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Autore: _Silence    17/08/2014    2 recensioni
E se fosse tutto diverso? Se Christian rapressentasse il bianco e Anastasia il nero?
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-Facciamo così, se dovessimo incontrarci per altre tre volte tu accetti un mio invito a cena.-
-Ma io e te in che luogo mai potremmo incontrarci se non qui?.- era davvero interessata ad ascoltare, la situazione stava risultando piuttosto divertente.
-Be, in qualsiasi posto, dal meccanico, in una caffetteria, in università.- lei di tutta risposta incominciò a ridere, ma poi cercò di darsi un contennio e smise; ma sul serio credeva che potessero incontrarsi in posti così? Ma quanti anni credeva che avesse?
-E se non fosse così?.-
-Niente.- sorrise lui, non era un vero e proprio sorriso, lui ci sperava davvero in quei tre incontri e stavolta era davvero insicuro su quanto stava facendo .
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Make love




Aveva sempre voglia di una nuotata quando era nervosa.

Ed era sincera quando diceva che non capiva il motivo del suo nervosismo e per questo, quella sera, aveva bisogno di Christian per scoprirlo.

Voleva giocare giusto qualche ora con lui nella sua stanza e poi voleva che la prendesse lì, mentre aveva i polsi legati con una corda che lo teneva alzato e contro il muro; ed era divertente scoprirlo così inerme e così sotto il suo comando, un ragazzo così giovane che ha così tanta voglia di sottomettersi ad una pazza come lei; folle gli aveva detto quando era andato da lei per dirle che avesse accettato e che, in fondo, non ci aveva pensato più di tanto, era stato incline a questa relazione fin dal momento in cui avevano fatto sesso per la prima volta.

-Che succede?.- le aveva domandato subito, appena arrivato e con il fiatone, intimorito,forse dal tono che aveva usato al telefono.

-Togliti la maglietta, le scarpe e va.- aveva sussurrato con apparente calma mentre sorseggiava il suo tè inglese. Non sapeva esattamente che cosa fargli, però doveva ammettere che l'idea di imbavagliarlo e legarlo con la corda al muro la stuzzicava parecchio, la cosa più importante era che la prendesse perché aveva in bisogni quasi spasmodico di averlo. Doveva ancora svestirsi, togliere il costume e mettere quel completino intimo nero e di pizzo che la faceva sentire tanto sexy, e poi doveva farsi la treccia.

-Sai che non mi ha mai detto come ti procuri da vivere?.- le aveva detto appena era entrata, era sdraiato sulle lenzuola di seta rossa e sorrideva come un bambino stando a sottolineare quanto giovane fosse.

-Tu parli troppo.- gli aveva detto mentre si arrampicava sopra di lui per sedersi, poi a cavalcioni; si diedero giusto due o tre baci prima che Anastasia insinuasse nervosamente le dita tra i capelli di lui, congiunse le loro fronti e gli diede un altro bacio. Era così incredibile che già fosse più calma di prima.

-Lavoro in una casa editrice, capo redattore.- disse prima di dargli un altro bacio, e poi un altro e ancora un altro; era una continua voglia di baciarlo ed era così sicura di poterci stare in eterno in quel modo, l'importante sarebbe stato che lui non avesse mai smesso di baciarla.

-Voglio fare lo scrittore io, sai?.- e doveva ammetterlo a se stessa che la cosa fosse abbastanza interessante, anche per il fatto che anche lei avrebbe voluto e ricorda ancora di quando un vecchio capo redattore le avesse detto che non aveva un granché di talento. Ci sperava con tutto il cuore che a Christian non accadesse, sopratutto voleva che inseguisse il proprio sogno una volta uscito dal college e magari l'avrebbe aiutato lei stessa.

-Uhm, quindi un giorno potrò leggere qualcosa di tuo.- sussurrò ad occhi chiusi, cullata da quel lieve tocco che esercitavano le mani del giovane sulle sue cosce nude, ed era come se stesse toccando qualcosa di estremamente fragile, qualcosa di bello ma fragile. Le era sempre piaciuto quel tocco leggero sulla pelle, era delicato e senza alcuna premura ed era così incredibile che riuscisse a farla rilassare con così poco.

Qualche bacio, qualche carezza e tutto passava e faceva così paura ciò.

-Vuoi leggere le avventure del dinosauro Sauro? No, non credo.- ed era scoppiato a ridere, e sembrava quasi fosse una conseguenza a quel suono che il suo cuore incominciava a pompare di più senza alcun ritegno. Aveva paura, paura perché era una cosa che non riusciva a controllare, pompava così forte che sembrava che stesse correndo una maratona e credette, per un attimo, che anche lui potesse sentire.

