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Autore: PetrovasFire    20/08/2014    0 recensioni
“Sono qui per farti un favore, che -per altro- non meriti ti venga fatto, per cui posso prendermela comoda quanto voglio!” Disse stizzita Jessica.
“Sei qui perché potrei uccidere te e il tuo creatore e al contempo scoparmi Yvetta, rossa” puntualizzó.
“Dettagli” disse Jessica ostentando indifferenza “lasciami finire questo bicchiere e sono apposto”
“Ne hai già bevuti abbastanza a quanto ho potuto notare”
“Questo hurricane é pazzesco mi sento fatta di fuoco...sono Chris Evans!” Disse alzando un sopracciglio.
“No, sei ubriaca.” La smontó subito.
“Brilla” lo corresse. Poi si alzó “allora, qual é il mio cognome falso?”
Genere: Erotico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric Northman, Jessica Hamby, Pam Swynford De Beaufort
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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You give love a bad name*


Shot through the heart
And you’re to blame, darling
You give love a bad name

Il vento soffiava leggero in quella fresca notte di primavera, creando in aria volute astratte di un rosso rame facendo attorcigliare su se stessi i capelli fiammeggianti della ragazza che scendeva disinvolta dall'auto che da poco aveva imparato a guidare (anche se *tecnicamente* era illegale visto che aveva -e avrebbe sempre avuto- 17 anni). Prima un tacco vertiginoso del colore della carta stagnola, o di un palo da lap dance come quelli che presto avrebbe visto all'interno del Fangtasia, poi l'altro, si posarono sull'asfalto, per poi procedere con andatura cadenzata e spigliata verso l'entrata. Jessica aveva da poco imparato a camminare su quelli che un tempo non troppo lontano aveva definito 'trappole mortali' eppure a chiunque la osservasse sembrava lo facesse da tutta la vita, come se fosse inconcepibile vedere quella ragazza dagl'innocenti occhi azzurri come il cielo poco dopo il tramonto e che ora indossava un abito succinto dello stesso colore dei suoi occhi, con ai piedi qualunque altra cosa non fossero delle decollete dal tacco vertiginoso. Le labbra rosse come una ciliegia non troppo matura e le gote dello stesso colore, Jessica Hamby, indossando una mise atipica per una brava ragazza come lei,attraversò  l'entrata del locale sotto lo sguardo prima di aperta ammirazione e poi di scettico stupore di Pam, che l'aveva squadrata a partire dalle sue già citate decollete.
“Che cosa ci fa in un luogo di perdizione come questo la virginea prole di Bill Comptom? E per di più vestita come si vestirebbe oggi una ragazza del bordello in cui lavoravo” disse marcando con sarcasmo 'luogo di perdizione'.
“Non ti sprecare in complimenti come al solito, Pam” disse Jessica con lo stesso tono, seppur privo del timbro gelido che era tipico della sua interlocutrice.
“Cosa ti fa pensare che non fosse un complimento?” con un sopracciglio alzato e continuando ad osservarla insistentemente Pam si scostò e la lasciò entrare.

Jessica pur essendo entrata nel night club con un preciso compito decise comunque di prendersela comoda, mettendosi a sedere su un alto sgabello di fronte al barista.
“Cosa ti porto, rossa?”
“Qual é la tua specialitá?”
“Faccio un ottimo Hurricane” disse con espressione truce il barista...ma forse quella era la sua espressione normale. Jessica si passó la lingua sul labbro superiore e rispose sbattendo le lunghe ciglia come solo le ragazze del Sud sanno fare disse con la sua voce calda “Portamene uno allora” il barista, Chow, annuí con un sorrisetto e si accinse a preparare il suo drink. 

