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Autore: HermioneCH    13/08/2014    13 recensioni
La storia si svolge dopo la fine della guerra, Hermione si reca a Hogwarts per l'ultimo anno di scuola, dove Piton è tornato a insegnare pozioni. La ragazza si sente sola, senza i suoi amici, ma trova ottimi confidenti in Ginny e nel nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure.
Dopo un susseguirsi di problemi personali, si trova davanti a un nuovo percorso.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Remus Lupin, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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40. Arrivederci Londra


Hermione si materializzò in un vicolo, una lenta pioggerellina cadeva su Londra, si mise la borsa sulla testa e iniziò a correre. Dopo pochi istanti vide l’insegna del Paiolo Magico e si gettò dentro il locale.
Nel pub c’era la solita aria bizzara, vide un gruppo di streghe di campagna discutere vivacemente in un tavolo all’angolo e due stregoni che parlavano fitto seduti al bancone. Il suo sguardo setacciò il locale e finalmente individuò Remus seduto ad un tavolo vicino al bancone.
“Ciao” salutò il mannaro, alzandosi in piedi.
“Ehi! Sei qui da molto?” chiese Hermione, invitandolo a sedersi.
“Il tempo necessario per ordinare un po’ di tè, né vuoi?” domandò Remus, indicando la teiera che sbuffava sul tavolino.
“Certamente! Fuori pioveva, dannazione”.
Remus sorrise, afferrò la bacchetta e con un colpo del polso asciugò i vestiti umidi della ragazza.
“Grazie” mormorò Hermione, servendosi del tè.
“Allora quali novità dall’Irlanda?”
“Il posto era bellissimo, Severus ha affitato un cottage sul lago, davvero meraviglioso. Durante la settimana ho letto anche Difesa Oscura di Matius O`Neil”.
“Lettura impegnativa”.
“Sì, ma sai, volevo prepararmi al meglio, tutti gli assistenti a Salem devono seguire un corso avanzato di Difesa Contro le Arti Oscure”.
“Mi sembra una buona idea”.
“A proposito di Salem, mi ha scritto Johnson, vuole che parta il quindici” rispose la ragazza, assumendo un’aria tetra.
“Non sembri molto felice”.
Hermione sorrise debolmente. “Sono entusiasta di lavorare con lui, ma credevo di aver più tempo per stare con i miei amici”.
“Lo capisco. Fortunamente, sarò di ritorno dalla Francia il giorno prima della tua partenza, così potrò salutarti”.
“Fantastico! Quando parti?”
“Dopodomani”.
“La Francia è meravigliosa, mi raccomando, ricordati di andare in tutti i posti che ti ho suggerito, specialmente in quel ristorantino a Digione”.
“Lo farò!” le assicurò Remus. “Ora vogliamo andare?”
“Certo” rispose Hermione, alzandosi. “Hai già in mente qualche possibile regalo per Harry?”
“A dir la verità no, pensavo di fare un giro per i negozi e farmi consultare da te”.
“Sono qui per questo”.
Attraversarono il pub e andarono sul retro, dove Remus estrasse la bacchetta, ma il passaggio su Diagon Alley si aprì prima che lui potesse sfiorare il muro di mattoni.
“Severus!” esclamò Hermione, sorpresa.
Il professore alzò lo sguardo e notò i due amici, facendo loro un semplice cenno con la testa.
“Severus” salutò Remus, sorridendo gentilmente. “Bè io… Ti aspetto davanti ad Accessori di prima qualità per il Quidditch, Hermione”.
La ragazza annuì e lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava, dopo di che si gettò tra le braccia del professore, che dopo una breve stretta l’allontanò subito, guardandosi in giro furtivamente.
“Ti preoccupi sempre troppo, Sev. Ma cosa fai qui? Credevo fossi già ad Hogwarts!”
“Ho avuto un piccolo ritardo”.
“Ovvero?”
Severus fece una smorfia disgustata. “Sono tornata a casa e l’ho trovata allagata! Dannazione, è scoppiato un dannato tubo Babbano! Maledetti Babbani, non riescono nemmeno a costruire cose che funzionino, tutti i miei libri negli scaffali inferiori della libreria erano luridamente inzuppati”.
“Oh mi dispiace tanto” mormorò Hermione, comprensiva.
“Ridicolo! Mi ci è voluta una vita per riparare i libri” sbottò Severus, inviperito.
“Ora torni a scuola?”
“Sì, almeno lì sono sicuro che non ci saranno tubature di pessima qualità”.
Hermione sorrise e gli sfiorò la mano. “Cerca di non metterci troppo a testare la pozione, ricordati che hai promesso di venire da me prima che tornino i miei genitori dall’Italia”.
“Come se mi permettessi di scordarmelo! Me l’hai ripetuto almeno duecento volte”.
“Strano, credevo che fossero solo due” rispose Hermione, ridacchiando.
Severus la fulminò con lo sguardo. “Ora devo andare”.
“D’accordo, a presto, ti amo!”
“Ciao”.
La ragazza sospirò e avanzò oltre il passaggio che portava a Diagon Alley. Fortunatamente aveva smesso di piovere, percorse la via affolata e raggiunse Remus davanti ad Accessori di prima qualità per il Quidditch.
“Eccoti” esclamò Remus, vedendola arrivare.
“Eccomi, allora che dici di dare prima uno sguardo qui e poi se caso passare dai Tiri Vispi?”
“Ottima idea” rispose Remus. “Tutto bene? Severus sembrava alquanto accigliato”.
“Ha avuto qualche problema idraulico a casa, ma per il resto tutto bene”.
“Sai, mi sembra ancora un po’ strano vedervi assieme”.
“Mi dispiace che tu ti sia sentito in imbarazzo” mormorò Hermione.
“Non essere sciocca, non è questo, non mi sono sentito in imbarazzo. È solo che a volte quando ci penso mi sembra davvero strano. Sì, insomma, sono molto felice per voi e credo che anche tu lo sai, ma a pensarci… Non so… Capisci? Severus Piton forse il più arcigno e temuto professore di Hogwarts che si innamora di una sua studentessa, ammettilo: è strano”.
“Forse, ma bisogna considerare il fatto che non era una semplice studentessa, ma ero io”.
“Certo, tu sei meravigliosa Hermione” canzonò Remus, ridacchiando.
“In effetti, non posso darti torto”.
