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Autore: _m i z u k i_    15/08/2014    4 recensioni
BanGaze/ Terribilmente Angst/ Drammatica / 1184 parole / Fic ispirata alla canzone Cough Syrup.
«Suzuno invidiava Nagumo.
Lo trattava male, lo accantonava da tutte le parti, lo minacciava, perché lui era quello che voleva essere.
Lui stava bene con se stesso, accettando la sua omosessualità, mentre Suzuno?
No, lui continuava a rinnegarla e a nasconderla per paura di diventare lo zimbello della scuola.
Il rosso era felice di quello che era, l’altro no.«
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sei un debole, Suzuno.

 


Suzuno invidiava Nagumo.

Lo trattava male, lo accantonava da tutte le parti, lo minacciava, perché lui era quello che voleva essere.

Lui stava bene con se stesso, accettando la sua omosessualità, mentre Suzuno?

No, lui continuava a rinnegarla e a nasconderla per paura di diventare lo zimbello della scuola.

Il rosso era felice di quello che era, l’altro no.

Così decise di uscire allo scoperto, per non mentire più a nessuno, per non mentire soprattutto a se stesso.

Solo ora si rendeva conto che la sua vita era basata su una menzogna.

Aveva ingannato i suoi genitori quando usciva, quando andava ai pub per gay.

Mentiva quando diceva di avere una ragazza, mentre sbavava dietro a Nagumo.

 

Il giorno dopo della sua dichiarazione, appena varcò l’entrata della scuola, tutti risero.

Preso da una vampata di calore si diresse verso il suo armadietto, dove una scritta in rosso faceva capolino: “Frocio”.

Automaticamente i suoi occhi s’inumidirono.

Non piangere, pensò Non davanti a queste persone.

Trovò la fiammeggiante chioma di Nagumo nella folla e lo fissò.

Un’espressione mista tra compassione e preoccupazione segnava la faccia di quest’ultimo.

Suzuno perché stai piangendo? Davvero la vuoi dar vinta a loro?

Andò verso di lui e gli sussurrò – Non piangere, sei forte.- dopo di che lo superò, lasciandolo su un armadietto.

L’albino continuò a versare lacrime invisibili agli occhi delle altre persone, ma evidentissime a quelli di Nagumo.

Egli continuò a guardare i suoi compagni, le teste di tutti erano puntati su di lui, ma finalmente, dopo poco, fu fuori da quell’edificio.

 

Con passo frettoloso si recò verso casa, cercando di scacciare tutti i suoi pensieri.

Si sistemò il ciuffo bianco che gli ricadeva sugli occhi.

Tirò un sospiro di sollievo appena si chiuse la porta dietro le spalle e il suo primo pensiero andò a toccare i social network.

Infatti appena aprì la bacheca di Facebook, trovò insulti di ogni tipo.

Gli occhi di Suzuno persero nuovamente la calma, lasciando che una piccola goccia gli solcasse il viso.

Chiuse il Pc con rabbia e con un gesto netto buttò giù dal tavolo tutto ciò che c’era sopra, dopo di che si sdraiò sul divano massaggiandosi le tempie come se avesse un forte mal di testa.

Cosa farò ora? Non posso chiedere aiuto a nessuno, non posso aggrapparmi a nessuno.

Ai miei genitori? No, sono una vergogna per loro.

Ai miei amici? No, anche loro mi ripudiano.

A Nagumo? Non gradirebbe la mia compagnia, non più.

Alzò gli occhi al soffitto e sorrise amareggiato.

Anche questa volta si sarebbe rialzato da solo.

 

Si recò verso l’armadio e tirò fuori la sua divisa della Chaos.

La divisa che aveva indossato insieme a Nagumo.

Con questa, prese una corda.

Quella corda con cui aveva saltato insieme al rosso da bambino.

Così era pronto per dire addio al mondo infame che gli aveva riservato solo dispiaceri.

Legò la corda al lampadario e salì sulla sedia con gli occhi offuscati dalle lacrime.

Spinse lo sgabello.

Ci sarebbe voluto solo un secondo per mettere fine alla sua inutile vita, eppure, perché percepiva, anche se in modo astratto, le cose che accadevano intorno a lui?

Sentì qualcuno che urlava il suo nome, disperato, dopo di che venne strattonato e appoggiato sul freddo pavimento.

Era Nagumo. Avrebbe riconosciuto la sua voce tra mille e i suoi tocchi gentili ma allo stesso tempo decisi.

Degli schiaffi gli colpirono la guancia, mentre le grida del rosso si facevano sempre più forti.

-Suzuno, Suzuno. Vivi per favore.-

Il numero 10 stava piangendo con la voce strozzata dai singhiozzi.

-Mi mancherai.- disse l’albino lasciandosi andare ad un sonno profondo.

 

 

Se n’è andato.

Era l’unica frase che Nagumo continuava a ripetersi nella mente fissando il corpo senza vita dell’amico.

Lo stomaco si contorse in una morsa lancinante, lasciandolo senza fiato.

Cercò di aprire la bocca, provò a chiamare Fuusuke un’altra volta, desiderando che avrebbe aperto gli occhi, dicendogli che andava tutto bene e che era ancora vivo.

Ma non andava tutto bene e non lo sarebbe mai stato.

Un’altra fitta, un altro respiro mancato.

Sbatté i pugni accanto al cadavere, incolpandosi della sua morte.

Se solo fossi arrivato prima.

I singhiozzi non gli davano tregua e lui non riusciva a riprendere fiato.

