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Autore: Keros_    18/08/2014    3 recensioni
[Famous!Au] [Singer!Sebastian + Assistant!Blaine]
Sebastian è uno dei cantanti più in voga del momento, bello, ricco e talentuoso. Il suo personaggio è un po' eccentrico e spesso finisce per andare fuori dai suoi compiti, combinando disastri quasi impossibili da sistemare. All'ennesimo grattacapo che riceve, James Cristin, il manager del ragazzo, decide di tenerlo sott'occhio affibbiandogli un "baby-sitter", un ragazzo con cui dovrà passare la maggior parte del tempo. Questo ruolo finisce nelle mani di Blaine, il ragazzo che vive con James e sua figlia Elizabeth; nonostante i due Cristin non siano molto felici della scelta.
Stare a stretto contatto l'uno con l'altro per i due ragazzi non si rivela affatto facile e come si erano aspettati; questo perché sono simili e differenti allo stesso tempo. Entrambi con un passato difficile che li tormenta ancora.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Cooper Anderson, Sebastian Smythe, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo cinque
 

 

Era passato un mese da quando Sebastian e Brittany uscivano insieme ufficialmente. Ne parlavano tutti i giornali e i pettegolezzi non avevano cessato di girare. Come James aveva previsto, aveva avuto un forte impatto positivo sugli affari del cantante che sembrava essersi calmato. Infatti le sue occasioni per far scandalo si erano notevolmente ristrette grazie ai numerosi impegni che comportava fingere una relazione e l’ottimo lavoro di Blaine che riusciva a tenerlo più o meno sotto controllo e, cosa che aveva sorpreso entrambi  i Cristin, si era scoperto bravo a far tacere le persone tramite compromessi, aveva preso la mano velocemente. 

Tuttavia né la relazione tra Blaine e Sebastian e nemmeno la vita del primo erano migliorate, anzi al contrario si erano intensificate e divenute peggiori. Se in un primo momento Sebastian orchestrava i suoi giochi facendo degli esperimenti e non sapendo che reazioni avrebbe ottenuto, adesso aveva tutto quello che gli serviva per divertirsi in piena regola e non mancava mai occasione per farlo. 

Come se non bastasse, da quando Elizabeth aveva scoperto della coppia “Seblaine”, Blaine desiderava morire un attimo sì e l’altro pure, trasportando anche la ragazza che si era pentita amaramente d’avergli spifferato tutto e convincendosi sempre di più che avrebbe dovuto tenere tutto per sé e ridere alle sue spalle continuando a fare post stupidi dal blog che aveva creato appositamente per far impazzire Tmblr ancora di più affermando e ampliando le teorie degli utenti . 

Lei l’aveva presa come un gioco, ma Blaine ne aveva fatto un vero e proprio dramma, e, nonostante i tentativi di tirarlo su di morale, lui continuava a prendere la cosa troppo sul serio e a incavolarsi e lamentarsi per ore a ogni singola minaccia di morte che le Sebtana gli mandavano su Twitter – Elizabeth inclusa che, come con Tumblr, si era creata un nuovo profilo falso. 

 

 

*

 

 

Erano le dieci e mezza quando il ronzio del cellulare ruppe il silenzio nella stanza; Blaine, che era seduto a terra col pc sulle gambe e la schiena poggiata al letto, lo cercò a tentoni con la mano fin quando non riuscì a trovarlo. 

“Pronto?”

“Questa te la devo leggere,” disse Elizabeth divertita. 

“Sai che non ne voglio sentire parlare,” controbatté Blaine, alzando gli occhi al cielo. “Smettila con questa storia.” .

Lo sai che mi diverto troppo e poi questa le batte davvero tutte

“Non m’interessa, ma grazie lo stesso. Tu non dovresti essere a lezione?”

“Avevo una pausa di dieci minuti e ti ho pensato, così sono andata su Tumblr.”

“Prima o poi la smetterà di sembrarti divertente e prenderai questa situazione sul serio.”

“Non fin quando leggerò fanfiction così carine su di te.”

“Tu.. COSA??”

“Però qui alcuni ti hanno proprio cambiato personalità.”

“Dimmi che mi stai mentendo, per favore.”

“No, è vero. Ne ho lette un sacco e due hanno iniziato una a più capitoli, aspetto con ansia l’aggiornamento.”

“Io gli faccio causa!”

“Ci sono anche io in due o tre. E’ stata una bella sensazione e ho riso per tre ore. In una eravamo addirittura fidanzati e poi scoprivo che tu mi tradivi con Sebastian.”

“Non finirai mai di parlarne?”

“Va bene, la smetto.” 

“Grazie.”

“Comunque che fai?”

“Niente, il solito.”

“Sei su Facebook?”

“Si.”

“Sul profilo di tuo fratello?”

“..No.”

“Blaine!”

“Perché io non posso controllare Cooper se tu leggi fanfiction su di me?”

“Ti avevo chiamato per sollevarmi il morale dopo una lezione di due ore, non per litigare o deprimermi.”

“Ok, facciamo così: io esco da facebook e tu smetti di fare qualsiasi cosa tu stia facendo.”

“Potremmo sempre fare che non stalkeri più Cooper e basta.”

“E’ sempre mio fratello.”

“E’ uno stronzo, ipocrita, stupido, egocentrico e senza spina dorsale.” 

“Gli voglio comunque bene.”

“Fai male.”

“Tu continui a prendermi in giro per la storia dei Seblaine e il resto.. Dovrei smettere di voler bene anche a te?”

“Come puoi paragonare le due cose? E’ totalmente diverso, io ti abbandonerei mai!”

Quello fu come un pugno in pieno stomaco per Blaine, che improvvisamente sentì un forte senso di nausea e si sentì in dovere di chiudere la conversazione. “El  mi sa che si è svegliato Sebastian, ci sentiamo dopo.”

Ci fu un lungo attimo di silenzio, poi uno sbuffo, “Mi dispiace tanto. Non volevo. Sai cosa intendevo... Io-” 

“Non fare così, è tutto apposto,” la tranquillizzò, utilizzando un tono dolce. Non voleva che si sentisse in colpa ma non voleva nemmeno continuare quella conversazione. “Sto bene, sono giù per altro. Ci sentiamo dopo.”

Blaine chiuse la conversazione e rigettò il telefono sul letto, poi tornò a guardare lo schermo del suo computer e si ritrovò di nuovo davanti a una foto di suo fratello Cooper che veniva baciato su una guancia da una bellissima ragazza in bikini. Sospirò. Uscì da Facebook, spense il pc e si alzò in piedi. 

Guardò il giardino dalla vetrata, notando che anche quel giorno c’era un bellissimo sole e fu tentato all’idea di far colazione fuori, ma poi il non voler recare disturbo ebbe la meglio e così di diresse in cucina, deciso a mangiare lì dentro, preparandosi a una lunga discussione con Pascal. 

