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Autore: Proda    14/08/2014    2 recensioni
4 ragazzi (ok 3, l'ultimo viene tirato dentro per caso) si stancano della vita da cadetti dell'Accademia Navale e decidono di farsi prendere come prigionieri di guerra dagli americani per farsi nutrire senza lavorare.Solo un piccolo problema, Usa e Italia non sono in guerra.
I nostri si troveranno ad affrontare situazioni assurde e improbabili una dopo l'altra con una sola costante: qualunque cosa succeda, non riusciranno mai a farsi catturare, anzi, forse diventeranno addirittura degli eroi!
Genere: Commedia, Demenziale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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1-Paura e delirio (e diserzioni) sulla "Amerigo Vespucci"


Sembra una normale e tranquilla giornata sulla nave scuola "Amerigo Vespucci" per i giovani cadetti dell'Accademia Navale.
Tuttavia non ostante lo splendido spettacolo offerto da un Mar Mediterraneo calmo così tanto da sembrare uno specchio, dopo diversi giorni di burrasca, qualcuno non sembra particolarmente felice.
"Dannazione quando ho scelto di arruolarmi in marina pensavo che avrei dovuto faticare meno"  esclamava un giovane cadetto, al riparo da orecchie indiscrete.
"Hai proprio ragione Franco! Voglio dire, io mi sono arruolato perchè contavo che grazie all'uniforme avrei attirato le donne come le mosche al miele, ma in un anno non ho battuto chiodo!" gli rispose un altro cadetto, evidentemente amico del precedente.
"Cadetto Bini, Cadetto Baldi, se avete tempo di lamentarvi e comportarvi in modo non consono potreste anche dare una lucidata al ponte superiore, vi pare?" li rimproverò il loro ufficiale superiore
I due scattando sull'attenti e gridando "comandi!" si diressero, imbarazzati, ad eseguire gli ordini ricevuti.
Franco Baldi era il più alto dei due, mentre Piero Bini era leggermente più basso, non si somigliavano molto, ed erano arrivati in accademia per motivi molto diversi, ma si erano affezionati subito, diventando inseparabili a causa di quella forza fisica fondamentale che unisce gli sfigati tra loro.
Ad ogni modo la giornata non era cominciata bene e continuò peggio, i due si trovarono a dover lavorare molto più del previsto a causa della loro mancanza di disciplina e di entusiasmo e arrivarono a cena tardi, finendo per mangiare pure poco, a quel punto nell'animo di Franco cominciava a maturare un proposito particolare e particolarmente rischioso.
"Io ho intenzione di disertare, non ho più voglia di lavorare  guarda, troppa fatica per nulla, alla prossima tempesta mi getto in mare e chi s'è visto s'è visto" disse infatti nel segreto della loro cabina all'amico, mentre si accarezzava la nuca rasata
"Sei pazzo? finiresti solo per affogare!" rispose sconcertato Piero spalancando i suoi occhi verdi.
"No no non mi sottovalutare, ho un piano, dobbiamo solo farci prendere prigionieri dagli americani!"
"SOLO?!? Ma è una pazzia! Non hanno motivo di prenderci prigionieri  e io non ho motivo di ascoltarti!"
"Convenzione di Ginevra!I prigionieri di guerra hanno diritto a vitto e alloggio gratis, ti rendi conto? è come vincere alla lotteria!"
"Ti ricordo che non siamo in guerra con gli Stati uniti"
Franco rimase un attimo spiazzato poi rispose "Cavolo è vero! non ci avevo pensato!"
"Ma tra tutti e due ci si fa a trovare un po' di buonsenso o dovete farvelo prestare? ragazzi seriamente, i  problemi vanno risolti non si può sempre fuggire!" disse loro con tono canzonatorio uno degli altri due cadetti che condividevano con loro la stanza
"Hai ragione Paolo! Non posson prenderci come POW perchè non siamo in guerra? Ne scateneremo una!" Gridò con entusiasmo Piero
Paolo che era a metà tra lo sconvolto e il divertito riuscì solo ad emettere una risata fortissima, svegliando l'ultimo cadetto, Giulio, che finora aveva dormito beatamente.
Una volta spiegato a Giulio cosa era successo quest'ultimo non potè far altro che esprimere quanto geniale fosse l'idea di Piero, promettendo tutto il suo supporto(e facendo anche qualche salto di gioia), vistosi ormai isolato Paolo si limitò a sbuffare e dire " Voi siete pazzi".
Qualche giorno dopo, la nave scuola era stata sorpresa da una tempesta in mare aperto, sfruttando la scarsa visibilità Franco mise in atto il suo folle piano e si lanciò in mare, seguito poco dopo da Piero e Giulio, e anche da Paolo, che purtroppo in mare ci finì DAVVERO a causa di un incidente.
Stava infatti cercando di fermare questi pazzi scriteriati quando, inciampando su una cima, finì per volare diversi metri fuori bordo, facendo uno splendido tuffo carpiato con triplo avvitamento che se fosse stato ad una gara avrebbe meritato un 10 pieno. Purtroppo non era una gara e non si stava tuffando in una piscina, e così finì testa all'ingiù tra i flutti (ma una medaglia la meritava lo stesso).
Nessuno si era accorto della loro impresa e la nave continuò a procedere come nulla fosse.
Franco a quel punto era tutto contento ed esclamò con gioia " Evvai ragazzi! il punto uno del piano è superato! adesso dobbiamo solo far scatenare la guerra!"
Pochi secondi dopo Paolo gli si avventò al collo nero di rabbia cercando di strangolarlo.
Ma i tre furono incredibilmente fortunati, vennero infatti ripescati da un piccolo Yacht statunitense che passava a pochi metri da loro.
Una volta saliti sopra e notando la bandiera del battello Giulio si mise in testa un cappello di paglia che aveva portato con se dalla nave scuola e cominciò a saltellare di gioia gridando frasi sconnesse riguardanti il diventare il re dei pirati impossessandosi del controllo dello Yach con la forza e/o la magia nera.
Gli altri furono subito daccordo nel considerarlo posseduto e nell'esorcizzarlo usando l'apposita app dei loro iPhone© (iCommandyoutoleave©, app per esorcismi ufficiale benedetta dalla Chiesa Cattolica©, disponibile con la sensuale voce guida di Papa Francesco).
Tuttavia lo Yacht che li aveva salvati si sarebbe rivelato ben presto molto più importante di quanto credessero, perchè sotto coperta era presente un ospite veramente VIP, era il Presidente degli USA Brock Osama, venuto in vacanza sullo Yacht di un suo amico per godersi il Mediterraneo (e bere come una spugna, soprattutto bere come una spugna).

  
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