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Autore: black_eyes    21/08/2014    3 recensioni
Blaine ha scelto di vivere con Kurt, ma è come se qualcosa di importante mancasse nel loro rapporto.
SEBLAINE.
(dal testo)
-Ogni giorno era uguale, ogni battuta era sentita e risentita, ma Blaine cercava questo in una relazione, giusto? Qualcosa di calmo, normale, dove non vi sarebbero state sorprese e il loro amore sarebbe rimasto invariato, senza troppe dispute o diverbi su pensieri e argomenti che erano contrastanti.-
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eeeeeed eccomi qui AGAIN!
Non vi ero mancata ma ok, ogni tanto torno e faccio penare chi legge ... BUT WHO CARES???
Non è betata quindi sorry a chi leggerà questo orrore e troverà vari orrori D:
Ok, un'altra Seblaine scritta con dolore. (Perchè io volevo farla finire MALE, però i personaggi sono partiti per la tangente e hanno scelto il loro finale, non ce la faccio più. Sono diventati reali questi mostricciatoli)
I personaggi che sono stati usati qui non mi appartengono e non mi apparterranno mai (PURTROPPO)
Buona lettura.

 

Sebastian Smythe, un giovane uomo di 30 anni dagli occhi verdi, uscì dal proprio appartamento di NY un pomeriggio di fine Marzo per poter andare in un negozio d'abbigliamento per riempire i propri armadi.

Infatti in quegli ultimi mesi si era ritrovato con i cassetti vuoti, le poche cose che gli erano rimaste o erano troppo piccole, e ad alcune camicie mancavano parecchi bottoni.

Stava controllando un paio di jeans quando vide un ragazzo moro, dai ricci folti, più basso del normale e con un paio di occhi difficili da dimenticare.

Un solo nome per descrivere tutto questo. Blaine Anderson.

Deglutì spostandosi pur di non farsi vedere, erano passati 10 mesi, 3 settimane e 4 giorni da quando avevano litigato per l'ennesima volta, da quando Blaine e Kurt erano tornati assieme.

Da quando il suo Blaine aveva deciso di accettare la proposta di Kurt di diventare fidanzati.

Sebastian strinse il pugno sopra un paio di pantaloni di taglio classico, quando una voce lo riscosse, non si era accorto che qualcuno gli si era avvicinato e gli aveva posato una mano sul braccio.

“Ciao Sebashian.” Lo salutò l'altro, e appena Smythe si voltò vide quelle labbra che tanto aveva amato e baciato.

“Ciao Blaine.” Sussurrò alzando un angolo delle labbra “che ci fai qui?” gli chiese togliendo la mano dai pantaloni che erano sul bancone e allontanandosi dal tavolo, stringendosi le braccia attorno al torace.

Blaine alzò le spalle “sto scegliendo qualcosa per rifarmi il guardaroba.” Si inumidì il labbro inferiore “dato che io e Kurt viviamo assieme bisogna fare delle cernite di vestiti e …”

“Ti prego Killer,” lo fermò alzando una mano e corrugando la fronte “risparmiami queste informazioni,” strinse la mandibola facendo un passo per andarsene “ci siamo lasciati no?” Chiese retoricamente.

Il moretto lo tirò per la manica della t-shirt facendolo fermare “parlami, sono sempre io. Il tuo …”

“NO!” Sebastian si liberò dalla presa dell'altro, strattonando il braccio e tirandoselo al petto “non dire mai più quella parola.” Sbottò voltandosi, per fissarlo per pochi secondi nelle iridi e subito dopo andandosene, con un dolore al petto che gli stringeva e pressava il cuore fino quasi a farsi fermare il respiro.

Blaine gli corse dietro dimenticandosi dei vestiti e dei preparativi per il nuovo guardaroba che avrebbe dovuto dividere con Kurt.

“Sebastian Smythe!” Urlò quando fu fuori dal negozio “fermati e parliamo come due adulti!” Lo vide voltarsi lentamente, stringendo convulsamente le mani a pugno “adesso io e te andiamo in un bar e ci parliamo” ripetè questa volta con un tono più dolce “ti prego Sebs.”

Smythe sorrise abbassando il capo verso il marciapiede, non poteva dirgli di no quando gli parlava in quel modo e sopratutto se lo chiamava 'Sebs'. Solo lui lo aveva chiamato così negli ultimi anni.

“Ok.” Sospirò alzando gli occhi al cielo e sogghignando lievemente “andiamo Killer, facciamoci una birra assieme.” E mettendogli una mano alla base della schiena, poco al di sopra all'osso sacro, lo scortò fino a un bar lì vicino.

Era felice e stava bene sentendo ancora il calore dell'altro sotto alla propria mano, si sentiva completo come lo era stato raramente.

