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Autore: Kira950    19/08/2014    2 recensioni
Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto.
Rabindranath Tagore
Terra e cielo, c'è chi li definirebbe l'uno il contrario dell'altra, ma costoro non sanno che i due un tempo furono amanti, custodi immortali dell'anima del mondo.
[partecipa al contest Favole&Surrealismo indetto da Melinda Pressywig sul forum di EFP]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina di Cielo e Terra

 

Alle origini del mondo Cielo e Terra erano così vicini da potersi toccare. Nel silenzio di un pianeta senza vita divennero amanti, intimi compagni legati da un destino di primordiale amore. Le stelle di Cielo illuminavano le curve di Terra, le verdi colline, le sabbie dorate, gli alberi frondosi di lei danzavano per lui,  sospinti dai venti si innalzavano cercandolo esigenti, i rami lo abbracciavano e stringevano pieni di tenerezza.
In una notte ormai dimenticata nacque una splendida bambina, di una  bellezza divina propria di un mondo appena destatosi dal sonno.
La chiamarono Psiche, perché in lei giaceva l'anima di entrambi. Per giorni rimasero incantanti a contemplare il frutto della loro unione. Gridava in un vagito tutto il loro amore. Terra l'aveva cinta dei fiori dal profumo più dolce e i colori più rari, Cielo la cullava con la sua brezza tiepida facendola sorridere.
Passarono gli anni colmi di una felicità antica.
Psiche divenne una splendida bambina, di Terra possedeva la generosità, di Cielo l'effimera grazia. Nei suoi occhi si confondevano le sfumature color cobalto di lui, il verde profondo e ramato del ventre di lei.

Nell'eternità furono forgiati i loro destini, ma non il loro amore, quello divenne preda, vittima del tempo impietoso. Fu così che Cielo e Terra si allontanarono per sempre. E se ogni cosa esiste in virtù del suo contrario, non c'è legame più congenito e radicato che leghi l'amore all'odio, suo intimo compagno. Psiche divenne riscatto di un giuramento ormai infranto.
Dormiva serena insieme a sua madre quando Cielo la rapì per portarla con sé. Aveva modellato le nubi, grigie e tenebrose di una malinconia profonda divenuta ormai rancore. Le plasmò perché prendessero la forma di una mano, grande e forte, capace di portarla a sé, di proteggerla dal male. La strinse tra le dita, così piccola e fragile, il suo respiro era soffio vitale. La sorpresa le riempì subito lo sguardo, la meraviglia innocente che subito dipinse quei lineamenti di cera illuminò il suo ingenuo sorriso. Si alzò in piedi sporgendosi senza timore, chiuse gli occhi sentendo l'alito leggero di Cielo sfiorarle amorevole le guance. Quella distesa di perla correva infinita e perfetta. Lo abbracciò stringendosi al pollice di quella mano paterna e sicura, le era mancato.
Terra gridò invano il nome di Cielo, gridò il suo dolore di madre ferita e in quella sua disperazione nacquero le montagne aride e rudi che si ergevano altissime a volerlo ferire, trafiggere gelide come pugnali.
Cielo, sordo a quelle suppliche, chiese a Psiche di rimanere per sempre, la bambina annuì senza comprendere a pieno la sua decisione. Passarono i giorni e nei suoi occhi il cobalto scomparve, il colore dei prati si tramutò in cenere da cui nulla può nascere ancora se non nei canti e nelle leggende di mitologiche creature.
Un padre però mal sopporta le sofferenze di una figlia; Cielo si arrese restituendola a Terra, ma la felicità non tornò sul suo giovane volto. Se non poteva averli entrambi sarebbe rimasta sola, così scappò, senza voltarsi, nascosta dove non l'avrebbero vista.
Cielo e Terra la cercarono ovunque senza trovarla. Cielo pianse e la pioggia cadde,per un tempo così lungo che agli uomini parrebbe infinito; il cuore di Terra cominciò a sanguinare la lava bollente fluì inesorabile piegandone la carne in fosse vastissime e crepe profonde.
Quando Psiche riemerse dall'ombra era ormai una bellissima donna e Terra quasi del tutto  ricoperta dalle lacrime di Cielo. Fu così che nel mondo comparvero gli oceani e i mari salati. Immersa in quelle acque sarebbe stata ancora di entrambi, nei fondali avrebbe incontrato ancora sua madre, spinta dal vento le sue onde spumose avrebbero sfiorato suo padre. Lì dove Cielo e Terra si incontrarono nacque ancora la vita che nelle acque crebbe imperitura dacché ancora oggi discendiamo da entrambi e in noi si nasconde e risiede Psiche, lo spirito, l'anima, l'amore più puro.

 

 

 

 

Note: Psiche in greco significa anima, ma più precisamente era intesa dagli antichi come soffio vitale, ció che distingue ogni essere vivente dalla materia inanimata. È la prima storia originale che scrivo e spero che questa favola dal sapore mitologico vi sia piaciuta. Ringrazio di cuore tutti coloro che leggeranno.


   
 
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