Si sedette prendendosi il viso tra le mani, ascoltando il silenzio che regnava in quella camera.

Solo il suo respiro accelerato faceva capolino in quell’oscurità.

Tese l’orecchio, sperando di sentire un piccolo rumore da parte dell’albino.

Ma dopo tutto, la speranza è la peggior malattia.

I suoi occhi dorati, conosciuti per la loro brillantezza, iniziarono a spegnersi, fissando Suzuno.

Il suo Suzuno.

 

 

La camera era ancora immersa nel buio.

A renderla un po’ luminosa era solo una flebile luce che filtrava dagli spazi della persiana.

Si girò su un lato, speranzoso di vedere la sagoma di Suzuno, ma invece trovò Hiroto seduto su un sedia accanto al letto, con aria tormentata.

-Ciao, Hiroto.-

Il nominato alzò lo sguardo e fece un lieve sorriso aspro.

-Ehy.-

-Dove sono?- chiese il Tulipano con tono preoccupato.

-Nella stanza di Suzuno, non ricordi?-

Nagumo negò con la testa, posando lo sguardo sugli scaffali ordinati che riempivano quella stanza ormai vuota.

-Suzuno dov’è?-

Gli occhi stanchi di Kiyama si riempirono di lacrime mentre Haruya continuava a non capire, più che altro non voleva capire.

-Hiroto, dov’è Suzuno?- ripeté questa volta più serio, ma con un lampo di speranza negli occhi.

-Dimmi Nagumo-kun. Secondo te dove può essere?-

Il giovane si rabbuiò.

Ora ricordava.

Ricordava di aver visto Suzuno morire.

Ricordava dell’ultima frase che il bianco gli aveva rivolto.

Poi trovò il coraggio di rispondersi.

-Qui…- sussurrò toccandosi delicatamente il cuore, perché era lì che Fuusuke si trovava.

IL numero 18 annuì tristemente, con esitazione, come se anche lui si rifiutasse a credere a quel che era successo.

 

Passarono 10 anni.

Anche se ormai Nagumo aveva perso il conto dei giorni da tempo.

Le uniche date che si ricordava – o meglio, che Hiroto gli ricordava.- erano il compleanno e la morte di Suzuno.

Quest’ultimo giorno corrispondeva anche alla morte del rosso. Eppure lui era ancora lì, vivo.

 

Quella mattina, ovvero il 28 maggio 2014, esattamente 10 anni dopo la morte di Fuusuke, Nagumo andò a trovarlo al cimitero.

Ogni volta posava accanto alla lapide una stella alpina dai riflessi argentati. Il fiori dai petali che ricordavano i capelli di Suzuno.

Si chinò davanti alla pietra dove erano scritte tutte le informazioni del bianco e la osservò, passando le dita sulle incanalature delle date: 3/01/1988-28/05/2004.

Non pianse.

Non questa volta.

Aveva già versato troppe lacrime inutili in precedenza.

Si limitò a bisbigliare una piccola preghiera, dopo di che si alzò, scrollandosi i sassolini dai pantaloni.

Sorrise.

-Eri la mia più grande felicità, ora sei il motivo della mia più totale disperazione.-

Prese il coltello che si era nascosto in una tasca interna della giacca.

-Non te lo ricordi Suzuno? La promessa che facemmo da piccoli, che saremmo rimasti sempre insieme.-

 

I due bambini erano immersi in una corsa per trovare un nascondiglio.

Stavano giocando a nascondino e Midorikawa contava ad un muro poco distante da loro.

Arrivati ad un incrocio i due si divisero, ma Nagumo tornò indietro per raggiungere il bianco.

-Ohi Suzuno!-

-Sbrigati idiota!-

-Restiamo insieme.-

Suzuno annuì con la testa.

-Per sempre.-

-Per sempre.-

 

-Sei un debole,Suzuno…-

Si abbandonò al pianto, un pianto che lo scuoteva da cima a fondo, che gli faceva tremare tutto il corpo, che gli strappava involontariamente urla di dolore dalla bocca.

-… ed io lo sono più di te.-

Il viso rigato da fiumi di lacrime che non accennavano a smettere di scorrere sul viso arrossato.

Impugnò la lama e con un tremolio se la infilzò al petto.

-Guardami Suzuno, sto mantenendo la promessa.-

 


Angolo del DisaggioH:

Le me: Hello a tutti! Finalmente sono tornata a Roma e posso continuare la mia serie di aggiornamenti eh eh. So che questa storia è triste, quindi mi aspetto che mi veniate a lapidare. ^o^

Nagumo: Guarda, lo faccio con un grande piacere.

Midorikawa: *si soffia il naso* Peggio del Titanic oddio.

Nagumo: Mi hai descritto una grande checca.

Suzuno: A chi lo dici. *sbuffa*

Midorikawa: Trovo che siete più carini mentre piang-

Nagumo e Suzuno: FAIR BLIZZARD!

Midorikawa: *muore*

Le me: * si allontana andando a nascondersi*  Fiù! Mh che dire, penso che a breve arriverà l’aggiornamento di “The London Dungeon”, di “ 10 anni per amarsi” e pubblicherò anche una storia incentrata sui Fubuki – no incest- come al solito triste e strappalacrime /?/

Bene me ne vado!

Afuro: Grazie a tutti per aver letto! Speriamo di ricevere delle vostre recensioni, bye bye.* va a continuare a girare un spot pubblicitario sui capelli*

  
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