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Autore: DJ_AmuStar    14/08/2014    7 recensioni
"- E quindi? Giù, tu m’ha bell’e-diverti’o, me lo vòi di’ di (c)he si tratta sì o no? Un mi fa stà sulle spine! - fece la ragazza, che ormai moriva dalla curiosità di sapere che cosa avesse organizzato suo cugino e voleva che andasse dritto al punto.
- Quindi ti volevo dire di preparare un bell’abito cuginetta, perché sarà una festa in maschera! Tutti gli invitati saranno vestiti eleganti, con abiti ampi eccetera. Hai presente quelle feste del ‘700 in cui ci si vestiva in modo sfarzoso e si indossava una maschera Ve?- le chiese pieno di entusiasmo.
Una scintilla di euforia per quella notizia si accese nello sguardo di Toscana, la quale aveva un sorriso che le andava da un orecchio all’altro da quanto fosse contenta."
In questa fanfiction, come avete potuto leggere nell'estratto, ci sarà una festa in maschera alla quale parteciperanno tutte le nazioni e le regioni italiane.
Chissà se a questa festa i sentimenti di Toscana e Scozia verranno alla luce...? Riusciranno finalmente ad aprire il proprio cuore l'una all'altro?
Non vi resta che mettervi anche voi una maschera e partecipare alla festa per scoprirlo ;)
Commentate! :D
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Scozia
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Ah, l’è proprio una bella giornata (q)huesta! - fece Toscana camminando per il centro di Firenze, sorridendo allegra.
Era una stupenda giornata di sole, con il cielo terso, senza neanche l’ombra di una nuvola. La ragazza si ritenne molto fortunata di rappresentare la Toscana come regione, poiché d’estate il tempo era quasi sempre bello lì.
Toscana, una ragazza alta 1,71 cm, snella ma formosa, dai capelli castani, lisci come la seta e lunghi fin poco sotto le spalle. Li teneva sempre in ordine con un foulard, a righe bianche e verdi chiaro, a mò di fascia. Odiava quando la sua frangetta le andava davanti agli occhi, inoltre in quel modo il ciuffo di famiglia, il quale partiva dalla parte di frangetta che stava a sinistra, non le avrebbe dato fastidio.
Quella mattina aveva deciso di mettersi la sua camicia preferita, gialla a scacchi, legata sopra l’ombelico e con le maniche rigirate al gomito; un paio di  shorts di jeans, tenuti su da una cintura in pelle marrone e ai piedi i suoi adorati stivaletti marroni con un tacco largo e non troppo alto.
Le persone intorno a lei non avrebbero mai potuto immaginare, che quella ragazza sui 18/19 anni, potesse essere l’incarnazione della loro regione.
Veniva ritenuta la cugina più bella di Romano e Veneziano, ma nonostante questo Toscana, conosciuta anche come Sara Vargas, si riteneva una ragazza piuttosto nella norma. Infatti era da sempre stata una tipa modesta e magnanima, nonché allegra, burlona e solare.
I suoi occhi color cioccolato osservavano con entusiasmo i turisti e i fiorentini che in quel momento passeggiavano per Via dei Calzaioli, alcuni aventi in mano un numero spropositato di borse piene di souvenir e vestiti.
In effetti, ora che ci pensava, nella sua bella Firenze c’erano un sacco di bei negozi, i quali attiravano anche la gente dei dintorni per fare shopping.
Quella mattina aveva deciso di prendere il treno e andare a fare un giro in città, vista la giornata soleggiata e il fatto che era già da una settimana che non ci faceva un salto. Inoltre voleva approfittarne per prendere una bella Bistecca da fare alla Fiorentina dal suo macellaio di fiducia, visto che per l’ora di pranzo sarebbe arrivata sua sorella minore Umbria, conosciuta anche come Chiara Vargas; quindi voleva fare qualcosa di speciale da mangiare. Dopo un po’ arrivò in Piazza del Duomo e da lì prese una stradina poco frequentata dai turisti. In pochi minuti arrivò alla macelleria e vedendo che il macellaio non era in ferie, ma aveva aperto il negozio, entrò.
- Buongiorno Lapo! (C)home tu stai? - fece con il suo solito fare allegro.
