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Autore: Svazzi    14/08/2014    5 recensioni
Raccolta di Shot ispirata a "30 Days"
Dalla seconda shot
Harry era davanti a me, i capelli appiccicati al viso, le guance arrossate per lo sforzo e le labbra semichiuse mentre cercava di riprendere fiato e mi guardava, mi guardava con quegli occhi magnetici e trasparenti, mi guardava facendomi sentire nuda e indifesa, mi guardava impedendomi di respirare regolarmente e impedendo al mio cuore di tornare al suo battito ideale e, in un attimo, le sue mani furono sulle mie guance e le sue labbra sulle mie. Tutto si fermò in quel momento, c’erano solo le sue labbra, delle quali sentivo il sapore per la prima volta, e le sue mani che infiammavano le mie guance.
Non c’era niente, c’era solo Harry, con il suo tocco delicato e il suo bacio al sapore di menta.
Interruppe il bacio facendomi sentire improvvisamente vuota, come se all'improvviso mi mancasse un organo o un arto, ma appoggiò la fronte sulla mia e i nostri occhi si fusero insieme creando un bellissimo miscuglio di azzurro e verde, rimase a guardarmi come se avesse davanti l’oggetto più prezioso che avesse mai visto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Claire'
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Raccolta di one shot ispirate alla Fan Fiction “30 Days”

 

«Caroline sei pronta? Se non ti muovi non riusciamo ad andare al parco» dissi a mia sorella entrando in camera sua.
Mia madre le stava allacciando le scarpine mentre lei mi guardava entrare con quegli occhi più azzurri del cielo e le guance rosse «Mi fai i codini Claire? Dopo possiamo andare» sorrisi e mi avvicinai alla mia sorellina, presi la spazzola posata sul comodino e cominciai a pettinarle i capelli biondi, le feci due codini alti per poi lasciarle un bacio sulla testa «Ecco fatto, ora sei bellissima, andiamo?» mi prese la mano, salutò mia madre e insieme uscimmo di casa.
La brezza estiva di Dover ci colpì subito facendo svolazzare i miei capelli mentre Caroline saltellava al mio fianco facendo dondolare i codini biondi.

«Mi raccomando Caroline, io mi siedo su questa panchina, fai la brava, non parlare con gli sconosciuti e non fare la prepotente con gli altri bambini ok?» la piccola annuì lasciandomi un tenero bacio sulla guancia, le sorrisi sistemandole i codini e la lasciai andare a giocare con gli altri bambini.
Tutte le panchine erano occupate da mamme che erano intente a parlare tra di loro di come i mariti fossero poco presenti a causa del lavoro o di come i figli le facessero stressare.
Mi sedetti così sull’unica panchina dove c’era un ragazzo immerso nella lettura di un libro enorme, doveva essere un libro universitario pensai. Lo guardai per qualche secondo, era strano vedere un tipo così al parco dove c’erano i bambini a giocare sugli scivoli e sulle altalene, era vestito totalmente di nero e le sue braccia erano ricoperte di tatuaggi, non riuscivo a vedergli la faccia, dato che era chinato a leggere, ma fisicamente non era per niente male.
Tirai fuori il mio fidato libro “I passi dell’amore” di Nicholas Sparks e cominciai a leggere, con la coda dell’occhio vidi il ragazzo accanto a me girarsi per osservarmi come avevo fatto io poco prima con lui, per poi tornare a concentrarsi sul suo libro.

Non seppi quantificare il tempo passato quando Caroline corse da me con i suoi occhioni blu pieni di lacrime e un ginocchio completamente sbucciato «Claire, sono caduta » mi disse cercando di controllare i singhiozzi. La guardai nel panico, non perché non sapessi cosa fare, ma odiavo vedere la mia sorellina con una ferita «Siediti qui Caroline» la sollevai e la feci sedere sulla panchina esaminando il danno, sentirla singhiozzare e vedere il ginocchio arrossato e sbucciato stava per fare piangere anche me «Fa male Claire, brucia» singhiozzava Caroline strofinandosi gli occhi con le guance rosse e le labbra imbronciate, stavo andando nel panico.
«Ecco tesoro, vedrai che adesso passa» sentii una voce roca vicino a me e vidi il ragazzo che prima era seduto sulla panchina con un fazzoletto in mano che tamponava la ferita di Caroline. Era incredibile il contrasto tra i suoi vestiti e i suoi tatuaggi con la dolcezza con la quale stava curando il ginocchio di mia sorella, mi fermai a guardarlo mentre sentivo i singhiozzi della bambina diminuire sempre di più.
Era il ragazzo più bello che avessi mai visto, gli occhi erano così verdi da fare invidia alle foglie degli alberi, aveva un piccolo sorriso sulle labbra che erano così rosee da sembrare dipinte, l’accenno di due fossette sulle guance e i capelli un po’ scompigliati dal vento.
Riportai la mia attenzione a Caroline che ora si strofinava gli occhi, ma aveva smesso di piangere «Ecco fatto, hai visto? Il tuo ginocchio tornerà più bello di prima» disse alzandosi e sorridendo mettendo in mostra una fila di denti perfetti. 
«Caroline come si dice?» dissi a mia sorella, la mia voce uscii poco più alta di un sussurro a causa delle farfalle che avevo nello stomaco «Grazie» si sentì la voce di Caroline flebile e ancora tremante a causa dei singhiozzi.
«Mi permetti di offrire un gelato alla tua sorellina? È un peccato vedere il suo viso così triste» mi disse lo sconosciuto, sapevo che era l’ultima cosa che avrei dovuto fare, permettere ad un ragazzo sconosciuto di offrire un gelato a mia sorella, in un parco, dove apparentemente lui non aveva nessuno da controllare, ma Caroline mi guardava con i suoi occhi da cucciolo che ora erano anche lucidi per via delle lacrime, mentre quel ragazzo mi guardava con quegli occhi magnetici che sembravano volessero entrarmi nell’anima, annuii incapace di far uscire qualsiasi suono dalla mia bocca.