“Modesta”.
Hermione scoppiò a ridere. “Dai andiamo o chiuderà mentre ci perdiamo nelle nostre chiacchiere” afferò Remus per la giacca e lo trascinò dentro il negozio.
Da Accessori di prima qualità per il Quidditch non riuscirono a trovare un regalo per Harry. Le dotazioni per giocare a Quidditch del Prescelto erano molto ben fornite e quindi Hermione non riuscì a consigliare niente al Mannaro. In seguito andarono al Ghirogoro, dove Remus con l’approvazione di Hermione decise di comprare un libro sulla storia degli Auror ad Harry dove vi erano racchiusi diversi consigli e suggerimenti per aumentare il proprio potenziale di Difesa. Infine, Hermione consigliò di aggiungere al libro una scatola di Detonatori Abbindolanti comprati nel negozio di scherzi di George.
Un forte temporale si abbatté di nuovo su Londra e quindi si separarono.
Hermione tornò a casa soddisfatta, si fece una doccia e decise di lisciarsi i capelli come al Ballo del Ceppo, per Harry poteva perdere un paio d’ore per rendersi presentabile.
Alla fine, dopo essersi preparata con cura e aver indossato uno svolazzante vestito bianco, prese il suo pacchetto regalo e si smaterializzò.
A Ottery St Catchpole il tempo era mite, una fresca brezza soffiava sui prati accarezzando l’erba. Hermione affrettò il passo e raggiunse il cancello della Tana. In giardino era stato sistemato un grande tavolo quadrato e tutt’intorno erano state posizionate lanterne di fiocca luce azzurra.
“HARRY!” gridò Hermione, notanto il prescelto che parlava con George sulla soglia della porta secondaria.
“Hermione!” esclamò Harry, correndole incontro. Hermione si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte.
“Buon compleanno, Harry!”
“Grazie, Hermione! Sono davvero felice di rivederti, è stata una palla senza di te in quest’ultima settimana”.
“Addirittura”.
“Sì, comunque stai d’incanto Hermione”.
“Grazie”.
“È la verità”.
Il volto della ragazza si aprì in un largo sorriso e gli porse il regalo. “Per te”.
“Grazie, sei troppo gentile” rispose Harry, afferrando il pacchetto. “Molly ha suggerito di aprire i regali dopo cena”.
“Mi sembra giusto” mormorò Hermione.
“Vieni, portiamolo in cucina assieme agli altri regali. Molly e Ginny stanno preparando la cena per un reggimento!”
Hermione seguì Harry all’interno, dove trovò Molly e Ginny indiffarate, fermarono velocemente la preparazione del cibo e la strinsero con affetto chiedendole come era stata la vacanza in Irlanda.
“Tuo fratello non si vede” mormorò Hermione, scandagliando con gli occhi la casa.
“Oh! Quello… È di sopra, visita turistica, vedrai” rispose Ginny, tagliente.
Prima che Hermione potesse chiedere ulteriori spiegazioni Harry esclamò “Sono arrivati Remus e Teddy!”
Ginny diede le spalle ad Hermione continuando a impastare, Hermione alzò le spalle e seguì Harry fuori dalla Tana.
Remus stava superando il cancello, tenendo Teddy per mano che si muoveva malfermo sulle gambe.
“Ehi Remus!” salutò Harry, agitando la mano mentre li raggiungeva correndo, seguito da Hermione. “È un piacere vedervi! Wow Teddy! Come cammini bene!” aggiunse, prendendo il piccolo in braccio.
Teddy rise e i suoi capelli diventarono blu acceso. “Buon compleanno, Harry” disse Remus, porgendogli un pacchetto.
“Ti ringrazio” rispose il prescelto, sorridendo. “Lo porto in cucina assieme agli altri”.
“Aspetta!” esclamò Hermione, trattenendolo per il braccio. Aveva appena visto Ron uscire dalla Tana accompagnato da una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro. “Quella non è Susan Pye?”
“Sì è lei, ora vado a…”
“Calma, Harry Potter! Dettagli per favore, cosa ci fa alla tua festa di compleanno?”
“Sta con Ron, no?”
“Questo è ovvio! Ma non mi hai mai parlato di lei, insomma… Non sapevo che foste amici”.
“No infatti. Insomma, sì non è male, è simpatica”.
“Vuoi arrivare al punto?”
“Oh sì scusa, Ron pensava che la mia festa di compleanno fosse una buona occasione per presentarla alla sua famiglia”.
Lo sguardo di Remus si spostava da Harry ad Hermione, come se stesse guarndando una partita di tennis.
“Da quanto stanno assieme?”
“Non lo so, mi pare che abbiano iniziato ad uscire a Febbraio”.
“Al compleanno di Remus mi aveva detto che usciva con una ragazza, ma in tutto questo tempo non ha potuto fare a meno di mettere il becco tra me e Severus e fare il geloso eh? Che ipocrita” rispose Hermione, con gli occhi  ridotti in fessure.
“Immagino che non dobbiamo aspettarlo per la cena?” chiese Harry, stringendo con più decisione Teddy che stava scivolando dalle sue braccia.
“Chi?”
“Piton, naturalmente”.
“Oh no… Al momento è troppo impegnato, ma ti fa gli auguri”.
“Ah-ah! Va bene, ora posso andare? Interrogatorio finito?”
“Sì scusa” mormorò Hermione e lo seguì con lo sguardo mentre entrava in casa con Teddy.
“Allora, vogliamo avvicinarci agli altri o rimanere qui a fissarli in cagnesco?” domandò Remus.
“Io non sto guardando male nessuno” rispose Hermione, incrociando le braccia.
Remus ridacchiò e si avviò verso la Tana, seguito suo malgrado da Hermione.
“Professor Lupin, è un piacere rivederla” squittì Susan, mentre lui ed Hermione li raggiungevano.
“Piacere mio Susan, Ron, come state?”
“Molto bene, grazie”.
“Hermione ti ricordi Susan? Era un anno avanti di noi a Corvonero” disse Ron, assumendo lo stile pomposo di Percy.
“Naturalmente”.
“Io ed Hermione ci vedevamo molto spesso in biblioteca” disse Susan.
Hermione ridacchiò. “Una volta Madama Pince ha dovuto buttarci fuori per poter chiudere e andare a dormire”.
“È vero!” confermò Susan, sghignazzando.