- Oh Sara! Tutto bene, e te (c)home tu stai? L’era da un pezzo che un tu venivi a prendè quarcòsa alla mi’ macelleria! - rispose sorridendo, felice di rivedere la sua cliente più fedele dopo tanto.
- Sto bene, scusa se un son venuta nell’urtime settimane, ma ho avuŧo un ballino di roba da fà. -
- Un ti preoccupà figliola! Dimmi, vòi la soliŧa? - domandò iniziando già a prendere una delle sue bistecche più belle. Per lui era normale vedere quella ragazza appena maggiorenne venire a prendere una bistecca per sé. Dopotutto a Firenze era facile trovare ragazzi che a causa dei corsi universitari vivevano da soli.
- Fai due Lapo! Oggi c’ho un’ ospiŧe a pranzo! -
- Uuuh chi l’è? I’ tu fidanzaŧo? -
- Ehm…no, veramente sarebbe la mi’ sorella. L’è da tanto ch’un mi viene a trovà e allora volevo preparà quarcòsa di bòno da mangià pe’ tutt’e due…- rispose arrossendo leggermente.
- Sarà, ma se tu sei arrossiŧa e vòr di’ (c)he un fidanzaŧo c’è! - fece ridendo mentre pesava le due bistecche. - Poi e mi parrebbe strano (c)he una bella figliola (c)home te un c’abbia ancora un fidanzaŧo! - continuò porgendole il sacchetto con i due pezzi di carne dentro.
- Giù te l’ho detto. Primo, oggi c’ho pe’ davvero la mi’ sorella a pranzo. Sehondo, se ti diho (c)he i’ fidanzaŧo un ce l’ho e un ce l’ho! - disse con fare deciso, prendendo il sacchetto e pagando il macellaio.
- E allora chi l’era que’ figliolo straniero (c)hoi (c)hapelli rossi e gl’occhi verdi (c)he t’ha accompagnaŧo l’urtima vòrta? - fece sorridendo sornione.
In quel momento Toscana divenne più rossa di un pomodoro maturo.
Probabilmente se l’avesse vista il suo amico Spagna in quel momento, l’avrebbe definita a quel modo.
Quel ragazzo era Scozia, il suo primo amore. Si era innamorata di lui dal primo momento che l’aveva visto, il giorno in cui l’aveva soccorsa insieme a Inghilterra durante la Seconda guerra mondiale dalla situazione critica in cui si trovava a causa di Germania. Erano diventati molto amici da quel momento e si erano visti spesso, ma in tutto quel tempo non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi.
- Aaaahh c’ho preso allora! Infatti tu-llo guardavi (c)hon cert’occhi! - fece battendo le mani con soddisfazione vedendo la reazione plateale della ragazza.
- Un è vero! Sco-…cioè Allistor un è i’ mi’ fidanzaŧo, l’è solo un amiho! -
- Ci (c)hrederò. - disse continuando a guardarla furbo.
- Via ora vò! Ciao e grazie di  ŧutto! - fece aprendo la porta del negozio.
- Ciao Sara! E mi raccomando riŧorna presto! -
Uscita dalla macelleria, la ragazza si diresse verso la stazione, per salire sul treno diretto ad Empoli, per poi prendere l’autobus che l’avrebbe portata vicino la sua villetta in campagna, nella zona di Vinci.
Appena arrivò a casa posò i sacchetti sul piano da cucina e prese la griglia per cuocere le bistecche. Tutto sembrava tranquillo come al solito, finchè un folletto verde non gli saltò sulla spalla aggrappandosi alla sua camicia, cercando di attirare l’attenzione della ragazza.
Il folletto in questione indossava solo un paio di calzoni rossi, che gli coprivano anche i piedi e un cappello così largo che gli copriva gli occhi. Era un Linchetto, un essere beffardo conosciuto per essere il folletto toscano per eccellenza fra tutti quelli che abitavano la Toscana. Era conosciuto soprattutto per gli scherzi che metteva in atto solitamente, ma di carattere mutevole poteva diventare spesso servizievole e gentile con coloro che gli stavano simpatici. In questo caso, Toscana.
- Toscana, Toscana! Sei tornata! Ti stavamo aspettando!!! Che hai preso di buono? Eh? Eh? Fai vedere! -
- Stenterino un mi disturbà, un lo vedi che sono a cucinà? Piuttosto famm’ un piacere, pòi apparecchià la ŧavola? -
- Tsk! E secondo te adesso che mi hai parlato con questo tono dovrei anche aiutarti? - fece il folletto facendo l’offeso.
