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Autore: oscillandosottolapioggia    20/08/2014    1 recensioni
Kayla, occhi verdi e pelle ambrata. Dread e piercing al naso. Faceva tutto di testa sua, se ne fregava della gente e adorava infrangere le regole. Finalmente era riuscita a trovare la felicità, la felicità che Elijah le aveva portato con il suo arrivo. Capelli neri a spazzola, occhi penetranti. Molto simile a Kayla, ribelle e attraente. Avevano costruito una vita insieme, fino a quando, un giorno lui sparì senza lasciare spiegazioni, portando via anche la voglia di vivere di Kayla. Ma perchè se n'era andato? Perchè era sparito senza dire una parola? Perchè l'aveva abbandonata improvvisamente?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non mi ero mai sentita tanto felice nella mia vita. Finalmente ogni pezzo aveva trovato il suo incastro. Finalmente tutto sembrava poter aver preso la strada giusta. Finalmente riuscivo a sorridere e, quel sorriso, l’ha portato Elijah. Non ho mai creduto nell’amore vero, non ho mai creduto nell’amore in sé. Ho sempre pensato fosse una perdita di tempo. A cosa era buono l’amore? A cosa serviva? Me lo chiedevo spesso e giungevo sempre alla conclusione che non servisse a nulla. Soprattutto dopo la terribile esperienza che ho avuto da piccola. Abitavo a Portland in una piccola cittadina, avevo poco più che undici anni, nella mia famiglia nulla era mai andato per il verso giusto. Avevamo problemi economici e mio padre iniziò a tornare sempre più spesso ubriaco, la sera tardi. Mia madre usciva sempre più spesso senza dire a nessuno dove andava. Ormai erano quotidiane le liti e, a dire la verità, non ci davo nemmeno tanto peso. Cercavo di sopravvivere a tutto ciò e mi rintanavo in camera mia, a me bastava avere delle cuffie nelle orecchie e tutto andava bene. Ero troppo ingenua e piccola per capire la gravità della situazione. Un giorno mio padre tornò più sbronzo del solito, sbatté la porta d’ingresso ed entrò in casa vacillando, spaccando qualche bicchiere che si trovava sul bancone della cucina. Io ero in camera, ma non mi allarmai più di tanto, quella scena si ripeteva ormai sempre più frequentemente e solitamente mio fratello maggiore Kellin andava ad aiutarlo e lo portava a letto. Quella sera ero in camera mia, mi stavo concentrando sui compiti, ma mi era sempre più difficile, il chiasso dal piano di sotto era sempre più forte. Si sentiva un rumore sordo, come di qualcosa che venisse colpito, ma non ci diedi tanto peso. Fino a quando non udii un urlo. Quell’urlo è stato l’inizio di tutto. Tutto l’inferno che venne dopo. Ricordo immagini sfocate, ricordo la mia corsa giù per le scale, ricordo la porta della camera di Kellin aprirsi e il terrore nei suoi occhi mentre mi raggiungeva. Ricordo la mia paura di scendere l’ultimo scalino e girare l’angolo. Quando lo feci, la scena che mi si presentò davanti mi fece sentire come un qualcosa conficcato nel petto. Non riuscivo più a respirare e le mie gambe erano diventate molli. Mi accasciai a terra, accanto al corpo di mia madre. Lei era distesa a terra, il viso girato di lato, la testa aveva del liquido rosso intorno, ed era adagiata sul pavimento in una posizione del tutto innaturale. Non si muoveva, non parlava, gli occhi erano spalancati. Non feci in tempo a dire o fare nulla che le braccia di mio fratello mi presero saldamente e mi riportarono in camera, mi adagiò sul letto e mi disse qualcosa guardandomi dritta negli occhi, poi uscì correndo e si precipitò di sotto a prendere il suo cellulare e in qualche minuto casa mia era colma di poliziotti e un’ambulanza arrivò a sirene spiegate. Non ricordo cosa mi disse Kellin in quel momento, ero troppo sotto shock per ascoltarlo, ricordo solo che fissavo il vuoto, cercando di rielaborare quello appena visto, cercando di capire cosa fosse successo, cercando di dare un senso a tutto ciò. Non mi fu permesso di rivedere il corpo di mia madre, se la sono portata via, da quel giorno non l’ho mai più rivista. Lei ora è da qualche parte sottoterra. Quello che accadde dopo non lo ricordo perfettamente, apparte la chiacchierata con mio fratello. Ero ancora lì, sul letto, dove mi aveva lasciato. Sentivo il vociare dei poliziotti provenire dalla cucina. Dopo un interminabile tempo, la porta si aprì e mio fratello comparve. Tremava e aveva gli occhi rossi, ma cercava di mantenere la calma. Si inginocchiò accanto a me e prese le mie mani fra le sue:”Kayla” disse “è successa una cosa una cosa brutta. La mamma… non è più qui e...” tutto il dolore che si era immagazzinato nel petto mi esplose all’improvviso:”Chi?!Chi è stato?!Kellin dimmelo!Voglio sapere chi è stato!” la voce mi si rompeva in gola, gli occhi mi bruciavano. Lui si rabbuiò di colpo e strinse ancora di più le mani attorno alle mie, vedevo uno strano dolore nei suoi occhi ora. Dopo interminabili minuti di silenzio si alzò e mi disse:”E’ stato papà. Ora è scappato. La polizia lo sta cercando, ma nelle condizioni in cui era, non penso che ci mettano molto.” Ricordo di aver pianto tutte le lacrime che avevo in corpo. Non ho chiuso occhio quella notte. In seguito, dopo alle ricostruzioni dei poliziotti, si è venuto a sapere che papà aveva scoperto che mamma aveva un altro, era uscito di casa ed era tornato sbronzo, come al solito, ma invece che dimenticare, tutto quell’alcool gli aveva dato alla testa, aveva afferrato la mazza da baseball di mio fratello e l’aveva colpita più volte. Lui aveva tentato di scappare, ma, nelle sue condizioni, è bastata qualche ora per ritrovarlo. Era in un campo, sdraiato sull’erba, a piangere. Non ho più voluto sapere niente di lui, è stato arrestato con accuse di omicidio e io e mio fratello, dopo svariati orfanotrofi siamo stati affidati ad una nostra lontana zia. Si era fatta viva dopo interminabili mesi passati in quei posti orribili. E da quel giorno la mia vita ha avuto un’altra svolta. E da quel giorno, il mio cuore si era come congelato, ho iniziato ad odiare l’amore. L’amore era mortale, aveva portato mia madre a tradire mio padre e mio padre ad ucciderla. Da quel giorno nulla fu come prima, fino a quando conobbi Elijah.
   
 
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