Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Laylath    19/08/2014    3 recensioni
(Spin off di Un anno per crescere )
Più di venti anni prima che un gruppo di ragazzi intrecciasse i propri destini in un piccolo angolo di mondo, a New Optain, una pasticciera ed un poliziotto fanno il loro primo incontro.
Ecco la storia di Vincent e Rosie, i genitori di Vato.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Vato Falman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Un anno per crescere'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo X

Epilogo.

 

1890
 
“Andiamo, mamma! Tra un quarto d’ora devo uscire per incontrarmi con Elisa – la voce di Vato era davvero impaziente – non posso fare tardi il primo giorno di scuola media.”
“Lo so, tesoro – Rosie assunse un’aria estremamente concentrata mentre cercava di sistemare l’orlo dei pantaloncini al ginocchio – non è colpa mia se in questi mesi estivi sei ancora cresciuto. Siamo alle solite, dovrò rivedere tutta la tua roba. Ecco, sistemato!”
“Meno male! – il ragazzino si rilassò, lieto che quell’imprevisto non avesse disturbato più di tanto il suo programma – Resta anche il tempo per fare colazione.”
“Vato, per arrivare a scuola ci impiegate dieci minuti e sono le otto meno un quarto – commentò la madre mentre si sedevano entrambi a tavola – che senso ha arrivare così presto?”
“Ambientazione.” spiegò lui con serietà, spalmando la marmellata su una fetta di pane.
“Ambientazione?” Vincent squadrò suo figlio con aria perplessa.
“Certamente: anche se siamo sempre gli stessi in classe, oggi varchiamo l’importantissima soglia della prima media. Non c’è più la maestra ma i professori e le materie da studiare saranno molte di più…”
“Con tua somma gioia, immagino.”
“… dicevo che è necessario prendere bene atto di tutto questo, nonché di altri dettagli come la classe con i banchi più grandi, nell’altra ala della scuola e così via.”
“Secondo me la potresti prendere con molta più tranquillità – Vincent allungò una mano e gli arruffò i capelli bicolori – capisco un po’ di eccitazione per il primo giorno, ma sembra che tu stia andando ad una conferenza di pace tra Amestris e Drachma e che dal tuo parere dipenderà il destino del mondo intero.”
“Credi?” Vato si girò a guardarlo con estrema perplessità ed un pizzico di delusione.
“Sono sicuro che anche senza tutti i tuoi accorgimenti, come l’aver ricontrollato il materiale scolastico almeno dieci volte ieri sera, andrà tutto bene.”
“Se lo dici tu, papà…”
“Sono sicura che sarà un anno fantastico, tesoro – lo consolò Rosie – e che imparerai un sacco di cose nuove ed interessanti. Vedrai che i nuovi professori saranno estremamente felici di te, così come del resto della classe.”
“Elisa mi ha chiesto se eventualmente la aiuterò con le nuove materie – disse ancora Vato, come se fosse la cosa più naturale del mondo – ha paura che siano difficili rispetto a quelle che abbiamo sempre fatto. Ed io le ho risposto di sì.”
“Sarete sempre vicini di banco?” Rosie gli lanciò un’occhiata maliziosa.
“Certamente, non vedo perché no.”
“E’ diventata davvero carina, vero? – la donna strizzò l’occhio mentre prendeva la caraffa del caffè – Ora avete dieci anni, come vola il tempo: ormai lei è una signorinella e tu un ometto.”
“E’ sempre Elisa – alzò le spalle lui – però adesso devo andare.”
“Vogliamo fare un pezzo di strada insieme? – chiese Vincent alzandosi dalla sedia – tanto sto uscendo pure io.”
“Sul serio, papà? – il viso del bambino si illuminò – mi farebbe veramente piacere!”
“Mi metto la giacca e possiamo andare.”
“Perfetto!”
“Non dimenticare la merenda, Vato – gli ricordò Rosie – è sopra il piano da lavoro.”
“Grazie mille.”
Come la porta si chiuse dietro padre e figlio, Rosie ridacchiò ed iniziò a sparecchiare. Era veramente buffo vedere Vincent muoversi con quella piccola variate di se stesso dietro di lui.
Piccola… santo cielo, ha dieci anni e gli arriva al petto. Sono destinata ad essere la più bassa di famiglia nell’arco di poco tempo.
Però era vero parlare di variante: si era accorta che man mano che cresceva Vato cercava di emulare il padre in tutto e per tutto. Sicuramente lo considerava l’esempio da seguire in ogni occasione, ma spesso la donna si chiedeva se questa non fosse una delle classiche estremizzazioni di suo figlio. Proprio come da piccolo tendeva a dare troppa fede alla parola scritta, non dando alcuna importanza al suo pensiero, sembrava che adesso preferisse allinearsi al padre piuttosto che esternare il vero carattere.
Ma potevano essere semplici timori materni: Vato era rimasto molto obbediente e tranquillo e forse era questa poca vivacità a farlo sembrare troppo attaccato a Vincent.
E sono abbastanza sicura che anche Vincent sia estremamente compiaciuto di questo attaccamento.
In ogni caso era un bene che i due uomini della sua vita fossero usciti e le avessero lasciato campo libero: la festa per la prima vendemmia si stava avvicinando e il comitato organizzativo era in piena attività. Aveva un mucchio di cose da fare, tra cui incontrarsi con Tania per controllare i registri ed i fondi necessari.
Si adoperò per lavare immediatamente i piatti e poi pulì il tavolo con un canovaccio bagnato.
Doveva ancora sistemare le camere, poi andare a casa di Tania, indi fare la spesa, preparare il pranzo…
Oh, andiamo! – sorrise con soddisfazione – Le cose non potrebbero andare meglio di così.
 