Quest’ultimo, come aveva immaginato, appena entrò  gli fece subito cenno d’uscire ma vedendolo prendere lo sgabello e sedersi, lasciò perdere. Nonostante fosse più di un mese che quella scena di verificava tutte le volte in cui Blaine mangiava senza Sebastian, il povero uomo tentava ugualmente di far bene il suo lavoro ma senza successo. 

“Buongiorno.”

“Quante volte devo dirti che qui dentro non puoi stare?”

Blaine ridacchiò, “Io continuo a non capire perché continui a farlo. Lavoro qui come te, non capisco perché io dovrei mangiare in sala quando tutti voi altri lo fate qui.”

Pascal scosse la testa, “Cosa ti preparo oggi?”

“Quello che c’è va benissimo.”

L’uomo gli rivolse uno sguardo severo.

“Sebastian cos’ha nella dieta per oggi?”

“Quante volte dovrò ripeterti che tanto non la segue e mangia sempre quello che vuole?” scosse il capo, “Quindi?”

“Per me è uguale, scegli tu.” 

A quelle parole l’uomo si illuminò e si mise subito a lavoro, facendo avanti e in dietro più volte dal frigo e gironzolando per il vano mentre cucinava. 

Un quarto d’ora dopo, Pascal mise davanti a Blaine un piatto dove sopra vi era una macedonia, due waffle con sopra del cioccolato e fragole e un muffin classico. 

“Grazie.” disse subito il ragazzo, prima d’assaggiare ciò che aveva davanti. 

“E’ sempre un piacere cucinare per te.”

In quel momento suonò il telefono collegato alla camera di Sebastian e Pascal non perse tempo a rispondere “Buongiorno, Sebastian. Dormito bene? Sono Pascal si, oggi è di riposo - ..Non posso lamentarmi, grazie per l’interessamento. Si, si, va tutto bene.. si anche i bambini.. Certo che glieli saluto, saranno felicissimi!” si voltò a guardare Blaine e sorrise divertito, poi si picchiò una tempia due volte con l’indice. “..Certo, glieli preparo e li faccio portare in camera.” Dopo aver chiuso la conversazione con Sebastian disse: “Oggi è di buon umore.”

“Sì?”

“Mi ha perfino chiesto di mia moglie e i bambini. Forse oggi sarà meno scontroso del solito.” fece l’occhiolino a Blaine, “Sei fortunato.”

“Lo spero.” rispose con un sorriso. “Sarà meglio che vada da lui.”

Pascal restò in silenzio per un attimo e poi disse, “Mi faresti la cortesia di portargli la colazione? Oggi due cameriere hanno il giorno libero e una delle due signorine si è allontanata un attimo, sapendo che tutti dormivate le ho dato il mio consenso, ma non vorrei che Sebastian si arrabbi per questo.”

“Non c’è problema, lo faccio volentieri.”

 

*

 

Blaine si ritrovò a salire in ascensore con un vassoio talmente pieno che a stento riusciva a muoversi.  Uscito dal cubicolo si ritrovò a camminare come uno stupido per non far finire il tutto sul pavimento e riuscire, allo stesso tempo, a guardare dove metteva i piedi. 

“Sei diventato una domestica?”

“Dove lo poggio?” Domandò a sua volta il moro, fingendo di non averlo sentito. 

“Qui sulle mie ginocchia, non ho alcuna voglia di alzarmi.” Rispose Sebastian pigramente,  mettendosi a sedere sul materasso. 

Blaine, sempre con la massima attenzione, fece come richiesto. “Tra venti minuti arriva il tuo personal Trainer, ha detto che oggi farete  nuoto e ti vuole in costume per quando arriva.”

“Bene.” Commentò Sebastian, portandosi una forchettata di pancetta alla bocca, “C'è altro?”

“Deve venire Jenny per scegliere il tuo abbigliamento per stasera.” 

“Dobbiamo andare a prendere la bionda?”

Tu andrai in albergo da Brittany verso le cinque, dove ha pranzato oggi con una sua amica, non uscirete prima delle sei e mezza e andrete alla festa. Io ed El verremo poco dopo. Dopo tu e Britt verrete qui, dove ci sarà una stanza già pronta per lei e verso le undici l’accompagneremo all’aeroporto per tornare a Chicago.” 

Sebastian annuì, continuando a mangiare con appetito. “Non male come idea.”

“Vuoi la tv o-?”

“Vuoi allenarti con noi oggi?Con la pancia che ti sta crescendo dovresti proprio farlo.”

“No, grazie.” Rispose Blaine rudemente, “Sto bene così.”

“Stai tu con Jenny? Non mi va di starle dietro o provare. Dille che mi va bene qualsiasi cosa, ma che non voglio brillantini e che domani tu ed io abbiamo un altra festa non ufficiale a cui andare e che deve pensare a cosa devo mettere perché io non ho voglia.”

“Va bene.”

“Blaine, perché oggi non sei scontroso?”

“Perché tu non lo sei.. Più di tanto.” rispose Blaine, alzando le spalle. 

“Oggi è una bella giornata.” Sebastian mise da parte il vassoio e gattonò fino alla fine del letto per poi alzarsi e restare in slip, dando la schiena a Blaine prese un costume da bagno e una tuta leggera e si cambiò, guardando di sottecchi l’altro per controllare le sue reazioni. 

 

*

 

 

Jenny arrivò un ora dopo, mentre Sebastian era nel pieno del suo allenamento e Blaine stava pigramente guardando la televisione. Come accordato, le riferì tutto ciò che quella mattina l’altro gli aveva detto e dopo fece per aiutarla a svolgere il suo compito, ma lei lo liquidò con un brusco cenno della mano, poi gli diede un bacio sulla guancia e si ritirò al terzo piano, nella cabina-armadio per gli abiti che Sebastian utilizzava quando interpretava l’eccentrico cantante. 

Blaine tentò una seconda volta d’aiutarla quando la vide alzare una busta che sembrava essere pesantissima, ma senza alcun successo. Jenny non lo fece avvicinare nemmeno quando poggiò la busta sul letto di Sebastian. 

“Gli outfit per oggi e domani sono sotto, già pronti. Sono tutti nuovi che non ha mai indossato, quindi digli di guardarli e se non gli piacciono di mandarmi un messaggio prima delle due,  così gli porto qualcos’altro. Ho un mucchio di cose da potergli fare indossare. Questa invece,” indicò la busta, “sono tutte cose che non servono più, quindi se vuole tenere qualcosa deve dirmelo prima che le butti. Oh, stessa cosa vale per te!” Disse con un sorriso, “Basta che non le vendi su internet.”

“Tu vai via?” 

“Si, torno per le due e mezza. Devo sbrigare delle cose.” 

“Faremo tutto per quell’orario, tranquillo.” 

“A dopo.” si congedò con un sorriso. 

