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Autore: His Dudeness    19/08/2014    2 recensioni
Zugzwang è una parola tedesca che significa "obbligato a muovere".
Una posizione in cui qualsiasi decisione o azione comporterà dei problemi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jimmy Page, Robert Plant
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 - la tua voce mi cambia.



"Ti va di farlo?"
“Fare che?”
“Scopare.”
Sentii una dolorosa stretta al cuore.
   Aggrappai le mie mani al bracciolo dell'elegante poltroncina di pelle. La mia momentanea risposta fu una risatina distante, probabilmente misinterpretata da lui come un flebile tossicchiare perché coperta dal volume della televisione. Mi chinai sul tavolino da conversazione per poggiare la bottiglietta di Coca Cola che mi comprò al distributore – neanche avessi 16 anni - e lui iniziò a guardarmi con aria interrogativa, faticava ad interpretare il comportamento un po' goffo e imbarazzato che la situazione mi aveva inculcato. Ammetto che mi sentii leggermente arrossire come una scolaretta, ed era quello il momento in cui cominciai a capire distintamente cosa significava essere un uomo; pensai a mio padre, sotto il suo nobile manto da direttore industriale e il mediocre accento britannico del Sud, che mi ricordava ancor di più il nostro essere dei borghesotti; quel pensiero mi riempì di tristezza.
   Ad ogni modo, non fu una richiesta scioccante. In un certo senso me lo aspettavo;
andiamo! Un ragazzo giovane e moderatamente attraente come lui, musicista di talento, con uno spirito d'osservazione degno di un critico d'arte e addirittura una passione sfrenata ed incontenibile per le letture epiche e mitologiche, non poteva che essere bisessuale. Bastava guardare David Bowie, o Mick Jagger. O David Bowie e Mick Jagger.
    Quanto a me, solo l’idea di riscoprirmi con una sessualità a cui non avevo mai considerato appartenermi, mi spaventava. Non riuscivo ad ammettere a me stesso che, nonostante le circostanze tendenti all’omosessualità, quell’invito a consumare un rapporto col futuro front-man della mia futura band mi aveva reso, in modo velato e nascosto, felice.
   In quel periodo cercavo di considerarmi asessuale; sia le donne – che probabilmente anche gli uomini – costituivano una grande distrazione e, soprattutto, minaccia per me e per il mio futuro.
Ma, evidentemente, mi sbagliavo, e dentro di me, in realtà, sapevo che la componente sessuale non mi mancava, ero solo spaventato.
“Dovresti cercare, invece, un modo per vivere senza soffrire” avrebbe detto mia madre.
Quelle parole mi risuonarono nella testa, le consideravo come un importante insegnamento di qualche oracolo scintoista, e iniziai a sprofondare.

 “Jimmy? Sei ancora lì?”
“Dannazione” pensai “Speravo che fosse tutto uno scherzo e che se ne sarebbe dimenticato”
Scopare.
Lo disse con le spalle curvate, seduto su una poltroncina a fiorellini dall'inconfondibile odore di naftalina, o comunque, di mia nonna.
“Insomma” continuò lui “mi annoio. La mia donna non la rivedrò per chissà quanto tempo adesso che siamo a Pangbourne. Io ho-"
“Solo un bacio” lo interruppi, nascondendo la faccia fra i capelli
“Che, scherzi? Non se ne parla, non voglio finire con l’innamorarmi di te”
“M-ma. Ci conosciamo appena…” dissi, con una nota di delusione.
Tu mi conosci appena. Io ho capito tutto di te sin dal primo momento che ti ho visto maneggiare quello strumento così rivoluzionario, ma allo stesso tempo caldo ed affettuoso come un abbraccio. La tua musica parla di te. Le tue dita, il tuo viso.”
Mi piaceva il fatto che avesse descritto la mia chitarra come “strumento rivoluzionario ed affettuoso”. Non riuscii a trattenere una risata, era senza dubbio un ragazzo simpatico, che dava l’impressione di non avere nessuna preoccupazione nella vita.
 

 “La tua voce mi cambia”
 “Eh?”
 “Cosa?”
 “Stavi pensando ad alta voce?” mi chiese, facendo un sorriso sbilenco.
 “Già.” risposi, cercando di nascondere l’imbarazzo “Mi capita spesso.”

Mi sorrise, raggiante, e rimase ad osservarmi per una bella manciata di secondi. Poi si alzò dalla poltroncina della nonna, e mi invitò a fare lo stesso.
 “Vieni.”
Obbedii prontamente, e mi avvicinai con passo esitante a lui. Sapevo quali erano le sue intenzioni.


Durante il bacio si percepiva nell’aria una calma trasparente, creammo un momentaneo nido dove potevamo tornare bambini, fatto di foglie autunnali ed esili rami.
Le nuove esperienze mi emozionavano e mi facevano tornare indietro di qualche anno.
Sì, mi emozionai.

Era troppo limpido per essere un bacio occasionale.
“Nella mia vita non c’è nessun altro come te” mi disse “Sai, quando sorridi, i tuoi occhi si assottigliano, proprio come fa la luna”
“Non ti starai mica innamorando”
“Macché” mi baciò sulla fronte, ritornando serio “Buonanotte.”





Nei giorni della mia gioventù
chiesi cosa significava essere un uomo
Ora che ho raggiunto l’età
ho provato a fare tutte le cose nel miglior modo possibile.
Non importa in che modo ci provi,
trovo la mia strada con la stessa vecchia difficoltà.

- "Good Times, Bad Times", Led Zeppelin.

 




 
  • Nessuno scopo di lucro.
    La rappresentazione dei personaggi di questo racconto non è veritiera.
   
 
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