- Ti prometto (c)he se lo fai porterò a te e alla ŧu famiglia un gotto di Chianti e un ber po’ di formaggio, (c)he ne dici?-
- E va bene, ma dovrai portarle tu in cantina ste’ cose! Non credere che le venga a prendere io da te! - esclamò saltando dalla spalla della castana e correndo a prendere le stoviglie.
- Certo certo, un ti preoccupà Stenterino. -
Dopo un’ora da quando aveva iniziato a cucinare, Toscana sentì suonare il campanaccio della porta che dava sul cortile di fronte della villetta di campagna.
- Arrivo arrivo! -  fece ad alta voce mentre finiva di insaporire le bistecche alla fiorentina appena portate in tavola.
Corse alla porta e appena la aprì si ritrovò di fronte una graziosa ragazza sui 15/16 anni, dagli occhi color verde foresta e i capelli ricci, morbidi e lunghi sul castano chiarissimo, quasi sul biondo scuro. Il ciuffo tipico della famiglia Vargas le spuntava da quella massa di capelli ricci, tendendo verso sinistra. Sarà stata alta più o meno 1,69 cm e aveva una corporatura minuta e non troppo formosa.
- Umbria! (C)he bello vedetti! Era da una viŧa (c)he un mi venivi a trovà! - fece entusiasta la castana stritolando in un abbraccio sua sorella.
Toscana era sempre contenta di vedere sua sorella. Il carattere di quest’ultima la rendeva una compagnia molto piacevole e simpatica a molte nazioni. Quest’ultima era infatti molto gentile, generosa, spensierata e sempre disponibile verso il prossimo.
- Toscana…mi stai…soffocando…- fece con un fil di voce la riccia, la quale stava praticamente morendo asfissiata dall’abbraccio della sorella maggiore.
- Oh, scusami! E’ che l’ero troppo (c)hontenta di vedetti! (C)home stai? - domandò liberando la minore dall’abbraccio.
- Tutto bene grazie. E tu?-
- Si ŧira avanti, via! Vieni, le bistecche le son già bell’e-pronte! -
Le due ragazze mangiarono tranquillamente chiacchierando del più e del meno.
Verso le 14:20 finirono di mangiare, ma mentre stavano sparecchiando la tavola il cellulare di Toscana iniziò a squillare.
- Eh? Ma chi l’è che chiama a quest’ora? - si domandò ad alta voce mentre si avvicinava al comò in cucina, dove aveva appoggiato il telefonino.
Prese in mano l’oggetto in questione, il quale continuava a squillare e a vibrare sempre più insistentemente, rispose alla chiamata e se lo portò all’orecchio.
- Pronto? Chi l’è? -
- Ve ~ Cuginetta sono io! Feliciano! -
- Oh, Feli ciao! L’era da un pezzo (c)he un tu (c)hiamavi, (c)home tu stai? - disse la ragazza felice di risentire suo cugino dopo così tanto tempo che non si vedevano.
Toscana faceva parte delle regioni del centro Italia e dato che quest’ultime, non erano nipoti solo di Nonno Roma ma anche di Nonna Etruria, erano cugine di Romano, Feliciano e delle regioni del Nord e Sud Italia.
- Tutto bene! Senti ti volevo dire che qualche settimana fa, ho iniziato ad organizzare un evento spettacolare insieme ad America, Francia e Germania. A questo evento avevo intenzione di invitare tutte le nazioni e specialmente voi ragazze! - fece con tono allegro il ragazzo dall’altra parte del telefono.
- E quindi? Giù, tu m’ha bell’e-diverti’o, me lo vòi di’ di (c)he si tratta sì o no? Un mi fa stà sulle spine! - fece la ragazza, che ormai moriva dalla curiosità di sapere che cosa avesse organizzato suo cugino e voleva che andasse dritto al punto.
- Quindi ti volevo dire di preparare un bell’abito cuginetta, perché sarà una festa in maschera! Tutti gli invitati saranno vestiti eleganti, con abiti ampi eccetera. Hai presente quelle feste del ‘700 in cui ci si vestiva in modo sfarzoso e si indossava una maschera Ve?- le chiese pieno di entusiasmo.
