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Autore: Twins99    14/08/2014    4 recensioni
[Creepypasta]
Twin, gemello, e "ly", per indicare Only : gemello solo. Solo..per colpa tua...
(...)
- Victor..noi siamo gemelli di rosso?..-
- Gemelli di sangue..... -
(...)
- Hai mai pensato a come sarebbe vivere in un mondo grigio? Ora lo vedrai....-
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Ragazzi? Sveglia su! -
La voce di una donna alta dai corti capelli castani riecheggiò dalla cucina giungendo fino alla camera da letto dove i due gemellini dormivano ancora .
Victor fu il primo ad aprire gli occhi : era un ragazzino di 14 anni, un bel fisico snello, occhi verde acceso, labbra sottili e corti capelli biondo scuro, tendente al castano.
Lentamente si alzò dal letto e si avvicinò a quello della sorella punzecchiandole la guancia.
- Giuly...-
La ragazzina per tutta risposta mugulò con disappunto.
Giulia era la controparte femminile di Victor : occhi smeraldo, capelli lunghi fino alle scapole, fisico magro e gracile.
Erano molto simili, eccetto che per un piccolo particolare : quando era piccola la ragazza aveva avuto un incidente mentre era con il padre e in seguito a questo la sua retina era stata danneggiata rendendola cieca ai colori.
Era stata l'unica occasione in cui i due non erano usciti insieme, e guarda un po' cos'era successo!
Victor, che si considerava un pò come il fratello maggiore, ancora sentiva i sensi di colpa.
Ogni talvolta che la guardava negli occhi, non poteva fare a meno di ripromettersi che sarebbe per sempre rimasto accanto a lei.
D'alta parte anche Giulia non voleva lasciar solo il fratello.
Con lui si sentiva sicura, nonostante di natura fosse molto timida.
Nutriva un affetto spropositato per il fratello, lo vedeva come un modello, un esempio.
Era gelosa e possessiva nei suoi confronti, tanto che guardava male qualunque ragazza gli si avvicinasse troppo.
- Dai! Svegliati! -
Brontolò Victor.
Alla fine Giulia aprì gli occhi e a malincuore abbandonò il suo caldo giaciglio.
- Eccomi..eccomi..-
Mormorò la ragazzina.
Seguì il fratello fino in cucina, trascinandosi giù dalle scale.
- Buongiorno ragazzi! -
- Buongiorno mamma! -
La salutarono in coro prendendo posto a tavola per la colazione.
Tra i due Giulia era la più golosa, era quella più attiva ed energica, nonostante il suo piccolo hendicap che la rinchiudeva in un film in bianco e nero, fatto di sole sfumature grigiastre.
Victor era invece il fratello responsabile e attento, nato appena una manciata di minuti prima di lei.
Entrambi erano uniti da un profondo affetto, un legame che solo i gemelli posseggono e che forse risultava ancora più speciale per via del fatto che fossero di sesso diverso.
- Allora ragazzi! Dato che oggi è il vostro compleanno, dove volete andare di bello? -
Entrambi scattarono sull'attenti.
- Al centro commerciale! -
Giulia già pregustava un pomeriggio di shopping insieme alle sue amiche, ma il suo entusiasmo venne smorzato da Victor.
- Cosa?! NO! Si va al luna park! -
- No! A me non piacciono i luna park!-
- E io non voglio passare un pomeriggio immerso tra le femmine!-
Scoppiò un accanito diverbio per scegliere il programma di quello stesso pomeriggio.
- Calmatevi! Giulia, io ti accompagnerò al centro commerciale, e Victor, tu andrai al luna park con tuo padre! -
L'intervento pacificatore delle madre riportò il silenzio nella stanza.
I due gemelli si lanciarono un fugace sguardo  d'intesa : no, non volevano separarsi.
- Eh va bene...vorrà dire che verrò al luna park...-
Sospirò infine Giulia, sacrificandosi.
- No. Andrai al centro commerciale!-
Ribattè la madre.
- So che vi volete bene, ma non potete fare sempre tutto insieme.
Se tu, Victor, vuoi andare al luna park, ci andrai.
E se Giulia vuole andare al centro commerciale, lo farà. -
- Ma...mamma..-
- Niente "ma".  -
Il tono della donna fu freddo e autoritario.