“Ora Susan lavora per l’Ufficio per l’Applicazione della Legge Magica” disse Ron, gonfiando il petto.
“Abbiamo spesso a che fare con quelli sconsiderati di Auror, per questo ci siamo rincontrati” affermò Susan, lanciando a Ron una sguardo amorevole.
“Nemmeno a farlo apposta suo fratello era il tirocinante che ha curato papà tre anni fa quando è stato morso”.
“Non era lui che aveva tentanto di chiudere la ferita con punti di sutura?” domandò Hermione, ripensando al soggiorno del signor Weasley al San Mungo.
“Augustus è sempre stato interessato ai metodi di guarigione Babbani, anche se non ne capisco il motivo” spiegò Susan.
“Hermione puoi venire a darmi una mano?” la ragazza si voltò sentendosi chiamare e notò Ginny sulla soglia della porta.
“Scusate” mormorò Hermione e si allontanò mentre Susan intavolava una conversazione con Remus.
“Cosa devo fare?” domandò Hermione, raggiungendo Ginny.
Lei ridacchiò. “Niente, volevo solo sapere che pensi di Susan?”
“Ci ho parlato solo due minuti”.
“Lo so, ma la conoscevi già da prima no? Ricordo che quando io mi sono messa con Michael lei si stava giusto lasciando con Anthony Goldstein, ma per il resto non so altro di lei. Harry dice che è simpatica e deve essere intelligente per essere una Corvonero”.
“A me sembra una ragazza a posto. Insomma, sì è carina”.
“E Ron è un ipocrita, giusto?”
“Non ho detto questo”.
“La sta usando per dimenticarti, però continua a intromettersi nella tua vita anche se sta con lei”.
“Eppure mi sembrava molto soddisfatto di lei, quando stavamo parlando”.
“La esibisce come un trofeo, l’ha fatto anche quando l’ha presentata alla mamma” borbottò Ginny, amareggiata.
“Bè l’ha portata qui per presentarvela, no?”
“Oppure per farti ingelosire”.
Hermione scoppiò a ridere. “Andiamo! Tuo fratello non è così subdolo e poi è una battaglia persa in partenza, non può essere così sciocco da non vederlo”.
“Mmm, se lo dici tu… Ma non riesco a togliermi questa brutta sensazione che Ron la stia usando”.
“Non preoccuparti, Gin. Susan è una ragazza molto accorta! È lei ad avere in pugno Ron e non il contrario” rispose Hermione, le diede una pacca sulla spalla e si allontanò.
Alle otto precise erano l’intera famiglia Weasley, con Harry, Hermione, Susan, Remus, Teddy e Hagrid (che ancora una volta era riuscito a sbriciolare una sedia, sedendosi su una di quelle normali invece di quella magicamente rinforzata per lui) erano seduti, mangiando, conversando e festeggiando il compleanno del prescelto.
Molly e Ginny si erano superate con una cena di ben quattro deliziose portate. Quando arrivò una gigantesta torta di melassa (la preferita di Harry) Hermione era così piena che si sentiva male solo al pensiero di inghiottire un altro boccone.
“Sei sicura di non volere un pezzo di torta, cara?” le chiese gentilmente Molly.
Hermione le sorrise. “Grazie, ma sono davvero piena, forse non avrei dovuto mangiare tutto quello stufato”.
“Sciocchezze, sei così magra! Potresti mangiare per giorni e giorni! Tu Remus non puoi dire di no” aggiunse, posando sul piatto del mannaro, che sedeva accanto a Hermione, una gigantesca fetta di torta.
“Grazie Molly” rispose Remus, regalandole un sorriso.
“Non so come fai, hai mangiato anche più di me” commentò Hermione, guardando Remus attaccare l’immenso pezzo di torta.
Remus deglutì e sorrise appena. “Mi sto ancora riprendendo dalla Luna Piena. Sai, tendo ad essere molto vorace i giorni seguenti al plenilunio”.
“Non si finisce mai di imparare” borbottò Hermione, sbadigliò e appoggiò il gomito sul tavolo sostenendosi la testa con la mano.
“I regali!” esclamò Arthur, facendo levitare una pila di pacchetti verso Harry.
“È il momento del mio compleanno che preferisco” commentò Ron, battendo le mani.
La pila di regali atterrò dolcemente accanto ad Harry, che si alzò. “Prima di iniziare a scartare i vostri regali vorrei ringraziarvi tutti per essere venuti e naturalmente ringraziare Molly e Ginny per la fantastica cena”.
Ginny si alzò a sua volta e gli scoccò un bacio sulla guancia, mentre gli altri applaudivano e George fischiava.
Harry iniziò a scartare i regali con foga, da una confezione maxi di Detonazioni Deluxe di George alla bussola per scopa che gli avevano regalato Bill e Fluer, un kit extra speciale da Auror per pozioni da Charlie (che a Hermione fece ricordare Severus), una mega confezione di Api Frizzole e Gelatine Tutti i Gusti +1 da parte di Susan e Ron, fino al regalo di Remus. Hermione si mise diritta quando Harry prese il più piccolo dei pacchetti che conteneva il suo regalo.
Harry lesse velocemente il biglietto e lo scartò, prendendo in mano una collana con un cristallo verde a forma esagonale e un laccio di cuoio.
“Wow… Ehm… Grazie Hermione” disse Harry, guardando il ciondolo confuso.
Hermione ridacchiò. “È Crisoberillo, l’ho trovato in un negozietto in Irlanda. Sono cristalli rari e le sue proprietà mi hanno permesso di stregarlo. Il cristallo diventa rosso quando ti trovi in pericolo imminente”.
“Uno schioscopio portatile” commentò Ron.
“Uno speciale di amuleto più che altro, non solo segnala il pericolo, ma respinge anche le maledizioni minori” spiegò Hermione.
Harry guardò la collana con nuova consapevolezza, capendo che forse era il regalo più utile per la carriera che aveva deciso di intraprendere.
“Accidenti, grazie Hermione! È fantastico!”
“Tienilo a contatto con la pelle e il suo scudo non si esaurirà” aggiunse Hermione, sorridendo soddisfatta.
“Ci puoi contare” esclamò Harry, si mise l’amuleto e lo nascose sotto la maglietta, così che fosse in contatto con il suo corpo. Sorrise all’amica e prese il pacchetto dei signori Weasley.