Blaine non perse tempo e appena fu solo, afferrò la busta e né riversò il convenuto sul materasso. Rimase a bocca aperta quando vide gli abiti da concerto, ricordava ogni apparizione in cui Sebastian li aveva indossati. Aveva sempre provato una gran invidia, perché aveva sempre desiderato poterli provare e adesso non riusciva a credere di poterne tenere qualcuno. 

In quel momento gli venne in mente come le cose fossero cambiate da quando aveva conosciuto davvero Sebastian. Se ne avesse portato qualcuno a casa non sarebbe stato più un trofeo da “Ho qualcosa indossato da lui.” come ogni fan sarebbe lì a vantare, ma un “Ho questa maglia che Sebastian non mette più.”

Girò e rigirò tutti gli indumenti e mise da parte quelli che gli erano sempre piaciuti che comprendevano: un boa di piume rosse, due pantaloni di pelle con delle borchie e che sembravano tutto tranne dei pantaloni, un gilet completamente rivestito di brillantini e paillettes, un cappotto gotico con delle piume nel colletto. Di questi, però, quelli che avrebbe volentieri indossato era il boa e il gilet, anche se non ci avrebbe mai oltrepassato la porta di casa; tutti gli altri erano belli e gli portavano alla mente esibizioni grandiose e sarebbe stato a fissarli per ore, ma niente di più. 

Rimise tutto nella busta lasciò fuori i due che sembravano chiedergli di indossarli. Desiderava ardentemente farlo, perché erano belli e voleva sapere se erano davvero troppo grandi per lui oppure gli  stavano bene. 

Stava quasi per cedere alla tentazione, quando dei passi e subito dopo la voce di Sebastian che disse “Eccoti qui,” mentre si avvicinava al letto, gli fecero cambiare idea. “Stai guardando quelli.” continuò con riluttanza e quando gli fu accanto vide ciò che Blaine teneva tra le mani e scoppiò a ridere.

Il ragazzo si sentì profondamente offeso, ma non disse niente. Sebastian non sapeva che Jenny gli aveva detto di poterne tenere qualcuno. 

“Non mi aspettavo avresti accolto l’offerta.” 

Ecco, Blaine era stato troppo ottimista. Perché Jenny gli diceva di fare una cosa se poi la faceva da sola?!

“..Soprattutto non con una cosa del genere.” Si capiva che Sebastian stava mentendo e che in realtà intendeva l’esatto contrario. 

Il moro lasciò cadere ciò che aveva tra le mani, “Li stavo solo guardando.”

“Perché non li provi?”

“Non sono il mio stile.” Rispose con indifferenza, per non dargliela vinta. 

“Però ti piacciono.”

Blaine non rispose, si limitò a roteare gli occhi e ripiegò i vestiti. 

Sebastian si spostò dietro di lui e gli sussurrò all’orecchio, “Sono sicuro che ti starebbero bene.” Poi gli lasciò un bacio sul collo. 

Provò a non rabbrividire e a non sorridere, ma non ci riuscì anzi fece una piccola risata nervosa. Si allontanò da lui ma senza star lì a ripetergli di finirla perché sapeva che non sarebbe servito a niente. Erano quasi due settimane che Sebastian si comportava così con lui, aveva cambiato modo d’agire. Era sempre acido, con le risposte pronte e cercava sempre di metterlo nei guai, ma era diventato più gentile e si era rassegnato alla sua presenza e flirtava con lui in questo modo, utilizzando un tono quasi stucchevole a volte. Blaine ed El avevano smesso di fingersi una coppia, anche se lui non aveva mai affermato la sua omosessualità con Sebastian ma non l’aveva mai nemmeno smentita.  La “guerra” che si erano dichiarati non poteva più essere definita tale,  più che altro dei dispetti stupidi che si scambiavano  quando non avevano di meglio da fare – perlopiù Blaine - , Sebastian sembrava progettarli per giorni. 

“Jenny ti ha detto tutto?”

“Si e per me li può buttare se non li vuoi tu.” Si tolse la canottiera e si sdraiò sul letto  con le braccia incrociate sotto la testa e una gamba piegata.

“Dovresti rifletterci di più, sono ricordi.” 

L’altro alzò le spalle, poi dopo uno sguardo profondo disse “Va bene, fammi da valletto e mostrameli.”

Blaine fece una smorfia ma acconsentì, uscendo dalla busta un indumento alla volta  mentre Sebastian li guardava e diceva un annoiato “No, questo non mi piace.” o "Questo l’ho indossato quella volta. Dovrebbe essere bruciato.” o cose del genere.

Avevano quasi finito quando Sebastian richiamò l’attenzione su di se sfiorandogli col piede la coscia. “Perché hai messo la maglietta bianca? Sei così eccitante che voglio fare sesso con te.” 

Blaine boccheggiò, a disagio, poi gli rivolse uno sguardo torvo e disse “Quindi neanche questo vuoi?” riferendosi al pantalone che aveva tra le mani.

“Smettila di far finta che la cosa non t’interessi e stammi a sentire.” tornò al discorso, un po’ spazientito. “Io sono gay e voglio davvero tanto mettere le mani su quel sedere che ti ritrovi, tu puoi far anche finta che non t’interesso ma è da tre ore che mi guardi gli addominali. Facciamo un favore ad entrambi.” 

“Stamattina eri così normale, che ti è successo durante gli allenamenti?”

“Non fingere che la cosa non t’interessi.” continuò Sebastian, facendo su e giù sulla coscia dell’altro col piede. “Da quanto tempo non fai sesso? Se hai paura di fare brutta figura sta tranquillo che non ti giudicherò.” 

“Non sono cose che ti riguardano.” rispose Blaine acido. “E nessuno si è mai lamentato a letto.”

“Ti  prometto che tra noi non cambierà niente.” Sebastian si mise in ginocchio sul materasso e fece per baciarlo ma il moro si spostò, “Non fare il prezioso.” 

“Mi vuoi molestare?” 

“Non farei così, se non fossi sicuro che anche tu lo vuoi.” Poi lo prese per i fianchi, si avvicinò al suo collo e iniziò a lasciargli baci umidicci.

Blaine rimase paralizzato. Non riusciva a muoversi, sentendo il suo corpo cedere sempre un po’ di più a quelle attenzioni.  Non sapeva cosa fare, da una parte voleva soltanto ricambiare senza farsi scrupoli, dall’altra qualcosa gli impediva di farlo. Non aveva problemi di quel genere, era arrivato da tempo alla conclusione che far sesso con un altro ragazzo andava bene e che importava di quello che potevano dire gli altri, eppure in quel momento non riusciva a far niente e inoltre al contrario di quello che Sebastian aveva detto, se avessero fatto sesso le cose tra loro sarebbero cambiate. 

Sebastian si ri - sdraiò sul letto e fece in modo che Blaine gli cadesse sopra. “Che hai deciso?” Gli sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca, mentre gli faceva  vagare le mani sulla schiena. 