-Esistono anche i libri per bambini.- amava quel genere di libri e credeva che leggere fosse una delle prime cose che i bambini dovessero imparare, ancora prima di andare a scuola perché i bambini hanno una così bella fantasia e deve essere alimentata.

-E sono tra i tuoi preferiti.- aveva detto lui e chi lo sa come, ma con un movimento fulmineo si ritrovò sotto di lui, una sua mano a premere sul fianco e l'altra che le accarezzava l'interno coscia e non sapeva se fosse arrabbiata perché ci avesse messo così poco a sottometterla a se, o assuefatta da quelle carezze.

-Mi hai messo sotto di te.- aveva sussurrato sconvolta, era in uno stato confusionale del tutto nuovo, non riusciva a capire nonostante il suo corpo si trovasse così bene in quella posizione.

-Si.-

-Perché?.- e anche se la sua voce fosse così contrariata, lei era sempre lì, restava sempre sotto di lui e non accennava alcun movimento.

-Ana, lo sento che ti piace, non sono stupido.- congiunse le loro fronti e la guardava fisso, in attesa di qualcosa, un suo segnale che gli dicesse che non le piaceva, e che non era vero quanto aveva appena detto, ma non arrivò così la baciò.

-Io ...- non sapeva che dire e come comportarsi e incominciava a pensare che non avrebbe dovuto chiamarlo e che non si sarebbero dovuti incontrare, in quel momento si sentiva così eternamente sbagliata. Quella posizione l'aveva riportata a quando faceva l'amore con Josie, quando lei la sottometteva; si sentiva così in colpa, per cosa poi? Il suo cuore è come se le stesse dicendo che stava per tradire Josie, e stentava dall'ammetterlo a se stessa, ma lei era ancora il suo punto debole, dopo così tanti anni e non riusciva ad andare avanti. Era come se non avesse fatto altro che girare sempre sullo stesso punto, senza cambiare percorso.

Forse avrebbe dovuto imparare che non per forza stare sotto qualcuno era simbolo di sottomissione e forse Christian sarebbe riuscito nell'impresa.

-Non sto facendo forza, Ana e se vuoi puoi rimettere le cose come prima.- e quella voce non aiutava affatto, così sensuale, così dannatamente eccitante; e poi quelle mani, le sue dita che l'accarezzavano nel punto più sensibile, se pur sopra le culottes erano il punto d'inizio, ma anche la fine.

-Non farei mai qualcosa che non potrebbe piacerti.- le sussurrò accanto all'orecchio ,nel frattempo le sue dita scavalcarono la barriera del tessuto, indugiando ancora sul punto di prima.

-Mi piace.- era stata dura ammetterlo, però sarebbe stata bugiarda con se stessa e con lui se non l'avesse fatto perché si stava sentendo così appagata e vogliosa mentre la toccava e la baciava; per la prima volta non era lei a portar avanti il gioco, non era lei che bramava la pelle dell'altro e forse poteva anche abituarsi così, sotto di lui.

-Voglio ...-

-Christian fai quel che vuoi.- ansimò lei, mise una mano dietro il suo collo e lo spinse contro di se per baciarlo, per sentirlo e poco le importava se in quel momento il cuore le batteva a mille e se lui potesse sentirlo.

E si sentiva pronta.

Stava per fare l'amore dopo dieci anni.



-Zio.- non era poi così concentrato in quella partita alla play, pensava più al modo in cui lui e Ana avessero fatto l'amore, perché lo sapeva, quella volta era stato amore e lo sentiva dal modo che aveva di stringerlo a se e di quel continuo baciarsi e stare più uniti che mai.

-Jane, scusa ma ...-

-Ma qualcuno ti ha mandato in pappa il cervello,Grey.- ci rifletté su quella frase Christian, anche se potesse sembrare inutile, e arrivò alla conclusione che il suo cervello non era semplicemente andato in pappa, ma che era direttamente andato.

-Domani è il mio compleanno, zio.-

-Lo so.- mormorò mentre staccava i cavi della play per nasconderli dentro il suo borsone, Kate non voleva che la sua unica figlia femmina giocasse alla play, sopratutto con quei giochi così violenti.

-Ti vedi ancora con Anastasia? Quella con il cagnolino, quella che non ti si filava. Non mi hai più detto niente, zietto.- ormai aveva assunto quel tono che non sopportava, lo stesso di suo Mia quando da piccola non aveva quello che desiderava, ma la sua era una cosa persistente anche adesso all'età di diciotto anni.

