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Autore: guard_the_project    19/08/2014    0 recensioni
Una semplice storia ispirata alla corsetta di Julia Roberts in "Se scappi, ti sposo"(Runaway Bride)...
Ariadne ha una bambina meravigliosa, sta per pubblicare il suo secondo libro e presto convolerà a nozze. Vita perfetta? Non proprio perché ha sì una bambina meravigliosa ma lei ha solo ventidue anni, il padre se n'è andato e la famiglia di lui le ha fatto causa per portarle via la bambina, deve quindi pubblicare il suo secondo libro per avere i soldi di impedire ciò oppure dovrà sposarsi con Will, amico e perfetto finto fidanzato.
La storia di una ragazza che il giorno delle nozze scopre che andare a correre tutti i giorni è d'aiuto se si vuole scappare su un paio di tacchi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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se scappi 1

Premessa: Questa è una storia semplice, semplice, senza troppe pretese. E' arrivata l'idea e ho iniziato a scrivere prima di rendermene conto e invece di cestinarla ho pensato che prima avrei potuto pubblicarla qua per sentire se a qualcuno potesse piacere o meno. L'ho divisa in cinque parti,non capitoli perchè come ho scritto sopra è una breve storiella, andrebbe tutta assieme ma per comodità ho preferito dividerla, però pubblicherò assieme o molto velocemente. (la prima parte è corta e molto narrativa, abbiate fede è funzionale alla storia).

Premessina:Sono una fissata con i nomi, prevalentemente italiani, vado a cercare il loro significato in modo che concordi con il carattere del personaggio. Quando ho iniziato a scrivere questa storia però stavo leggendo i libri di una scrittrice che adoro così ho deciso di usare i nomi dei suoi personaggi (principali e non), quali sono i libri e chi è la scrittrice lo rivelerò in fondo, così se la lettura è noiosa almeno potete divertirvi nel risolvere il giallo (oppure potete leggere le prime righe e andare direttamente in fondo, non mi offendo farei anch'io così).




Se scappi...bè, con il tuo allenamento ti lascio andare, però poi, poi ti vengo a prendere e ti sposo!


Parte uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo


Ariadne salì le scale con la solita calma che la caratterizzava dopo essere andata a correre. Guardò l'orologio, erano le sette e undici, molto probabilmente erano tutti svegli.

Arrivata davanti alla porta del suo appartamento, si piegò per prendere le chiavi da sotto lo zerbino e le inserì nella toppa aprendola.

Will era seduto al tavolo, in mano aveva una brioche che avrebbe dovuto mangiare mentre leggeva il giornale, ma come al solito rimaneva lì, fra le sue dita, perchè lui era troppo preso dalla lettura per ricordarsi di dover fare colazione. Alla fine l'avrebbe mangiata di corsa mentre usciva dalla porta.

Ariadne si slegò i capelli neri raccolti in una coda alta e andò diretta verso il bancone della cucina afferrando una mela. Si appoggiò alla colonnina che determinava la fine della cucina e allungò lo sguardo sul giornale aperto di Will, da quella posizione poteva leggere anche lei le notizie.

I suoi occhi però saettarono inconsciamente nella stanza. Qualcosa non quadrava e quel qualcosa corrispondeva alla mancanza di piagnucoli e borbotti di sua figlia di un anno.

“Hattie?” domandò tentando di avere un tono distaccato. Will continuava a ripeterle che era leggermente paranoica nei confronti della figlia, non era vero, peccava semplicemente di troppa fantasia. Così, razionalmente, sapeva che nell'ora in cui era stata fuori a correre, Hattie aveva semplicemente continuato a dormire e che c'era stato Will con lei e lui non avrebbe mai permesso che le accadesse nulla di male, ma nella sua mente continuava a vedere l'immagine di un losco figuro che svegliava la sua piccola bambina e la rapiva portandola via da lei. Rabbrividì.