Quando si sedettero ad un tavolo nascosto e in fondo al bar, Sebastian si lasciò trasportare dai ricordi e dalla passione che aveva vissuto anni prima, con Blaine.

“Allora, mi hai detto che vivi con Hummel adesso” disse l'uomo dagli occhi verdi alzando un braccio per chiamare la cameriera da cui ordinò un paio di birre, “vorreste sposarvi?” Gli chiese posando le braccia sul tavolo.

Blaine alzò le spalle “io vorrei aspettare, ma lui non vede l'ora di sposarsi per godersi i preparativi riguardanti la celebrazione.” Alzò lo sguardo quando la cameriera portò due boccali di birra e posandoli davanti a loro.

Sebastian annuì fissando la propria birra, “quindi non sapete ancora la data.” Lo fissò negli occhi ambrati, perdendosi per pochi secondi nelle sfumature delle sue iridi, ma poi si scrollò di dosso quella sensazione di calore che sentiva nel petto, come ogni volta che stava quando pensava a loro. O meglio, quando Sebastian e Blaine erano ancora un 'loro'.

Il morettino passò un dito sul bordo del boccale “non abbiamo deciso la data, ma Kurt sta già decidendo i preparativi sui cataloghi riguardanti tutto il resto.” Sorrise “è stato una boccata d'aria fresca anche se ...” scosse il capo non terminando la frase. “Tu perchè eri in quel negozio?” Gli chiese inumidendosi il labbro inferiore.

Sebastian si passò una mano fra i capelli “diciamo che le ultime cose che sono nel mio appartamento appartenevano tutte a te.” Alzò le spalle “quello che non hai voluto indietro, è rimasto tutto là. Poi il resto è vuoto.” Bevve un sorso della birra che aveva di fronte a sé. - Un po' come me - pensò Sebastian fissando il fondo del boccale. “Perchè l'hai fatto?” Gli chiese alzando la testa e fissandolo negli occhi “gli anni che abbiamo passato assieme non hanno significato nulla?” Si fissò attorno, non vi era nessuno a parte loro due seduti nell'angolo “ci amavamo, abbiamo litigato troppe volte, questo è vero” inclinò il capo da una parte “ma ci amavamo. Potevamo stare in silenzio, senza dirci nulla, ma ci capivamo al primo sguardo.” Aggrottò la fronte cercando di scacciare quei ricordi che facevano solo male.

Blaine sospirò scuotendo il capo “io non … non lo so.” Tentennò martoriandosi le unghie delle mani.

Il ragazzo dagli occhi verdi si passò una mano dietro al collo. “Spiegami solo, perchè non ci abbiamo riprovato a mettere le cose a posto, eri stanco di ciò che eravamo ...” Strinse la mandibola scuotendo il capo “posso capirlo, tu vuoi una relazione basata su fondamenta, stabile … e ...”

“Sì” lo fermò Blaine “io voglio una relazione stabile, qualcosa di tranquillo, né alti né bassi. Io voglio una relazione lineare e Kurt è perfetto per questa relazione. Decidiamo, pianifichiamo … niente sorprese.” Deglutì fissando le iridi dell'altro che avevano una sfumatura di verde più opaca del solito.

Sebastian annuì sconfitto, “quindi, tu ora sei felice, giusto?” Gli chiese parandosi dietro al suo solito ghigno quando lo vide annuire, “bene.” Si alzò dal tavolo “ti auguro un buon matrimonio. Ciao Killer.” E lasciando i soldi più la mancia se ne andò dal bar senza finire la propria birra.

 

Quando lui ti chiederà di me e del tempo che ci ha visti insieme,
digli quel che vuol sentirsi dire, non lasciarti andare a raccontare.
Tanto nessuno potrà mai davvero capire
quanto un amore finito rimanga un amore.
Non dirgli mai di quel che è stato del nostro amore esagerato.
Delle domeniche d'inverno a letto fino a mezzogiorno,
di quella notte di Natale che l'abbiamo fatto in riva al mare,
che ogni silenzio e ogni rumore è stato amore.

 

Quando Blaine tornò nell'appartamento di Kurt non si era comprato nulla, infatti dopo la chiacchierata con Sebastian si era fatto un esame di coscienza.

Kurt era stato il suo primo amore al liceo, ovviamente si erano lasciati senza risentimenti dopo pochi anni. Non vi era la scintilla, la vera passione, ogni giorno, ogni ora, tutto era progettato metodicamente, come il sesso che facevano.

Quando si era trasferito a NY, lì aveva rivisto Sebastian Smythe, pieno di vita, bruciante come una vampata di fuoco, libero e senza schemi fissi, tutto di lui era stravolgente come un'alta marea, come la piena di un fiume, o come un ciclone, che quando passa travolge tutto.

Da quel momento lo aveva conosciuto meglio, era diventato il suo coinquilino e poco a poco si erano innamorati; ogni giorno era diverso da quello prima, e ogni giorno che passava il loro amore cresceva.

