Piccole cose 

Erano state le piccole cose, le lievi strette di mano, i mezzi sorrisi, la dolcezza negli sguardi, ad averla fatta innamorare di lei, inaspettatamente e completamente.
Non era stato il fatto che Tara le avesse detto di essere sua, ma il modo in cui l'aveva pronunciato - senza esitazione o balbettii o paura, ma con una leggera inflessione interrogativa alla fine, come a chiederle una conferma o il permesso di appartenere a lei.
Non era stato il loro imprevedibile successo nell'eseguire incantesimi, ma il fatto che mentre lo facevano - l'una accanto all'altra, vicinissime, le mani strette, le menti in pura simbiosi - la cosa pių magica pareva essere il battito del suo cuore che accellerava. 
Era stato il modo in cui Tara aveva appoggiato la testa sulla sua spalla mentre ballavano, fluttuando nell'aria come lucciole; e la sensazione chiara e forte che con lei avrebbe danzato ovunque, ridendo di gioia, anche in mezzo a una tempesta. 
Era stata la naturalezza del loro primo bacio, avvenuto quasi per caso nell'euforia della buona riuscita di una qualche magia. 
Era stato l'imbarazzo che si era creato dopo, lo sguardo confuso di Willow - e l'ombra di Oz che ancora vagava nel suo cuore, trascinando con sč tasche piene di ricordi indelebili e di se e di ma e di forse - e il sorriso rassicurante di Tara, che aveva spazzato via ogni ombra.
Era stato il soffio di Tara che aveva spento una candela e i brividi che le avevano percorso la schiena.
Era stato il mattino in cui si era svegliata e non aveva sentito pių il grande vuoto nel cuore e il bisogno di piangere; e aveva preso tutte le foto di Oz che aveva e le aveva messe sul letto, tutte in fila, e le aveva fissate a lungo e aveva sorriso, ringraziandolo per ogni piccolo momento di felicitā, e poi le aveva posate ed era corsa ad abbracciare lei, col batticuore e un sorriso sulle labbra. 
E ancora, quando si svegliavano l'una accanto all'altra, era il modo in cui Tara la stringeva un po' di pių a sč nel notare che era sveglia a farla innamorare ancora un po' di pių, era il contatto tra i loro corpi che le dava l'impressione di stare ancora sognando.
Era il modo in cui sapeva di non poterle promettere nulla - perchč, insomma, Sunnydale, porta dell'Inferno, vampiri: andiamo, le loro chance di sopravvivenza non erano davvero cosė alte -, ma lo faceva lo stesso, perchč sentiva in qualche modo che l'avrebbe tenuta con sč per sempre. 
Come in una favola.
Come per magia.