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Autore: workinprogress    14/08/2014    1 recensioni
Finnick di tanto in tanto alzava lo sguardo su di lei, seduto sul tronco chiaro di fronte al falò, con il calore ad ondate sul suo viso.
La guardava attraverso le lingue delle fiamme e il crepitio delle scintille che salivano verso il cielo nero. Era giovane e libera e rideva come se fosse stata la sua ultima occasione di essere felice, e non avesse avuto intenzione di sprecarla.

[Finnick/Annie] [Songfic]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Comes And Goes (In Waves)'
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Spectrum




When we first came here,
We were cold and we were clear,
With no colors on our skin,
We were light and paper-thin.

[Quando siamo arrivati qui la prima volta,
Eravamo freddi e trasparenti,
Senza colori sulla nostra pelle,
Eravamo leggeri e sottili come carta.]


L'inverno era qualcosa di magico, al Distretto Quattro.
Era troppo a sud perché potesse nevicare, anche se antichi racconti dei vecchi tramandavano un tempo in cui avevano visto la spiaggia coprirsi di bianco.
L'inverno scatenava tutta la sua violenza nelle tempeste, con maestose onde di acqua scurissima che si abbattevano sulla sabbia e sugli scogli, spazzando via ogni altra cosa.
Per il Distretto significava meno cibo sulla tavola ogni volta che il vento cominciava a soffiare da nord. Eppure l'inverno era quasi venerato. Aveva tutta la ruvida potenza della natura che ristabilisce il proprio dominio sulle cose, ingloba dentro l'enorme ventre dell'oceano tutto ciò che trova ai suoi confini, per poi restituirlo con violenza a chissà quale altra estremità, lontano da lì. Lontano da ogni cosa.
Del mare si sapeva solo dove iniziava. C'era chi diceva che finisse dove si trovavano tutte le cose perdute, e chi giurava bagnasse un luogo dove ritrovare se stessi.
Ad ogni modo, di sicuro le sue onde lavavano via ogni cosa.
Annie l'amava, d'inverno. Restava a guardarlo finché un'onda non si infrangeva sugli scogli e gli spruzzi non la inzuppavano di acqua gelida, costringendola a rifugiarsi di fronte al caminetto. Ma mentre il fumo risaliva in calde spirali, Annie si stringeva nella coperta, e ripensava all'aria fredda e sferzante che tirava sul promontorio.
Finnick il mare lo amava indistintamente. In ogni sua stagione.
E quando il freddo dell'acqua era violento e pungente, tuffarsi nell'oceano era come spegnere un interruttore rimasto acceso troppo tempo. Immergeva la testa sott'acqua e soffiava via tutta l'aria dai polmoni.
Nel buio turbinio delle onde, ogni cosa ritrovava il suo posto.




Say my name,
And every color illuminates,
We are shining,
And we'll never be afraid again.

[Dì il mio nome,
Ed ogni colore si illumina,
Stiamo brillando,
E non avremo mai più paura.]


Ogni anno la primavera arrivava leggera dal pelo dell'acqua, portata dai venti dell'Est.
A volte si faceva violenta, nel modo in cui agitava le fronde e incrementava il rollio delle barche ormeggiate con cura.
Ma comunque fosse giunta, avrebbe trovato la festa di primavera ad attenderla, sulle lunghe spiagge del Distretto, e avrebbe danzato con gli abitanti fino a notte fonda intorno alle scintille dei falò.
Annie avrebbe fatto l'alba, in quella danza con i venti dell'Est. I veli colorati del suo vestito sembravano prendere vita di fronte alle fiamme, mentre un gioco di luci e ombre si arrampicava sul suo volto.
Finnick di tanto in tanto alzava lo sguardo su di lei, seduto sul tronco chiaro di fronte al falò, con il calore ad ondate sul suo viso.
La guardava attraverso le lingue delle fiamme e il crepitio delle scintille che salivano verso il cielo nero. Era giovane e libera e rideva come se fosse stata la sua ultima occasione di essere felice, e lei non avesse avuto intenzione di sprecarla.
La guardava e faceva insieme male e bene all'anima.




