Film > The Amazing Spider-Man
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Autore: JulieTeller    19/08/2014    0 recensioni
La storia d'amore più bella vista sul grande schermo. Peter e Gwen, l'amore puro che supera ogni ostacolo. Ma dovranno combattere per il loro amore. Chissà se riusciranno a farcela.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Peter era rimasto seduto nella sala d’aspetto per circa due ore prima che uscisse il medico che aveva soccorso Gwen. Aveva il viso stanco, come se avesse scalato una montagna senza avere le scarpe adatte. “Signor Parker.” ha sussurrato guardando il ragazzo con compassione. “La signorina Stacy ha un grave tumore allo stomaco che non le permette di far metabolizzare cibo ed organismo. Le dico questo perché voglio che lei si renda conto di ciò in cui sta andando incontro, così da essere preparato.” Peter annuì. Sapeva benissimo la situazione e poteva benissimo immaginarla. Ringraziò il dottore per quelle informazioni e gli strinse la mano ma prima che lui andasse via gli intimò: “Signor Parker, non è tutto perduto. Si può combattere e lei deve farlo insieme a lei. Senza il suo aiuto la signorina Stacy non potrà farcela.” Gli donò un piccolo sorriso sghembo e sparì nel lungo corridoio mentre Peter ripensava alle parole del dottore. A dire la verità non sapeva esattamente se ce l’avrebbe fatta. Aveva paura di crollare da un momento all’altro, l’amore della sua vita era stesa su di un letto d’ospedale e lui non poteva fare nulla, era impotente nonostante fosse Spider-Man. Aveva bisogno di una boccata d’aria, per questo uscì, in quel momento non poteva vederla. Il vanto e il lato positivo di essere un supereroe era che tutti lo osservavano come appunto un eroe, forte, protettivo, che non viene scalfito neppure dal più pericoloso dei nemici. Ma in quell’istante, mentre camminava per la strada e assaporava per la prima volta il sapore del fumo di sigaretta, era umano. Era un essere umano che doveva combattere un cancro, non il suo ma quello della sua donna. Che speranze aveva Gwen? Era terrorizzato. E se non si fosse mai risvegliata? Lui come poteva andare avanti? Lei era l’unica cosa bella, era il suo punto di riferimento e la sua forza. Aspirò un lungo tiro dalla sigaretta e si sedette su di una panchina. La vita era così bella con lei. Le risate, i baci, l’amore che avevano. Non poteva perdere tutto così. Non potevano perderlo. Se avesse avuto la possibilità di salvarla o addirittura di sacrificarsi per lei, l’avrebbe fatto senza la minima esitazione. Ma era molto più complicato di così. Un tumore era difficile da mandare via, era come la pioggia che cade ininterrottamente e non puoi fare niente per fermarla, si ferma da sola. Chissà se quel dannato tumore si sarebbe fermato da solo o avrebbe mangiato Gwen fino ad ucciderla. Non appena finì la sigaretta, la gettò a terra. Si sentiva un po’ stordito, il fumo era salito alla testa. Rientrò dentro barcollando leggermente, ma riuscì a mettersi in piedi il più velocemente possibile. Doveva essere un minimo presentabile per lei. Camminò lungo il lungo corridoio color crema osservando i numeri delle camere per cercare la sua. “Stanza numero 355.” aveva affermato l’infermiera osservando la scheda di Gwen. 353, 354.. 355! Finalmente la trovò dopo una decina di minuti, l’infermiera gli aveva detto che la camera era al piano terra nonostante cominciasse per trecento. La porta era aperta e un’altra infermiera stava controllando la flebo. L’angelo dagli occhi color smeraldo era sveglio. Era disteso, indifeso, con i capelli sudaticci e un po’ di sangue sul camice verde. Era distrutta. Peter la guardava innamorato e ferito, ferito perché lei stava soffrendo. Non poteva sopportarlo. Si avvicinò a lei facendo un cenno di saluto all’infermiera che, capendo, si allontanò e li lasciò soli. “Amore mio. Amore mio, dov’eri finito?” sussurrò con un filo di voce, gli occhi socchiusi e la mano che cercava la sua. “Mi sei mancato tanto.” sorrise dolcemente, un sorriso che ti apre il cuore e l’anima. “Gwen, amore mio. Non puoi lasciarmi. Io ho bisogno di te. Dobbiamo andare a Parigi, Londra, Barcellona.. Ti prego.” non ce la fece più e scoppio in un pianto disperato mentre Gwen gli accarezzava dolcemente i capelli, il suo viso lentamente si riempiva di lacrime. “Non lo farò amore mio. Non lo farò mai.” E continuava a guardarlo in quel modo che sapeva fare solo lei. Peter alzò lo sguardo e la guardò negli occhi. Le asciugò le lacrime e posò le labbra sulle sue, in maniera dolce. “Ti amo, Gwen.” “Ti amo, mio Peter.”
  
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