“Credo che Elisa arriverà tra pochi minuti – ammise Vato, mentre si sedeva su un muretto – forse sono in anticipo io. Se tu devi andare non ti preoccupare, papà.”
“Tranquillo, aspetto pure io, così la saluto.”
Vincent arruffò con gentilezza i capelli del bambino e si mise accanto a lui ad osservare il viavai di ragazzi che andavano verso la scuola. La maggior parte di loro aveva un’andatura tranquilla, come se ancora non fossero del tutto consapevoli che ormai era riniziata la routine fatta di ore trascorse tra i banchi, e dunque fu più che naturale che una figura snella all’improvviso catturasse la loro attenzione.
“Muoviti Roy! – il bambino con gli occhiali smise di correre e si girò per attendere l’amico – Non vorrai arrivare giusto in tempo il primo giorno di scuola, spero!”
“Tanto non si fa niente il primo giorno – un altro bambino moro che procedeva con le mani in tasca, lo fissò con aria annoiata – potremmo anche saltare scuola.”
“Oh suvvia – sogghignò l’altro – sono sicuro che in cortile ci sarà qualcosa di interessante da fare prima delle lezioni. Magari incontriamo anche quegli stupidi con cui abbiamo litigato la settimana scorsa.”
“Ecco, se la metti così ci sto, Maes.”
Mentre i due ragazzini proseguivano oltre, Vato lanciò una rapida occhiata al padre e vide un lieve disappunto dipinto nel suo volto. Saltare la scuola, litigare… non erano certo cose che facevano piacere ad un poliziotto come lui.
“Quello con gli occhiali abita vicino a casa di Elisa – spiegò per spezzare quel silenzio – quest’anno sono in quinta elementare e anche l’anno scorso erano famosi per litigare con i bambini più grandi… anche delle scuole medie. L’altro bambino mi pare si chiami Roy… vive nel locale dove tu vai diverse volte, vero?”
“Sì, è il nipote della proprietaria – annuì Vincent, continuando a seguire con lo sguardo i due ragazzini – è arrivato qui l’anno scorso perché i suoi genitori sono morti.”
“Oh, capisco – Vato abbassò lo sguardo, ma poi la curiosità prese il sopravvento: era raro che suo padre parlasse di quel locale – Papà, senti, ma che tipo di locale è quello in cui lavora sua zia? Ogni tanto a scuola se ne parla, ma io ancora non capisco e nemmeno Elisa. Sai, dicono che non è un posto per la brava gente, ma tu ci vai…”
“E’ un discorso che sei ancora troppo giovane per affrontare, Vato. Ma sappi che le persone che lavorano lì hanno tutte una loro dignità e vorrei che questo lo tenessi sempre a mente, va bene?”
“Uh… certamente, però non ho ancora capito che…”
“Ehi, Vato! – l’arrivo di Elisa interruppe quel dialogo – Buongiorno e scusa il ritardo. Buongiorno anche a lei, capitano Falman.”
“Ciao, Elisa – sorrise Vincent – allora, tutto bene?”
“Certamente. E’ da molto che attendete?”
“No, tranquilla – il capitano le sistemò una ciocca di capelli castani – io adesso vado, ed è meglio che vi avviate pure voi. Buon rientro a scuola, ragazzi.”
 