And when we come for you,
We'll be dressed up all in blue,
With the ocean in our arms,
Kissing eyes and kissing palms.

[E quando verremo per te,
Saremo vestiti tutti di blu,
Con l'oceano nelle nostre braccia,
Baciando gli occhi e baciando i palmi.]


Il Distretto Quattro era lontano, nello spazio e nel tempo.
Nel Tredici ogni cosa sembrava un po' opaca, svanita, anche nei ricordi. Come se avesse una dimensione tutta sua, simile a quella di ogni altro luogo di Panem, ma distorta.
Mancavano i passi dei marinai che uscivano in mare in piena notte, lo scricchiolio dei ciottoli sotto i piedi, le scaglie argentee dei pesci.
Nel Tredici il grigio che circondava ogni cosa era disciplinato e impersonale. Lunghi corridoi di stanze identiche tra loro, decine e decine di piani sempre più in basso, sotto file infinite di luci al neon.
Annie camminava nel suo vestito da sposa come un'onda che scombina ogni cosa, fresca e lucente e del colore del mare. I suoi passi fluivano verso Finnick, uno dopo l'altro, come una danza di cui non si intravedeva la fine.
Le sue labbra erano salate sopra le sue ed era come baciare la nostalgia di casa.
Il sorriso splendeva sulla sua bocca, ed era come seguire le stelle per ritrovarne la via.




And when it's time to pray,
We'll be dressed up all in grey,
With metal on our tongues,
And silver in our lungs.

[E quando sarà il momento di pregare,
Saremo vestiti tutti di grigio,
Con metallo sulle nostre lingue,
E argento nei nostri polmoni.]


Il Distretto Tredici era sempre stato un posto silenzioso.
I cittadini si muovevano al suo interno con suoni ovattati, colori spenti e voci basse. Erano addestrati a mantenere il silenzio e la calma anche nelle situazioni di emergenza, e di fronte alle pieghe inaspettate che potessero prendere le cose.
Annie non proveniva dal Tredici.
L'avevano sentita urlare, chiusa nella sua stanza, sovrastando quella spessa cappa ovattata.
 Non c'era stata nessuna cerimonia. I costi della guerra erano stati troppo alti per chiedere a qualcuno di fabbricare una bara per lui, da portare del 13. Non era certo l'unica vittima della ribellione.  
E dopotutto, a cosa gli serviva una bara? Non c'era nessun corpo da seppellire.
La gente aveva cominciato a raccogliere dei fiori. Con la fine della guerra, i cancelli in superficie erano stati aperti, e i primi gruppi di cittadini avevano iniziato ad esplorare le zone all'aria aperta.
Erano state mogli e madri a portarle i primi fiori. Poi i bambini, e i pochi uomini che avessero conosciuto Finnick senza essere partiti insieme a lui.
A volte era anche un solo fiore un po' malandato, ma Annie li metteva tutti a seccare. Johanna aveva rubato per lei un libro dall'archivio, il volumetto numero quattro di una raccolta che parlava della storia dei singoli Distretti.
Una sera era arrivata una bambina con un minuscolo mazzo di fiori azzurri tra le mani. Annie l'aveva ringraziata sorridendo, senza riuscire a nascondere il tremore.
Era così piccola. Conosceva già il significato di quei petali chiari?
Annie si era seduta sul letto, stanca. Di fianco al suo, il posto vuoto era ordinato ed immutato, con il basso cuscino e la ruvida coperta ripiegata con cura.
Nessuno in tutta Panem avrebbe mai dimenticato Finnick Odair.
Aveva strinto l'uniforme grigia tra le mani, all'altezza della pancia.
Nemmeno suo figlio.




Say my name,
And every color illuminates,
We are shining
And we'll never be afraid again.

[Dì il mio nome,
Ed ogni colore si illumina,
Stiamo brillando,
E non avremo mai più paura.]


