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Autore: John Spangler    15/08/2014    5 recensioni
Subito dopo aver trovato Nami e Nojiko, Bellemere prese una barca e, affrontando il mare in tempesta, riuscì ad arrivare alla sua isola natìa. Cosa sarebbe successo, però, se la tempesta l'avesse spinta fuori rotta, facendola arrivare fino ad una nave della Marina comandata da un certo Vice-Ammiraglio noto per i suoi pugni?
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Pieces'
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AVVISO AI LETTORI: Siccome nei prossimi giorni avrò pochissimo tempo per scrivere e connettermi a internet, ho deciso di pubblicare in anticipo questo capitolo. Salvo ulteriori imprevisti, da Settembre gli aggiornamenti riprenderanno la normale cadenza bisettimanale.

 

 

 

Capitolo 10: Effetto farfalla-Parte 2

 

Trafalgar Law chiuse a chiave la porta del suo studio e si diresse verso la scrivania, zoppicando. Non mi abituerò mai a questa gamba di legno, pensò.

 

Si sedette e contò l'incasso della giornata. Anche quel giorno, aveva guadagnato una cifra elevata, frutto della sua nuova attività di chirurgo. Avrebbe usato parte di quella somma per le spese di tutti i giorni, mentre il resto lo avrebbe conservato nel suo forziere segreto, assieme agli altri soldi accumulati negli ultimi anni.

 

Ancora un pò, si disse. Ancora un pò e avrò la mia vendetta.

 

Già, vendetta. Più ci pensava, più si rendeva conto che era ormai quello l'unico scopo della sua vita.

 

Vendetta. Vendetta contro coloro che gli avevano rovinato la vita. Le due persone a cui pensava in continuazione, i destinatari dell'odio più cocente che avesse mai provato.

 

Kuina e Doflamingo.

 

Non riusciva a capire quale dei due odiasse di più. Doflamingo aveva ucciso Corazon, l'uomo che ammirava, e anche...gli venivano i brividi solo a ricordarlo...anche la sua ciurma. Le immagini di quello scontro ancora tormentavano le sue notti. I suoi compagni massacrati uno dopo l'altro, il sangue che scorreva a fiumi, Bepo che gli urlava di scappare, ma soprattutto la risata di quel folle di Doflamingo. Riuscì a salvarsi soltanto per un pelo, giungendo all'Arcipelago Sabaody grazie al suo sottomarino.

 

Digrignò i denti e bestemmiò, battendo un pugno sulla scrivania. Tutto questo non sarebbe mai successo se non fosse stato per quella donna! Quella dannata spadaccina dai capelli blu e gli occhi marroni, che tanto avevano stregato Law la prima volta che l'aveva vista.

 

La coppia più improbabile del mondo: un pirata e una cacciatrice di taglie. Era durata pochi mesi, durante i quali erano stati travolti da una passione bruciante. E forse si era trattato solo di questo. Almeno per Kuina. Lui, invece, era davvero innamorato. Inizialmente, aveva accettato la sua decisione di lasciarlo, ma poi non ce l'aveva fatta più a sopportare quel vuoto, e aveva fatto di tutto per ritrovarla. A ben vedere, forse aveva un tantino esagerato. Si era comportato come uno stalker. Ma era davvero il caso di dissuaderlo in quel modo?

 

Era davvero il caso di tagliargli una gamba?

 

Fortunatamente, grazie alle sue conoscenze mediche e ai poteri del Frutto del Diavolo che aveva mangiato, era riuscito a curare la ferita prima che fosse troppo tardi, e a rimpiazzare l'arto mancante con una gamba di legno.

 

Dopo, rimase intrappolato in una spirale di depressione da cui i suoi compagni non riuscirono a salvarlo. Fu a causa di tutto quello che decise di attaccare Doflamingo. In altre circostanze, avrebbe atteso il momento opportuno per attaccare, magari alleandosi con qualche altro pirata. Invece, in quello che solo più tardi riconobbe come un tentativo di suicidio dettato dalla depressione, aveva deciso di attaccare il suo ex capo, membro della Flotta dei Sette e sovrano di Dressrosa.