D'altronde era bene distaccarli un po' l'uno dall'altro.
Ormai erano grandi, le differenze tra i loro gusti divenivano sempre più evidenti, ed era importante che imparassero a scegliere autonomamente la loro strada.
Giulia si alzò dal tavolo piuttosto delusa, e senza dire una minima parola se ne andò in camera.
Il fratello stava per seguirla, quando si voltò verso la madre.
- Vestitevi. Il papà verrà tra poco. -
Detto questo tutti abbandonarono la cucina.
- Dobbiamo prepararci. -
Sospirò Victor entrando in camera.
Prese dei vestiti dal cassetto e si chiuse in bagno.
Giulia lo seguì con lo sguardo, finchè i suoi occhi si soffermarono sulla porta in legno che ai suoi occhi appariva grigiasta.
Rimase per qualche attimo in silenzio e poi si vestì.
Una volta pronti, scesero in soggiorno dove ad attenderli vi erano i due genitori.
- Allora andiamo? -
- Papà..anch'io voglio venire al luna park! -
A quelle parole la madre si irritò non poco.
- NO! Mi sembra di essere stata chiara stamane! -
Detto ciò, prese la figlia per mano e se la portò dietro.
Dal finestrino della macchina Giulia vide suo fratello salutarla con un cenno della mano, mentre anche lui saliva in auto , andando verso la direzione opposta alla sua.
La ragazza provava una certa rabbia nei confronti della madre.
Perchè doveva separarli così?!
Nel giorno del loro compleanno poi!
All'improvviso la ragazzina lanciò un fortissimo ed acuto urlo.
Aveva avvertito un lancinante dolore al ventre, seguito poi da una morsa al cuore.
Per un attimo ebbe l'impressione che quest'ultimo stesse per frantumarsi riversando i pezzetti di muscolo nelle vene.
Poi accadde qualcosa che non le era mai successa prima : la sua vista si tinse totalmente di un unico colore.
Era un tono caldo, vivo....e allo stesso tempo freddo...
Era bellissimo...
( Cos'è?.....Blu?...Giallo?...)
Dopo tanti anni passati nel grigio, la sua memoria vacillò lievemente, ma poi ebbe l'illuminazione : solo un nome si addiceva ad un colore così meraviglioso....
- Rosso....-
Furono le sue ultime parole prima di perdere i sensi.
....
.....
....
-... V...Victor...-
Gli occhi le si dischiusero lentamente ricerando la figura così cara e familiare del gemello.
Al suo posto però, trovò solo le pareti di una stanza d'ospedale.
Esplorò rapidamente l'ambiente con lo sguardo finchè non si soffermò su una donna in lacrime che si disperava stringendosi al marito.
L'uomo presentava diversi tagli e abrasioni, ma non sembrava nulla di troppo grave, eppure aveva una faccia distrutta.
- M..mamma....p..papà...-
Mormorò la ragazzina portando su di sè l'attenzione.
- Dov'è Victor? -
Non seppè spiegarsi il motivo di ciò, ma provava una strana preoccupazione, un'ansia angosciosa che le si attorcigliava nello stomaco.
La madre singhiozzò aspramente.
- Victor...non c'è più...-
Il padre prese la parola.
- Abbiamo fatto un incidente...una macchina si è scontrata con la nostra proprio dalla parte dov'era seduto Victor....
L'altra auto trasportava una trave e.....lui è finito infilzato al ventre....-
Le parole gli morirono in gola.
La ragazza sgranò gli occhi.
Tutto sembrò fermarsi all'improvviso tingendosi di nero.
Le lacrime iniziarono a rigarle copiose il viso senza che lei se ne accorgesse.
Era come se il suo cervello non fosse in grado di metabolizzare una tale tragedia.
Passarono alcuni minuti durante i quali rimase immobile, piangendo in silenzio, shockata.
Poi, quando ebbe finalmente razionalizzato la cosa, scoppiò in un urlo tremendo.
- VICTOR! VICTOR! -
Le sue grida straziate fecero accorrere diversi dottori che, sotto gli occhi sconvolti dei genitori, le inniettarono una corposa dose di calmanti.
Per due intere settimane Giulia pianse ininterrottamente, chiudendosi in se stessa.
Sentiva che una parte di lei era morta per sempre, se n'era andata con lui, e lei non l'avrebbe mai più vista.
