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Autore: jungkookitty    13/08/2014    4 recensioni
||Tratto dalla storia||
"Non lo so... Ogni giorno è così difficile starti lontano, mi sembra che siamo vicini quanto degli estranei" sussurrò il ragazzo, con la voce tremante. Stava per scoppiare a piangere, ma non voleva farlo.
"Lo so, ti capisco. Ma sappi che alla fine del giorno io ci sono sempre, quindi non devi essere così triste" sorrise lei, sospirando. Il loro fuso orario aveva 10 ore di differenza -se non di più- e Calum sapeva che presto sarebbe crolalato dal sonno.
"Non ti vedo da così tanto tempo, fa male" gli si spezzò la voce, e sentì una lacrime scorrergli su una guancia.
-:-
"Mi sei mancato così tanto" disse lei, con le mani sulle guance del ragazzo. Aveva ricominciato a piangere, ma questa volta di gioia.
"Anche tu, principessa" disse il moro, trattenendola con le sue braccia. E si baciarono. Dopo sei lunghissimi mesi, finalmente Calum poteva sentire le labbra della ragazza sulle sue, e Marianne poteva abbracciare di nuovo il suo ragazzo.
-:-
"So che sono passati sei mesi da quando sono andato via, e so che tutto è cambiato. Ma oggi sono tornato, solo per mostrarti quanto ti amo. Buon compleanno, principessa"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Calum?" chiese Marianne, rispondendo alla richiesta di videochat che le aveva mandato il moro.
"Mari!" esclamò lui, sorridendo. Era da una settimana che non parlava con lei, gli mancava tantissimo.
"Hey, tutto bene?" sorrise la ragazza, anche se aveva uno sguardo triste. Non abbracciava Calum da ben sei settimane, non sapeva quanto ancora sarebbe resistita.
"Marianne" sospirò lui "Ho perso il conto di quanto sono stato via, potresti dirmelo tu?" chiese poi, ignorando la domanda di Marianne.
Lei si limitò a sospirare, scuotendo la testa.
"No, Cal. E' passato tanto tempo, mi fa male parlarne" sussurrò lei, abbassando il capo. Calum insistette, e finalmente lei cedette.
"Sono passate sei settimane. A scuola non brillo più come un tempo, a malapena ho la sufficienza. Calum, rischio di essere bocciata. I miei mi cacceranno via di casa" disse, con gli occhi pieni di lacrime.
Calum spalancò gli occhi, sconcertato: Marianne era sempre stata una studente modello, e ora per colpa sua rischiava la bocciatura. Ma il pensiero che lo fece stare peggio era immaginarsi la sua ragazza per le strade, senza casa. Non poteva permetterlo.
"Se vuoi... Mollarmi, posso capire. Probabilmente stai solo sprecando il tuo tempo..." iniziò a dire, prima di venire interrotto dalla ragazza.
"Calum, fa male, lo ammetto. Ma farebbe più male non vederti più. E' da sei settimane che te ne sei andato da qui, è da sei settimane che non sei più in Italia, ma io non mi arrendo. Ti amo troppo" confessò, sorridendo un po' imbarazzata.
Calum sentiva delle piccole lacrime di gioia premergli agli occhi, ma le scacciò via con un'occhiata al soffitto. Quella ragazza per lui era tutto, non sarebbe riuscito a vivere un secondo senza di lei.

"Ti amo anche io, Mari. Ti ricordi la prima volta che ti ho vista?" chiese il moro ridendo.
Lei arrossì leggermente e scoppiò a ridere, annuendo.
"Sì, sì me lo ricordo. Eravamo al concerto a Milano quanto? Un anno fa? Comunque, tu volevi entrare nello stadio e mi eri passato davanti, e io stavo piangendo di gioia perchè finalmente ti avevo visto. Poi una ragazza mi ha spinto e io sono caduta per terra, me lo ricordo come se fosse ieri" disse, tra una risata e l'altra.
"E quando ho sentito un tonfo mi sono girato, e ti ho vista per terra, con il trucco sbavato e il sangue che ti colava dal naso. Eri davvero un disastro, Mari" continuò lui, diventando tutto rosso dalle troppe risate.
"Grazie, eh. Guarda che posso chiudere la videochat da un momento all'altro" lo ricattò lei, muovendo la mano sul cursore.
"Non lo faresti mai" la provocò Calum, con un ghigno.
"Oh, la pensi così? Bene" disse la ragazza, chiudendo la videochat. Calum fissò lo schermo del suo portatile per un po', sorpreso, poi gli arrivò un messaggio.