 

Smettila di piangerti addosso, testa di cazzo!, pensò. Il passato non poteva essere cambiato. Poteva solo prepararsi al meglio per il futuro.

 

Aveva già accumulato una piccola fortuna, e aveva anche un nuovo compagno: Jean Bart, ex pirata ed ex schiavo dei Draghi Celesti. Lo aveva liberato grazie ai suoi poteri, facendo sembrare il tutto un banale incidente e camuffando un tizio che aveva ucciso in precedenza, in modo che tutti pensassero che fosse morto. Jean Bart gli fu immensamente grato, e non gli importò molto di doversi travestire (come Law, del resto) e di nascondersi in uno dei grove dell'arcipelago. Insieme, avevano avviato un'attività che aveva permesso a Law di risollevarsi economicamente (era incredibile quanto fossero richiesti i chirurghi da quelle parti), e avevano già dei piani per ottenere nuovi compagni di squadra.

 

Il Chirurgo della Morte si alzò dalla scrivania e si avviò verso la porta, le labbra allargate in un ghigno malefico. Ancora un pò di pazienza, pensò. Ancora un pò e avrò la mia vendetta!

 

***

 

Foxy, la Volpe d'Argento, si era sempre considerato una persona particolarmente scaltra. Più di una volta, grazie alle sue trovate, era riuscito a volgere a suo favore situazioni apparentemente disperate.

 

Ora, però, non c'era più nulla che potesse fare. Le mani del suo avversario gli avevano serrato la gola in una morsa d'acciaio, e due occhi diabolici lo fissavano con disprezzo.

 

- Passi la sfida, ma cercare di imbrogliarmi...-

 

All'inizio, aveva pensato che le cose sarebbero andate come in tutti gli altri Davy Back Fight: le sfide, qualcuno dei suoi soliti...trucchetti, e tutto sarebbe andato a meraviglia. Invece, stavolta c'era stato un imprevisto: il capitano della ciurma che aveva sfidato, l'uomo dai capelli rossi che in quel momento lo stava strangolando, aveva scoperto il trucco. Lui, ovviamente, aveva negato spudoratamente, ma l'altro non gli aveva creduto. Così, aveva avuto inizio un inseguimento per tutta l'area in cui si era svolto il Davy Back Fight. Un inseguimento conclusosi pochi secondi prima e durante il quale Foxy aveva cercato di usare i suoi poteri, senza però riuscirci.

 

Rantolò e chiuse gli occhi. Appena prima di morire, maledì se stesso e il momento in cui aveva deciso di sfidare quel pirata.

 

L'uomo dai capelli rossi allentò la presa. Continuando a tenere il cadavere di Foxy per il collo, fece qualche passo e lo mostrò alla sua ciurma, che rimase a bocca aperta, in un'espressione a metà strada tra terrore e sorpresa. Poi, lo gettò a terra e si rivolse ai suoi uomini:

 

- FORZA, ELIMINIAMO IL RESTO DI QUESTI BUFFONI! FACCIAMOGLI VEDERE COSA SUCCEDE A CHI CERCA DI IMBROGLIARE IL CAPITANO EUSTASS KIDD!-

 

***

 

L'ascia del boia calò sulla testa di Hody Jones, spiccandola di netto. Il boia, un enorme tritone vestito di nero, la afferrò per i capelli e la mostrò alla folla accorsa ad assistere all'esecuzione. Com'era prevedibile, ci fu un boato, seguito da uno scroscio di applausi e grida di giubilo.

 

L'unico a non applaudire era Fukaboshi. Avrebbe preferito evitare una cosa del genere (lui non era un tipo violento, ed era sicuro che sua madre, se fosse stata viva, avrebbe disapprovato tutto ciò), ma era necessario dare un qualche tipo di soddisfazione al popolo, soprattutto a chi aveva perso amici e parenti a causa della follia di Jones e di quell'altro psicopatico con cui si era alleato.