Stava per dire di no, ma poi Sebastian si strusciò contro di lui e quella barriera che gli impediva di reagire cadde e si ritrovò a baciarlo con passione, prendendogli il viso tra le mani per attirarlo ancora più a sé. Non fu come si era sempre immaginato, qualcosa di intenso ma tranquillo, ma tutto l’opposto, caotico, passionale, frenetico. Si mise a cavalcioni su di lui, toccandogli il torace come voleva fare da tempo. La pelle era tesa sopra i muscoli e sentì una scarica d’adrenalina pervaderlo. 

Sebastian gli prese l’orlo della maglietta e gliela dirò su, così Blaine alzò le braccia per aiutarlo a toglierla. Appena si ritrovò a torso nudo, sentì la bocca dell’altro vagare per il suo petto, lasciando qualche bacio qua e là. “Sei anche meglio di ciò che mi aspettavo.” 

Blaine ridacchiò, “Hai fatto male a sottovalutarmi.”

Lui fece un sorriso sghembo e si fermò, lo guardò, mentre le sua mani andavano a infilarsi nei suoi pantaloni. “Però sei stato tu a farmelo fare, non credevo avresti ceduto così facilmente.”

“Non sono cose da dire in questo momento, non credi?”

Sebastian si sistemò meglio sotto di lui, fino ad essere quasi faccia a faccia, “Può darsi,” fece un altro dei suoi ghigni, “Quindi ammetti di essere gay?”

Lui alzò di nuovo gli occhi al cielo, mentre le guance gli di imporporavano. “Si, mi piacciono i ragazzi.” poi fece per baciarlo ma questa volta fu l’altro a spostarsi.

“Prima di continuare vorrei farti una richiesta” disse – e Blaine stava già valutando l’idea d’andarsene -  “diresti la parola “gay”?” poi, come a tenerlo buono, gli morse il labbro inferiore in modo scherzoso. 

“Cosa c’entra in questo momento?”Domandò a sua volta Blaine, allarmato e irrigidendosi. 

“Niente, è solo una richiesta. Ma non devi farlo per forza.” Sebastian ritornò al tono seducente di poco prima, come se effettivamente non avesse alcuna importanza per lui quello che aveva detto in precedenza. 

Ovviamente Blaine capì che c’era qualcosa sotto, “Perché me lo hai chiesto?”

“Non stare sempre lì ad indagare. Mi è uscita così, chiuso l’argomento.” Poi le sue mani andarono al cavallo di Blaine e gli sbottonò i pantaloni, infilandone una dentro. 

“..Quindi, avete scelto qualcosa?” Disse la voce della stilista alle loro spalle ed entrambi si voltarono a guardarla nello stesso istante, la ragazza fece capolino proprio in quell’istante e alzò le sopracciglia in segno di sorpresa, poi fece una risata isterica, “Oh, mi dispiace, non volevo disturbare! Torno più tardi.”

Fu in quel momento che Blaine sembrò riprendere lucidità e guardò prima lei, poi Sebastian e poi sé stesso. Avvampò fino alla punta dei capelli e volendosi sotterrare si alzò, “Non è come sembra.” disse balbettando, cercando di ricomporsi, “Io stavo andando di sotto.” 

“E’ esattamente come sembra!” Esclamò Sebastian, irritato. 

Blaine lo fece a fette con lo sguardo, poi prese la maglietta e uscì dalla stanza,  prendendo le scale.

Ma che diavolo gli era passato per la testa?!

 

*

 

Blaine non sapeva se raccontare o meno dell’accaduto ad Elizabeth. Voleva disperatamente parlarne con lei, così da farsi dare consigli a riguardo, ma sapeva che avrebbe dato di matto e che avrebbe guadagnato solo insulti. 

Arrivò alla conclusione che l'avrebbe evitata fin quando non avesse preso una decisione era la miglior mossa da fare, perché sennò lei avrebbe intuito che c’era qualcosa che non andava e poi non sarebbe stato facile uscirne. 

Appena mise piede in casa fece per andare dritto al piano superiore ma si rivelò più arduo del solito, soprattutto quando Elizabeth lo intercettò e lo chiamò dalla cucina. “Vieni qui a salutarmi!”

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo ed entrò in cucina, trovandola seduta al tavolo a bere il tea. “Ai suoi ordini, m’lady.”

Lei rise e quando lui le fu vicino si alzò per dargli un bacio sulla guancia, “Perché non hai risposto alla mia telefonata?”

“Quale telefonata?” Disse lui fingendo di cadere dalle nuvole. 

Elizabeth alzò un sopracciglio, “Quella che ti ho fatto all’ora di pranzo. Comunque non importa, volevo solo avvisarti di venire prima perché stanno venendo Jade e Logan per i massaggi, manicure e pedicure, ma  a quanto vedo sei già qui.”

“James ha detto che non c’era più bisogno di me,” Blaine fece per uscire dalla cucina, “Comunque sono troppo stanco, faccio una doccia e vado e letto. Conoscendo Sebastian, stasera sarà una lunga serata.”

“Ti prometto che questa volta non ti faccio fare per forza la pedicure se non vuoi.” tentò di convincerlo, ma lui era già uscito dalla stanza. “E i massaggi te li faccio fare da Logan!”

Blaine fece di corsa le scale, fingendo di non averla sentita e cercando di non pentirsi troppo di quella scelta. Lui adorava i massaggi. 

“Non vuoi raccontarmi nemmeno quello che hai fatto oggi?” Domandò lei alle sue spalle, evidentemente lo stava seguendo. 

“Non c’è niente da dire.” rispose lui vago, cercando di non arrossire. Entrò in camera sua e chiuse la porta, lasciandola fuori, sperando che questo la spingesse a ritirarsi. 

Quel gesto sembrò bastare, dato che lei aveva smesso di seguirlo e parlargli, così si spogliò lasciando gli indumenti nel letto ed entrò nel suo bagno in camera per farsi una bella doccia fredda, cercando in tutti i modi di non pensare a ciò che era successo un paio d’ore prima. 

Si stava insaponando i riccioli quando improvvisamente qualcuno aprì le ante della doccia, facendolo sobbalzare dalla paura. “Elizabeth! Esci immediatamente!”

“Senti mi dispiace un sacco per stamattina, non volevo ferirti.” fu come se non l’avesse sentito, “Sai che a volte parlo a sproposito quando dico cose a ruota libera, ma non puoi evitarmi per questo!”

Ah, già, la telefonata, se n’era completamente dimenticato con quello che era successo, non che in quel momento gliene importasse: voleva soltanto che uscisse dal bagno. “Elizabeth non puoi entrare qui mentre faccio la doccia!”

“Smettila di fare il finto schizzinoso.” commentò lei con una smorfia annoiata, “Ti ho già visto nudo e poi io non eccito te e tu non ecciti me, non trovo il problema.. Invece voglio capire perché sei così sfuggente.”