Il mondo ora le sembrava più grigio che mai...
Per un intero mese dovettè partecipare a sedute psicoterapeutiche.
Il dolore che aveva provato quel giorno, vennè fatto risalire ad un banale mal di pancia, ma lei sapeva che non era così.
La sofferenza che aveva provato era troppo acuta...era ciò che Victor aveva provato al momento della sua morte....era il loro legame che si era spezzato...
....
.....
Era il 15 Novembre quando Giulia uscì dalla clinica specializzata nel superamento dei traumi : esattamente un mese dopo l'incidente.
Da tempo non parlava più, mangiava pochissimo, era assente con la mente.
Non aveva neanche potuto partecipare al funerale del fratello, dato che la madre aveva preferito farla restare all'ospedale, preoccupata per la sua salute psichica.
Gli psicologi dicevano di aver fatto tutto il possibile, da quel momento solo il tempo avrebbe potuto aggiustare le cose.
Appena rimise piede in casa, si diresse nella sua camera , ma quello che trovò la lasciò sconvolta : la sua stanza era stata svuotata di qualsiasi cosa fosse appartenuta al fratello.
- E' meglio così...devi andare avanti...ho perso un figlio, non perderò anche te lasciando che ti abbandoni all'autocommiserazione! -
Fu questa la risposta della madre.
Era all'incirca l'una di notte.
Giulia si girava e rigirava nel letto ripensando a tutto ciò che era successo.
Ad un tratto scattò mettendosi seduta.
Il cuore le batteva a mille e il respiro era affannato .
In mezzo all'oscurità il suo sguardo saettava da una parte all'altra della stanza avvolta nel buio.
Quell'oscurità era davvero confortante, calda, come la notte.
Già...la notte...un velo di seta tinto di nero...una realtà fatta di leggiadre sfumature, dove l'unico modo per vedere davvero era soffermarsi su quelle tonalità di grigio che si susseguivano intrecciandosi armoniosamente tra loro.
Ad un tratto scorse una figura appoggiata alla parete.
Daprima sussultò, ma poi venne inondata da una felicità estrema.
- Victor! -
Osservava la figura spettrale del fratello : occhi neri come la pece, capelli girgio scuro, pelle color cenere, vestito interamente di ferrigno, eccetto che per un enorme chiazza di colore che aveva sulla pancia.
Era un colore che aveva già visto, quel giorno...quando tutto era cambiato...
Quel sublime colore rosso vivo...
E' stata lei a separarci, lo sai, vero?
Voleva tenerci lontani....
E' colpa sua...

La voce del fratello era rauca, impregnata di veleno.
Tutte cose che lei sapeva, sentiva.
Già....
Era tutta colpa sua!
Lei voleva dividerli!
LEI voleva separarli!
LEI ci era riuscita!
Era colpa sua se Victor non c'era più!
Era colpa sua se lei non aveva neppure potuto dargli un ultimo addio!
Lei..quella sporca donna che ora dormiva nella camera accanto alla sua, senza curarsi del figlio che lei stessa aveva ucciso!
- Lei.....è colpa sua...-
........
..........
La donna si svegliò ricevendo un forte schiaffo al viso.
Era seduta su una sedia, legata con degli stretti nodi e con la bocca imbavagliata.
Subito sprofondò nel terrore iniziando ad agitarsi nel silenzio, riconoscendo quel posto come la cantina di casa sua.
Una risatina rimbombò nella stanza, macabra e sottile.
- Ciao mamma...-
Giulia conteplò la paura che colmava gli occhi della madre.
- Sai....è tutta colpa tua....
Tu mi hai tolto una parte di me.....e io farò lo stesso con te...-
Rise ancora lanciando uno sguardo accanto a sè, verso il fratello.
- Vedi, Victor? Ora anche lei soffrirà-
La donna iniziò a piangere osservando la figlia che sembrava intenta a rivolgersi ad una persona inesistente.
- Iniziamo allora! -
La ragazza si avvicinò ad un tavolino su cui era poggiato un seghetto.
Si avvicinò alla madre e affondò i dentelli della lama nel braccio della donna, che subito pianse e tentò di dimenarsi.
Giulia sorrise.
Di nuovo il rosso invase il suo sguardo : una calda tinta unica dal profumo intenso e ferroso inondò il corpo della povera vittima mentre la ragazza le segava lentamente il  braccio.