La rossa era appoggiata con i gomiti al bancone e le mani giunte a stringere il bicchiere di Hurricane quando il respiro fresco di Eric sul collo le fece raddrizzare la schiena “Te la prendi comoda, vedo” Jessica bevve un sorso senza ancora voltarsi “non sei mica qui per flirtare col mio brarista” disse col solito tono freddo il Vikingo, dal quale traspariva comunque una leggera irritazione.
“Sono qui per farti un favore, che -per altro- non meriti ti venga fatto, per cui posso prendermela comoda quanto voglio!” Disse stizzita Jessica.
“Sei qui perché potrei uccidere te e il tuo creatore e al contempo scoparmi Yvetta, rossa” puntualizzó.
“Dettagli” disse Jessica ostentando indifferenza “lasciami finire questo bicchiere e sono apposto”
“Ne hai già bevuti abbastanza a quanto ho potuto notare”
“Questo hurricane é pazzesco mi sento fatta di fuoco...sono Chris Evans!” Disse alzando un sopracciglio.
“No, sei ubriaca.” La smontó subito.
“Brilla” lo corresse. Poi si alzó “allora, qual é il mio cognome falso?”
“Ricadiamo nella banalità, dolcezza, sarai Diane Smith, solo per me” disse con un sorrisetto che Jessica avrebbe definito inquietante. Che voleva dire con 'solo per me'?!

Well brunettes are fine man
And blondes are fun
But when it comes to getting a dirty job done
I’ll take a red headed woman
A red headed woman
It takes a red headed woman
To get a dirty job done**

Dopo una ventina di minuti in viaggio sulla rossa fiammante di Eric, sì, un'altra rossa anche piú bella di quella che sedeva sul sedile del passeggero, la strepitosa Corvette del signor Northman...cioé Smith.
 Scesero dall'automobile e si diressero all'entrata di una gioielleria notturna di quelle che aprono apposta per vendere ai ricchi clienti non-morti ed Eric pareva fosse uno di quelli.
“Min älskling” disse Eric porgendole il braccio, mentre nell'altro reggeva una ventiquattrore. Jessica prese il suo braccio un po' riluttante anche se stare al fianco del vichingo alto più di 30 centimetri più di lei e con un fisico da far invidia a The Rock le dava uno strano senso di...calore. Sicurezza? Sì, certo, sentirsi al sicuro con quel mendace di un vichingo, bella battuta! 
“Spero che quella che hai detto non sia una parolaccia, Northman!” 
“Potrei dirmi offeso, sono un gentiluomo!” Jessica alzó un sopracciglio decidendo di sorvolare ed entró con lui nella gioielleria.
“Buona sera” disse Eric col suo tono suadente all'agente di sicurezza che rispose con un riverente cenno del capo. Da dietro il bancone apparve un uomo dall'aspetto distinto, i capelli grigio-bianchi e il papillon perfettamente dritto ad adornare il completo in giacca a cravatta.
“Salve, signori” fece con un cordiale, seppur falso sorriso. Si vedeva che non gli piaceva avere a che fare con quelli della nostra specie nonostante l'aria deferente “in cosa posso esservi utile?” 
“Vorrei qualcosa che brilli piú degli occhi della mia splendida compagna, Diane, per quanto sia possibile” disse Eric ammiccando, in tono galante.
“Ma certamente” annuí il gioielliere “diamanti dunque?”
“Oh, si” disse estasiata 'Diane' “qualcosa  che si abbini al mio vestito”
“Abbiamo progetti speciali per stasera” accarezzó il fianco di Jessica, poi col dorso delle dita salí a sfiorare il braccio di lei fino alla spalla, per poi ritornare a cingerle i fianchi sotto lo sguardo furioso della ragazza che tuttavia simulava un sorriso. L'uomo annuì con un ghigno e prese dalla cassaforte dietro di sè una serie di collane e bracciali tutti di diamanti. Diamine, dovevano costare un occhio della testa...per uno! Jessica provó qualche bracciale, ma si disse poco convinta, dopodiché guardó con gli occhi che le brillavano di piacere tre collane poste l'una accanto all'altra. “Queste sono meravigliose!” Esclamó, mentre il gioielliere diceva compiaciuto “questa al centro è appartenuta alla regina Claudia, di indubbia bellezza e inestimabile valore! É un privilegio che si trovi nelle mie mani!” Se ne vantó. Eric annuí, mentre avrebbe volentieri staccato la testa di Sir La Riviere davanti a lui. Jessica allungó una mano verso la collana, quando presa da un'improvvisa fitta si piegó leggermente in avanti con un gemito. La Riviere la guardó stupito, simulando preoccupazione.
“Mia cara!” Eric la guidó verso un divanetto rosso, dicendole di riposarsi “Come ti senti?”
“È stato solo un leggero mancamento, non preoccuparti!”
“In macchina c'é del Tru: Blood, tesoro, ti accompagno”
“Ma non c'è bisogno, poi le collane, sono cosí belle!” Disse con voce flebile.
“Ci penso io” le sorrise dolcemente e l'accompagnó alla macchina, prima di tornare nel negozio. Sospiró scuotendo la testa “ah, la mia Diane, cosí bella, cosí dolce”
“Ma, signore, se posso chiederle, soffre per caso...ha contratto l'epv?”
Eric annuì gravemente. Voglio renderla felice in questi pochi giorni che le restano da vivere” disse sconsolato. “Peccato per la collana, tuttavia, non sta proprio bene, sa..”
“Mi spiace molto, signore, ma, se posso permettermi, mi pareva che la sua adorabile compagna fosse affascinata da questa” disse indicando la collana alla sua destra. Eric si toccò il mento con fare pensoso, mentre il gioielliere la sollevava tra le mani per mostrargliela meglio, mentre il luccichio dei diamanti tingeva a chiazze dai colori cangianti i muri bianchi. “Mmh...vorrei mostrargliela prima, per avere conferma da lei, non vorrei comprarla senza esserne certo...è possibile?”
“Ma certo!” Rispose, anche se un po' titubante...diamanti dal valore di due milioni che uscivano dal negozio...eppure erano cosí vicini. Eric gli lasciò la valigetta in mano “me la regge per favore?” Acconsentì rassicurato da quella sorta di assicurazione. Mentre attendeva il ritorno del vampiro con un sorriso speranzoso in faccia, vide sparire a una velocitá che sfiorava quella naturale dei vampiri la Corvette rossa, appoggiandosi al bancone prossimo allo svenimento. Aprí la valigetta e vi trovó...cavallette?! Un biglietto appoggiato all'interno recava le seguenti parole “il furto é peccato, vieni ripagato con una piaga d'Egitto”.