Un’ora dopo Hermione salutò i suoi amici e si smaterializzò, ritrovandosi nel giardino sul retro di casa. Sbadigliò e aprì la porta, chiedendosi se e quando sarebbe arrivato Severus.
Il giorno dopo si aggirò per casa in pantofole, prepararando una lista di cose che doveva portare a Salem e facendo una prima cernita dei suoi libri. Inoltre, scrisse una lettera all’Ufficio Passaporte per richiedere una Passaporta per il quindici Agosto, giorno della sua partenza per l’America.
Nel tardo pomeriggio valutò l’idea di andare subito a Hogsmeade a spedirla e poi passare a Hogwarts da Severus, visto che non aveva ancora avuto sue notizie, ma sapeva che se si fosse presentata nel suo laboratorio mentre stava ancora testando la pozione, Severus si sarebbe come minimo infuriato. Gettò uno sguardo fuori dalla finestra, pioveva, non valeva la pena di sopportare pioggia e sfuriate di Severus per spedire la lettera, così decise che avrebbe aspettato il professore a casa e avrebbe spedito la lettera l’indomani.
Erano quasi le otto, lo stomaco di Hermione brontolava aspettando l’arrivo del cibo cinese che aveva ordinato venti minuti prima.
Finalmente il campanello trillò. “Era ora!” esclamò Hermione, alzandosi dalla poltrona.
Attraversò in fretta l’atrio e aprì la porta. “Oh! Sev… Sei tu?!”
“Perché aspettavi qualcun altro?”
“In realtà sì”.
“Davvero?” domandò Severus, con gli occhi ridotti in fessure.
Hermione ridacchiò. “Il fattorino del ristorante cinese!”
“Molto divertente” sbottò Severus.
Hermione lo afferrò per un braccio e lo trascinò in casa, chiudendo la porta.
“Mi sei mancato” mormorò Hermione, intrecciando le mani dietro al collo, i capelli erano umidi di pioggia. “Io ti sono mancata un po’?”
“Mpfh… Ero occupato”.
“E allora?”
“Non ho certo avuto tempo di pensare a te”.
“Bugiardo”.
“Se ne sei convinta, rimani pure nelle tue illusioni”.
“Baciami”.
“Non puoi aspettare?”
“No” rispose Hermione, tirandolo a sé. Riuscì solo a sfiorare che labbra del professore, che il campanellò suonò di nuovo. “Questa deve essere la cena”.
Severus si allontanò da lei. “Aspettami in soggiorno, faccio subito” disse la ragazza, indicando l’ampio soggiorno di casa Granger.
Sulla soglia trovò uno smilzo ragazzino dai capelli castani che reggeva una sacchetto. Pagò il fattorino, lo ringraziò e raggiunse velocemente Severus in salotto.
Poggiò il cibo sul tavolino e si sedette sul divano accanto a Severus, che nel frattempo si era asciugato capelli e vestiti.
“Hai fame?” domandò Hermione, togliendo dal sacchetto le scatole di cibo e le bacchette.
“Un po’”.
“Bene perché ho ordinato una sacco di cose buone” rispose Hermione, sorridendo.
“Di solito si mangia seduti a un tavolo”.
“Qui è più comodo” rispose Hermione, porgendogli le bacchette.
“È casa tua, pulisci tu”.
“Non fare lo scorbutico e dammi quel bacio” disse Hermione, si avvicinò posando una mano sul petto del professore e lo baciò con passione.
“Quando arrivano i tuoi?” chiese Severus, distogliendo il viso.
“Credo domani a mezzogiorno”.
“Come credi?”
“Non ne erano sicuri”
“Quindi potrebbero arrivare da un momento all’altro?”
“Arriveranno domani, non fare il paranoico, Sev”.
“Io non…”
“Mangia!” lo interruppe Hermione, ficcandogli in mano una scatola di cibo cinese. Severus la guardò storto e iniziò a mangiare.
Mangiarono tutto il cibo ordinato da Hermione, mentre Severus le raccontava dettagliatamente i test effettuati sulla pozione. Hermione era felice che Severus era riuscito con successo nel suo progetto e sperava anche che con la conclusione favorevole delle sue ricerche avrebbe potuto passare più tempo con lui prima di partire per Salem.
Dopo cena gli fece visitare la casa. La sua casa d’infanzia era una bella viletta alla periferia di Liverpool, Hermione gli fece fare un tour completo, raccontando gli anneddoti più divertenti della sua gioventù.
“E dopo lo studio di mio padre dove ho imparato a leggere abbiamo…”
“La tua camera?” concluse Severus, mentre raggiungevano l’ultima porta del corridoio al primo piano.
“Sì” mormorò Hermione, sorridendo. Aveva lasciato oppositamente la sua stanza per ultima.
Aprì la porta e invitò Severus a entrare. La stanza era illuminata fioccamente da una lampada da tavolo sulla scrivania, sulla sinistra c’era una grande libreria. Il suo baule di Hogwarts era aperto al centro della camera. “È un po’ in disordine, stavo iniziando a preparare i bagagli” spiegò la ragazza, indicando il baule.
“Un po’ presto non credi?”
“Mi piace essere preparata”.
“Lo so” mormorò Severus, scrutando la camera. Le pareti erano azzurro pallido, in fondo alla cemera c’era una finestra che dava sul retro della casa, con accanto un grande armadio e un letto a due piazze.
“Allora, che ne dici?”
“È una camera da letto”.
“Certo, signor ovvio, ma ti piace?”
“Non è male” borbottò Severus, avvinandosi alla libreria per guardare i titoli.
“Ti ricordi quando hai preso in prestito il Mercante di Venezia?” sussurrò Hermione, avvicinandosi a lui.
“Ricordo il mal di testa che mi hai fatto venire quella sera”.
“Se ben ricordo avevi il mal di testa, perché eri caduto da una rampa di scale” puntualizzò Hermione.
Severus si voltò e sghignazzò. “È stata una serata interessante quella in infermeria con te”.
“Non credevo che l’avresti mai amesso” rispose la ragazza, sorridendo.
“Forse quella sera ho capito che non puoi anche non essere troppo petulante, naturalmente hai demolito la mia teoria pochi giorni dopo” rispose Severus.
“Sai è un miracolo che Grifondoro abbia vinto la coppa delle case quest’anno, durante tutto l’anno avrai tolto solo a me circa cinquecento punti”.