I due ragazzini si avviarono verso l’uscita del paese, dove stava il grande edificio scolastico. Come sempre iniziarono a chiacchierare tra di loro: Vato che cercava di introdurre argomenti importanti, mentre Elisa lo riportava sempre alla semplice realtà quotidiana.
Specie quando si raggiunse un determinato argomento.
“Che cosa avrebbero detto gli altri?” Vato si girò a guardare la ragazzina con aria incredula.
“Che siamo amici del cuore – annuì lei con convinzione – dicono che quando due stanno sempre insieme per tutte le classi elementari allora sono amici del cuore. Non lo sapevo, è la prima volta che lo sento. Però se vuol dire che siamo amici in maniera speciale credo sia vero.”
Vato si mise a braccia conserte con aria pensosa, fermandosi addirittura in mezzo alla strada, esaminando da tutte le sfumature possibili quella nuova definizione. No, per quanto si sforzasse non c’era alcun libro che parlasse di amici del cuore: sicuramente non era una cosa ufficiale, ma una particolarità linguistica usata dai ragazzi della loro età. Un infantilismo, come era solito definirli.
“Probabilmente hai ragione tu – annuì, riprendendo a camminare e raggiungendo Elisa che si era fermata ad aspettarlo – Credi che ora che siamo amici del cuore cambi qualcosa?”
“Non credo, in fondo dicono così perché lo siamo già.”
“Sarà… Comunque, torniamo a noi: non sei eccitata all’idea di scoprire tutte le materie nuove che abbiamo? Non vedo l’ora di studiare lettere in maniera più approfondita, e lo stesso vale per storia: a volte trovavo le cose decisamente troppo semplici…”
“Come fai ad essere emozionato per queste cose? Io piuttosto ne sono terrorizzata! E se sono difficili?”
“Tranquilla, Eli, ti aiuto io!”
Rassicurata da quell’offerta Elisa sorrise e con un gesto spontaneo prese la mano di Vato.
A quel gesto il ragazzino si irrigidì leggermente: si erano già tenuti per mano altre volte, ma ora che sapeva che erano amici del cuore, forse la cosa assumeva delle sfumature diverse. Arrossendo si girò a guardare Elisa e considerò che era proprio bella con il nuovo vestito che la madre le aveva comprato. Ormai erano cinque anni che si conoscevano e lui era sicuro che fosse speciale, diversa da tutte le altre: si era chiesto più volte se il fatto che la considerasse speciale voleva dire che un giorno l’avrebbe sposata, del resto è quello che succedeva da grandi. Però arrivava sempre alla conclusione che era troppo affrettato pensare a determinate cose.
Però ora era in prima media ed era giusto che si dimostrasse più grande almeno sotto certi punti di vista.
“Adesso che sono in prima media credo che leverò Lollo dal letto e lo metterò via assieme agli altri giochi.”
“Cosa? – lei si girò a guardarlo con aria sconcertata – oh no! Non puoi fare questo a Lollo! Ci resterà malissimo.”
“E’ un pupazzo, non parla… credevamo che parlasse, ma in realtà…”
“Forse siamo noi che non possiamo più sentirlo! – annaspò lei – Magari è una cosa che si perde crescendo, ma sono sicura che Lollo ha dei sentimenti e… lo posso tenere io se vuoi.”
“Vuoi tenerlo tu?” chiese il bambino sorpreso.
“Sì, ne avrò cura, te lo prometto. Lollo è troppo speciale per metterlo via.”
“Sì – annuì Vato, dopo averci pensato attentamente– sei l’unica di cui mi fido veramente e sono sicuro che lo tratterai bene.”
“Ne sono felice! – sorrise lei rinsaldando la stretta sulla sua mano – Allora lo prendo la prossima volta che passo a casa tua, va bene?”
“Ecco… facciamo che aspettiamo qualche tempo, se non ti dispiace.”
“Più che giusto! Dai, corriamo fino al cortile!”
“Ma perché? – chiese lui, sentendo che era una cosa ormai poco dignitosa – non siamo in ritardo!”
“Perché è divertente!” rise Elisa, tenendo stretta la sua mano.
 