Una scintilla di euforia per quella notizia si accese nello sguardo di Toscana, la quale aveva un sorriso che le andava da un orecchio all’altro da quanto fosse contenta.
- Certo che l’ho presenti! Adoro ste’ feste! Ci sarò si(c)huramente, garantiŧo! Quindi ci sono anche le altre?? - chiese euforica.
- Ve~ Certo! Sardegna e Lombardia le ho già avvertite. Potresti avvertire tu Umbria?-
- Certo! Glielo dirò appena finisco di parlà con te! Tanto l’è venuŧa a trovammi. A proposiŧo, dove la fareŧe la festa? -
- La festa sarà a Parigi, più precisamente a Versailles fra tre giorni. Ve ~ -
- A Versailles?! Ma come aveŧe fatto a…-
- Bhè visto che ci aiutava Francia nell’organizzazione della festa, è stato facile ottenere il permesso per tenere un ballo al suo interno Ve ~ -
- Ah, allora il mistero l’è bell’e-che risolto. Per una vòrta ha fatto quarcòsa d’utile…- 
 - Ve ~ Allora aspetto sia te che Umbria alla festa! Ciao! -
- Ciao! - la ragazza riattaccò il cellulare per correre da sua sorella, la quale l’aspettava in salotto.
- Ehi Sara, come mai sei venuta qui di corsa? Chi era al telefono? -
- L’era Feliciano! Tieniŧi forte pecchè ti stò pe’ di’ una noŧizia BOMBA! - esclamò la castana sottolineando l’ultimo termine.
- Spara allora! Quale sarebbe questa notizia bomba? -
- Feliciano ha organizzaŧo una festa in maschera che si ŧerrà a Parigi! Saranno ŧutti invitaŧi e lo siamo anche noi!! -
- Oh mio Dio! Ma è fantastico! Dici…che ci saranno anche i nostri altri cugini e fratelli tipo…Lazio? - chiese arrossendo leggermente la ragazza dai capelli ricci pronunciando il nome di suo fratello maggiore.
- Chissà, l’è probabile. (C)homunque non vedo l’ora di vedere ŧutti (q)huanti vestiŧi eleganti pe’ una festa di (q)huesto genere! - fece tutta euforica.
- Soprattutto un certo scozzese dai capelli rossi vero? - fece sorridendo furba Umbria, godendosi il plateale rossore che si era andato a formare sulle guance della sorella.
- Ehm..effettivamente un l’ho mai visto vestiŧo ŧutto elegante…(c)hissà come l’è…- fece con aria sognante.
- Terra chiama Toscana, Terra chiama Toscana! C’è nessuno? - fece la riccia sventolando una mano davanti lo sguardo perso della castana.
- Eh? Sì sì ci sono! - esclamò risvegliandosi dal mondo dei sogni ancora con un leggero rossore sulle guance.
- Certo come no…comunque sarà difficile riconoscere gli altri visto che hanno le maschere ora che ci penso…-
- Vabbè, tanto in un modo o nell’altro li ri(c)honosceremo vedrai. Adesso dobbiamo pro(c)huracci delle maschere e dei begl’abiŧi! - disse decisa.
- Sì ma dove andiamo a prendere delle belle maschere? -
- Mmmh…aspetta! Forse c’ho (q)huarcòsa che pòle essecci uŧile. Seguimi! - disse ricordandosi di un regalo che le aveva fatto suo cugino Veneto quando era andata a trovarlo a Venezia qualche mese prima.
Le due ragazze salirono le scale a chiocciola che portavano al piano superiore della villetta e andarono in camera di Toscana. Quest’ultima aprì l’armadio di legno e iniziò a rovistare fra le scatole che si trovavano sul fondo del mobile, mentre Umbria si sedette sulla sedia di fianco alla scrivania della sorella, aspettando che finisse di buttare all’aria il proprio armadio.
- Eccola! In questa scaŧola c’avevo messo delle maschere veneziane (c)he m’aveva regalaŧo Veneŧo! - esclamò prendendo la scatola in questione e avvicinandosi alla sorella minore.
- Davvero? Che fortuna almeno non dovremo stare a cercarle! - fece tutta contenta.
