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Autore: NUNU65    18/08/2014    1 recensioni
"Cos’è la sfortuna ? Chi è l’uomo sfortunato ?. La sfortuna è tutta una serie di eventi brutti che capitano ad un uomo sfortunato. Si, non avete capito una mazza se volete capire il significato della sfortuna andate sul dizionario oppure leggete questa storia."
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  1. L’uomo Sfortunato va a lavoro
Cos’è la sfortuna ? Chi è l’uomo sfortunato ?. La sfortuna è tutta una serie di eventi brutti che capitano ad un uomo sfortunato. Si, non avete capito una mazza se volete capire il significato della sfortuna andate sul dizionario oppure leggete questa storia.
Voglio raccontarvi la storia di un uomo, un uomo sfortunato. Non ha un nome è chiamato da tutti: stronzo, merdaccia, coglione, amore, papà. Ha molti soprannomi ma un nome vero proprio non c’è la. L’uomo sfortunato è il classico italiano-medio, che quando deve comprare una cosa guarda prima il prezzo e non l’oggetto o la qualità. Non è alto e neanche di bassa statura, non è goffo ma non è neanche agile, non è intelligente e non è una capra ma è un mostro del telecomando. Nel 1999 gli è stato assegnato il record di cambio di canale in dieci secondi, superato quello di dodici del caro Ragioniere Fantozzi Ugo, suo amico di vecchia data. La mattina: si alza con la sveglia alle sei che suona fastidiosamente, sbadiglia e beve il caffè bollente, si precipita come un cane in bagno alza la tavoletta del water e urina, un bel bidet e poi sciacqua mani, faccia e ascelle, si taglia la barba velocemente con il suo rasoio Gillette datato 1923 e mezzo scassato. Una volta uscito dal bagno corre in salotto per salutare la famiglia: la moglie Silvia, una donna con un colorito bianco, i capelli color aranciotopo e l’alito fognato. La figlia Piera, vent’enne diplomata con la media del sei all’Istituto per parrucchieri di Roma. L’uomo le accarezza affettuosamente come se fossero dei animali domestici. La Silvia gli mette le scarpe e la Piera gli infila il cappotto ed ecco che l’uomo sfortunato è pronto per l’autobus che passerà sotto casa sua alle sette precise. Ed eccolo in mezzo ad una folla incazzata come una bestia ad aspettare l’autobus, tutta la folla lo schiaccia violentemente. Tibiate, manate e gomitate in faccia si prende l’uomo sfortunato, quando ecco che si inizia ad intravedere l’autobus che arriva lentamente alla fermata. Dentro l’autobus una vecchia di 104 anni madre dell’autista: Loris, un mammone cinquantenne, cocainomane e alcolista. La notte prima aveva passato una serata da sballo con gli amici davanti al televisore e la madre che preparava polpettone e lasagne fino alle 4 del mattino. Loris, frena bruscamente, apre la porta del suo bus scassato ed ecco che inizia la guerra: impiegati che si menano, donne che si acciuffano i capelli e l’uomo sfortunato munito di una mazza bastonava pensionati e giovani disoccupati quando ecco che il bus inizia a partire, dentro circa novantanove persone tra cui: impiegati, anziani, giovani disoccupati. Ma tra tutti quei individui non c’era la minima traccia dell’uomo sfortunato. In realtà per una questione di eventi inspiegabili era finito nella fogna, qualcuno l’aveva buttato per rubargli il posto. Ci mise circa due ore per uscire e quando uscì ecco di nuovo il bus di Loris, l’uomo sfortunato si stese sulla strada e aspettò Loris che passasse, il bus con difficoltà arrivò e l’uomo sfortunato come sempre sparì dalla strada asfaltata, si era aggrappato al bus perché gli avevano rubato i pochi spiccioli che aveva per uno spuntino e per il bus ma quando la vecchia anziana lo scoprì furono cazzi amari. Loris frenò bruscamente, scese dall’autobus e al centro di Piazza Venezia nerbò violentemente per cento volte consecutive l’uomo sfortunato. I romani ridevano e tra la folla c’erano anche la Silvia e la Piera. Alla centesima nerbata l’uomo sfortunato disse:
-Posso andare ora ?-
-Ma dove cazzo vuoi andare ? Stronzo mi devi 50 centesimi- disse Loris
-Ma ora i 50 centesimi non li ho con me- disse Sfortunato
Manata sulla guancia destra.
-Guardi che io divento una belva umana sa- minacciò Sfortunato
Ginocchiata nella parte intima che causò un dolore lancinante al povero uomo sfortunato che ormai stanco si alzò e con la testa bassa e i vestiti mezzi strappati si dirigeva verso il tram più vicino che poi l’avrebbe portato a Piazza Del Popolo, sarebbe andato in Via Del Corso e poi subito a lavoro nella ditta di stampa cartacea in cui lavorava. Arrivò con un ritardò mostruoso e si beccò la cazziata del direttore di turno.
  
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