-Mi si fila, Jane.-

-Davvero? Bene, perché io voglio che venga al mio compleanno insieme al suo cagnolino.- aveva detto risoluta e quello era un guaio, perché sapeva quanto insistente potesse essere ed era pericolosa, molto.

-Non so se potrà venire.- e anche se avesse potuto avrebbe fatto in modo di convincerla, perché sapeva che cosa erano in grado di fare tutti quanti al vederlo accanto ad una donna. Non voleva che Ana fosse preda dei suoi genitori, dei suoi nonni, dei suoi fratelli e di Kate, l'avrebbero fatta uscire pazza ed era sicuro che l'avrebbe lasciato.

-Tu insisti, ti prego zio.-

-Ok,Ok.-





Quella posizione non era proprio il massimo per parlare, oltre al fatto che gli era impedito dal fazzoletto che stringeva tra i denti.

-Sai già quanto mi piaccia farlo con te.- quel frustino che teneva in mano gli faceva un tantino paura, non perché non l'avesse mai usato, ma perché dopo l'altra volta credeva che si volesse, in qualche modo, rifare.

-E adesso ho scoperto anche quello … .- e lì la vide cedere, quasi abbandonare quel frustino per terra, ma qualcosa nella sua mente scattò e la vide stringere con più forza il manico di quell'arnese mentre con un movimento veloce le frange in cuoio si scontrarono contro la pelle del suo petto; chiuse per un momento gli occhi, anestetizzando il dolore e strinse la corda intorno ai suoi polsi e di nuovo era pronto per un nuovo colpo, se non più potente che in seguito arrivò, seguito da altri tre.

-Non voglio essere debole.-

-Oggi mister Springer, il proprietario della Vancouver Press, ci ha umiliato tutti, me compresa; e sai perché?.- fece segno di no con la testa – Sono calate le vendite di un libro, quello che hanno presentato alla sala congressi del tuo college, sapevo che non sarebbe andato forte, ma lui insisteva sul fatto che non sia stata attenta nel correggerlo e nel valutare il potenziale di quella storia. Per lui è tutta una questione di soldi, lui vuole solo quelli, Christian.- voleva rassicurarla, voleva dirle che non doveva sentirsi in quel modo, che non fosse debole, ma non poteva, era tutto legato e anche imbavagliato.

-C'eri già tu nei miei pensieri in quel periodo.- mormorò in un sussurro appena udibile e voleva tanto abbracciarla, le sembrava così piccola in quel momento e anche vulnerabile.

-Facciamo l'amore.- aveva detto dopo qualche minuto di riflessione in cui si era seduta a terra con le mani tra i capelli e la testa sulle ginocchia nude; salì sul gradino e fece per slegare i polsi di Christian, sciolse il nodo del fazzoletto che lo teneva imbavagliato e poi si buttò sopra di lui, circondandogli il bacino con le gambe.

Aveva imparato a distinguere i bisogni di Ana, anche se quella sarebbe stata solamente la seconda volta in cui facevano l'amore;

-Ti brucia?.- domandò in un ansimo; bruciava, certo che lo faceva, ma non glielo avrebbe mai detto,come tutte le volte del resto. La poggiò sulle coperte del letto ancora fatto della stanza dei giochi, la sovrastò e quella volta non ebbe nessun ripensamento prima di quell'azione, ormai sapeva che non fosse un problema.

-Non importa, Ana.- e a chi fregava in quel momento? Stava giusto per entrare in lei, quando si ricordò che fosse il compleanno di Jane e che volesse anche Ana e Josie lì.

-Oggi è compleanno di Jane e ieri mi ha detto che voleva che tu e Josie veniste.- si era fermato giusto in tempo, era davvero tardi e non potevano aspettare certo loro.

-Perché mi vuole?.-

-Le hai sempre fatto simpatia, per dirti la verità.- rotolò dall'altra parte del letto e ,ancora nudo, cercava i suoi boxer in giro per la stanza.

-In genere faccio paura ai bambini.- sorrise lei ed era vero, perché la sua aria tenebrosa non rassicurava nessuno.

-Jane è speciale.- sorrise stavolta lui, convinto di quanto dicesse.