“Non è vero” sbottò Severus.
“Sì, invece”.
“No”.
“Sì”.
“No!”
“Ti dico di sì”.
“Granger! Dacci un taglio o me ne vado!” minacciò Severus.
Hermione gli sorrise e appoggiò le mani sul suo petto. “Allora la smetto, ho cose molto più interessanti in mente ora che il tour delle casa è finito, sarebbe un peccato se te ne andassi proprio adesso”.
“Cose più interessanti, eh?”
“Molto più interessanti” sussurrò Hermione, sfiorandogli le labbra con le sue.
“Come al solito sei schiava dei tuoi ormoni”.
“Non mi importa” rispose Hermione, si avvicinò fulminea e lo baciò con foga.
Severus le passò la mano delicatamente sulla schiena e rispose al bacio con altrettanta foga. Hermione lo afferrò per la veste, trascinandolo verso il letto. Caddero sul letto con un tonfo silenzioso, Hermione avvolse le gambe attorno la vita di Severus, inziando a sbottoragli la veste.
“Hai sempre addosso troppi vestiti, lo sai?” disse Hermione, ridacchiando.
“Dici?”
“Oh sì”.
Severus estrasse la bacchetta dalla tasca e con un colpo di bacchetta i vestiti si liberarono dai loro corpi, lasciandoli in intimo, e cadderro sul pavimento. “Meglio?” domandò Severus, sghignazzando.
“Incantesimo interessante! Devi insegnarmelo”.
“Dove stai andando non è avrai bisogno, giusto?” disse Severus, minacciaso.
Hermione scoppiò a ridere. “Certo che no” e lo attirrò a sé baciandolo nuovamente.
Finalmente si liberarono del resto dei vestiti, Severus si fermò a guardare la ragazza nuda sotto di lui. “Sei bellissima”.
Hermione fece scorrere la mano sul petto del professore, la pelle bianca era morbida e delicata. Gli baciò il collo assaporando il suo profumo suadente.
“Sono felice che sei arrivato” sussurrò Hermione, sentendo la sue erezione premere contro la sua femminilità.
“Anche io”.
Si insinuò in lei con delicatezza, Hermione aprì ulteriormente le gambe per farlo sistemare meglio contro il suo bacino, i loro corpi si incastravano perfettamente. Lui si avvicinò e la baciò di nuovo, iniziando a muoversi dentro di lei.
Severus iniziò a muoversi più velocemente, Hermione chiuse gli occhi sententosi in estasi. Mise le mani dietro al collo del professore e lo trasse a sé, baciandolo con foga.
Severus rallentò e Hermione si staccò leggermente dalle sue labbra, aveva il fiatone. “Non smettere ti prego” sussurrò la ragazza. Severus sorrise e ricominciò a muoversi velocementre dentro di lei, mentre la ragazza gemeva estasiata.
“Girati” le sussurrò Severus, all’orecchio.
“Cosa?”
“Mettiti a pancia in giù”.
Hermione si voltò sorpresa, ma decisa a soddisfare le sue richieste. Severus si sistemò tra le sue gambe e sentì di nuovo il suo membro cercare la sua femminilità e infine penetrarla lentamente. Era una sensazione diversa da prima, ma molto più piacevole.
Severus si sosteneva con le braccia per non caricare il suo peso sul corpo della ragazza e iniziò a spingere ed Hermione fu subito rapita dall’eccitazione e dalla passione e iniziò a gemere e urlare di piacere come mai aveva fatto prima. Sconvolta da quella sensazione, premette la testa sul cuscino per soffocare le sue grida di piacere, sentì Severus spingere più forte, gemendo anche lui. Con un ultima spinta venne dentro di lei e si accasciò sulla schiena della ragazza, sfinito.
Rimasero in silenzio per qualche minuto in quella posizione, cercando di prendere fiato, tentando di riprendere il controllo dei propi sensi.
Alla fine Severus si lasciò cadere a lato della ragazza, Hermione si voltò verso di lui e appoggiò il viso contro il petto del professore, mentre lui la circondava con un braccio.
“È stato bellissimo”.
“Sì”.
“Ti amo, Sev”.
“Cos’è stato?” chiese Severus, mettendosi a sedere di scatto.
“Cosa?”
“Quel rumore”.
Hermione lo prese per le spalle e lo trascinò di nuovo nel letto. “Non è stato niente, Sev. Dai calmati”.
“Ho sentito un rumore”.
“Dai, non fare il paranoico”.
“Io non…” Severus si interruppe e si mise di nuovo a sedere ascoltando. Dal piano inferiore si udì distintamente un tonfo.
“Ok, l’ho sentito questa volta” sussurrò Hermione, mettendosi a sedere.
“Hermione tesoro siamo tornati, dove sei?” disse la voce di sua madre al piano di sotto. Hermione trattenne il fiato.
“Sono tornati!”
“Avevi detto che sarebbero tornati domani” sbottò Severus, infuriato.
“Lo so, ma sono arrivati in anticipo! Merda!” rispose Hermione, alzandosi dal letto tentando di infilarsi gli slip.
“Hermione sei di sopra?” disse ancora sua madre, Hermione sentì i passi salire sulle scale.
“Scendo mamma!” gridò Hermione, sperando di trattenerla al piano di sotto. Tentò di districarsi dalla sua maglietta con poco successo, per la fretta aveva messo la testa nel buco sbagliato.
“Aspetta imbranata” sbottò Severus, prese la bacchetta e con un colpo del polso si ritrovarono entrambi vestiti a puntino.
“Adoro quell’incantesimo” commentò Hermione, lisciandosi i capelli sulla nuca.
“Hermione sei in camera tesoro?” chiese sua madre, ormai era al piano di sopra.
“Sei pronto?” domandò Hermione, prese la sua bacchetta e il letto tornò intatto.
“Pronto per cosa?” ringhiò Severus.
“Per…”
“Scondatelo, non incontrerò tua madre, se entra da quella porta la schianto!”
“Non essere ridicolo”.
“Colloportus” pronunciò Severus, volgendo la bacchetta verso la porta di Hermione.
Sentì sua madre bussare alla porta. “Hermione sei qui? La porta non si apre”.
“Sì, mamma. Sto provando un nuovo incantesimo, ma credo di aver bloccato per sbaglio la porta, sto cercando il controincantesimo nel libro, va di sotto, arrivo appena riesco a districarmi da questo garbuglio magico”.