 

Guardò i posti accanto al suo: erano vuoti, visto che aveva spedito i suoi due fratelli a far compagnia a Shirahoshi (la poverina era così delicata che non avrebbe sopportato la vista del sangue, e si sarebbe sentita sola, visto che non c'era più il suo squalo, morto per difenderla da Van Der Decken). Sospirò e si diresse verso il mezzo di trasporto che l'avrebbe riportato al Palazzo del Drago.

 

Durante il tragitto, non potè fare a meno di ripensare a Jones: come aveva potuto concepire un piano del genere? Come era possibile che l'odio di una persona arrivasse a un tale livello? Si rese conto con tristezza di non avere una risposta a quelle domande, e ormai non c'era più nulla che potesse fare. Poteva soltanto fare del suo meglio per ricostruire il regno e onorare gli sforzi dei suoi genitori per migliorare i rapporti con gli esseri umani.

 

Per distrarsi, provò a pensare ai lati positivi della faccenda: se non fosse stato per le provvidenziali visioni di Madame Shirley, le cose sarebbero andate molto, molto peggio. E poi, adesso Shirahoshi avrebbe potuto uscire tranquillamente dalla sua torre, visto che non c'era più nessuno a tormentarla.

 

Purtroppo, quei due particolari non riuscirono a fargli dimenticare l'orrore che aveva visto: la morte di migliaia di innocenti, il sacrificio di suo padre, l'acqua che si tingeva di rosso mentre combatteva contro Jones. Un orrore senza precedenti.

 

Represse a fatica una lacrima mentre entrava nel Palazzo. Si diresse verso la sua stanza e allontanò i soldati di guardia. Aveva bisogno di stare da solo.

 

Il nuovo re dell'Isola degli Uomini-Pesce entrò nella sua stanza, chiuse a chiave la porta, si sdraiò sul letto e pianse il vecchio re.

 

***

 

Kobi corse a perdifiato nel vicolo davanti a sè. Si appoggiò al muro per riprendere fiato e col dorso della mano si asciugò il sudore sulla fronte. Non aveva mai corso così tanto in vita sua. Spero che quei marines non mi abbiano notato, pensò.

 

Si sporse leggermente oltre il muro e sorrise: tutti gli uomini di Alvida erano a terra, svenuti o troppo stanchi per combattere. Alvida stessa era stata atterrata, e ora il capitano dei marines la stava ammanettando. Lo vide produrre una voluta di fumo dalla bocca e rivolgersi a uno dei suoi sottoposti.

 

- Tashigi, sbatti in cella questi idioti. Io vado a farmi una birra.-

 

Kobi esultò. Come aveva potuto quella presuntuosa di Alvida sperare di andare a Loguetown senza affrontare i marines? Soprattutto, come le era venuto in mente di essere in grado di affrontare il Capitano Smoker, il famoso Cacciatore Bianco? Dev'essere più stupida di quel credevo, si disse.

 

Fissò la schiena di Smoker allontanarsi sempre di più. Cosa faccio?, si chiese. Lo seguo e gli chiedo di farmi entrare in Marina?

 

Si mise a riflettere. Era praticamente impossibile che Smoker si fosse accorto di lui. Avrebbe potuto raccontargli di essere giunto lì con una nave di mercanti, e di essere un orfano desideroso di seguire le sue orme. Sì!, avrebbe potuto funzionare.

 

Stando ben attento a non farsi vedere, seguì Smoker attraverso un paio di strade affollate, fino ad arrivare ad un pub. Aspettò qualche secondo dopo che il marine entrò dentro, e poi lo seguì.

 

L'interno del pub non era un granchè. C'erano polvere e ragnatele ovunque, e pochissimi avventori. Finalmente notò Smoker: era appoggiato al bancone e si apprestava a bere della birra da un boccale enorme. Si avvicinò e, timidamente, gli rivolse la parola.

 

- Ehm...mi scusi, Capitano?-

 

Smoker si girò e lo guardò storto.- Che c'è, ragazzino?-

 

Kobi deglutì.- Ecco, io...m-m-mi chiamo K-K-Kobi, e...vorrei entrare in Marina!- disse l'ultima parte tutta d'un fiato.