Il dolore che la donna provò fu lancinante.
- Fa male? Vedi, io ho provato qualcosa di più! Ma rendiamolo più divertente , eh? -
Con un gesto scaltro le strappò il nastro adesivo che le copriva la bocca, permettendo così a strazianti urla soffocate di colmare la stanza.
- GIULIA!!! LASCIAMI, TI PREGO!!! -
- Giulia? Oh..no, no. Io non sono più Giulia! Io sono Twinly....sai..me l'ha suggerito Victor!
Twin, gemello, e "ly", per indicare Only : gemello solo. Solo..per colpa tua... -
Concluse cominciando a segarle l'altro braccio.
Le grida erano acute e profonde, penetranti, tanto che sembravano rompere il muro del suono.
Giulia, o meglio, Twinly non ci fece caso.
Nessuno l'avrebbe sentita urlare, anche perchè si era già occupata di suo padre, ma a lui era toccata una fine più rapida.
Quando anche l'altro braccio cadde a terra, divenendo un tutt'uno con il lago cremesi che aveva inondato il pavimento, la ragazza si voltò verso "suo fratello".
Deve soffrire! Falla soffrire come lei ha fatto con noi!
Ti piace questo rosso, vero?
IL rosso è stupendo...è colpa sua se tu non hai potuto vederlo!
Lei aveva già provato ad allontanarci!

Quelle parole le rimbombarono nella mente.
I colori : lei avrebbe potuto vederli se non fosse stato per la madre.
- Sai...ora ti mostrerò il mio mondo...quello in cui tu mi hai costretto a vivere...-
Si avvicinò al tavolino ripoggiandovi il seghetto e prese un chiodo ed un martello.
Avvicinò il chiodo all'occhio della madre, ignorandone il pianto copioso e le suppliche imploranti.
Una rapida martellata e il chiodo perforò il bulbo destro incastonandosi nel cranio materno.
Ancora urla.
Erano intense...divertenti...
La stessa sorte toccò al bulbo sinistro.
- Vedi mamma? Il mio mondo in grigio.....però grazie...perchè..nonostante tutto....lo devo a te..se ora posso vedere....
IL ROSSO.... -
Rise lasciando che l'arnese usato cadesse per terra.
- E ora il tocco finale....questo te lo dedica Victor...-
Sorrise avvicinandosi ad uno scaffale e prendendo una vecchia mazza da paseball cui la punta, dalla parte con il diametro maggiore, era stata intagliata e resa affilata.
Con forza infilzò il corpo della madre che , con un ultimo gemito strozzato e disperato, si spense.
La ragazza ammirò il suo lavoro.
- Visto, Victor? Ora sa cos'abbiamo provato..-
Si girò ad osservare il muro.
Bene...ma ora andiamo...qui abbiamo finito!
- SI! -
Come se nulla fosse successo, la ragazza si lasciò alle spalle quell'orrore e corse di sopra, in soffitta.
Lì ritrovò tutte le cose del fratello , sistemate in appositi scatoloni.
Prese una felpa nera con il cappuccio, un pantalone grigio chiaro da ginnastica e delle scarpe biance : tutti abiti appartenuti a Victor.
Ne buttò qualcun altro in un borsone e poi ritornò nello scantinato.
- Sai..per darmi un tocco di colore...-
Immerse la mano nel sangue della madre, ormai deceduta, e se lo spalmò sulla felpa.
Il suo mondo ora si era ampliato...ma che succede quando alla nebbia si mischia lo scarlatto colore di un alito di vita?
....
- Victor..noi siamo gemelli di rosso?..-
Gemelli di sangue.....
.........

Una strage avvenuta tra le pareti domestiche : un uomo e la moglie sono stati ritrovati uccisi.
Lui accoltellato brutalmente al petto, lei martoriata e mutilata nella cantina.
Nessuno sembra aver sentito nulla, si sospetta però che il colpevole sia la figlia della coppia.
Qualcuno afferma di aver visto una ragazzina con la felpa sporca di sangue parlare da sola uscendo dalla casa, per poi allontanarsi.
Dell'indiziata nessuna traccia.

.........
- Hai mai pensato a come sarebbe vivere in un mondo grigio? Ora lo vedrai....-
   
 
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