- Già, inoltre se un mi ri(c)hordo male devono essere morto belle per artro! - disse emozionata di poterne finalmente indossare una.
Aprì la scatola e le tirò fuori. La prima maschera era blu chiaro all’esterno e tendente all’oro sulla zona che poggia sul naso. Era decorata con un reticolato di brillantini dorati e argentati su tutta la superficie, mentre sul naso aveva delle decorazioni vegetali stilizzate, fatte con la polvere di brillantini azzurro scura. Sulla fronte vi si trovava un triangolo d’argento tutto decorato da vari ghirigori dello stesso materiale, fra i quali vi erano incastonati due zaffiri e un’acquamarina; e da questo triangolo metallico partivano quattro o cinque piume di un bel blu cangiante.
La seconda maschera era invece celeste, sfumata sul bianco e decorata con decorazioni vegetali stilizzate, fatte con la polvere di brillantini bianca; e dalla parte destra vi era un vistoso fiore stilizzato, fatto con un metallo brillantoso bianco e al cui centro vi si trovava una piccola acquamarina.
Toscana notò che sua sorella era rimasta incantata da quest’ultima maschera.
- Sai, penso (c)he questa maschera celeste ŧi doni molto. - fece prendendola e mettendola alla sorella. - Guardaŧi allo specchio! - continuò portandola di fronte allo specchio della sua camera.
- Lo pensi davvero Sara? -
- Sì, lo penso pe’ davvero. - rispose sorridendo dolcemente. - E poi la si vedeva da un chilomeŧro (c)he ti da garba da morì sta’ maschera eheh. Se vòi la pòi tenè. Io prendo (q)huella (c)hon le piume e tu questa. -
- Davvero? Ma Veneto l’ha regalata a te…-
-  E io ora la regalo a te. Dopoŧutto, (c)he ci fò (c)hon du’ maschere? - disse sorridendo.
- Oh sorellona, sei la meglio! Grazie, grazie! - esclamò tutta contenta saltando al collo di Toscana abbracciandola.
- Ah ah, di nulla sorellina!  Ora dobbiamo pensà a i’ vestiŧo pe’ tutt’e-due….e credo di sapè a chi chiedè! - fece schioccando le dita e prendendo la sua maschera in mano. - Vieni (c)hon me! -  continuò con entusiasmo prendendo Umbria, che indossava ancora la maschera, per il polso e trascinandola giù per le scale e poi fino in giardino.
- Ma dove stiamo andando? - chiese la ragazza perplessa, vedendo che la sorella maggiore la stava portando nel bosco della sua tenuta.
Infatti il terreno appartenente a Toscana era immenso. Comprendeva due uliveti, vari alberi da frutto. una vigna enorme e scendendo giù per una discesa erbosa si poteva raggiungere un orto immenso, un lago e un bosco, appunto.
- Devi semplicemente fidatti di me. - disse continuando a guardare davanti a sé.
Ad un certo punto raggiunsero una piccola radura fiorita dove vi si trovava una grotta, la cui entrata era nascosta da una piccola cascata che si riversava in uno stagno, dall’acqua limpida e cristallina.
- Wow…non credevo ci fosse un posto così bello in mezzo a questo bosco…- fece Umbria incantata da quel posto bellissimo.
- Seguimi. - fece la castana avvicinandosi alla cascata e entrando dentro la grotta, grazie ad un passaggio dietro lo scroscio d’acqua.
La riccia la seguì perplessa non capendo dove volesse andare sua sorella.
Toscana appena entrata si voltò per controllare che sua sorella minore l’avesse seguita e appena la vide le fece cenno di seguirla.
Dopo qualche minuto arrivarono in un punto della caverna estremamente luminoso e alle cui pareti vi erano appoggiati un numero spropositato di rotoli di stoffa, dai colori e dai tessuti più svariati e pregiati.
- Ma…che ci fanno tutte queste stoffe pregiate in una grotta? - chiese sbalordita da ciò che stava vedendo.
- Qui c’abitano arcune delle Faŧe di Berti(c)hagnana. L’ho incontraŧe pe’ la prima vòrta in un antro naŧurale vicino Altagnana. Arcune di loro mi si sono affezionaŧe e m’hanno seguiŧo fin’a-casa e si son trasferiŧe in questa grotta. Son famose pe’ cucì degl’abiŧi meravigliosi (c)hon delle stoffe morto pregiaŧe. - disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Fate? - domandò la minore, chiedendosi se la notizia della festa non avesse dato un po’ troppo alla testa a sua sorella maggiore.