“… e comunque con il nuovo regolamento è indifferente che i bambini vadano a scuola a cinque o sei anni. Io ed Andrew abbiamo deciso che per Kain è meglio aspettare ancora.”
“Mi sembra completamente in forze, guarda come dorme tra le tue braccia.”
“Lo so, Laura, ma a volte ancora stento a crederci che… oh, beh, in ogni caso stamane il medico farà un nuovo controllo: anche lui è sorpreso che negli ultimi sei mesi non abbia avuto più la febbre.”
“Va tutto bene, Ellie, coraggio. Comunque anche io manderò Henry a scuola l’anno prossimo, pare che la sua presenza in casa sia molto… distensiva. Coraggio, adesso è meglio che andiamo ciascuna per conto proprio, non è il caso di creare pettegolezzi. Ma è stato bellissimo incontrarti. Salutami Andrew.”
“Non mancherò, speriamo di vederci presto.”
Le due donne si separarono e Vincent, mentre attendeva che Steve uscisse dall’ufficio postale, osservò quella con la folta treccia bruna che si allontanava con il bambino tra le braccia. Per qualche secondo le sembrò di rivedere Rosie con in braccio il piccolo Vato e la cosa lo fece sorridere.
Il fatto che suo figlio avesse iniziato la prima media era un altro segnale di quanto il tempo passasse in fretta: un giorno era un bambinetto minuscolo tra le braccia di Rosie, e all’improvviso era un alto e snello ragazzino di prima media.
“Fatto, signore – Steve richiamò la sua attenzione – ho spedito tutto quanto.”
“Ottimo, allora possiamo cominciare la nostra ronda.”
Il giovane si stiracchiò con soddisfazione.
“Ah, il primo settembre! Sono le giornate che preferisco.”
“Clima eccellente, lo ammetto: adesso portare questa divisa non è più tremendo e finirai di lamentarti.”
“Io le avevo proposto di levare la giacca d’estate, capitano, ma lei…”
“Quando si è in servizio bisogna essere impeccabili, ricordalo bene.”
“Uh, agli ordini, signore.”
Vincent gli lanciò un’occhiata significativa, come a sfidarlo nel dire quella parola proibita.
Lo sapeva, spesso era un po’ più rigido del dovuto, ma per determinate cose era sicuro che non sarebbe mai cambiato. Da che mondo e mondo la divisa doveva essere tenuta in perfette condizioni, in quanto era un modo di essere prima che di apparire.
“Allora… tra qualche mese saranno sei anni che è arrivato in questo sperduto angolo di mondo. Ma a nome di tutti posso dire che è come se fosse in paese da sempre: ed è un complimento, si fidi.”
“Fa parte del mio dovere stare in buoni rapporti con i civili ed i colleghi.”
Ma era vero: ormai gli sembrava da stare da sempre in quel posto.
Le missioni di New Optain, la vita cittadina, gli sembravano ormai lontani echi di una vita passata, anche se era sicuro che sarebbe stato sempre pronto ad affrontare quel tipo di lavoro. La realtà di paese era molto più tranquilla e bucolica, eppure lui ci aveva preso gusto: aveva ormai trovato il giusto equilibrio e motivazione, così come la sua famiglia.
Insomma era il primo settembre del 1890 e tutto andava a meraviglia in quel piccolo angolo di mondo.




___________________
nda
Eccoci arrivati alla fine di questo primo spin off della serie Un anno per crescere.
La famiglia Falman ci ha raccontato la sua storia, un po' semplice, un po' particolare, ma ricca di quella quotidianità che tanto mi piace. 
E' stato divertente e romantico seguire le vicende di Rosie e Vincent, una coppia un po' atipica considerata la rigidità di lui e la timidezza di lei, un fatto anche confermato dal figlio particolare che hanno avuto. Vato bambino è davvero un personaggio interessante e dolce, sempre in bilico tra razionalità e fantasia.
Ovviamente mancano ancora sei anni agli avvenimenti dell'opera principale e dunque capiamo come questi personaggi abbiano ancora il tempo di maturare per diventare quelli che abbiamo imparato a conoscere.
Ma come ha detto Vincent, tutto procede bene in quel piccolo angolo di mondo ^*^

Adesso cercherò di riprendere in mano quello dei Fury - Breda. L'avevo già iniziato ma voglio modificare diverse cose.
In realtà pensavo che i Falman mi prendessero meno tempo (e capitoli) ma alla fine non è stato così ^^''



 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Laylath