“Va bene, tesoro. Preparo un po’ di tè allora” rispose la signora Granger, al di là della porta.
“Sì, grazie mamma” mormorò Hermione. Rimesero in attesa e sentirono i passi della signora Granger che scendeva di sotto.
Hermione incrociò le braccia sul petto e si voltò verso Severus. “Dovrai incontrarli prima o poi”.
“Non se posso evitarlo” rispose Severus.
“Ma…”
“Ti scrivo domani” la interruppe Severus, le sfiorò le labbra con un bacio e girò su sé stesso, cadendo all’indietro sul pavimento.
Hermione si mise le mani davanti la bocca tentando di soffocare la risata. Severus la fulminò con lo sguardo, era livido.
“Potevi dirmi che avevi posto un incantesimo di Anti-Marializzazione sulla casa, Granger!” sbottò rialzandosi.
“Non mi hai fatto parlare!” si giustificò Hermione, continuando a sghignazzare.
“Smettila di ridere, ragazzina o ti faccio male”.
Hermione si limitò a sorridere. “Vuoi che tolga l’incantesimo e preferisci uscire dalla finistra?”
“Toglilo, adesso!” ordinò Severus, imperioso.
“Va bene” rispose Hermione, fece un paio di gesti complicati con la bacchetta e sorrise di nuovo al professore. “Fatto!”
“Era ora!”
“Aspetto il tuo gufo” disse Hermione.
“Mmm”.
“Fermo!” esclamò la ragazza, prima che Severus si potesse Smaterializzare, si avvicinò a lui e gli scoccò un gran bacio.
“Sei una piaga, Granger”.
“Ti amo”.
“Sì sì anch’io” borbottò Severus, arrabbiato e subito dopo si Smaterializzò.
Hermion ridacchiò, puntò la bacchetta verso la porta che si spalancò e scese al piano di sotto.


***

“Gin, si può sapere cosa hai in mente?” domandò Hermione, seccata.
“Sta zitta, chiudi gli occhi e prendimi la mano” rispose Ginny, prendendole saldamente la mano.
“Dai Gin, lo sai che tra venti minuti ho una cena con i miei”.
“Silenzio e tienimi stretta”.
Hermione sbuffò e dopo di che sentì ogni parte del suo corpo compressa.
“Sei impazzita!” esclamò Hermione, ma prima che potesse aprire di occhi e scaricarle addosso la sua furia, Ginny le copri gli occhi con la mano.
“Non è niente di che”.
“Niente di che? Ci siamo appena Smaterializzate, potevo spaccarmi!”
“Figuriamoci, una strega dotata come te”.
“Posso aprire gli occhi adesso?”
“Non ancora” mormorò Ginny, costringendola ad avanzare lentamente.
“Adesso?” domandò Hermione, dopo una decina di passi.
“Aprili”.
Hermione aprì gli occhi e venne travolta dalla luce, un sacco di mani la afferrarono e sentì molte voci gridare. “SORPRESA!”
“Benvenuta alla tua festa di buon viaggio!” gridò Ginny, soddisfatta.
Hermione fissò tutti sbalordita, mentre sentiva il cuore gonfiarsi di commozione. Harry, Ginny, Bill e Fluer, i signori Weasley, George, Charlie, Percy, Remus, Kingsley, Hagrid, Ron e Susan, Neville, Luna e Dean la guardavano sorridendo.
Hermione ispezionò con occhi meravigliati l’appartamente di Harry e notò, con incredulità e felicità, Severus imbrociato in un angolo che sorseggiava del Whisky Incendiario.
 “Harry ha avuto l’idea di una festa a sorpresa” annunuciò Ginny, baciandolo sulla guancia. “Sei contenta? Sei sorpresa?”
Herimone li abbracciò entrambi felice. “Grazie ragazzi, non potevate farmi regalo più bello”.
“Ti pare!” esclamò Harry, mentre la folla si disperdeva verso il tavolo delle cibarie e alcolici.
“Ma i miei genitori?” domandò Hermione, guardando l’ora.
Ginny le fece l’occhiolino. “Sono passata a casa tua qualche giorno fa e ho parlato con tua madre, quella della cena in famiglia era solo una scusa per assicurarmi che non prendessi altri impegni per la serata”.
“Grazie ragazzi” mormorò Hermione, abbracciandoli di nuovo. “Soprattutto anche per aver convinto una certa persona a venire” aggiunse in un sussuro all’orecchio dell’amica.
Ginny aspettò che Harry si allontanasse e iniziò a sghignazzare. “Harry ha dovuto praticamente trascinarlo alla festa, non è un tipo molto mondano”.
“Decisamente no” disse Hermione, lanciando uno sguardo a Severus.
Hermione si avvicinò ai tavoli disposti contro la parete e prese una tartina e un bicchiere di idromele, iniziando a passare in rassegna gli amici ringraziandoli per la bella sopresa.
Finalmente, dopo aver ringraziato tutti raggiunse Severus, ancora imbrociato nel suo angolo.
“Ti diverti?” buttò lì Hermione, sorridendo.
“Il tuo amico mi ha trascinato in questa follia, ci è mancato poco che non lo cruciassi”.
“Andiamo, Sev. Entrambi lo avete fatto perché sapevate quanto mi avreste reso felici!”
“Mpfh certo”.
“Sei il migliore, Sev” sussurrò Hermione, sfiorandogli la mano.
“Lo so”.
“Il più modesto soprattutto”.
“Credo che se dovrò sopportare questo casino mi servirà altro Whisky”.
“Ti aspetto qui e prendo un altro po’ di Idromele”.
“Te l’ho chiesto?”
Hermione sorrise. “Dopo tutto è la mia festa, sii gentile”.
Severus non rispose, si allontanò assumendo un’aria quantomai arcigna.
“Bella festa, vero?” disse Ron, avvicinandosi.
“Harry e Ginny sono insuperabili, è il cibo preparato da tua madre è come sempre ottimo” rispose Hermione, sorridendo.
“Vero”.
“Sembra che le cose vadano bene tra te e Susan” mormorò Hermione, indicando la ragazza che parlava con Luna.
“Sembra di sì, questo weekend siamo stati in Scozia dai suoi genitori, hanno una casa sul lago di Loch Ness, speravo di vedere il famoso mostro ma non c’è stato niente da fare”.