Si era sentita lusingata nel sapere che Jane la volesse lì, aveva una strana energia in corpo e per tutto il tempo in cui si preparò non fece altro che pensare a che cosa potesse regalarle. Le sembrava una bambina davvero sveglia e quindi suppose che leggesse, e poi pensò che in quella fascia d'età i bambini leggono sempre fantasy e che forse Harry Potter sarebbe andato bene per lei; per un attimo fu indecisa,voleva darle il suo libro di Alice nel paese nelle meraviglie, era il suo preferito e sarebbe stata felice di darglielo, solo che poi ricordò di quanto maschiaccio fosse e che ,forse quella storia non facesse per lei, nonostante si trattasse di una tematica interessante.

-Secondo te le piacerà? Era davvero tardi, sarei uscita a prenderle qualcos'altro se solo tu me l'avessi detto prima.- aveva del rammarico, poteva comprarle qualcos'altro, le piaceva fare regali, anche se non le capitava spesso per dei bambini.

-Devo essere sincero, ha visto i film con me però non ha mai letto i libri e sai anche tu che i libri sono sempre meglio.- posteggiò il pick-up, Ana prese in braccio Josie e diede la busta con il regalo a Christian .

-Sai una cosa? Dovresti comprare una macchina.- sentenziò mentre scendeva, o meglio saltava giù?

-Tutte così dicono.- sorrise mentre l'aiutava a scendere.

-Tutte chi?.- strinse in un pugno il colletto della t-shirt di Christian e l'avvicino a se, anche Josie si era arrabbiata.

-Le donne della mia famiglia, loro.-

-Christian, se ti scopi qualcun'altra ed io vengo a saperlo ti taglio l'uccello, hai capito?.- gli aveva ringhiato contro mollando il colletto per poi proseguire verso il vialetto. Suonò il campanello e rabbiosa attese che la raggiungesse.

-Mi piaci quando fai la gelosa.- sussurrò al suo orecchio prima di stamparle un bacio sul collo.

-Anastasia.- gridò Jane una volta aperta la porta per poi abbracciarla, così tanto forte da farle montare su il sorriso.

-Ciao, piccolina, auguri.- le scompigliò i capelli e poi lasciò a terra Josie che subito voleva che Jane giocasse con lei.

-Oddio, Josie.- prese il guinzaglio dalle mani della sua ospite e portò con se il cagnolino, non curandosi che ci fosse anche il suo zietto.



-E quindi tu sei Anastasia, Jane parla sempre di te.- quella piccolina le voleva tanto bene, e chissà perché poi, non la conosceva nemmeno.

-Credo che le piaccia più Josie che io.- era lì, seduta tra la madre di Christian, sua sorella Mia e Kate, la madre di Jane; la stavano interrogando e nonostante questo, doveva ammettere di stare gestendo bene la situazione.

-Oh no, mia cara! A lei piace l'idea che sia merito suo che tu e Christian state insieme.- insieme, com'era strana quella parola.

-Insieme?.-

-Perché non è così? Tu e mio fratello state davvero bene.- quella ragazza la irritava, ne era sicura, non le piaceva quel tono di voce alto e anche quel vestito verde acqua.

-Io .. Noi, ci .. stiamo frequentando, si.- era strano pensare ad un noi, era sempre stata abituata a pensare ad un io.

-E magari quella testa calda si mette anche in riga, povera la mia bambina.-

-Christian è un bravo zio.- obiettò subito lei, era convinta di quanto avesse appena detto.

-La porta sempre al parco a giocare e mi racconta di quanto le piaccia stare con lei, tanto che delle volte da buca a me.- ed era vero, era già successo, ma quello non le importava era Jane.

-Ana, ti stanno mettendo in imbarazzo?.- Christian le aveva guardate per tutta la serata, in attesa di cogliere uno sguardo di Ana, ma sembrava tutto tranquillo fino a quando non la viste accigliarsi.

-La tua ragazza ti stava solo difendendo.- rispose Mia, quel solito tono alto di voce che tanto odiava, eppure non parlava sempre così, diamine!

-La mia ragazza... -e la guardò, nonostante lei non fosse in grado di reggere lo sguardo, ma che importava? L'aveva definita la sua ragazza.


Saaalve fanciulle,

eccomi con questo capitolo, non tanto atteso, ma eccomi lo stesso

spero che sia stato di vostro gradimento e che recensirete, così da farmi sapere

che cosa ne pensate.

Mi scuso per il ritardo, ma sono stata impegnata tra allenamenti

e europei di atletica leggera, non che abbia partecipato (magarii)

ho guardato la nostra Italia in televisione.

Ho sentito tre volte l'inno di Mameli e mi sono emozionata, niente di che.

Al prossimo capitolooo.

  
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