Sapendo che lei aveva ragione smise di sentirsi così in imbarazzo – insomma anche lui l’aveva vista nuda fino alla settimana prima - e pensò a come rispondere in modo da far sembrare che davvero stesse pensando ancora a quella conversazione. “E’ che hai ragione, sono uno stupido a sperare ancora che cambi idea..“

Elizabeth corrucciò la fronte, fissandolo.

“Non mi va di parlarne ora, non voglio deprimermi.” Poi chiuse frettolosamente le ante della doccia. 

Lei le riaprì con foga e lo afferrò per un braccio. “Cosa mi stai nascondendo?”

“N-niente!” 

“Va bene, lo scoprirò da sola.” E se ne andò lasciandolo lì, come il deficiente che era. 

Restò per un attimo a fissare la porta che venne richiusa con un tonfo, poi si precipitò fuori, si mise una asciugamano in torno ai fianchi e le corse dietro. E’ questo che succede quando sei un idiota, disse tra sé e sé, cercando qualcosa da inventarsi.  

La trovò in camera sua, distesa sul letto, intenta a digitare qualcosa nel suo telefono. “Dove mi sono fatto scoprire?” 

Lei lo guardò incolore, “Goccioli.” 

“Vuoi sapere che è successo o no?”

Elizabeth sbuffò, “Cambiati prima, non voglio che mi inzuppi il letto.”

Blaine ringraziò ogni Dio esistente nella faccia della terra, così aveva più tempo per inventarsi qualcosa. Evidentemente si era fatto scoprire quando aveva detto che sperava ancora in un possibile riavvicinamento con Cooper o che lo desiderava. Era da tempo che aveva smesso di pensare ad entrambe le cose, soprattutto la seconda. Ormai quasi odiava suo fratello e non voleva più avere niente a che fare con lui, ma ciò nonostante ogni tanto ne sentiva una mancanza disperata, così si ritrovava a controllarlo nei social network, tanto per sapere della sua salute. 

Quando si fu messo qualcosa addosso tornò da El che lo stava aspettando seduta in mezzo al letto a gambe incrociate. 

“Posso sedermi accanto a te o sei talmente offesa che devo starti lontano?”

“Siediti, ma non farmi cambiare idea.” rispose cercando di nascondere un sorriso. “Quindi che è successo?”

Blaine fece un respiro profondo, distogliendo lo sguardo. Dirle la verità o no, dirle la verità o no?

“Si tratta di tuo fratello o Sebastian?”

Cooper o Sebastian!?

“Cooper.”

Lei sbuffò, spazientita. “La smetti di rispondere a monosillabi? Mi sento terribilmente in colpa! Se mi dici che hai cambiato idea sull’odiarlo e tutta per colpa mia giuro che non me lo perdonerò mai.”

Adesso era lui a sentirsi incolpa. “Lo odio ancora, se questo può farti sentire meglio, è solo che ho ripensato al tuo ‘io non ti abbandonerei mai’.”

“Cosa c’è da pensare?”

“Mi sono accorto che non è vero-“ vedendola già aprire la bocca per rispondere, Blaine aggiunse subito “se tu fossi stata al suo posto, alle stesse condizioni avresti scelto-“

“Te.”

“No, avresti scelto James. Elizabeth è così, non devi giustificarti, è una cosa normale. Quindi questo leva un po’ di colpa a Cooper e poi.. El io posso anche odiarlo, ma è mio fratello, non posso fingere che sia morto e basta. Continua a mancarmi. Ha sempre fatto parte della mia vita e non è così facile per me adesso.” Blaine si meravigliò di come quelle parole uscirono spontaneamente della sua bocca e di quanto fossero vere anche se non ci aveva mai riflettuto sopra.  “Ho così tanti ricordi con lui, sia belli che brutti, certo, ma chi non ne ha? Guarda io e te! Abbiamo litigato così tante volte..”

Elizabeth aveva le guance rosse e si trovava in difficoltà, non sapendo bene come rispondere. “Blaine.. Questo però non lo giustifica e non è sufficiente.”

A quel punto decise che quella storia era andata avanti fin troppo. Evitava sempre quel genere di  discussioni, e quel giorno non faceva eccezioni,  poi se doveva infierire ancora di più su Cooper, neanche per idea. “El non c’è bisogno di parlarne.” disse con dolcezza, “Va bene, ne abbiamo già discusso molte volte. Adesso voglio solo andare a riposarmi.” Si alzò e le accarezzò un braccio, “Svegliami tra un ora e mezza, dato che devo rifarmi la doccia.” Fece una piccola risata e si diresse verso la sua stanza. 

 

 

 

*

 

 

James stava parlando con Sebastian, ma lui sembrava essere assente, chissà dove con la testa. Non aveva nemmeno aperto bocca da quando lo aveva salutato. Sembrava in trance. L’uomo aveva fatto il giro della casa alla ricerca di qualche sostanza che gli avesse fatto quell’effetto ma Jenny, che era stata tutto il tempo insieme a lui da quando Blaine era andato via, gli aveva assicurato che non aveva toccato niente, nemmeno una goccia d’acqua, così aveva lasciato perdere. Magari era solo uno di quei momenti in cui si chiudeva in sé stesso, e James l’avrebbe preferito, invece di vederlo voltare improvvisamente verso di sé  sentirgli dire “Ho fatto un errore e tu sei l’unico con cui possa confidarmi.”

Desiderò davvero che non l’avesse fatto, ma poi rassegnato, chiese: “Che hai combinato?”

Sebastian si schiarì la voce e poi con dolcezza disse “Jay, potresti uscire? Mi servono dieci minuti da solo con James.” 

La ragazza che stava guardando con attenzione un capo d’alta moda, assunse una smorfia – assolutamente teatrale - profondamente offesa e poi annuì, uscendo dal vano con passo spedito, portando con sé quello che aveva tra la mani.

Una volta rimasti soli, Sebastian si lasciò andare, mostrando tutta la tensione e il nervosismo che aveva provato fino a quel momento. Si torturò le mani e irrigidì i muscoli. “Si tratta di Blaine.” 

L’uomo chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi. Quel nome era l’ultimo che voleva sentire nominato al ragazzo. “Sebastian cosa hai fatto?”

“Quanti particolari - "

“Dipende da cosa stai per dirmi.” Lo interruppe, sempre più brusco e innervosito. Sperò soltanto che non fosse qualcosa di grave, non se lo sarebbe mai perdonato se Blaine avesse sofferto. 

“Cercherò d’essere breve e in dolore: l’ho sedotto e avremmo fatto sesso se Jenny non ci avesse interrotto.”

James fece una faccia disgustata, era troppo anche per lui.  Adorava troppo entrambi i ragazzi e per lui erano troppo come suoi figli per poter reggere una frase del genere senza sentirsi a disagio. “Meno dettagli possibili, per favore. Blaine per me è come un figlio e l’immagine di voi due che fate quello non mi è molto gradita.”