- Sì, faŧe. Perché? -
- Ehm…le fate non…esistono…- disse titubante, cercando di avere tatto.
- Certo (c)he esistono! Solo (c)he purtroppo non tutti le vedono…(c)homunque ci faremo fà i vestiŧi da loro! E così avrai anche la prova (c)he le faŧe esistono pe’ davvero! -
- Ehm si…- fece la riccia poco convinta.
- Flora! Priscilla! Serenella! Son’ io, Toscana! Ho bisogno d’una mano! - fece la ragazza ad alta voce per farsi sentire dalle tre fate.
Dopo qualche secondo tre piccole fatine arrivarono svolazzando da Toscana. La prima, Flora, indossava un piccolo abitino sui toni del verde, decorato con qualche piccolo fiore arancione, che riprendevano il colore aranciato dei suoi occhi. Uno di essi le ornava persino i capelli lisci e marroni, acconciati in una specie di crocchia particolare. La seconda, Priscilla, indossava un vestitino sui toni del viola decorato con vari nastri  color lilla, come la tonalità dei suoi occhi. Uno di essi era pure attorcigliato nel groviglio di capelli ricci e mori che aveva sulla testa. La terza ed ultima fatina ad arrivare era Serenella, la più piccola fra le tre, la quale indossava un mini abito azzurro decorato con tante  piccole sfere di cotone bianco e fra i capelli mossi e marroni aveva una passata azzurra decorata con un pezzetto di cotone. I suoi occhi argentati brillarono di felicità nel vedere la castana. Probabilmente fra le tre fate, lei era quella più legata alla ragazza.
- Toscana siamo così felici di vederti! - fece quest’ultima svolazzandole intorno.
- Dicci, in cosa possiamo aiutarti? Sai che per noi è sempre un piacere aiutarti. - disse sorridendo Priscilla, la più composta e seria fra le tre.
- Ecco, la mi servirebbero du’ vestiŧi molto eleganti pe’ una festa in maschera. Poteŧe facceli a me e alla mi’ sorella? -
- Certamente! Per noi non sarà un problema! - fece Flora alzando le braccia in aria, ma colpendo un rotolo di stoffa, facendolo cadere in terra insieme a un paio di rotoli che erano appoggiati a quest’ultimo.
- Ops…scusate…- fece con sorriso innocente.
Priscilla sospirò pesantemente ormai rassegnata alla goffaggine esponenziale di Flora.
A Toscana scappò una risatina ma voltando lo sguardo notò che sua sorella la guardava allibita. Sapeva che Umbria non riusciva a vedere le fate e le creature magiche come lei, Inghilterra, Scozia e Sardegna, ma doveva portarla lì per far prendere le misure per l’abito.
- Ecco…vedeŧe (q)hueste maschere? - disse facendo avvicinare sua sorella, la quale indossava ancora la maschera, e facendo vedere alla fata quella con le piume che aveva in mano. - Vorremmo degl’ abiti (c)he s’ intonino con esse…poteŧe facci (q)huesto favore? -
- Certo cara. Non sarà affatto un problema. Inoltre per la “Regina della Notte” ho già in mente una stoffa e un modello che ci starà benissimo insieme. - fece Priscilla avvicinandosi alla maschera che Toscana teneva in mano.
- La “Regina della notte”? - chiese perplessa Toscana.
- Sì! E’ il nome della tua maschera sciocchina! Non sapevi il suo nome nonostante sia tua? - fece Serenella ridendo.
- Bhè…sinceramente un lo sapevo…-
- Ehm Sara…cosa non sapevi? - chiese un po’ perplessa la riccia, dato che non aveva capito quasi niente di ciò che stava accadendo.
- Eh? Ah, un sapevo (c)he la mi’ maschera si (c)hiamasse “Regina della Notte”. -
- E come l’hai scoperto?-
- Me l’ha detto Priscilla, ovvio. - fece Toscana senza battere ciglio.
La minore cominciava seriamente a preoccuparsi per sua sorella, glielo si poteva leggere in faccia.
