e quindi non la lascio a metà, solo dovete avere la pazienza di sopportare i miei aggiornamenti occasionali :(
Sono quasi quasi disposta a implorare il vostro perdono esaudendo qualche magari vostra piccola piccola richiesta visto che sto anche progettando e scrivendo una raccoltina di Oneshot :D Fatemi sapere cosa ne pensate, dai!
Non mi dilungo tanto a parlare del capitolo perchè uffa è uno di quei capitoli che non mi piacciono molto, dove non succede niente se non qualche dialogo importante e cose così!
Ho cercato di mettere un pò di passione tra Lucy e Natsu perchè si era andata a spegnere quasi del tutto! (Didi vedi che ti penso tanto??) <3
Le fan della Gruvia verranno ad uccidermi, me lo sento.. Ci ho messo in mezzo una certa "testa argentata" e sto per ricevere valanghe di insulti, ma a me piace tanto torturare i miei personaggi!
Un'altra parte che amo di Erza comunque è il suo essere buffa e impacciata in certe situazioni, e anche se subito magari può sembrare sicura di sè, secondo me in amore è parecchio un disastro :)
Ritornando al discorso dei miei aggiornamenti, mi duole avvisarvi che sarà così per un bel pò.. Però, come ho fatto negli ultimi mesi, pubblicherò Oneshot e magari mini storielle ogni tanto, visto che ne ho già un pò pronte e altre sono già in fase di stesura..Così magari sentite meno la mia mancanza! *sgrano i miei occhi blu in cerca di alleati*
Colgo l'occasione per dare un bacio enorme e un abbraccione a Fairy Ice (per me sei una delle persone più dolci e carine del mondo), e dico ciao anche alla MIA Bea che nonostante tutto è sempre qui accanto a me a dirmi parole bellissime e a farmi sentire al settimo cielo.. Ti voglio bene, sai?
Un abbraccio anche a tutte voi che mi sopportate..Lo so, non è facile avere a che fare con me!
Un bacione,
- Dylan
  
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