“Lo sai benissimo che è un Kelpie e non un mostro”.
“Io lo so, ma devi vedere i Babbani, a volte sono davvero assurdi” commentò Ron, con l’aria di uno che la sa lunga.
“Se lo dici tu”.
“Allora, immagino che non vedi l’ora di partire domani, eh?”
“Per certe cose sì, per altre meno”.
“Capisco” mormorò Ron, volgendo lo sguardo verso Severus che era stato bloccato da Kingsley mentre cercava di prendere da bere. “Bè forse la distanza è la cosa migliore, sai per capire certe cose…”
“Ron non iniziare” mormorò Hermione, infastidita.
“Non ho detto niente”.
“So dove vuoi andare a parare. Metteti in testa che nemmeno la distanza può separare me e Severus, siamo legati in modo indissolubile”.
“Convinta tu” commentò Ron, senza convinzione. “Credo che andrò a prendermi qualcosa da mangiare”.
Hermione sbuffò, seguendolo con lo sguardo.
“Cosa voleva quello?” domandò Severus, ritornando da lei qualche minuto dopo.
“Solo augurarmi buon viaggio”.
“Mmm… Sembravi stizzita”.
“Ha la capacità di darmi ai nervi anche quando mi augura solo buon viaggio”.
“Se vuoi lo schianto”.
Hermione ridacchiò prendendo il bicchiere che le porgeva. “Non serve, grazie”.
Il resto della serata fu molto piacevele, Severus se ne andò verso le dieci, Hermione lo accompagnò fino al pianerottolo.
“Grazie per essere venuto”.
“Ah-Ah”.
“Dico sul serio, sai pensavo, che se decidessi di restare ancora un po’ potrei venire a casa tua dopo la festa”.
“No, domani devi stare con i tuoi genitori e stasera con i tuoi amici”.
“Ma io voglio stare anche con te, domani parto”.
“Lo so, ma io ho da fare”.
“Da fare?” domandò Hermione, accigliata.
“Proprio così, quindi non avrei comunque molto tempo da dedicarti, ma verrò domani a salutarti all’ufficio passaporte”.
“Domani? Davvero verrai?” domandò Hermione, con il volto che si apriva in un sorriso luminoso.
“Forse, se non avrò nient’altro da fare”.
“Sei perfido” borbottò Hermione, assumendo un’aria triste.
Severus ghignò. “È la mia migliore qualità” si sporse verso di lei e la baciò con passione.
“A domani”.
“Può darsi”.
Severus si smaterializzò ed Hermione tornò alla festa, poco dopo anche gli ospiti più vecchi lasciarono l'appartamento di Harry e la festa divenne più scatenata! La prima vera festa di Hermione, così per una sera cercò di non ragionare, di non pensare al distacco, alle pressione di Salem, ma semplicemente si divertì.

 

 

Il mattino dopo Hermione era consapevole di cosa comprendevano le feste e mentre prendeva un'aspirina per il mal di testa, decise di aver fatto molto bene ad aver evitato le feste fino a quel momento. Remus una volta le aveva parlato di una pozioni per far passare i sintomi del dopo sbornia, ma in una casa Babbana doveva accontentarsi dell'aspirina. Non che Hermione avesse bevuto tanto, ma quattro semplici bicchieri di Idromele erano stati sufficienti per procurarle un bel mal di testa.
“Ecco lo sapevo, sono in ritardo!” sbottò Hermione, guardando l’orologio.

“Solo due minuti, tesoro, stai calma” rispose sua madre, baciandola sulla fronte. “È davvero triste vederti partire di nuovo”.
“Dai mamma, sarà come se fossi tornata a Hogwarts, per Natale sarò di nuovo a casa e lo stage durerà solo sei mesi”.
“Ma se decidessi di voler restare in America più a lungo? Non posso sopportare di perdere la mia bambina”.
“Non sono più una bambina, mamma. Poi non devi preoccuparti, non vorrò stare più a lungo, la mia vita è qui, i miei amici sono qui, voi siete qui”.
“Lo so, lo so”.
“Avresti dovuto lasciarmi collegare il camino alla metropolvere così avresti potuto ricevere lettere tutti i giorni”.
“Forse, ma cosa sarebbe successo che il camino esplodesse e tu non fossi qui”.
“Esagerata”.
“E se arrivasse una lettera mentre sto sorseggiando del tè con Janis e Millie? No, no, è meglio così, non avrei saputo spiegarglielo”.
“Hai ragione” rispose Hermione, abbracciando sua madre. Finalmente il campanello suonò ed Hermione si affrettò ad aprire la porta, sulla soglia vi erano Harry, Ginny e Remus.
“Siete in ritardo” annunciò Hermione.
“Scusa, colpa mia” rispose Ginny, facendole l’occhiolino.
“Quelli sono i tuoi bagagli?” domandò Remus, indicando il baule e le due borse impilate sulla veranda.
“Sono loro”.
“D’accordo ci penso io” rispose Remus, estraendo la bacchetta.
Hermione tornò in cucina per salutare la madre.
“Mi spiace che tuo padre non sia qui a salutarti”.
“Non poteva certo fare aspettare l’ascesso della signora Collins” rispose Hermione, abbracciandola. “E poi ci siamo già salutati prima, non preoccuparti”.
“Va bene, fa buon viaggio piccola”.
“Grazie, mamma e cerca di non essere troppo apprensiva”.
“Ci proverò”.
La signora Granger la accompagnò alla porta, dove salutò i suoi accompagnatori e finalmente partirono verso il Ministero della Magia.
Come sempre l’Atrio del Ministero era molto affolato, ma in ogni caso riuscirono con facilità a raggiungere l’Ufficio Passaporte.
“Desidera?” domandò una anziana strega.
“Sono Hermione Granger, ho richiesto una Passaporta per Salem per le quattordici di oggi” rispose Hermione, mostrandole la lettera di conferma che aveva ricevuto dal Ministero.
“Certo, signorina Granger” borbottò la strega. “La sua Passaporta parte tra dieci minuti dalla pedana B”.
“La ringrazio”.
“Buon viaggio”.
Hermione si rimise in tasca la lettera di conferma e tornò dai suoi amici “Piattaforma B”.
“È quella” disse Ginny, indicando il cerchio più a sinistra dei quattro disposti nell’atrio di partenze dell’Ufficio.