Mari :): "Ho approfittato del tuo ego smisurato per chiudere, ma lo avrei fatto comunque. Ti ricordo che ci sono i fusi orari di mezzo, qui sono le tre di mattina. A domani, Cal, notte. Ti amo xx"

Calum sorrise allo schermo, quando Ashton entrò nel bus.
"Perchè sorridi? Oh, stai messaggiando con Marianne?" chiese, appoggiandosi alla schiena del moro. Lesse il messaggio e sorrise.
"Aw, troppo dolci, siete da diabete. Io ora vado, cerca di non fare rumore quando vieni a dormire" avvertì il riccio, prima di sparire nella sua cuccetta, che era proprio sotto quella di Calum. Quest'ultimo annuì, anche se Ashton ormai non poteva vederlo, e scrisse un messaggio veloce a Marianne.

Cal-Bear <3: "Scusa se abbiamo fatto rumore parlando o se ti ho svegliata, parleremo domani. Mi manchi, notte. Ti amo anche io xx"

Marianne lesse quel messaggio prima di riaddormentarsi, con un grande sorriso stampato in faccia.
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"Calum, sono a scuola" cercò di ammonirlo lei, rispondendo alla chiamata. Era riuscita a nascondersi nel bagno delle ragazze, ma si sarebbe presa di sicuro una bella sgridata dalla professoressa di storia.
"Scusa, ma sto per salire sul palco e devo sentire la tua voce" confessò lui imbarazzato, facendo arrossire la ragazza.
"Andrà tutto bene, sarai fantastico. Ora vado in classe, ti ricordo che io sono una quindicenne che non può mollare la scuola come hai fatto tu. Ci sentiamo dopo, ti amo" sussurrò lei, cauta a non fare rumore. Ebbene sì, lei e Calum avevano tre anni di differenza. Non erano molti, ma per alcuni la loro relazione era semplicemente sbagliata.
"Grazie, anche io" rispose Calum, prima di chiudere la chiamata. Marianne riuscì ad infilarsi il cellulare nella tasca dei pantaloni ed entrò nella sua classe, tirando un sospiro di sollievo quando vide che la professoressa era in ritardo.
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"Marianne, posso sentire dal tuo tono che vuoi smettere di essere la mia fidanzata, quindi dimmelo sinceramente" disse Calum, con una voce triste.
"Calum, stai scherzando? Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, perchè dovrei lasciarti?" rise la ragazza, buttandosi sul suo letto. Erano passati ormai sei mesi da quando Calum era partito, e lei sentiva la sua mancanza più che mai.
"Non lo so... Ogni giorno è così difficile starti lontano, mi sembra che siamo vicini quanto degli estranei" sussurrò il ragazzo, con la voce tremante. Stava per scoppiare a piangere, ma non voleva farlo.
"Lo so, ti capisco. Ma sappi che alla fine del giorno io ci sono sempre, quindi non devi essere così triste" sorrise lei, sospirando. Il loro fuso orario aveva 10 ore di differenza -se non di più- e Calum sapeva che presto sarebbe crollato dal sonno.
"Non ti vedo da così tanto tempo, fa male" gli si spezzò la voce, e sentì una lacrime scorrergli su una guancia.
"Cal, non piangere, su. Ci vedremo presto, magari tra un mese o due. Ci messaggiamo ogni giorno, ci chiamiamo ogni settimana e facciamo una videochat almeno una volta al mese. Il tempo passerà in fretta, prometto. Ora vado a finire i compiti, uff. Ciao, ti amo" ormai era diventata un'abitudine per i due chiudere le loro chiamate o i loro messaggi in quel modo. Li facevano sentire vicini, anche quando non lo erano.
"Ti amo anche io, mandami un messaggio quando vai a dormire" sussurrò il moro, sorridendo. Aveva una sorpresa per la ragazza, e gliel'avrebbe mostrata di persona, il giorno dopo. Non vedeva l'ora di salire su quell'aereo che l'avrebbe portato dalla ragazza che amava.
Marianne si limitò ad acconsentire ridendo, e chiuse la chiamata.
-:-
"Sei nervoso?" chiese Luke, sorridendo a Calum. Quest'ultimo annuì, asciugandosi le mani leggermente sudate sui pantaloni.
Calum, Luke, Michael e Ashton erano in macchina, diretti verso la casa della giovane.
"Ce la farai, vedrai" rise Michael, dandogli una leggera pacca sulla spalla.

