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“ Il vostro
comportamento è
davvero inappropriato, non me lo sarei mai aspettato. Soprattutto da
lei,
signorina DeLonge, ha sempre avuto un comportamento impeccabile ed ora
la
sorprendo in queste circostanze sconvenienti!”,
ruggì la preside. Ehi un
momento, non avevo mica ammazzato nessuno! Avevo solo dato una lezione
ad una
psicopatica stronza che faceva allusioni un po’ troppo spinte
su mio padre.
“ Preside,
mi scuso. Ma ho
reagito solo d’istinto, dovevo reagire!”, dissi a
bassa voce, guardando le
milioni di cianfrusaglie che occupavano la scrivania davanti a me.
“ Ava, ma
per favore! Ti stavo
solo chiedendo gli appunti di storia e tu mi hai aggredita!”,
disse Claire,
portandosi le mani sul visto e con la voce rotta dal pianto.
Decisi di non
rispondere, avrei
parlato con la preside da sola, e le avrei spiegato tutto. Mi avrebbe
dato di
sicuro una chance data la mia impeccabile carriera scolastica.
“Ora basta
signorina! Non mi
interessa conoscere i motivi della vostra lite. Siete sospese per tre
giorni e
fate in modo che questi episodi non si ripetano più o
dovrò espellervi! Andate a
casa per oggi” , continuò la preside, visibilmente
alterata e rossa in viso.
Sembrava potesse scoppiare da un momento all’altro. Sarebbe
stata una scena
divertente se non fosse stata totalmente surreale.
Ci alzammo e mi girai
andando
verso la porta, mentre Claire era già fuori mi
sentì richiamare.
“ Non
così in fretta DeLonge, io
e lei abbiamo ancora quattro chiacchiere da fare!”, ok quella
donna mi leggeva
nel pensiero. Mi risedetti al mio posto e la guardai negli occhi. Il
suo
sguardo passò dal truce al comprensivo e materno in meno di
un secondo.
“ Ava, ti
prego, ora spiegami
cosa è successo davvero. Conosco la reputazione di attacca
brighe di Claire e
conosco la tua di reputazione, non lo avresti fato se non fossi stata
provocata!”, disse sedendosi al mio fianco, sulla sedia che
era stata occupata
prima da Claire.
“Si, mi ha
provocata. Ha iniziato
a dire un sacco di stronzate su mio padre e io…non ce
l’ho fatta!”, risposi
mantenendo la testa bassa!
Finimmo per parlarne
ancora,
volle sapere nei minimi dettagli tutto ciò che lei mi aveva
detto finchè io non
scoppiai in lacrime e mi congedò. Ero a pezzi, ma la cosa
buona fu che potevo
tornarmene a casa. Uscendo nel corridoio vidi Jack appoggiato al suo
armadietto. Mi guardò, e nei suoi occhi vidi qualcosa che
non avevo mai visto
: ad un tratto
erano diventati scuri e
celavano stupore, imbarazzo e rabbia per ciò che mi aveva
visto fare nemmeno un
ora prima. Potevo correre verso di lui, ma c’era qualcosa che
mi teneva
attaccata al mio armadietto mentre continuavo a guardarlo.
Finchè non sentì un
peso troppo invadente e ripresi contatto con la realtà, era
Landon che mi
parlava a dieci centimetri dal naso ma io non riuscivo a sentire nulla
perché
guardavo ancora Jack. Alla fine, quando ripresi il contatto con la
realtà, mi
girai a guardarlo e la distanza tra noi diventò quasi nulla.
Immersi i miei
occhi nei suoi, era come tuffarsi nell’oceano. La vicinanza
lo fece smettere di
parlare, scavò nei miei occhi e deglutì, io
realizzato ciò che stava per
succedere mi scostai leggermente per permettermi di aggirarlo e
invertire le
posizioni, così che potessi allontanarmi. Sapevo della cotta
di Landon nei miei
confronti, non lo aveva mai nascosto, e ammetto che non mi dispiaceva
nemmeno
tanto, anche se so che ciò infastidiva un po mio padre. A
lui non andava a
genio il fatto che potesse piacermi qualcuno la cui vita era uguale
alla mia e
con cui passavo la maggior parte del mio tempo per forza, dato che
passavamo
tutta l’estate su un bus per seguire in tour o i Blink o gli
AvA. Era alto
quanto me per questo non sembrava che fosse tre anni più
piccolo di me. Non che
non mi piacesse Landon, ma non riuscivo a pensare a lui come a un
ragazzo, non
so se rendo l’idea. A mio modo sia lui che Jack erano
considerati dei parenti.
Maledetto cervello! Nel
frattempo avevo
dimenticato la faccia brutta e grigia di Jack dall’altra
parte del corridoio.
Mi voltai ma lui non c’era più. Fui interrotta
ancora una volta dalla voce di
Landon.
“ ehi Eli,
che è successo dalla
preside? E perché prendi le tue cose?”, chiese
poggiandomi una mano sulla
spalla e sporgendosi verso il mio viso ancora una volta.
Senza rispondergli ,
tirai giù le
mie cose dall’armadietto e scappai via. Volevo raggiugere
Jack, volevo
parlargli, volevo che quell’espressione di dolore lasciasse
la sua faccia.
Avevo già mio padre con quello sguardo che feriva, mi si
spezzava il cuore a
sapere che anche Jack stava male.
Ehilà
gente!!! Ringrazio pubblicamente
chi ha recensito i primi due capitoli, spero vi piaccia anche questo!!
Have
some fun!!