Hermione guardò nervosamente l’ora e poi scrutò l’ufficio.
“Cosa guardi?” domandò Harry,
“Severus” disse sconsolata Hermione. “Ha detto che forse sarebbe venuto a salutarmi”.
“C’è ancora tempo” la confortò Ginny.
“Per adesso ti salutiamo noi” aggiunse Remus, fecendo un passo in avanti per abbracciarla.
“Grazie, Remus! Grazie di tutto”.
“Di niente, ci vediamo a Natale, scrivimi qualche volta” rispose il mannaro, sciogliendosi dall’abbraccio.
“Non mancherò” rispose Hermione, si voltò e abbracciò Harry e Ginny contemporaneamente. “Mi mancherete ragazzi”.
“Anche tu” mormorò Ginny, con gli occhi lucidi. “Sarà noioso senza di te qua in giro”.
“Una vera palla” confermò Harry. “Fatti valere d’accordo, fagli vedere a quelli americani cosa vuol dire venire da Hogwarts”.
“Lo spero, da Salem sono usciti molti grandi maghi” rispose Hermione, annuendo.
“Già, lo sapevi che nei dintorni dell’Accademia di Salem c’è il più esclusivo e importante gruppo di pozionisti?”
Hermione rimase immobile, sentendo quella voce profonda confermare le sue parole.
“Severus!” esclamò voltantosi.
“Buongiorno”.
Hermione aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola quando viene una sacca nera da viaggio stretta nella mano destra del professore.
“Adesso non montarti la testa” disse Severus.
“Sì… Ma tu… Ma… Vieni con me?”
“No, io vado dall’esclusivo e importante gruppo di pozionisti di Salem” precisò Severus, sorridendo.
“Perché non me l’hai detto?”
“Non vedo riempire troppo la tua testolina”.
“Da quanto lo sai?”
“Un paio di settimane” borbottò Severus, alzando le spalle.
“Ma come farai con i tuoi studenti e la scuola?”
“Lumacorno ha accettato di sostituirmi, ma starò via solo un trimestre. Voglio tornare prima che quel vecchio rovini troppo i miei studenti”
Hermione si sporse verso di lui, sentedosi gli occhi inumiditi e lo strinse forte. “Grazie Severus”.
“Sì ok, mollami adesso, mi stai strozzando” rispose il professore, districandosi dall’abbraccio. “Datti una mossa o perderemo la Passaporta”.
Herimone lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava alla piattaforma B e si voltò gongolante cercando lo sguardo degli amici “Fantastico, vero?”
“Davvero” disse Ginny, sorridendo.
“Sono felice per te” aggiunse Remus.
“È davvero incredibile” commentò Harry, sghignazzando.
Hermione gli diede un buffetto. “Non prenderlo in giro”.
“Non sto prendendo in giro nessuno, ma è davvero incredibile quando tu abbia inciso su di lui” si giustificò Harry. “Sono felice, sembra davvero che tu abbia trovato la tua perfetta metà, anche se a volte è un po’ scorbutico”.
“Grazie Harry, grazie ragazzi, ci vediamo a Natale!” disse Hermione, sorridendo.
“Se Severus ti fa troppo ammattire mandami un gufo e lo riportò a Hogwarts” scherzò Remus, grattandosi la nuca.
“No, Hermione se lo tiene e basta. Pensa ai poveri studenti, sarebbe un dramma per loro vederlo tornare prima del tempo” commentò Ginny.
Tutti scoppiarono a ridere, dopo un’ultima serie di abbracci e raccomandazione, Hermione lasciò agli amici e si affrettò a salire sulla piattaforma, mentre un grande orologio iniziava a fare il conto alla rovescia. Afferrò una vecchia scatola di latta, sfiorando le dita con quelle di Severus e fissò i suoi occhi scuri. “Sono felice”.
“Anche io”.
“Per me o per i pozionisti?”
“Per i pozionisti naturalmente” rispose Severus, esibendo il suo solito ghigno.
“Non so se crederti”.
“Fai bene”.
Hermione sentì il familiare strappo all’ombelico e l’Ufficio Passaporte con i suoi amici scomparve, rimanevano solo lei e Severus in viaggio oltre l’Atlantico, mai nella sua vita si era sentita più felice.

 

FINE

 

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Buona sera a tutti voi.
Dopo ben 40 capitoli siamo giunti alla fine di questa avventura. Tutte le cose devono finire e mi sembrava bello che l’ultimo capitolo fosse il quaranta, numero tondo ;)
Questa è stata in assoluto la più lunga fanfiction che ho scritto e sicuramente quella che mi ha ispirato ed emozionato di più.
La mia prima long-fic Hermione/Severus, più scrivevo più ho iniziato ad amare questo paring, di cui prima d’ora ho scritto solo una oneshot, così mentre scrivevo questa storia l’amore per questi personaggi aumentava ho scritto qualche altra oneshot su di loro, ma decisamente questo è stato il progetto più lungo nel quale mi sono mai imbarcata.
Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta, non avrei mai potuto arrivare a questo punto senza i miei fidati lettori e recensori. Quindi, grazie ragazzi, grazie di cuore a tutti voi innumerevoli commentatori che avete seguito questa storia. I vostri commenti mi hanno riempito di orgoglio e mi hanno aiutato a migliorare.
A questo punto, se desiderate leggere altre storie su questo paring devo assolutamente consigliare di visitare il profilo di Disincanto294 e leggere le sue fanfiction: Marks of Weakness (conclusa),  It’s not just sex (conclusa), The Key to my Heart (in corso) ed Eveloped Souls (in corso)! Disicantato scrivere davvero benissimo su questa coppia e le sue fanfiction sono sempre originali. Inoltre, vi consiglio Phoenix Trilogy (trilogia della fenice) di grangerous, tradotta da Anne London. Io l’ho scoperta poco tempo fa e l’ho assolutamente amata!
Naturalmente vorrei citare LeMalandrine95, non scrive su questo paring, ma le sue storie sono veramente eccezionali, quindi passate dal suo profilo ;)
Bene, direi che è tutto, grazie ancora a tutti coloro che hanno commentato!
Spero davvero che il finale di A Strange Love vi sia piaciuto! Lasciatemi un commentino, mi raccomando ;)
A presto
Baci
HermCH

  
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