Racconto epistolare, che fornisce un pretesto per discutere e riflettere sulla morte di un condannato. Un uomo assiste all'esecuzione di un suo amico, eppure gli sembra del tutto normale e comprensibile, addirittura quasi un divertimento... L'ho scritto vagamente ispirato da un'idea de "La lotteria di Babilonia" del grande J. L. Borges. Credo sia decisamente crudo nelle descrizioni, e più che mai spinto verso il gusto dell'orrido (io stesso ho provato un po' di apprensione nel rileggerlo) ma, paradossalmente, è stato piacevolmente divertente scoprire e indagare le possibilità descrittive delle varie schifezze. Sconsiglierei la lettura ai deboli di stomaco, per il resto divertitevi...