Prologo
We’re insane but not alone,
you hold on and let go
Like the sun we will live to rise
Like the sun we will live and die and then ignite again
Like the sun we will live to rise again
Katherine
chiuse gli occhi quando l’ennesima scarica
la colpì in pieno. Strinse i denti con vigore, decisa a non
lasciarsi scappare
il più piccolo gemito di dolore. Le onde castano scuro,
solitamente morbide e
lasciate libere di caderle lungo la schiena, erano madide di sudore e
appiccicate alla fronte alabastrina.
-
È impressionante la capacità di sopportazione che
ha – considerò una delle scienziate, mentre il suo
collega armeggiava con la
manopola del macchinario per bloccare l’afflusso di
elettricità.
-
Hanno capacità di guarigione molto sviluppate, è
per questo che abbiamo scelto loro per condurre
l’esperimento. –
Cavie
da laboratorio, non persone, era questo che
quei pazzi vedevano in loro.
Se
solo quelle cinghie non fossero state tanto
strette, se avesse avuto la possibilità di liberarsi, glielo
avrebbe fatto
vedere lei di cosa era capace una figlia di Ares.
-
Proviamo con una scarica più forte – aggiunse poi
l’uomo, ruotando la manopola di mezzo giro.
-
È sicuro spingere così tanto? –
domandò la donna,
dubbiosa, - Non corriamo il rischio di folgorarla definitivamente?
–
Lo
scienziato scrollò le spalle, indifferente alla
sorte della ragazza legata sulla sedia.
-
Possiamo sempre procurarci qualcun altro se l’esperimento
dovesse fallire. –
Posò
la mano sull’interruttore, pronto ad accendere
nuovamente il macchinario. In quel momento si scatenò
l’inferno. Certo, sempre
ammesso che l’inferno fosse fatto di elettricità
crepitante e folgori che
cadevano dal cielo piuttosto che da fuoco e fiamme.
Il
macchinario si fuse, lasciando una scia di
puzzolenti fili carbonizzati ad aleggiare per la stanza, mentre la
causa di
tutto ciò entrava dalla finestra sfondata.
Un
ragazzo dalla carnagione dorata, i capelli biondi
come se fossero stati baciati dal Sole e gli occhi blu, in cui
sembravano
passare scintille elettriche, si avvicinò alla sedia.
Studiò attentamente il
corpo della ragazza, le bruciature che segnavano la carnagione
alabastrina in
corrispondenza degli elettrodi, e la liberò prendendola
gentilmente tra le
braccia.
Gli
occhi azzurri, talmente chiari da sembrare
schegge di ghiaccio, della semidea si posarono sul suo volto. Era bello
come un
angelo caduto e, ben conoscendo la sua storia, altrettanto dannato.
-
Jace – sussurrò debolmente.
-
Va tutto bene, tesoro, adesso ci penso io a te –
la rassicurò, stringendola a sé.
Katherine
annuì, chiudendo gli occhi e rilassandosi
nella stretta delle braccia muscolose. Sapeva che sarebbe arrivato, che
l’avrebbe
salvata, perché questo era ciò che il suo
migliore amico aveva sempre fatto.
Spazio
autrice:
Stavo
leggendo un libro per l’esame di storia
contemporanea e mi sono soffermata sugli esperimenti condotti dai
nazisti nei
campi di concentramento. Così da quelle pagine di terribile
storia e crimini
contro l’umanità, è nata
quest’idea. Cosa dovete fare voi? Semplice: creare dodici
OC (sei ragazze e sei ragazzi) che vivano in questo futuro
apocalittico. Come
sempre vi chiedo di essere celeri nella consegna delle schede e vi
comunico che
accetterò un solo figlio dei pezzi grossi (tranne Zeus che
è escluso dalla
scelta) e un massimo di due figli della stessa divinità.
Potete prenotare un
massimo di due semidei. La scheda la trovate qui sotto:
Nome:
Cognome:
Età:
Genitore
Divino:
Genitore
Mortale:
Descrizione
Fisica:
Descrizione
Caratteriale:
Storia:
Armi:
Abilità:
Poteri:
Paure
o/e Fobie:
Prestavolto:
Curiosità:
Altro:
Per
ora direi che è tutto. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt