Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |       
Autore: _Fire    18/08/2014    11 recensioni
Conosco una storia. Parla di due persone che si sono amate.
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
Ma a chi interessa una storia che parla d’amore e di morte?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Prologo
 
When I was twentytwo, the day that i met you
 
 
Magnus Bane andava avanti e indietro nella sala d’attesa dell'ospedale. Non riusciva a stare seduto.
Quel posto gli ricordava troppo quando...
«Ehm, scusi?»
Magnus scosse la testa per liberarsi dai quei pensieri. Davanti a lui, un ragazzo alto, con lunghi capelli biondi, gli occhi dorati colmi di preoccupazione, lo guardava accigliato, come in attesa.
«Sì?»
«Sei un volontario, giusto? Anche se piuttosto distratto.»
Non gli piaceva l'arroganza con cui parlava il biondino, ma si ricordò della sua vecchia promessa e ci passò sopra.
«Lo sono.» rispose, nel modo più paziente possibile.
«Perfetto. Mio fratello è nella stanza nº 12. Sono qui da ieri sera e ora nostra sorella doveva darmi il cambio, ma non può venire da sola perché...»
«Non mi interessano le tue questioni familiari, ragazzino. Arriva al punto.» lo interruppe Magnus liquidando le sue spiegazioni con un gesto della mano inanellata.
Il biondo sospirò.
«Okay: vado a prenderla e la porto qui, ma ci vorranno almeno trenta minuti. Intanto potresti andare da mio fratello? Si chiama Alec. Portagli un succo…al mango. Non sono sicuro che gli piaccia, ma se piace a me...»
«Sì, sì, va bene, ora vai.» concluse Magnus, pur di non starlo più a sentire.
Sperò che questo Alec non avesse la sua parlantina.
«Grazie mille amico.» Nel giro di un secondo, il biondo era andato, e Magnus si dirigeva velocemente verso la camera nº 12, con un bicchiere di succo freddo, che secondo lui, avrebbe avuto un sapore tremendo. Aprì la porta sul lato destro del corridoio e vide, steso nel letto di fronte a lui, un ragazzo coi capelli corvini e gli occhi azzurri. La sua combinazione preferita.
 
 §
 
 
Alec era steso sul letto dell'ospedale, bianco come ogni cosa in quella stanza, compreso il suo volto. Non gli piaceva stare da solo in quel posto.
Si sarebbe voluto alzare, andare a casa, ma sapeva che se l'avesse fatto, sarebbe rientrato in coma. Ne era uscito da qualche settimana, fortunatamente i suoi ricordi erano intatti, al contrario dei suoi polmoni. Aveva una malattia rara, la cui cura non era ancora stata trovata. Secondo i medici gli restava una decina di anni di vita, se era fortunato.
Sentirselo dire a diciotto anni non era per niente piacevole. Sospirando, aprì gli occhi, accorgendosi improvvisamente di non avere sonno, ma sete. Jace era uscito da un po' e lui non voleva chiamare nessuna infermiera, lo mettevano a disagio. Improvvisamente la porta si aprì, e una figura alta e slanciata gli si parò davanti. Era un ragazzo di qualche anno in più a lui. Indossava dei pantaloni aderenti arancioni, una maglietta a mezze maniche verdi con dei brillantini sulle cuciture e converse nere borchiate; aveva i capelli neri raccolti in una cresta, il contorno degli occhi ripassato di eye-liner nero. I suoi occhi.
Alec ci si soffermò, avevano uno strano colore, tra il verde e il dorato. Era un colore raro e meraviglioso.
Deglutì, quel ragazzo era davvero bello. Non l'aveva mai pensato di un ragazzo che non fosse Jace. Non prendetelo per incesto. Il biondo si definiva suo fratello, ma viveva semplicemente con loro ed era il suo migliore amico, una sorta di fratello adottivo.
Non che questo rendesse l'infatuazione di Alec per lui normale.
Il ragazzo sulla soglia entrò e si chiuse la porta alle spalle.
«Ciao. Mi chiamo Magnus Bane e sono un volontario. Mi ha mandato un ragazzo biondo...»
«Jace?»
«Penso di sì. Non mi ha detto il suo nome. Piuttosto, qual è il tuo di nome?» chiese, scrutandolo con i suoi occhi così particolari. «Ah, no, giusto! Tuo fratello me lo ha detto, sei Alec, vero?»
«Alexander Lightwood, per la verità. Ma tutti mi chiamano Alec, quindi sì, sono io.»
«Tieni, ti ho portato questo.»
Gli allungò un lungo bicchiere di vetro, riempito di un liquido di un colore rosa corallo. Alec lo bevve, ma subito dopo sputò la bevanda nel suo stesso bicchiere.
«Che schifo è?»
«Succo al mango. Il tuo… ehm Jace ha detto che ti piaceva.»
«Punto uno: non è il mio Jace.» Alec arrossì al solo pensiero. «Punto due: non ho intenzione di bere questa roba. Puoi portarmi del caffé?»
Magnus roteò gli occhi. «Tu e Jace non vi assomigliate per niente, ma l'arroganza è di famiglia a quanto vedo. Non vedo l'ora di conoscere tua sorella.» disse sarcastico.
Alec divenne, se possibile, ancora più bianco. Un lampo di orrore attraversò i suoi occhi azzurri.
«Izzy? Izzy sta venendo qui?! Oh mio Dio.» mormorò mentre si prendeva la testa tra le mani.
 
 
§
 
 
 
«Che succede?» Magnus era sinceramente curioso.
«Avevo detto a mia sorella che ero riuscito ad alzarmi, non a camminare, ma almeno a sedermi su una sedia. Invece non sono capace di muovermi da questo dannato letto.» Alec prese il materasso a pugni. «Isabelle...» I suoi occhi erano lucidi.
Quel ragazzo si preoccupava più di deludere la sorella che delle sue condizioni. Magnus allungò una mano verso di lui.
«Ti va se ti aiuto?» gli chiese. Alec lo guardò quasi incredulo, come se nessuno si fosse offerto di fare qualcosa per lui prima d'ora.
«Sei gentile. Grazie.» Disse il moro.
«Figurati. Comunque non sei arrogante come Jace.»
Alec sorrise. «Nessun problema. Ma non dirlo a lui.»
Magnus sorrise di rimando. «Dai, prendi la mia mano.»
Sulle guance di Alec si sparse un colorito roseo. Gli strinse la mano, e Magnus sentì una scarica elettrica attraversargli le vene. Sembrò che Alec sentisse la stessa cosa. Magnus lo tirò su, e il ragazzo con un gemito si sedette sul letto. Sporse le gambe fuori dal letto, e il suo colorito diventò rosso.
Non indossava la maglia, e sul suo petto si vedevano numerose cicatrici e tutte le ossa, come se Magnus potesse contarle una per una. Era mortalmente magro.
«L-la mia maglia è sulla sedia.» farfugliò Alec indicando un indumento nero consunto, gettato sullo schienale di una vecchia sedia. Si chiese perché se la fosse tolta, senza sapere che Alec, in preda alla febbre, la notte precedente l'aveva gettata via. Gliela porse e lo aiutò a infilarla lentamente. Sotto indossava dei pantaloncini che arrivavano poco al di sopra del ginocchio.
Magnus non poteva non dire che quello stile trasandato non gli donasse. Lo sorresse mentre si sedeva sulla sedia a rotelle.
«Puoi portarmi nella sala d'attesa?» chiese il ragazzo.
Quella domanda risultò dolorosamente familiare alle sue orecchie. «Così prendiamo un caffè e facciamo una sorpresa a Jace e Izzy.» aggiunse.
«Sì, va bene.» Magnus spinse la sedia fuori dalla porta, trascinandosi dietro l'asta con la flebo di Alec. Prese la bevanda dalla macchinetta e gliela porse.
«Grazie.» Alec bevve, e gli rimasero due baffi marroni vicino alle labbra. Magnus rise di gusto, ancor di più nel vedere l'espressione interrogativa sul volto dell'altro ragazzo. «Sei sporco di caffè.» Spiegò, dopo di che prese un tovagliolo e pulì gli angolo della bocca di Alec, che avvampò e gli rivolse un sorriso sghembo. Alle sue spalle, una ragazza urlò di sorpresa e di gioia. Magnus girò la sedia in modo che anche Alec potesse vederla. Quella sì che sembrava sua sorella. Gli stessi capelli neri, solo molto più lunghi, lo stesso colorito pallido, ma gli occhi scuri. Al suo fianco c’era Jace, che invece era rimasto senza parole, con la bocca spalancata, dopo aver visto il ragazzo che aveva lasciato solo mezz’ora prima in un letto, ora seduto e sorridente. La ragazza, abbracciò Alec, che ricambiò la stretta. L'amore si percepiva anche dall'esterno.
Isabelle ringraziò Magnus e lo sostituì alla guida della sedia a rotelle di Alec, che prima di andarsene con la sorella e Jace, si girò verso di lui, con un sorriso sincero, capace di illuminare il suo volto e quasi quasi la stanza intera.
«Grazie.» gli mimò con le labbra. Poi gli indicò la sua tasca e andò via.
Magnus mise svelto la mano nella tasca dei pantaloni strettissimi, estraendone, non senza un po' di difficoltà, un biglietto.
Spero di rivederti. 
Ad essere sincero, anche Magnus sperava la stessa cosa.
 
Nota d'autrice:
Eccomi qua. Due fanfiction Malec contemporaneamente. Questa è AU, Magnus e Alec sono due persone normali. Vi avverto che questa non sarà una storia tutta rose e fiori, con un classico lieto fine. Starà a voi interpretarla. Spero che il prologo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito: non vedo l'ora di sentire cosa ne pensate, lasciatemi un parere, un consiglio, una critica, quello che volete! come premio un mango! Haha^^ Bene, ora mi dileguo e torno a scrivere il sesto capitolo di “First Love”, che aggiornerò a breve.
Grazie a tutti quelli che hanno letto e che recensiranno <3!
Buona giornata :)
Lu_
 
Ps. A breve cambierò nome in _Fire_, ma sarò sempre io, quindi continuate a seguirmi! :3
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: _Fire