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Autore: VikiMel    15/08/2014    2 recensioni
«Casa dolce casa!» E prese le chiavi, fece per aprire ma guardando in basso notò un qualcosa che sperava fosse opera della sua immaginazione o almeno, una qualche immagine creata sotto effetto degli alcolici: la sua ombra appariva come insolitamente enorme.
Genere: Azione, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Prologo

 

 

«Che notte meravigliosa!» esclamò tra sé e sé Simon mentre rincasava dalla sua festa di addio al celibato e in effetti, lo era davvero: era una notte di luna piena, stellata e soffiava una leggera brezza estiva degna del suo nome.
Aveva assistito ad un meraviglioso spogliarello -l'ultimo si era detto-, anche perché il giorno dopo si sarebbe sposato: quindi l'unica donna che d'ora in poi avrebbe visto nuda, sarebbe stata la sua signora.
Non ricordava una notte così epica dalla sua laurea in criminologia seguita poi dalla sua nomina a detective, tutto rigorosamente col massimo del punteggio: quella sera sì che era sbronzo!
E la fortuna, ancora una volta dalla sua parte, volle che conoscesse Lei: una bellissima donna, alta circa un metro e ottanta, capelli lunghi corvini, occhi blu zaffiro e quelle curve mozzafiato!
«Aah, quella sera!» Sorrise ripensando a come si erano conosciuti: Simon stava stendendo un energumeno che aveva pensato bene di attacar briga e lei gli stava dando una mano menando colpi a destra e a manda come se nulla fosse!
Fu il loro primo combattimento insieme e in seguito ci fu il loro primo caso, il loro primo film, il primo "ti voglio bene", il primo appuntamento, la loro prima volta e infine il matrimonio.
Sì! Si sentiva al settimo cielo!
Continuando a camminare sul marciapiedi iniziò a fischietta il suo motivetto preferito e girato l'angolo percorse la Via degli Specchi.
«Ehi amico!» si sentì dire alle spalle
«Ah, sei tu Mauro! Buonasera, ancora in giro a vagabondare? Non hai paura che qualcuno ti attacchi?» Il barbone, con il cartone sotto il braccio, rise con voce rauca e poi rispose «Detective, come se tu non lo sapessi! I soli esseri da cui posso essere attaccato sono i topi e i cani! Per gli esseri umani non esisto: per alcuni sono un disgraziato che non ha voglia di lavorare e per altri solo uno sfortunato!»
Simon lo sapeva, ma detestava ammettere che nel mondo ci fosse ancora gente come Mauro, senza nessuno che si curasse di lui.
«Tieni, prendi...» Simon gli porse una bancanota da cinquecento euro.
«Ma... ma detective! Questi li dovrebbe usare per andare in vacanza!»
«Non preoccuparti, andrò in luna di miele e questi non mi serviranno. Buonanotte Mauro» augurò il giovanotto sorridendo
«Un giorno ti ricambierò il regalo, ragazzo, è una promessa!» gli urlò dietro felice il barbone.
Allontanandosi dalla via principale arrivò finalmente in una strada desolata, dove i lampioni, per qualche strana ragione, diventavano sempre più fiochi sino al vialetto di casa sua «Casa dolce casa!» E prese le chiavi, fece per aprire ma guardando in basso notò un qualcosa che sperava fosse opera della sua immaginazione o almeno, una qualche immagine creata sotto effetto degli alcolici: la sua ombra appariva come insolitamente enorme.
Oppure qualcuno con improbabili buone intenzioni era dietro di lui.
Escludeva il fatto che potesse essere Mauro perché era molto più basso di lui e quindi c'era solo da sperare in qualche suo amico per un ultimo scherzo d'addio.
«Ragazzi, non è divertente!» esclamò; ma in tutta risposta ricevette un colpo in testa senza sapere chi o cosa avesse compiuto il gesto e svenne.

Si svegliò dolorante, confuso e in una stanza d'ospedale di cui non aveva la minima idea di come avesse fatto per arrivarci.
«Dov'è Lei?» Fu il primo pensiero a balenargli nella mente
«Simon» disse qualcuno e fu riportato alla realtà da una voce che conosceva fin troppo bene e non portava mai buone notizie.
«Maresciallo Matri! Che è successo? Come sono arrivato qua? Dov'è Lei? Dov'è Clara?»
Il maresciallo, lisciandosi la folta barba, lo guardò nella stessa maniera con cui dava le brutte notizie.
Lo sapeva. Gliel'aveva visto fare un milione di volte.
Ma mai si sarebbe aspettato di incrociarlo «Ragazzo... sarebbe meglio che restassi giù... Lei è...»

   
 
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