- Tornando a noi, signorine! Prendete le misure, ci sono due abiti da cucire! - disse Priscilla battendo le mani e facendo scattare sugli attenti le altre due fatine, le quali in quel frattempo si stavano trastullando.
A quel punto Flora e Serenella presero in quattro e quattr’otto le misure ad Umbria, la quale sentiva qualcosa che le faceva solletico da tutte le parti senza però riuscire a vedere niente. Dopodiché passarono a prendere quelle di Toscana. Finito di prendere le misure di entrambe, le tre fate iniziarono a cucire con una maestria esemplare i due abiti. Con la magia prendevano le stoffe che servivano e le cucivano insieme con una velocità sovrannaturale.
Umbria guardava esterrefatta quelle stoffe che fluttuavano per aria e divenivano da sole degli abiti.
- Ma…ma…com’è possibile?-
- Faŧe, sorellina; faŧe. - disse come se fosse la cosa più normale del mondo.
Dopo un quarto d’ora entrambi gli abiti erano pronti e le fate li mostrarono alle rispettive proprietarie.
Il primo era un abito di raso color celeste intenso, aveva il corpetto a cuore come fasciato, inoltre aveva dei piccoli diamanti sul bordo superiore, i quali andavano a formare un lungo e sottile cono rovesciato fra i seni; mentre alcuni lo decoravano al di sotto della parte fasciata e con una linea sottilissima delimitavano il corpetto dalla gonna. Essa non era né troppo voluminosa né troppo ampia. Sembrava la corolla rovesciata di un fiore in procinto di sbocciare. Il raso era liscio e creava solo qualche piccola increspatura, dovuta agli “spruzzi” di diamanti appuntati in modo armonico e non esagerato sulla gonna.
Il secondo era invece di un bellissimo raso color blu notte. Anch’esso aveva il corpetto a cuore, decorato sulla parte superiore con un bellissimo motivo floreale di diamanti e acquemarine, mentre sulla parte inferiore di esso vi si trovavano brillanti di diamante o acquamarina sparsi. La gonna partiva con una fasciatura poco al di sotto del corpetto, appuntata sulla schiena con una decorazione fatta coi diamanti e con un’acquamarina al centro, per poi “esplodere” in una gonna voluminosa e morbida, appuntata con qualche piccola decorazione di diamanti qua e là, i quali formavano in questo modo una miriade di panneggi e increspature morbide in essa.
- Allora? Dici che può andare Toscana? - chiese sorridendo Flora.
- Son PERFETTI! Ottimo lavoro ragazze! Grazie mille! - fece entusiasta la castana.
- Prego cara. Sono felice che ti piacciano. - fece Priscilla sorridendo.
- Ma…sono stupendi…- riuscì solo a pronunciare la minore, ancora senza parole per ciò che era successo di fronte ai suoi occhi.
- Te l’avevo detto o no (c)he eran brave?-
- Già…- pronunciò ancora incantata ad osservare il suo abito che fluttuava in aria senza nessuno che lo sorreggesse.
- Forza andate a provarli tu e tua sorella!! Non vedo l’ora di vedere come vi stanno! - fece tutta euforica Serenella.
- Ottima idea! Forza Umbria! (Q)hui c’è un anfratto dove possiamo provarci i nostri abiti. Vai prima te! - disse euforica Toscana sospingendo la sorella verso l’anfratto e porgendole il suo abito celeste.
- O-ok…-
- E la mi raccomando! Mettiŧi la maschera (c)hosì si vede (c)home ti sta il tutto! -
Dopo qualche minuto, Umbria ritornò dalla sorella maggiore.
- Allora? C-come sto? - chiese titubante. - Non è che quest’abito a me non dona? -
- Ma i’cche tu dici?? La sei un incanto sorellina! (Q)huest’abiŧo ti (c)halza a pennello, sembra ŧe l’abbiano (c)huciŧo addosso! - fece contenta che l’abito fosse perfetto per la sua sorellina.
- Vorrei anche vedere! Dopotutto siamo state noi a cucirlo! - fece Serenella fiera del lavoro svolto insieme a Priscilla e Flora.
- Serenella non ti vantare, non è educato. - la ammonì Priscilla.
- Ma dopotutto è vero che abbiamo fatto un buon lavoro… no? - fece Flora educatamente e con fare titubante.
