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Autore: cardcaptorvincy    15/08/2014    3 recensioni
"Credo che se esistesse una definizione per quel sentimento che chiamiamo amore, sarebbe troppo semplice, credo che per ognuno l'amore sia una cosa diversa, molti dicono che è forte come la gomma, si piega, ma non si spezza, in realtà credo che l'amore sia più come un filo: è qualcosa di molto piccolo, quasi invisibile, ma che inevitabilmente prima o poi ci avvolge, però un nostro gesto sbagliato e il filo si spezza, però ci rimane addosso, è per questo che fa male quando un amore finisce.
Per questo... per questo devi andare da lei, al più presto, perché una volta rotto il filo non tornerà integro..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ayumi Yoshida, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heavy Rain


"Non vedevo un temporale del genere dal mio ultimo autunno a Philadelpia" Ai guardò il paesaggio cittadino che si stagliava contro la sua finestra, mentre la pioggia colpiva il vetro
"Sei stata a Philadelpia?" chiese incuriosito Conan mentre si avvicinava a lei
"In uno dei laboratori che sono andata a visitare quando ero in "tour" con vitto e alloggio pagati da Loro" un velo di tristezza prese possesso del viso di Ai ormai così abituata alla presenza di Conan che decise di non liberarsene e, anzi, sprofondò nei ricordi, ricordi che le attanagliavano la mente da anni.
 