 

Il marine alzò un sopracciglio.- E allora?-

 

Il ragazzo iniziò a tremare.- Ecco, io...pensavo che...sì, insomma...vorrei far parte della sua squadra, signore! Lei è...uno dei migliori, no? Insomma, da lei si può solo imparare.-

 

Smoker bevve un sorso di birra e tornò a rivolgere la sua attenzione al ragazzo.- Voglio farti una domanda. Come ti comporteresti al posto mio? Cosa faresti se un ragazzino che era con una banda di pirati che hai appena fatto arrestare si presentasse da te, dicendo di voler far parte della tua squadra?-

 

Kobi spalancò gli occhi, terrorizzato.- Mi...mi ha visto?-

 

- Già. Cosa credi, che il fumo mi renda cieco?-

 

Il ragazzo abbassò lo sguardo. Qualche secondo dopo, trovò il coraggio di parlare.- E' vero, ero con quei pirati. Ma non per mia volontà: un giorno ero sulla mia barca a pescare, sono arrivati loro e mi hanno rapito. Mi hanno usato come uno schiavo, mi facevano fare i lavori più umili. Deve credermi, signore!- Si avvicinò al marine.- Deve credermi! Io non ho mai voluto fare il pirata. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un marine, e di portare la giustizia nei mari del mondo! La prego, deve credermi!-

 

Smoker non disse una parola. Bevve il resto della birra e guardò il ragazzo.

 

- Come hai detto che ti chiami?-

 

- Kobi, signore!-

 

Il Cacciatore Bianco si tolse due sigari dalla tasca. Li infilò in bocca e li accese. Posò alcune monete sul bancone e si avviò verso l'uscita.

 

- Comincerai lavando i pavimenti.-

 

Kobi spalancò la bocca. Non posso crederci, pensò. Finalmente...

 

- Hai intenzioni di rimanere lì con la bocca aperta?-

 

Il ragazzo si ricompose.- Ehm...no, signore! Arrivo subito, signore!- Si affretto verso l'uscita, felice come non mai. Finalmente, il suo sogno si era avverato.

 

 

NOTA DELL'AUTORE: Vi ricordate quando vi dissi che se uccido un personaggio non è perchè mi sta antipatico? Ebbene, nel caso di Foxy (e anche di Teach) non è così: lui l'ho ucciso perchè mi sta sulle palle.

 

Per quanto riguarda il resto del capitolo: in questo mondo la ribellione di Jones e i suoi è avvenuta qualche anno prima degli eventi narrati nei precedenti capitoli. Come, direte voi? Semplice, se vi ricordate, in questo mondo Arlong e i suoi sono stati uccisi qualche anno fa da Aokiji, e ho immaginato che la cosa abbia spinto Jones ad anticipare i suoi piani. Per quanto riguarda invece Kobi, volevo che almeno un pezzo di questo capitolo finisse bene (infatti, se avete notato, c'è un'atmosfera tutt'altro che allegra).

 

Infine, voglio ringraziare Yellow Canadair, i cui suggerimenti sono stati fondamentali per la scena di Law. Senza di lei, quella scena non mi sarebbe venuta altrettanto bene.

 

Detto questo, vi dò appuntamento all'inizio di Settembre col prossimo capitolo, in cui ci sarà un altro flashback e i nostri eroi giungeranno finalmente ad Alabasta.

 

Alla prossima, cari lettori.

 

 

PS: Quasi me ne stavo dimenticando. In teoria questa avrebbe dovuto essere l’ultima parte di Effetto Farfalla, ma la mia mente malata ha cominciato a pensare che non sarebbe male scrivere una terza parte. Perciò vi chiedo: vi piacerebbe se la scrivessi? Se sì, avrei bisogno di un aiutino: ci sarebbero come sempre quattro scene, ma non mi viene in mente nulla. Pertanto, potreste darmi qualche suggerimento? Se mi sembrerà buono, ricompenserò gli uomini con un’amichevole pacca sulle spalle, mentre per le signore preparerò una cenetta a base di pesce seguita da una notte di passione…ED ECCO CHE RIEMERGE IL MIO SANJI INTERIORE, ACCIDENTI!

 

A parte gli scherzi, se mi aiutaste ve ne sarei immensamente grato.

  
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