Quando arrivarono davanti al condominio della ragazza -sì, condominio. I suoi genitori non avevano abbastanza soldi per permettersi una villa, dovevano accontentarsi- i ragazzi uscirono dalla macchina che avevano preparato i loro manager, e si avviarono verso il cancello. Calum ci mise davanti il regalo di compleanno che aveva preparato per Marianne, e suonò al citofono.
"Sì?" chiese la ragazza, in italiano, qualche istante dopo, visibilmente assonnata. Era abituata a parlare in inglese solo a scuola, con la sua professoressa, e con Calum e i ragazzi, ma lei non era al corrente della loro presenza. Probabilmente Calum l'aveva svegliata, ma al ragazzo ormai importava ben poco. Nessuno dei ragazzi parlò, tanto per far arrabbiare ancora di più Marianne.
"Giuro che se è uno scherzo..." iniziò a dire, sottovoce. Chiuse l'interfono e uscì di casa, in pigiama e ciabatte, incurante di tutto. Delle persone l'avevano svegliata, non aveva intenzione di fargliela passare liscia. I ragazzi corsero velocemente verso i garage, nel retro, e aspettarono di vedere Marianne uscire, nascosti.
Dopo pochi secondi il portone si aprì, e la ragazza uscì tutta arrabbiata, indossando il suo pigiama con i cagnolini e le sue ciabatte a coniglietto.
"Diavolo, è stupenda" sussurrò Calum, attento a non farsi scoprire. E lo pensava veramente: per lui quella quindicenne era stupenda anche conciata in quel modo, con i capelli arruffati e senza trucco. Quella era la ragazza di cui si era innamorato.

Marianne aprì il cancello, furiosa, guardandosi intorno per strada: nessuno in vista. Guardò in basso, e vide una scatola appoggiata sul marciapiedi, davanti a lei. C'era attaccato un biglietto, che lesse.
"Cara Marianne, mi dispiace tanto se non sarò presente oggi, per il giorno del tuo compleanno. Ho comprato la saga di libri che ti erano piaciuti tanto in biblioteca, quella volta che ci siamo andati insieme. Spero di aver fatto perdonare la mia mancanza. Buon compleanno. Love you, Cal" disse ad alta voce. Sentì delle lacrime scorrerle sulle guance, ma non si curò di asciugarle.
"Se solo fossi qui..." sussurrò, abbassando il capo.

Nel frattempo Calum era uscito dal suo nascondiglio e aveva cominciato a camminare lentamente dietro di lei, attento a non fare rumore. Quando arrivò dietro alla ragazza, mise le braccia attorno alla sua figura e sussurrò un "Ti sono mancato, principessa?" 
Marianne non riusciva quasi a crederci; Calum era lì, insieme a lei. Si girò di scatto e gli saltò in braccio, con le sue gambe intorno alla vita del ragazzo.
"Mi sei mancato così tanto" disse lei, con le mani sulle guance del ragazzo. Aveva ricominciato a piangere, ma questa volta di gioia.
"Anche tu, principessa" Trattenendola con le sue braccia. E si baciarono. Dopo sei lunghissimi mesi, finalmente Calum poteva sentire le labbra della ragazza sulle sue, e Marianne poteva abbracciare di nuovo il suo ragazzo.
"Ora questa va su Twitter!" esclamò Michael, uscendo dal suo nascondiglio, e scattò una foto. I due innamorati non fecero una piega, troppo impegnati ad abbracciarsi e a rubarsi qualche bacio qua e là.
"So che sono passati sei mesi da quando sono andato via, e so che tutto è cambiato. Ma oggi sono tornato, solo per mostrarti quanto ti amo. Buon compleanno, principessa" sussurrò Calum, baciando di nuovo la sua ragazza.


Darei la vita per poterlo vedere almeno una volta.

Sto sclerando, penso che questa sia la fanfiction più dolce e fluffosa (?) che io abbia mai scritto.
Che ne pensate? Fatemelo sapere in una piccola recensione, se vi va, non mordo mica :3
Ora vado che devo acora riprentermi dalle quantità industriali di fluff che ho messo in questa ff, perdonatemi ç.ç
Detto questo, spero che vi piaccia, scusate per eventuali errori.
A presto, un abbraccio.

Mar.
   
 
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