Sebastian rise per un attimo, poi tornò preoccupato. “Non voglio che si avvicini troppo a me e ho lavorato tanto per allontanarlo e credo d’essere tornato al punto di partenza. Lui si stava lasciando andare e non immaginavo potesse essere - "

“Ricorda quello che ti ho detto.” 

Fece finta di non  averlo sentito ma decise di non finire la frase. “Ho ceduto e non credevo che questo potesse essere possibile. Insomma tutte le volte che lo stuzzicavo era per puro divertimento perché mi piaceva vederlo in difficoltà ma questa volta è stato solo un mio bisogno, l’ho fatto per me.” Si passò una mano tra i capelli, “Poi che abbia affermato una mia teoria è un altro discorso.”

James gli rivolse un’occhiata torva e si sedette accanto a lui, “Sebastian sono felice che tu voglia condividere queste cose con me, ma non potresti farlo con qualcun altro?”

“No, sei l’unico che può capire.” Sebastian strinse i pugni, “Che posso fare?”

“Sebastian, io non ne vedo il problema, se trascuriamo il ragazzo in questione. E’ bello che finalmente vuoi avvicinarti a qualcuno dopo così tanto tempo, che ne senti il bisogno. Dopo anni continuo a pensare che il tuo atteggiamento sia sbagliato, quindi perché darti tanta pena per allontanarlo quando potresti solamente goderti il tutto? Inoltre facendo così non riuscirai a far demordere qualcuno che tiene a te, ma lo farai imbestialire e niente di più.” 

“Dato che si tratta di Blaine, tu cosa consigli?”

“Sono cose da ragazzi, perché vuoi coinvolgermi?” Rassegnato, James mise una mano sulla spalla del ragazzo, “Ti direi di lasciarlo in pace, stargli alla larga, di non giocarci, perché in questo momento tu sei l’ultima cosa di cui ha bisogno, però non è compito mio deciderlo. Blaine non è un bambino, è grande abbastanza da prendere le sue decisioni e non ha bisogno della mia protezione, come mi ha dimostrato molte volte. E’ evidente che prova dell’interesse per te e che sarebbe disposto a lavorare sopra un eventuale relazione. Ma Sebastian ti chiedo solo un favore: non avvicinarti a lui solo per divertimento, se decidi di farlo devi essere serio e smetterla di comportarti come un cretino.”

 “Perché tu e tua figlia siete così sicuri che io avrei una cattiva influenza su di lui?!” Sbottò il ragazzo, irritato che fosse ritenuto una presenza negativa. 

“Finora non ci hai dato il motivo di credere altro.” rispose James secco. Riprendendo un tono più paterno disse, “Come hai già capito Blaine è un po’ come te, ha degli aspetti irrisolti che evita d’affrontare, da cui sembra scappare a volte per questo non so quanto la tua vicinanza possa giovare. Ma sono solo mie ipotesi, magari potresti rivelarti qualcosa di positivo nella sua vita e aiutarlo."

 Sebastian fece un sorriso sincero, poi si alzò, “Ho capito. Ci penserò, tanto non ho fretta.”

James annuì. “E’ il momento di tornare a parlare di cose serie..”

 

*

 

Come previsto Sebastian e Brittany arrivarono in leggero ritardo al Red Carpet e posarono per i fotografi con pose divertenti che trasmettevano complicità. In molti gli chiesero di baciarsi per le telecamere ma Sebastian rifiutò dicendo di non voler mettere in imbarazzo la sua fidanzata che in quel momento era arrossita un po’. 

Blaine, che non ci avrebbe mai scomesso un soldo su quella relazione, dovette ricredersi. Sembravano davvero innamorati come una coppietta ai primi tempi, così pensò che se si fossero stancati di fare il cantante e la ballerina, avrebbero potuto provare a fare gli attori. 

Lui ed Elizabeth entrarono nella porta del retro del locale, questo perché Blaine aveva insistito a non volersi far vedere a quella festa. Lei non gli chiese per cosa fosse preoccupato perché lo sapeva già: non voleva attirare l’attenzione; così, un po’ contro voglia acconsentì.

“Dovevamo venire prima.” Lo rimproverò Elizabeth, prendendolo sotto braccio. “Tu vedi Sebastian da qualche parte?”

“No,” Blaine scosse la testa, guardandosi in giro, anche se le luci soffuse e la confusione non aiutavano.“sta tranquilla lo troveremo presto.”

Fecero il giro del vano fino a quando non lo intravidero insieme a Brittany a parlare con un altro gruppo di persone. 

“Sembra molto tranquillo.” Notò Elizabeth. 

“Te l’ho detto, oggi è di buon umore.” Blaine prese due bicchieri da un cameriere che passava con il vassoio e gliene porse uno, “Credo non darà troppi problemi.”

“Lo spero,” Elizabeth bevve un lungo sorso, “andiamo a cercare qualcuno d’interessante con cui parlare, ti va?”

“Certo,” asserì con uno dei suoi soliti sorrisi che gli illuminavano il viso. 

Sempre tenendo d’occhio Sebastian, i due chiacchierarono con persone di  cui Blaine non avrebbe mai ricordato i nomi, anche se li aveva già letti in qualche articolo e sentiti dire da James. Passò quasi un ora e mezza prima che Sebastian si accorgesse della loro presenza, lasciò Brittany a parlare con un altra ragazza e si diresse da loro. 

“Guarda chi si vede.” Disse avvicinandosi. Essendo in presenza di persone importanti, Sebastian prese la mano di Elizabeth e gli lasciò sopra un leggero bacio; poi diede una pacca sulla spalla di Blaine prima di togliergli il bicchiere pieno per berlo lui. “Grazie, avevo sete.”

“Educato come sempre.” commentò Elizabeth ironicamente, facendo qualche passo indietro per allontanarsi ancora un poco da un gruppo di persone che potevano sentirli. 

Sebastian sembrò non averla ascoltata, dato che mise una mano nella tasca dei pantaloni scuri e si voltò completamente verso Blaine. “Stasera dormi con me?”

Il ragazzo impallidì, sperando che Elizabeth non ci facesse troppo caso e prendesse quella frase come le solite battute che Sebastian gli rivolgeva. “Dormo da te, sì, come sempre.” rispose imbarazzato, intendendo che sarebbe andato a casa sua come faceva da quando aveva iniziato a lavorare da lui. 

“Sai cosa intendo,” continuò Sebastian con un ghigno, mettendogli un braccio in torno alla spalle, “stesso letto, luci spente.. Io e te.. Una replica di stamattina.”

Elizabeth li guardò confusa, battendo più volte le palpebre. “Stamattina?” Chiese strizzita. 

“Sì, Blaine ha capito.” Sebastian le fece un occhiolino, poi tornò a guardare il ragazzo, “Credo che ce ne andremo tardi.”