- In effetti è vero. Ma non bisogna mai vantarsi di ciò che si fa. - disse la fata viola.
- D-davvero…mi sta bene? - domandò la minore arrossendo, leggermente imbarazzata, ignorando ciò di cui avevano iniziato a discutere le fate, visto che non riusciva né a sentirle né a vederle.
- Chiara, se ti diho (c)he tu stai bene l’è la veriŧà. La sei magnifi(c)ha! Sembri splendè con quest’abiŧo addosso! - disse sorridendo dolcemente e mettendo le mani sulle spalle della sorella.
- Grazie sorellona…-fece sorridendo. - Ora però tocca a te provarti il vestito con la maschera! - fece allegra, sospingendo sua sorella verso l’anfratto e mettendole l’abito blu in mano con la maschera.
- Sì vai a provartelo Toscana, vogliamo vedertelo indosso!! - fece euforic la fatina azzurra.
- Ok vado vado! -
Dopo diversi minuti la ragazza tornò da Umbria e dalle fate per farsi vedere. Tutte le presenti rimasero abbagliate dalla bellezza della ragazza in quell’abito.
- Allora? Mi sta male vero? Oh un lo sapevo (c)he il blu un mi dona…- fece abbattuta.
- Ma che dici!? Sei bellissima e il blu, a differenza di quello che pensi, ti dona moltissimo! - disse convinta la minore prendendole le mani.
- Ha ragione tua sorella, sei splendida!! Sembri veramente la “Regina della notte” con questa maschera e quest’abito! - fecero in coro Flora e Serenella entusiaste del risultato.
- Su questo devo dare ragione a loro. - fece Priscilla sorridendo.
- Davvero? Grazie…E pensà che a me i’ blu un m’ha mai attiraŧo (c)home colore…- fece ancora sorpresa per il fatto che quel colore le donasse per davvero.
- Bhè non attirerà te, però c’è uno scozzese di nostra conoscenza che ama questo colore e che sarà attirato sicuramente eh eh…- fece sorridendo sorniona la minore.
Toscana arrossì di botto. Era vero. Scozia adorava quel colore, lo indossava sempre.
In quel momento la castana si chiese se anche per quell’occasione si sarebbe vestito di quel colore…oppure no?

.:Angolo dell'autrice:.

Salve a tutti! :D
Ecco a voi il primo chappy dello Spin-off, scritto da me, della Fanfiction scritta da AlessiaTH su Deviantart, cioè "La festa in maschera" ^-^  se non l'avete ancora letta eccovi il link ;)

http://alessiath.deviantart.com/art/Hetalia-la-festa-in-maschera-Pt-1-469718836

Comunque tornando a noi...in questo Spin-off racconterò gli eventi prima, durante e dopo la festa dal punto di vista della Toscozia (la coppia ToscanaXScozia) la quale non è stata molto approfondita.   Adoro questi due >w< 
Ehm...tornando a noi ^^'', se avete trovato strana la parlata di Toscana (e non avete letto l'altra mia Fanfiction "Qualche italiano in più non guasta mai!") è naturale, perchè infatti parla in dialetto fiorentino xD. Quindi quelli che dovrebbero essere errori...non lo sono xD. Scrivo smplicemente come parla.

Le maschere che ho descritto nella storia sono due delle mie tre maschere che ho comprato a Venezia ogni volta che ci sono andata :3. 
Comunque i vestiti di Toscana e Umbria sono quelli nei link sottostanti: 
Umbria: 

http://static.pourfemme.it/625X0/matrimonio/pourfemme/it/img/abito-da-sposa-azzurro-intenso.jpg
Toscana:
http://i01.i.aliimg.com/img/pb/218/825/473/473825218_535.jpg

Adoro soprattutto quello di Toscana *-* .
Ehm...comunque nel prossimo chappy vedremo cosa è successo al nostro caro Scozia nel frattempo xD 

Alla prossima e ditemi che ne pensate . :)
PS
Ho chiamato la storia Enchanted, perchè una canzone di Taylor Swift si chiama così e mi sembrava perfetta per ciò che accade nella storia :)
comunque ditemi che ne pensate qui sotto metto il link ^^
Enchanted - Taylor Swift

http://www.youtube.com/watch?v=QSMOcaZlMUI

 
 
 
 
 
 
  
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