Vidi lo sconosciuto prendere Caroline per mano e avviarsi verso il banchetto dei gelati, mi sedetti sulla panchina e osservai come quel ragazzo vestito di nero e con le braccia piene di tatuaggi, si stava prendendo cura della mia sorellina.
Tornarono qualche minuto dopo, Caroline aveva in mano un cono più grande della sua faccia, mentre lo sconosciuto le accarezzava delicatamente i capelli, sorrisi e allungai la mano per prendere quella di Caroline «Grazie mille» dissi al ragazzo che mi sorrise facendo sciogliere il mio cuore, possibile che potesse esistere un ragazzo così bello sulla faccia della terra? «Figurati! – si abbassò al livello di Caroline – Ci vediamo presto piccolina» le lasciò un bacio sulla fronte e si allontanò lasciandomi con la bocca aperta e con lo stomaco sottosopra, avrei almeno voluto sapere il suo nome, invece lo guardai allontanarsi incapace di dire qualcosa.
Mi sentii tirare dal basso «Claire, andiamo a casa? Non ho più voglia di giocare» annuii a mia sorella e insieme ci avviammo a casa.

Appena aprii la porta di casa, vidi Caroline correre in cucina dai miei genitori, la seguii lentamente e mi sedetti al bancone della cucina «Mamma, mi sono sbucciata un ginocchio, ma un ragazzo è stato gentilissimo e mi ha curato, poi mi ha anche offerto un gelato gigante» disse felice come se fosse il suo compleanno, mia madre mi guardò un po’ storta, ma non disse niente, fu mio padre a parlare per lei « Claire, hai permesso che uno sconosciuto offrisse un gelato a tua sorella?» sbuffai, perché Caroline doveva sempre raccontare tutto quello che le succedeva? Poi non le era successo niente, perché prendersela così tanto con me?
«Papà ero lì anche io, non ho lasciato che si allontanasse, e poi era un ragazzo che avrà avuto la mia età, non un vecchio maniaco, sta’ tranquillo» mio padre era eccessivamente protettivo nei confronti delle sue figlie, come se non sapessi badare a me stessa, avevo 19 anni, quasi 20, non ero una bambina e sapevo prendermi cura della mia sorellina «Sta’ più attenta la prossima volta» disse tornando con l’attenzione sul giornale che aveva in mano, alzai gli occhi al cielo «Vado in camera mia, chiamatemi quando la cena è pronta» mi alzai e corsi al piano di sopra, chiusi la porta dietro di me e andai alla mia scrivania.
Tirai fuori le mie matite e i miei fogli e cominciai a disegnare.
Non volevo assolutamente dimenticare il volto perfetto del ragazzo che avevo visto al parco, volevo disegnarlo ora che ce l’avevo in mente fresco, avrei voluto anche ricordarmi tutti i dettagli dei suoi tatuaggi, ma non ero stata abbastanza attenta.
Sperai di riuscire a disegnare alla perfezione tutti i dettagli che ero riuscita a cogliere guardandolo per quei pochi minuti, certo nemmeno Raffaello avrebbe potuto raffigurare alla perfezione un ragazzo così bello, ma avevo bisogno di disegnarlo perché con ogni probabilità non l’avrei mai più rivisto.

Finii il mio disegno quando ormai era notte fonda, interrompendomi solo per andare a mangiare, lo conservai nella mia cartelletta facendo particolare attenzione a non sgualcirlo, quel disegno era l’unico modo che avevo per guardarlo quando volevo.
Sarei tornata in quel parco, sarei tornata a cercarlo perché sentivo che era un ragazzo speciale.

 

Eccomi tornata con la prima shot, come potevo non cominciare con il primo incontro?
Le shot, con ogni probabilità, saranno tutte raccontate dal punto di vista di Claire.
Spero che non vi deludano e che vi piacciano tanto quanto vi è piaciuta la storia originale!
Molti di voi mi hanno scritto in chat privata o su Twitter e volevo farvi sapere che questa cosa mi riempie il cuore di gioia, siete gentilissimi!!
Per ora ho scritto 6 shot, non so quante saranno e non so con quanta frequenza verranno pubblicate!
Intanto vi lascio i miei contatti
Facebook:
 Sil Efp
Twitter:
 ImSil__
Ask:
 Rupert__

E faccio un po’ di pubblicità alla mia long
 “The Neighbor
e ad una shot che ho postato ieri Black Keys
Un bacio
Sil

   
 
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