“tua madre..”disse semplicemente lui, confermando così la teoria del losco figuro

“stai scherzando spero?” chiese strozzandosi con un pezzo di mela “come e ripeto, come hai potuto permetterlo?” lo accuso raggiungendolo e sbattendo la mano sull'articolo di giornale che stava leggendo. Will alzò lo sguardo su di lei infastidito

“parlava di comprarle vestitini e di aver bisogno di lei..” fece agitando la mano con noncuranza

“e tu perchè lo hai permesso?” scandì

“è sua nonna! Ha più diritti lei di prenderla che io di impedirglielo”

“questo non è vero e tu lo sai!” si accasciò sulla sedia affianco a lui portandosi una mano a massaggiarsi la fronte “oh cielo!e adesso? Cosa le farà?”

“niente” rispose alla domanda retorica

“niente?”ringhiò “eppure mi sembra che tu la conosca mia madre, è grazie a lei che siamo in questo casino!” urlò indicando l'appartamento

“niente perchè Hattie non è sola con tua madre” replicò pacato lui

“co, cosa?”

“ho detto solo che tua madre è stata qui per prendere Hattie e portarla a fare compere, ma io le ho fatto notare che visto che voleva portarla via prima che tu tornassi dalla corsa, avrebbe dovuto cambiarla e vestirla, è sbiancata completamente” l'espressione era seria ma era chiaro che si stava trattenendo dal ridere al ricordo di quell'immagine “così ha chiamato tua sorella, che è arrivata subito e ha preso in mano le redini della situazione”

“in breve mi stai dicendo che di Hattie si occuperà Amy e che mia madre oggi si limiterà solo a spendere soldi in vestitini?”

“esattamente” confermò “non potevo impedirle di prenderla, ma potevo assicurarmi che ci fosse qualcuno di cui ti fidi ad occuparsi di lei”

“okay,devo però chiamare..”

“il nido?” la precedette “già fatto, non preoccuparti”

“grazie” fece dolcemente ritornando alla calma post- corsa “scusa, ma non potevi dirmelo subito invece che iniziare la frase con -tua madre..-?”

“avrei potuto, ma così è stato più divertente” rispose senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale “se non fossi così paranoica e non mi interrompessi di continuo tutta questa conversazione non sarebbe mai avvenuta” aggiunse

“fanculo” borbottò alzandosi per andare a recuperare la sua mela che aveva abbandonato sul bancone. Non era paranoica e se anche lo fosse stata con una madre come la sua era giustificata.

Fissò Will che aveva ripreso a leggere con calma. Non aveva idea di come lui facesse ad essere sempre così tranquillo. Si trovavano in una situazione al limite del surreale, eppure lui riusciva a rimanere impassibile in mezzo a tutta quella pazzia.

“a proposito” interruppe i suoi pensieri “tua madre a parlato di qualcosa come preparare gli inviti”

“scusa, scusa, scusa” Will si voltò verso di lei

“non ti preoccupare, non è colpa tua” la rassicurò

“si lo è invece” borbottò “mi mancano solo gli ultimi capitoli e tutta questa storia sarà conclusa” Will annui e tornò a leggere. Ecco un'altra situazione in cui una qualsiasi persona normale avrebbe urlato o almeno imprecato. Persino i fidanzati normali provano un briciolo di terrore quando la suocera gli parlava per la prima volta degli inviti per il matrimonio, se poi il fidanzato in questione lo è diventato basandosi su un accordo avrebbe tutto il diritto di mettere sottosopra la casa. Will invece leggeva il giornale tranquillo.

Non sarebbero mai arrivati al matrimonio, questo era l'accordo, lui era un fidanzato di copertura, per prendere tempo in modo che lei potesse finire il suo secondo libro, farlo pubblicare e diventare autosufficiente con i soldi della vendita.

Will, in ogni caso, per il momento, era a tutti gli effetti il suo fidanzato. Ed era strano pensarlo perchè era l'opposto di quello che aveva sempre cercato in un uomo. Eppure in quell'anno di convivenza aveva scoperto che era bello. Sì, lo aveva scoperto.

Will era una di quelle persone che incontrata una volta, ti dimentichi i lineamenti del volto subito dopo, una di quelle che se rincontri ti chiedi all'infinito nella mente dove la hai già vista. Una persona qualunque in breve, ma era proprio su questa convinzione che Will spiazzava sempre le persone. Perchè lui non era una persona qualunque.

