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Autore: Vanel    17/08/2014    2 recensioni
Conor sta tornando tranquillamente a casa con i suoi fidati amici: Jack e Peter.
L'atmosfera tranquilla e colloquiale viene interrotta da Vanessa che chiede a Conor di diventare suo tutor di Biologia dal momento che la ragazza ha alcune lacune nella materia.
Lui ragazzo tranquillo e studioso, Lei ragazza egoista e chiacchierona.
Qualcuno tra i due cambierà, e chi sarà ad avere maggiore influenza?
Il testardo Conor o l'egocentrica Vanessa?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La forza sta nelle Ali

 
 
"Perché ci lasciamo condizionare dalla gente, Tim?"
"Siamo umani, Beatrice, e gli umani commettono errori"



Era mattina, e i raggi del sole provenienti dalla finestra picchiavano violentemente la mia faccia.
Ero sul letto dei miei genitori, ma che ci facevo li!?
Avevo bevuto e sbagliato stanza?
Mentre ero ancora mezzo addormentato andai in cucina.
-"CO-COSA!?"-Gridai per lo spavento
C'era Vanessa Martin, con il mio pigiama,e le mie ciabatte di domenica mattina dentro casa mia.
Ecco, adesso ricordavo! Non era stato un sogno allora...
Vanessa era veramente rimasta a dormire a casa mia.
-"Buongiorno, mio dio che hai fatto a quei capelli?"-Mi disse Vanessa mentre apparecchiava la tavola per una ricca colazione, dove avrei preso il resto del cibo restava un mistero.
-"Mi sono appena svegliato, dormito bene?"
-"Si, il tuo letto è comodissimo.."
-"Mi fa piacere"-Non potevo dire la stessa cosa io del letto dei miei genitori, avevo la schiena spaccata.
-"Che mangiamo? Io ho apparecchiato, adesso se non ricordo male..."
-"Torta ai frutti di bosco"
-"Mmh, e quando l'hai fatta?"
-"No veramente..."
-"Ahah, no aspetta, fammi indovinare...LA VICINA!"
-"Brava, allora...la mangiamo?"
Era strano, strano fare colazione con lei, ormai ci avevo pranzato insieme, cenato insieme, e adesso ci stavo fatto anche colazione?
Mi stava viziando troppo della sua presenza, mi stavo iniziando ad abituare a trovarla girovagare per la mia cucina, e sinceramente mi piaceva da morire, sentire la sua voce squillante per i corridoi, la sua risata spontanea, le sue lamentele, era qualcosa che mi piaceva.

-"Beh..."-Disse Vanessa mentre si rimetteva i tacchi-scomodi-
-"Io adesso prendo il bus..e torno a casa, grazie per oggi..."
-"Figurati, devi studiare qualcosa domani?"
-"Beh, ora che mi ci fai pensare sì, ho l'interrogazione di Matematica...!"
-"Hai bisogno di qualcuno che elimini le distrazioni?"
-"Credo proprio di si"
-"Allora sappi che dentro casa mia, sarai la benvenuta.."
-"Oh, grazie"
Già, quella era proprio casa MIA, perchè ero io ad abitarci, ero io a decidere chi potesse entrare o meno.
Ormai ero maggiorenne perciò avevo tutto il diritto di abitarci senza tutori,ma infondo la signora Mary continuava a trattarmi ancora come un bambino, e onestamente mi ero affezionato anche a lei.

La settimana seguente,Vanessa ogni pomeriggio veniva a casa mia, studiavamo e scherzavamo, e ovviamente, ogni mattina, non poteva mancare il commento fuori luogo del caro Peter.
Il pomeriggio del sabato successivo, Vanessa non venne a casa mia, dovevo preoccuparmi?
Non potevo di certo restare col dubbio, fu così che la chiamai:
-"Pronto?"-Rispose lei, era lei ma allo stesso tempo non lo era. Sembrava seccata?
-"Vanessa, sono Conor"-Risposi io un po' impacciato e sorpreso dal suo tono.
-"Oh ciao Conor..."
-"Tutto bene?"
-"Si, perchè?"
-"Non sei venuta oggi..."
-"E che devo venire sempre!?"
-"Nono, non dicevo questo.."
-"Anzi Conor, vorrei mettere le cose in chiaro, credo che neanche la settimana prossima tornerò, mi è venuta un po' a noia questa situazione, io vado...ciao"
-"Ci-Ciao"
COSA!? Le stava venendo a noia il nostro incontrarci ogni pomeriggio? Ma se fino a ieri scherzavamo e ridevamo ogni secondo? Che stava succedendo?
No basta Conor, non farti tutte queste domande, si è stufata, è inutile trattenere una persona se quest'ultima non ti vuole.
Il sabato, come di rito, lo passai con Peter e Jack, senza Vanessa, e mi mancava da morire, anche quando mi aveva superato a FIFA, perfino quello.
La domenica mattina, una volta collegato su Facebook, andai sul profilo di Vanessa.
Era stata taggata nelle foto di una discoteca, insieme alle sue amiche, e a Simone Kne.
No, non poteva essere.
Quella non era la vera Vanessa, quella che conoscevo io.
Lei non amava le discoteche, lei odiava Simon, lei non era come loro, lei non era la spazzatura della città firmata praga o dolce&gabbana.
Io non mi ero affezionato a quella Vanessa.
O forse, non la conoscevo così bene.


La settimana successiva, passò lenta, lentissima.
Ogni pomeriggio era un'agonia, aspettavo Vanessa, ma lei non veniva ,ogni volta che il campanello suonava, speravo tanto fosse lei, e non lo era.
Mi sentivo solo, mi tornavano in mente i ricordi di quando ero piccolo: quando mia madre mi lasciava con la baby-sitter e andava via, e io aspettavo ogni giorno il suo ritorno.
Mi dovevo abituare,  le persone mi lasciavano, era inutile, non avevano bisogno di me, e quella era anche colpa mia, che permettevo a loro di entrare così nella mia vita.
Aveva ragione Peter, affidarsi alle persone era come affidarsi ad un ramo fragile ed esile, prima o poi cadrà, e tu devi contare sulla forza delle tue ali per non farti trascinare.
Ma io non sapevo volare.
  
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