Annie non era sicura di come la facesse sentire quella situazione.
Tutti avevano insistito, nel Quattro, e lei non se l'era sentita di rifiutare.
Istintivamente sapeva che l'unico vero motivo per cui si sentiva bloccata era la mancanza di Finnick.  Ma avrebbe dovuto imparare a convivere con la sua assenza, e prima ci fosse riuscita, meglio sarebbe stato.
Accettare la sua morte non significava dimenticarlo. Annie se n'era resa conto lasciando andare la sua lanterna, con Sean stretto al petto. Significava farsi forza e andare avanti.
L'acqua scintillava ancora, riflettendo le ultime tracce di grigio e lilla dopo il tramonto. Cominciava ad imbrunire, e le lanterne si alzavano intorno a lei. Fluttuavano piano, salendo sempre di più, illuminando l'aria intorno di colori vivaci.
Ogni volta che nasceva un bambino, nel Quattro, si lasciava andare una lanterna. Sean aveva solo una settimana, minuscolo tra le sue braccia, e gran parte del Distretto si era riunita su quella spiaggia.
Una lanterna per ognuno di loro.
C'era una luce per ogni martire, per ogni vittima, in quel crepuscolo. Come loro, sembravano infinite.
C'era una luce per Finnick, partita dalle mani della stessa Annie. Era stato deciso all'unanimità che fosse lanciata per prima.
Da qualche parte, in alto, brillavano le lanterne dei ragazzi morti in quei settantacinque anni di Hunger Games. Le scintille onoravano tutti i figli del Quattro che non avevano fatto ritorno a casa, e in ognuna di quelle era unito in modo indelebile il ricordo degli altri Distretti, di tutto il resto di Panem.
Per ultima, aveva lasciato andare la lanterna di Sean. C'era qualcosa di dolce e qualcosa di amaro nel veder salire quella promessa di vita dopo tanti omaggi ai morti.
Annie aveva stretto il figlio al petto, baciando la sua fronte. Finnick non si sarebbe mai voluto perdere una cosa del genere, e forse era il motivo per cui lo sentiva così vicino.
Alzò gli occhi verso le lanterne, con gli occhi che le bruciavano. Gli era costato la vita, ma alla fine ce l'aveva fatta.
Aveva donato a suo figlio un mondo migliore.



____________




Note di workinprogress.
Bene bene, e finalmente anche questa storia è finita.
La canzone su cui è costruita è Spectrum di Florence + The Machine, e riguardo a quella non credo ci sia molto da dire.
Il titolo sembra non avere molto senso, eccetto per il fatto che è lo stesso della canzone. Non è solo un calo clamoroso di creatività. La storia è costruita su questa canzone, è ciò che la lega, e non ho trovato nient'altro che mi sembrasse più calzante. Per di più, Spectrum si riferisce allo spettro, alla gamma di colori, uno dei temi a cui si ispira la storia.
Una piccola curiosità. Spero che si sia capito che i fiorellini azzurri portati dalla bambina sono i nontiscordardimé. Facendo una veloce ricerca ho scoperto per caso che Plinio il Vecchio scrive che il fiore era considerato un simbolo di salvezza dal dolore e da ciò che potesse incupire la vita. Non ne avevo idea. Oh beh, the more you know. [Ah, Plinio... quanti ricordi. Grazie al cielo, sono ricordi e sono passati].
Riguardo invece alla storia in sè... mi dispiace. Ditemelo, se vi viene la nausea con tutto questo parlare del Distretto 4 e del mare e delle onde. Devo dire che giunta al cinquecentesimo riferimento all'acqua ho iniziato a trattenermi. Questa è la versione in cui mi trattengo.

Bene, prima di salutarvi vorrei cogliere l'occasione per dire una parola su un altro argomento. Come probabilmente avrete saputo, l'undici agosto è morto Robin Williams. Non so che impatto abbia avuto su di voi, ma per me è stato quasi come venire a sapere della scomparsa di un parente. E non so nemmeno chi di voi abbia visto L'attimo fuggente, un film bellissimo e incredibilmente deprimente, ma vi consiglio di vederlo una volta superato lo shock per la sua scomparsa. Possibilmente, con una pacchetto di fazzoletti di fianco.
Oh, capitano, mio capitano.

Scusate questa parentesi, ma sentivo il bisogno di farla.
Vi abbraccio tutti e vi auguro un bellissimo Ferragosto e delle ferie splendide, se ancora dovete farle.
A presto,
wip
  
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