Faceva di tutto per passare inosservato, non si fermava a parlare con le persone che non gli andavano a genio e non si preoccupava minimamente dell'opinione che gli altri avevano di lui. Essenzialmente non era proprio quel che si definisce una persona socievole. Infatti, in mezzo alla gente era un disastro. Ariadne era più che convinta che ciò fosse uno dei motivi per cui aveva scelto di diventare archeologo, con i resti di un romano vecchio di tremila anni non avrebbe mai dovuto alzare gli occhi al cielo perchè doveva ascoltarlo mentre si lamentava del suo compagno di terme che sospettava barare al gioco dei dadi.

Era incapace di trattare con le persone; schivo e diretto nelle opinioni, non filtrava i suoi pensieri, ciò che pensava lo diceva, senza badare troppo alle conseguenze, inoltre quando era nervoso balbettava leggermente. Nonostante tutto ciò, quando parlava di qualcosa che riteneva importante, quando decideva che valeva la pena discutere con qualcun altro, era magnetico. A quel punto era difficile dimenticarsi del suo volto. Non era un caso che fosse il più ricercato fra gli assistenti dagli studenti che volevano delle spiegazioni o chiarimenti riguardo le lezioni.

No, Will non era una persona qualunque.

Ecco perchè Ariadne aveva dovuto scoprirlo che fosse bello, perchè lui era di per sé sfuggente, era stata lei a doversi soffermare sui dettagli del suo volto, sui suoi modi. Non come il padre di Hattie. George, era bello, sapeva di esserlo e non lo nascondeva. E per quanto non amasse ammetterlo, a lei erano sempre piaciuti i tipi così. Esattamente tutto l'opposto di Will.

George era alto, con il fisico asciutto e scolpito, anche Will era alto, certo non vantava un metro e novanta d'altezza, ma il suo metro e settantacinque andava più che bene per lei che era solo un metro e sessantatré. Per quanto riguardava il fisico, doveva essere ben messo anche lui, solo che a differenza di George che lo metteva in risalto con camice firmate, Will lo copriva con t-shirt monocolore e maglioncini (con la coabitazione con lei, erano spariti tutti quelli con fantasie improponibili, lasciando solo quelli giudicati guardabili).

George in mezzo alla gente era spettacolare; affabile, affascinante, era in grado di annuire e ascoltare per ore le conversazioni noiose e vagamente classiste degli amici di sua madre ai the che organizzava, mentre lei puntualmente desiderava solo sbattere la testa contro un muro. Will la prima e l'ultima volta che era stato ad uno di questi the, era stato all'annuncio di fidanzamento. Tempo che arrivasse il the, aveva già messo in imbarazzo un amico di sua madre correggendolo in continuazione sulla teoria che stava esponendo e per la prima volta era riuscita a discutere con un'arcigna amica di sua madre che fin quando era piccola mascherava battutine a suo carico con complimenti. Solitamente George la strattonava per un braccio e con una scusa la portava via, Will invece si era goduto lo spettacolo di lei che urlava contro alla signora, di sua madre in preda al panico e di sua sorella che rideva come mai prima di allora.

Geroge aveva una mascella ben disegnata e dei mossi capelli neri che quando si metteva in giacca e cravatta, cosa che accadeva spesso, gli donavano l'eleganza degli uomini degli anni venti. Will aveva dei lisci capelli castano chiaro e se pure avesse i lineamenti del viso ben marcati il suo atteggiamento sfuggente e chiuso, in qualche modo gli sminuiva, donandogli un' aria perennemente assorta più che da uomo d'affari.

Su due cose però George non reggeva il paragone con Will. La sicurezza.

Will poteva sembrare distratto, poteva balbettare su brevi frasi quando era nervoso, ma quando lei gli aveva chiesto di darle una mano, le aveva risposto affermativamente senza mai provare a tirarsi indietro. Geroge invece nonostante tutta la sicurezza che trasudava in pubblico quando gli aveva rivelato di essere incinta di Harriet, era entrato nel panico dicendo che era troppo giovane per diventare padre. Era giovane sì, ma non quanto lei. Quando aveva scoperto di essere incinta, lei aveva appena iniziato il secondo anno di università, lui invece aveva già 28 anni.