“Cosa è successo, stamattina?” Domandò Elizabeth al moro, afferrandolo per un braccio e costringendolo a guardarla. 

Lui continuò ad evitare il suo sguardo, “Niente.” Rispose guardando Sebastian come a rimproverarlo.

Sebastian sembrò irrigidirsi ed Elizabeth lasciò andare la presa dal suo braccio, li guardò entrambi e poi si allontanò. Blaine, esausto di quella faccenda, fece per seguirla, ma la voce dell’altro lo trattenne.

“Credevo lo sapesse.” 

“Come se ti dispiacesse, fai sempre così.” Blaine fu più acido di come si aspettava  e fece un sorriso amaro. “ Chiamami quando che ne andiamo.”

Sebastian serrò la mascella, non facendo trapelare alcuna emozione, ma riuscì a far capire all’altro che l’avrebbe fatto e poi tornò da Brittany. 

Blaine prese la direzione che aveva preso Elizabeth. Ma poi? Non aveva voglia di parlare di quello che era accaduto, lei sei sarebbe stata troppo offesa per ascoltarlo e non gli avrebbe dato nessun consiglio ma lo avrebbe fatto solo sentire peggio. Cambiò direzione e si diresse al tavolo dello champagne, prese un bicchiere e né mandò giù il contenuto in un colpo solo. 

“Dovresti andarci piano con quello.” suggerì una voce alla sua destra, Blaine si voltò per trovarsi faccia a faccia con un ragazzo molto più alto di lui, snello, con i capelli ricci biondi e ribelli; gli occhi cerulei catturarono subito l’attenzione di Blaine che rimase a fissarli per un momento, prima di passare a contemplare la sua bellezza. 

“S-sì, avevo solo un po’ di sete.” Questa da dove gli era uscita!? Ci sarebbe mai stata una volta cui avrebbe detto qualcosa d’intelligente al primo colpo?!

Il ragazzo rise, in modo così strano che fece ridere anche Blaine. “Sono John.” Disse porgendogli la mano destra.

“Io sono Blaine.” gli strinse la mano e in quel momento si rese conto di chi aveva davanti, rimanendo impietrito. Era John Garrent, uno dei più famosi attori emergenti di Broadway; la critica lo aveva sempre elogiato fin dal suo debutto. 

Come se gli avesse letto nel pensiero John gli sorrise, “Mi conosci già.”

“Ho sentito qualche notizia su di te, ma non ti ho mai visto recitare.” si scusò Blaine.

“Meglio, perché neanche io ti ho mai visto perché.. Tu fai..?” Lasciò la domanda a metà, non sapendo bene come continuare e per sdrammatizzare lo fece in modo divertente.

Blaine rise “Sono un compositore.”

Gli rivolse un sorriso genuino. “Mi ha sempre affascinato tutto lo studio che c’è dietro una canzone.”

Il moro si strinse nelle spalle, sperando di non essere arrossito troppo. 

“E canti?”

“No, non più.. Da piccolo lo facevo con mio fratello, ma poi ho smesso.”

“E’ un peccato, sono sicuro che hai una bella voce.”

Blaine rimase senza parole, era così bello che qualcuno gli desse così tante attenzioni e facesse così tanti complimenti. Facendoci caso si accorse che anche John aveva una bellissima voce, bassa e con un meraviglioso accento inglese.  “E tu? So sentito che hai fatto un musical.”

“Io amo cantare anche se non credo sia il mio punto fonte.” rise di nuovo alzando le spalle, “Ma non m’importa. Tu perché hai smesso?”

“Non lo so, a un certo punto mi sono stufato.” Alzò le spalle, sperando che John capisse che preferiva cambiare discorso. 

“Capisco.” disse serio, poi prese un bicchiere dal tavolo accanto a loro e bevve un sorso. “Ti diverti?”

Blaine pensò a quello che era successo poco prima e di come aveva passato l’ora e mezza precedente. “Non proprio.”

“Neanche io, in più non conosco nessuno.” Passò un altro bicchiere a Blaine, “Escludendo te.” 

“Sei solo a una persona su.. Duecento?”

“Direi un trecentocinquanta, ma la matematica è solo una mia opinione.” Poi rise e trasportò anche Blaine. 

Rimasero in silenzio, uno di quelli un po’ imbarazzanti. Entrambi volevano continuare quella conversazione ma nessuno dei due sapeva cosa dire senza cadere nel banale o sembrare patetico. Blaine si sentì osservato e guardò di sottecchi l’altro, rimanendo un po’ deluso quando capì che non era lui a fissarlo così intensamente da farlo sentire a disagio; perlustrò la stanza con lo sguardo, fino a quanto non trovò un paio di iridi verdi dall’altra parte del vano. 

Sebastian li stava fissando e capendo che non avrebbe distolto lo sguardo fu Blaine a farlo. In un secondo momento lo riguardò, notando che aveva l’aria di chi aveva bevuto parecchio. 

Si chiese dove fosse Elizabeth, la cercò con lo sguardo ma alla fine non riuscì a trovarla. 

“Cerchi qualcuno?” John richiamò la sua attenzione. 

“Sì, la mia amica. Nulla d’importante.”

Lui sembrò mortificato, “Mi dispiace, se eri con lei devi andare!”

Blaine sorrise. Era così carino; quando lo aveva visto in foto l’aveva sempre trovato bello e affascinante, ma adesso che era di fronte a lui e ci stava parlando, poteva dire che era anche gentile e simpatico come tutti andavano dicendo. Era anche bisessuale dichiarato, quindi Blaine non moriva dalla voglia di lasciarlo, quelli erano i pochi minuti più rilassanti dell’intera giornata, ma sapeva che se Elizabeth non si trovava da nessuna parte doveva stare più attento a Sebastian, che non sembrava neanche molto lucido. 

“Credo se ne sia andata,” fu l’unica cosa – vera - che riuscì a dire. 

“Avete litigato?”

“Già.”

“Mi dispiace. Chiedile scusa alla prima occasione, anche se la colpa è sua.”

“Questa volta la colpa è mia.”

“Ti consiglio di portare con te anche un mazzo di fiori.” John fece un sorriso, “E dovresti andare a cercarla subito o penserà che la stai tradendo con me.” aggiunse scherzando.

“Cosa? No, noi non stiamo insieme!” Blaine fece una piccola risatina imbarazzata, “Io.. Non sono interessato a lei.”

“Oh!” John ne sembrò felice, tuttavia cercò di non darlo a vedere. 

“Seguirò i tuoi consigli, comunque. Siamo come fratelli, ma quando si arrabbia è difficile farmi perdonare.”

John guardò oltre la spalla di Blaine, sbattendò più volte le palpebre. “Sebastian Smythe sta venendo qui.”

Blaine fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. Subito dopo sentì un braccio cingergli le spalle e delle labbra poggiarsi al suo orecchio sinistro, “Ho voglia di tornare a casa.”