"Shiho Miyano, è lei la figlia di Elena?" una donna dai capelli biondo platino si sporse dall'oscurità che circondava la bambina
"Sì, è proprio lei" un'altra voce fece la sua comparsa, ma nessun viso osò uscire dal manto oscuro e ciò non fece altro che incrementare la paura che la bambina provava, tanto da farla tremare come se stesse per congelare
"Non avere paura piccola" la donna allungò le braccia e prese la bambina poggiandosela sulle ginocchia, il contatto, per quanto da parte di una sconosciuta, rassicurò la bambina che si legò al busto della donna
"Mollala, Vermouth, la bambina non è qui per affezionarsi" un'altro viso uscì dall'ombra, l'uomo era pallido e i suoi tratti erano freddi e calcolatori, i lunghi capelli biondi accentuavano il senso di terrore che il tono di voce le avevano provocato
"Gin ha ragione mia cara, la bambina è qui solo per completare il lavoro dei genitori" la voce senza volto tornò in scena mentre la bambina veniva strappata a forza dalla donna
"Ai...AI!" Spazientito Conan quasi urlò il suo nome mentre la bambina tornava al presente e un lampo squarciava il buio fuori dalla finestra
"scusa, ero... soprappensiero" mentì lei tornando a volgere il suo sguardo fuori dalla finestra
"Ai..." Conan abbassò lo sguardo e si avvicinò alla bambina poggiandole una mano sulla spalla, Ai si voltò sorpresa e, con uno slancio, Conan l'abbracciò stringendola a se
"Non sono qui per dirti di raccontarmi la tua vita, ma se mai ne avessi bisogno, anzi, ogni volta ti servirà una spalla, io sono qui ok? per sempre..."
"Mi piacerebbe crederlo, ma prima o poi ci separeremo, non siamo fatti per stare insieme per sempre" sussurrò Ai mentre appoggiava la testa alla spalla del giovane.
"Cosa dici?" chiese lui affranto "Non ti... fidi di me?"
"Certo che mi fido di te!" esclamò Ai stringendo ancora l'abbraccio "Sto solo dicendo che prima o poi finiremo col separarci..."
"Perché dici questo?" Conan strinse l'abbraccio sentendo il corpo di Ai tremare
"Perché... ci sono cose che tu non sai e di cui non dovresti mai venire a sapere..." nonostante ciò che aveva appena detto Ai si strinse ancora al corpo del detective, beandosi di quella fuggevole sensazione di benessere provocata dalla situazione
"Non capisco..." disse perplesso Conan
"Non sei mai stato bravo a capire queste cose" disse Ai ponendo fine all'abbraccio e tornando alla solita se stessa.
Conan la osservò attentamente, senza però riuscire a ricavare nulla, era come se la vera Shiho fosse sepolta sotto strati di maschere e uscisse solo per dare un occhiatina e poi tornare al suo posto, nascosta dalla freddezza del travestimento che quotidianamente indossava.
"Ti va del the?" fece retorica Ai mentre preparava le tazze
"Sì, grazie, piove ancora comunque..." Conan ritornò a guardare la finestra
"zucchero?"
"eh? oh, no grazie" rispose Conan uscendo dall'incantesimo della pioggia che batteva sul vetro
"Sul serio Ai, cosa volevi dire prima?"
Ai sobbalzò non aspettandosi una domanda del genere, eppure avrebbe dovuto capire che Conan non si sarebbe fermato
-Dovrei dirgli tutta la verità?- si chiese mentre guardava il teh che ballonzolava nella tazza -Forse è arrivato il momento, ma... credo di essere spaventata-
"Mi sono innamorata di te" lo disse velocemente, senza prendere fiato, quasi come se avesse paura che qualcosa avrebbe potuto interromperla, non ebbe il coraggio di alzare gli occhi per un bel po, ma quando lo fece trovò un Conan completamente immobilizzato dalla sorpresa
"Ai... io..."
"Non c'è bisogno che tu dica niente" cominciò Ai trattenendo le lacrime "non ci sarà un lieto fine per me in questo senso, tu sei di Ran, e Ran è tua, non te l'ho detto per mettermi in mezzo, è solo che... credevo fosse ora di dirti la verità e..."
"Devo pensarci..."
"cosa?"
"Devo capire... cosa provo io..."
"No... non te l'ho detto per farti venire dei dubbi, non voglio che Ran soffra, devi rimanere con lei, non devi...!"
"non lo sto facendo per te!" urlò Conan ponendo fine ai contrasti "Lo sto facendo per me! voglio essere felice anche io! e se fossi felice con te? te lo sei chiesto?!?"
Ai ammutolì, ma, nonostante i sensi di colpa, non poté non pensare che forse aveva più possibilità di quante pensasse.
"Scusami..." sussurrò Conan "Ma è come se tutti dessero per scontato che io debba fare solo e soltanto il bene degli altri, ma ci sono anche io e, per una volta, voglio capire cosa voglio io, tanto ormai qualsiasi risposta io dia finirò col ferire qualcuno..." un sorriso sghembo prese possesso del volto di Conan "credo che uscirò..."
"Ma piove a dirotto!" obbiettò preoccupata Ai
"Ho bisogno d'aria" prese il cappotto e uscì prima che Ai potesse fermarlo.
Era pericoloso, ma aveva bisogno d'aria: doveva pensare.
In fondo questo non era il solito problema logico, si trattava di comprendere i propri sentimenti: Ai o Ran? Ran o Ai?
Questa domanda lo tormentava, non aveva mai messo in discussione ciò che provava per Ran, ma questa volta qualcosa lo aveva scosso, non si trattava solo della dichiarazione di Ai, ciò che era successo prima... l'abbraccio che le aveva offerto e che, prontamente, lei aveva accettato e rafforzato... cos'era quella sensazione che aveva provato? era come uno strano senso di beatitudine, non riusciva a dimenticarla.
Il tempo si era come fermato e il cuore aveva cominciato a battere così velocemente che poteva sentirne i battiti, ancora ricordava l'odore di Ai e il suono dei sospiri.
Dall'altro lato c'era Ran, amica fin dall'infanzia, era sempre stato innamorato di lei: della sua dolcezza, della sua ingenuità.
Erano l'esatto opposto eppure Conan non riusciva a capire perché avesse ceduto alla dichiarazione di Ai
"Cavolo piove più di quanto mi aspettassi..." disse Conan cercando un riparo
"Conan-kun!" la voce da bambina fece voltare Conan che così riuscì a vedere Ayumi che lo riparava sotto il suo ombrello "non eri da Ai?"
"Sì..." rispose sorpreso Conan, forse aveva proprio bisogno di parlare con qualcuno e nessuno più di Ayumi poteva essere la persona giusta "ecco vedi... è che... Ai mi ha detto..."
"Si è dichiarata?" disse Ayumi candidamente
"C-come fai a...?"
"E' piuttosto ovvio, non sarò brava come te, ma queste cose riesco a capirle anche da sola, e tu? cosa hai fatto?"
"Le ho detto che ci devo pensare, è che.. credo di essere innamorato di un'altra, ma ciò che mi ha detto Ai ha messo in dubbio tutto, compreso questo e ora io..."
Con uno sforzo immenso per non farsi spezzare la voce dalle lacrime Ayumi rispose "Se davvero Ai è riuscita a mettere in dubbio ciò che provi o provavi per quest'altra persona allora, forse, significa che in realtà ti piace di più Ai"
"Lo credi davvero?" chiese Conan sorpreso dalla facilità con cui Ayumi leggeva nei suoi pensieri
"Cosa provi quando sei con lei?"
"Non saprei descriverlo è solo che... sto bene, quando sono con Ai, sto davvero bene..."
"Sai Conan, posso chiamarti così?"
"Certo" annuì Conan sorpreso dalla richiesta della bambina
"Credo che se esistesse una definizione per quel sentimento che chiamiamo amore, sarebbe troppo semplice, credo che per ognuno l'amore sia una cosa diversa, molti dicono che è forte come la gomma, si piega, ma non si spezza, in realtà credo che l'amore sia più come un filo: è qualcosa di molto piccolo, quasi invisibile, ma che inevitabilmente prima o poi ci avvolge, però un nostro gesto sbagliato e il filo si spezza, però ci rimane addosso, è per questo che fa male quando un amore finisce.
Per questo... per questo devi andare da lei, al più presto, perché una volta rotto il filo non tornerà integro..." le lacrime prendevano man mano possesso degli occhi della bambina mentre lei parlava, senza riuscire a trattenersi cominciò a piangere, ma col sorriso sul volto disse "Va da lei Conan, se pensi che sia lei quella giusta allora vai, non perdere altro tempo..."
"Grazie Ayumi..." sussurrò Conan "e scusami, ho fatto soffrire anche te... mi dispiace..."
"Stupido!" Conan alzò lo sguardo sorpreso trovandosi di fronte un Ayumi con le lacrime asciugate alla meglio e con un sorriso smagliante "Stai perdendo tempo!" lo spinse via dall'ombrello e cominciò a correre verso casa nascondendo un viso che veniva sempre più rigato dalle lacrime
"Grazie..." sussurrò Conan quando era oramai troppo lontana per sentirlo.
Si voltò e cominciò a correre verso casa Agasa, ma a metà strada si fermò: Ai era venuta a cercarlo
"Non potevo sopportare l'idea di averti lasciato uscire con questa pioggia, da solo..."
"Potevi portare almeno un ombrello" rise Conan "ora siamo entrambi fradici"
"Già, beh, sei tu che sei uscito di casa senza ombrello per primo!"
Conan si avvicinò ad Ai e l'abbracciò ancora una volta e, proprio come prima, Ai lo strinse a se, ma questa volta nessuno dei due parlò.
Mentre la pioggia cadeva e il vento ululava, piegando le cime degli alberi, Conan baciò Ai.
  
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