“Non ti facevo cosí biblico, Eric” disse Jessica con un sorriso vittorioso, i capelli al vento.
“Ero pagano da umano, in verità, ma questi esaltati della Compagnia del Sole si proclamano cattolici per cui mi è parso....appropriato” sorrise beffardo immaginandosi l'espressione di quel ladro di La Riviere che aveva creduto di poterlo derubare. Era fortunato se si ritrovava quella testa a mandolino ancora sul collo. Oh, ma non credete, la magnanimità non è affatto da lui, apprezzava semplicemente l'ebezza del subdolo inganno.
Jessica rise. Per quanto la compagnia di Eric Northman non fosse delle piú gradite a lei e l'avesse costretta minacciandola, l'alcol e l'euforia della vittoria fecero sì che un sorriso di pura allegria le si stampasse in faccia. Tuttavia ritornati al Fangtasia riprese il solito atteggiamento di sfida che assumeva sempre nei confronti del vampiro, non che lui fosse poi tanto gentile comunque. E poi ce l'aveva messa tutta a rendere la vita un Inferno a Bill con quella storia di Lorena, quindi se lo meritava! E allora perchè diamine si sentiva in colpa? Non ce n'era proprio motivo! Si sgridò mentalmente. 
Mancavano 3 ore all'alba e il locale era ormai deserto. Eric avanzava nel suo impeccabile smoking seguito dalla sua 'complice', ancora di buon umore per la vittoria ottenuta...ma lo mantenne per poco, il buon umore, prima che Jessica si comportasse, a suo parere, come una cinquantenne in menopausa...o una ragazzina al suo primo ciclo mestruale.
“Non capisco perché dovevo farlo io, comunque, ti sembro una specie di borsaiola? Non ho mai neanche copiato ad un compito in classe, mi hai fatto diventare una criminale! ” si lamentó Jessica mentre si dirigeva nell'ufficio di Eric. Era la prima volta che ci entrava e pur non avendo un particolare interesse per Eric ne' per i suoi affari fu pervasa da una strana curiositá.
“Come siamo melodrammatici! Ho fatto di te la nuova Fujiko Mine, quale grave colpa!”
“Qualcuno si è svegliato col senso dell'umorismo stanotte!”
“Oh, mi conosci cosí poco, min lilla röda.”
“Parla una lingua che possa capire, per favore! E comunque Sookie sarebbe stata molto piú utile, visto che sa leggere la mente”
“Sookie non é qui”
“Nemmeno io ero qui, ci sono venuta apposta!” Vedendo l'espressione irritata di Eric disse sarcastica “oh, ho capito, problemi in Paradiso” 'certo é proprio intelligente rigirare il dito nella piaga di un vampiro invincibile, al mondo da piú di duemila anni'. si  pentì subito, Jessica, dell'irriflessione dell'alcol...precisamente si pentí nell'istante in cui si trovò schiacciata contro la parete, affianco la porta dell'ufficio di Eric, dove l'aveva spinta repentinamente. Ora la guardava dall'alto del suo metro e novanta e piú con espressione...furiosa? No, non furiosa. Irritata? Probabilmente. Beh, cadiamo nel cliché dei libri sui vampiri e diciamo indecifrabile. Perché seriamente Jessica non sarebbe riuscita a leggere l'emoziome, sempre  che ve ne fosse una, nei suoi occhi. Jessica si schiarí la gola, incapace di proferire parola.
“Sei una ragazzina insolente. Non riesco proprio a capire come faccia quel povero idiota di James a stare piú di 5 minuti nella stessa stanza con te. Forse perché non parlate tanto, non é cosí?” Disse con un ghigno “sei bella da vedere, certo, incantevole, finché non apri quella deliziosa boccuccia, una bella..” Ma Jessica non gli fece terminare l'insul...il discorso, lasciandogli l'impronta rossa della sua mano sulla guancia. Il rossore duró sul volto di Eric più o meno quanto il rumore dello schiaffo. 
“Farai meglio a non parlare di affari che non ti riguardano!” Disse furiosa.
“Che c'é, problemi in Paradiso?” Le fece eco, l'irritante e irritabile vichingo, senza l'ombra di un sorriso suo volto. Era terribilmente serio, non stavano più giocando.
“Tu mi fai schifo Eric Northman! Questa é l'ultima volta che metto piede nel tuo kitschissimo locale del cazzo, io ti odio, io ti voglio..”
“Tu mi vuoi?” La interruppe bruscamente Eric.