“Lui è John Garrent,” Blaine gli presentò il ragazzo biondo, che con un sorriso gli offrì la mano, ma Sebastian lo guardò con diffidenza prima di stringerla. Non si presentò neanche. “Dov’è Brittany?” Domandò il moro, cercando di smorzare un po’ la tensione e sperando di non sembrare troppo stupido agli occhi di John. 

Sebastian alzò un braccio come a far capire che non gliene importava niente, “Non ne ho idea.” Poi rise e affondò una mano tra i capelli di Blaine, “Andiamo, voglio stare da solo con te.”

Quest’ultimo divenne color peperone. Rivolse uno sguardo rapido a John che li guardava un po’ stupito, un po’ incuriosito e per finire anche un poco preoccupato. Blaine si scostò quasi a forza Sebastian di dosso. “Sei in grado di cercare Brittany da solo?”

Sebastian mise il broncio, sembrando un cane bastonato, “Si, ma non ho voglia. Cercala tu, io scambio qualche parola con questo qui! Tu devi stare lontano da Blaine, capito?“

John fece una faccia sorpresa, ma a differenza di quello che avevano immaginato gli altri due, non sembrava infastidito o arrabbiato dalla cosa. “Stavamo solo chiacchierando, noi - "

“Non ti scusare,” lo interruppe subito Blaine, “sta tranquillo, non prenderlo sul serio, davvero, lui non - " capendo di star dicendo cose senza senso si fermò. “Scherza così quando è ubriaco.” Porse la mano a John, “E’ stato un piacere conoscerti.”

“Anche per me.” gliela strinse rivolgendogli un sorriso, “Magari uno di questi giorni potremmo uscire, da soli.” aggiunse, alludendo a Sebastian che tirava la giacca di Blaine come un bambino.

“Si.” Forse rispose con troppa foga, tanto che John rise. “Mi farebbe piacere rivederti.”

“Ok, allora ti lascio il mio numero di telefono.” e gli passò un bigliettino. “Ora vai, sembra diventare impaziente.”

Blaine gli sorrise un ultima volta prima d’andare via e mettere il bigliettino in tasca, camminando accanto a Sebastian, stando attento che non gli cadesse addosso. Trovò Brittany a parlare con la stessa ragazza di quando l’aveva vista l’ultima volta e le andarono incontro. 

“Siete qui!” Li accolse lei con un sorriso, evidentemente non aveva bevuto molto.

“Si, Sebastian vorrebbe andare via.” 

“Ok, a me fanno male i piedi.” Lei sorrise a Blaine e poi camminò verso l’uscita e parlando sottovoce disse, “Adesso prendo sottobraccio Sebastian e prendiamo la macchina, poi ci fermiamo qui dietro e tu ci raggiungi?”

“Esatto.” Blaine fu sollevato di non volerglielo ripetere. “Andate.” Dopo averle sorriso si diresse alla porta sul retro. 

Aspettò fuori per una decina di minuti prima che la macchina si fermasse e lui salisse velocemente. Si sedette accanto a Sebastian, con difronte Brittany che li guardava. 

“Siete proprio una bella coppia voi due.” disse la ragazza quando Sebastian poggiò la testa sulla spalla di Blaine e si addormentò. 

 

*

Sebastian aprì gli occhi solo quando la macchina di fermò davanti casa, ma aveva talmente sonno  ed era talmente ubriaco da non riuscire a tenere gli occhi aperti né tanto meno a camminare da solo, così Blaine fu costretto a portarlo quasi di peso. All’ingresso c’era Amanda, una delle domestiche, che si occuppò di Brittany, conducendola alla sua stanza, mentre Blaine dovette portare da solo Sebastian fino in camera.

Lo privò solo della maglietta e della scarpe, poi lo lasciò cadere sul letto e lo aiutò a stendesi. L’aveva fatto così tante volte nell’ultimo mese che gli veniva quasi naturale e per lui aveva perso la magia dello spogliarlo. 

Blaine stava per andarsene quando Sebastian sembrò prendere un po’ di conoscenza. 

“Non hai voglia di rimanere?”

“No.” rispose secco il moro, mettendo i vestiti dell’altro piegati dall’altra parte di letto. 

“Come sei antipatico.” commentò passandosi una mano sugli occhi. 

“Quello di oggi è stato un errore che non si ripeterà.”

Sebastian sbadigliò, “Non intendevo far sesso.”

“Vorresti solo dormire?” Chiese Blaine ironico, facendo una piccola risatina.

Sebastian si girò di fianco, dandogli le spalle, “Non sarebbe male.”

Blaine rimase sorpreso da quelle parole sincere, Sebastian era troppo assonnato e brillo per riuscire anche solo a pensare una bugia. Vedendolo così indifeso non riuscì a resistere dal dargli delle domande, una volta tanto si sarebbe approfittato di lui. “Non avevi detto che stasera volevi fare tardi?”

“Ho cambiato idea quando stavi parlando con.. Coso..” rispose tra una pausa e l’altra. 

Blaine fece il giro del letto per guardarlo in faccia e vide che teneva gli occhi chiusi. Sorrise. “Eri geloso?”

“Un po’” balbettò appena. 

“Riguardo oggi.. Era solo una delle tue scemenze oppure..?”

“N - Non.. Lo so..” Sebastian stava quasi per addormentarsi davvero, il suo respiro era diventato ancora più lento e regolare e a malapena muoveva la bocca per parlare.

Blaine rimase un attimo a fissarlo, indeciso se chiederlo o meno, poi si avvicinò ancora un poco e sperando che non lo stesse imbrogliando e che quindi una volta fatta la domanda spalancasse gli occhi e facesse una delle sue scenate, sussurrò:“Chi è Jeremy?”

In risposta Sebastian sussultò appena, ma stava già dormendo profondamente.

Il moro decise di dirigersi in camera sua, dove si spogliò, indossò il pigiama, lavò i denti nel bagno accanto e poi, finalmente, si mise a letto senza però riuscire ad addormentarsi. 

Aveva troppi pensieri per la testa e troppi eventi  si erano accalcati in un solo giorno. Come poteva Sebastian non sapere quando stavano per fare sesso, se fosse serio o volesse solo giocare al suo solito? Per non parlare che aveva conosciuto John e che questi voleva rivederlo. 

Sentiva il bisogno di parlare di tutto questo con Elizabeth, ma ovviamente doveva chiedere scusa anche a lei. Il suo cervello doveva assimilare troppe cose in una volta sola. 

L’indomani sarebbe andato a trovarla e le avrebbe raccontato tutto, così lo avrebbe consigliato e magari dopo la nottata, le era anche passata un po’ di rabbia. E dopo aver preso quella decisione finalmente riuscì ad addormentarsi.



 

LOL

(No, non abbandonerò mai il WTF, lo amo troppo) 
   
 
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