La seconda cosa su cui lo surclassava era invece più superficiale. Gli occhi. A Ariadne le erano sempre piaciuti gli uomini con gli occhi scuri, Geroge ne era la conferma. Eppure quando aveva incontrato gli occhi azzurri di Will non aveva saputo non trovarli splendidi. Non erano un azzurro normale, era più intenso e totalmente imperscrutabile.

Inoltre era convinta che mutassero; le sembravano fossero più chiari quando parlava giocherellava con Hattie, che tendessero al blu quando discuteva con qualcuno ed infine che fossero di un celeste intenso quando lo infastidiva come quando leggeva il giornale da sopra la sua spalla.

Ariadne sorrise fra sé, era un vizio che non avrebbe perso, nonostante tutte le lamentele di Will.

“lo hai già letto” scandì il giovane interrompendo i suoi pensieri

“di cosa stai parlando?” domandò, gli occhi celesti furono su di lei e subito ebbe la sensazione che potesse leggere i suoi stessi pensieri

“del giornale, lo leggi prima di andare a correre, non vedo perchè ogni volta devi rileggerlo mentre lo faccio io”

“chi è il paranoico qua?” domando sorridendo

“solo perchè sei appoggiata alla colonnina e non sbuchi direttamente sopra la mia spalla, non significa che non mi sia accorto che stai leggendo il mio” cadenzò il pronome “giornale”, incatenò gli occhi azzurri a quelli neri di lei, alzò un sopracciglio “chiaro?” Ariadne annui e rimase ad osservalo mentre tornava a leggere.

Era bello d'avvero, eppure era strano perchè fino a che non ti soffermavi a guardarlo davvero non te ne accorgevi. In testa le balenò un'idea.

Iniziò a camminare avanti e indietro, guardandosi attorno come una pazza, doveva trovare quei dannati post-it o se ne sarebbe dimenticata, ne era certa.

“sul tavolino davanti al divano” le indicò pacato Will mentre richiudeva il giornale, ormai aveva imparato a riconoscere i segni da crisi da post-it meglio di chiunque altro. Ariadne si fiondò sul tavolino, prese il blocchetto e andò alla scrivania dove afferrò una penna per scrivere sul foglietto rosa fluo -Tania vede davvero la bellezza di Dorian? O è solo affascinata?, lavorare su-, stacco il post-it e lo attaccò alla scrivania in un angolo del soggiorno già ricoperta da foglietti simili. Senza di quelli non avrebbe potuto pubblicare mai niente, erano la sua salvezza.

Ricordava ancora quando aveva passato una settimana al mare con George e il servizio del hotel aveva buttato via tutti i post-it. Aveva avuto quasi una crisi isterica, seguita da una di panico, seguita da una litigata furiosa con Gerge perchè lui le aveva detto di calmarsi e che quelli erano solo dei foglietti, la prossima volta avrebbe dovuto essere semplicemente più ordinata. Se ne era andata e non gli aveva rivolto più la parola per tutta la settimana seguente.

“cosa attanaglia Tania e Dorian questa volta?” domandò Will alle sue spalle, parlando dei protagonisti del suo nuovo libro

“credo di aver descritto Tania come semplicemente affascinata da Dorian e non davvero colpita dalla sua bellezza in generale..insomma lo vede o lo guarda davvero?”

“e questo a te non basta?” ecco lo sguardo penetrante di Will, ad una domanda già abbastanza complicata lui riusciva a scombinarla ancora di più, lo odiava quando faceva così “in ogni caso io vedo che sei in ritardo per le lezioni, ciao” si mise in bocca la brioche che, come previsto non aveva mangiato, e uscì dall'appartamento. Ariadne abbassò lo sguardo sulla sua tenuta da corsa e si maledisse mentalmente. Era dannatamente in ritardo.

  
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