“Cosa?!” Disse ritraendosi verso il muro ancora di piú. “Io non...volevo dire...”
“Lo sai, rossa, forse dovremmo conoscerci meglio” disse con un ghigno. Jessica stava per rifilargli una risposta tagliente, quando si ritrovó la lingua di Eric in bocca. D'istinto gliela morse e lui si ritrasse, ma sorridendo beffardo. “Ti piace violento, eh?” Disse continuando a stringela a se con la mano dietro la sua schiena.
“Che insolente!” Soffió la rossa, le mani sul petto di lui a respingerlo, ma invece del tono di rimprovero che si era aspettata sarebbe uscito dalle sue labbra, la sua voce era bassa e seducente. Si stava eccitando?! Eric strofinó il naso contro quello di lei, prima di ritentare nell'impresa, ma questa volta Jessica non lo respinse, anzi rispose al bacio con fervore, accarezzando i capelli di lui, per poi scendere con una mano sul petto e andando a sbottonare -strappare- i primi bottoni della camicia bianca. Eric sorrise soddisfatto, anche la piú inflessibile delle ragazze avrebbe ceduto al suo fascino. Continuando a baciarla mise le mani sotto la gonna di lei, accarezzando le tornite gambe diafane fasciate dalle autoreggenti nere bordate di pizzo. Scese a baciarle il collo, soffermandosi in un certo punto che adorava, proprio in corrispondenza della giugulare lasciandole un segno rosso. Scese con le labbra sul seno, percorrendo la scollatura del vestito con la lingua, le mani di Jessica lo accarezzavano, le braccia, la schiena, fino a sfiorare il cavallo dei suoi pantaloni con le dita. Per quanto fosse già bagnata la situazione nelle sue mutandine peggioró quanto sentí che Eric era eccitato quanto, se non piú di lei. Gli sollevó il volto, ancora intento a baciarle il seno, per baciare le sue labbra irresistibili. Non baciava 'alla francese', era anche meglio...era un bacio del Nord, sì, l'avrebbe descritto così. Sentiva le mani di Eric dappertutto, che le alzavano il vestito, le sfioravano i glutei e le dita che giocavano con l'orlo delle mutandine. 
Tra gemiti e sospiri si ritrovarono sul divano di Eric, le abbassò le spalline del reggiseno con i denti, si baciarono ancora, poi d'un tratto Jessica si ridestò da quello che sembrava il più segreto dei suoi sogni proibiti “Ma che diamine stiamo facendo! Che cosa *sto *facendo?” Eric la guardò stupito e deluso. “Io...James..” 
“Lo stesso James che si scopava Lafayette nella tua macchina?” Chiese Eric duro, senza l'intenzione di ferirla tuttavia.
“Tu...lo sapevi! Fottiti, Eric!” Disse dirigendosi verso la porta, ma lui la tirò per il polso sul divano addosso a lui.
“Fottimi tu” disse seducente.
“La sai una cosa?” Disse con lo sguardo acuto “Si! Fanculo James!” Eric rise, baciando quelle labbra che sapevano di lucidalabbra. Fece scivolare la giacca del vampiro sul pavimento, poi sbottonò in fretta i restanti bottoni della camicia, baciandogli il petto. Si distese poi sotto di lui, che prese a baciarla, dal lobo dell'orecchio alla scollatura, per poi alzarle la gonna del vestito e toglierle le mutandine con i denti. Jessica arrossì d'imbarazzo...o di piacere?  quando lui diede il suo bacio del Nord in parti ben piú sensibili. Le strappò via il vestitino, mentre lei si spingeva contro il suo bacino gemendo, sentendo la sua erezione pulsare per lei. Si abbassò la zip dei pantaloni, quando un pensiero ben poco piacevole si fece strada nella mente di Jessica. 'Che palle!' Pensò. Perché diamine non era andata a letto col suo ragazzo prima di essere trasformata? Tanto non avrebbe aspettato il matrimomio comunque, non siamo piú mica nel 1800. Genitori apprensivi del Sud! “Eric io..” Si preparò a quella confessione imbarazzante
“Jess, lo so già” sorrise dolcemente -Eric, dolce?!- “sarò delicato, lo prometto” 
“Solo la prima volta” sorrise furba Jessica. Il sorriso di Eric si allargò e le fece l'occhiolino. Jessica ridacchiò, perdendosi in quelle meravigliose sensazioni che non aveva mai provato prima. Questo è il bello do stare con qualcuno che ha mooolta esperienza. Millenni, di esperienza, per la precisione.

Paint your smile on your lips
Blood red nails on your fingertips
A school boy’s dream,
you act so shy
Your very first kiss
was your first kiss goodbye

Qualche minuto prima del sorgere dal sole, Pam fece il suo ingresso nell'ufficio di Eric, sollevando un indumento intimo di pizzo “belle mutandine” commentò. Sentì i gemiti provenienti da dietro la scrivania interrompersi “Fammi il piacere di invitarmi la prossima volta che organizzi un orgia, quantomeno”
“È stato un...fuoriprogramma” disse Eric.
“Avete intenzione di continuare ancora per molto? Vi ricordo che sta per sorgere il sole, a meno che non vogliate continuare le vostre...performances nell'aspirapolvere” 
“Pam...due minuti ancora” mormorò Eric sul seno di Jessica.
Pam alzò gli occhi al cielo. 
Per una qualche strana ragione le venne in mente una stupida canzone country di quella bionda con le labbra di una trota siliconata, che parlava di ciocche fiammeggianti di capelli biondo rame, di pelle di avorio...e di gelosia. Ma Jassica Hamby era solo un'altra delle tante, non è così? Oh, per caritá un'altra Sookie Stakehouse dalla vagina fatata non l'avrebbe sopportata.
Ma Jessica non era affatto Sookie, Sookie era la luce del sole, Jessica era puro fuoco.

*You give love a bad name dei Bon Jovi
**Red Headed Woman di Bruce Springsteen
*Angolo della pazza*
Saaalve gente! È la prima fanfiction su True Blood che scrivo, spero che i personaggi non siano stati troppo OOC. I riferimenti a Supernatural e a Hustle non sono affatto casuali lol perdonate le parolacce. Era un po' che fantasticavo su Eric e Jessica, sono due personaggi che non hanno avuto molto contatto, e mi sarebbe piaciuto vederli interagire, così è venuta fuori questa fanfiction. Sará che ho una fissa per i capelli rossi, ma qualcosa su Jess ed Eric dovevo scriverla...spero di non aver fatto un disastro. *si nasconde dietro il trono di Eric, dove Ginger ha avuto una specie di orgasmo infarto* lasciate un commentino se vi va!
Ps. L'ultima canzone a cui pensa Pam è “Jolene” 

 
  
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