Durante i loro anni in cui erano stati assieme non c'erano progetti, non c'erano schemi da mantenere, se volevano uscire per passare un paio di giorni al mare lo facevano; partivano da NY e arrivavano ad una spiaggetta, prendendo il minimo indispensabile.

Era stupendo stare con Sebastian, fare l'amore con lui era come spogliarsi di maschere, nomi, ruoli, erano due corpi che si incastravano alla perfezione, bastava uno sguardo per capire ciò che provavano, un bacio per suggellare milioni di promesse mai scandite a voce alta, un segno più marcato rispetto agli altri sulla pelle per delineare una proprietà di cui si era gelosi anche se non si voleva ammetterlo.

Non volevano anelli, non li avevano mai voluti, quello che avevano in quegli anni era più importante di qualunque simbolo materiale che avrebbero potuto comprare.

“Blaine!” Sentì una voce proveniente dalle camere “sei tu?” Continuò la stessa voce.

“Sì Kurt, sono io” sospirò Blaine trascinandosi verso le camere.

Ogni giorno era uguale, ogni battuta era sentita e risentita, ma Blaine cercava questo in una relazione, giusto?

Qualcosa di calmo, normale, dove non vi sarebbero state sorprese e il loro amore sarebbe rimasto invariato, senza troppe dispute o diverbi su pensieri e argomenti che erano contrastanti.

Blaine si scosse da quei pensieri vedendo Kurt avanzare verso di sé; sorrise allungandosi verso l'altro per poterlo baciare, ma venne fermato da un paio di braccia che gli circondarono dolcemente la vita.

“Non eri andato a comprare dei vestiti nuovi?” Gli chiese il biondino, aggrottando la fronte e inarcando un sopracciglio “lo sai che abbiamo poco spazio e che bisogna rimodernare i nostri guardaroba.” Iniziò a parlare agitando le mani “il nostro appartamento e la nostra vita assieme devono essere entrambi perfetti.” Gli lasciò un bacio a stampo sulla guancia e andò in cucina “ho delle idee anche come migliorare le camere, i colori delle pareti e … comunque!” Alzò gli occhi verso il moretto mettendo una mano sul catalogo delle stoffe. “Per il giorno del nostro matrimonio i nostri abiti devono essere coordinati, le scarpe lucide e nere.” Prese una delle tante cartellette che aveva impilato sul bancone “e i fiori devono essere colorati, ma non devono profumare troppo perchè altrimenti potrebbero irritare e far star male gli ospiti e ...”
Blaine lo fissò mentre il proprio ragazzo continuava a parlare e a spiegare cosa avrebbe voluto, e sopratutto cosa avrebbe dovuto esserci, al loro matrimonio per far sì che, quello, sarebbe stato il giorno perfetto.

“Ma scusa un attimo Kurt,” disse fermando la sua tiritera di parole, stringendogli la mano dolcemente “perchè non li prendiamo finti? Sono belli, sono colorati e magari costano anche di meno … no?” Domandò alzando le spalle e chiudendo la maggior parte dei faldoni che stavano controllando.

“Però sono finti! Non sono eleganti e consoni al luogo e …” Iniziò a spiegare scuotendo il capo e riponendo i faldoni nel loro ordine specifico.

Il moretto alzò gli occhi al cielo “comunque non abbiamo ancora deciso neanche il giorno.” Si passò una mano dietro al collo. “È presto.” Lo fissò sorridendo “possiamo aspettare, non c'è fretta e nessuno ci obbliga a sposarci entro la fine dell'anno” spiegò andando a sedersi sul divano. Allungò un braccio verso l'altro. “Rilassiamoci e godiamoci la calma del nostro appartamento” sorrise dolcemente “vieni qui Kurt.”

Non passarono neanche mezz'ora seduti su quel divano, in silenzio, che il biondino si voltò verso il ricciolino “spiegami una cosa.” Disse spostandosi per fissarlo in volto “perchè tu e Smythe vi siete lasciati?” Chiese corrugando la fronte e grattandosi una tempia. “Dimmi la verità però.”

Il moretto a quella domanda trasse un profondo respiro, perchè si erano lasciati, bella domanda.

Più che altro, era una domanda stupida. Lui e Sebastian non erano fatti per stare assieme, ci avevano provato, però ogni tre per due finivano per discutere, e ogni volta capitolavano nel letto, ad amarsi senza inutili parole e scuse. Forse il loro amore non era perfetto o salutare, ma era vero.

“Litigavamo troppo,” decise di rispondere “non andavamo d'accordo su nulla. Era un continuo sbattere di porte e rotture di stoviglie” disse continuando la spiegazione, senza però dare il vero motivo per cui le stoviglie venivano rotte e per quale ragione i loro ex vicini si lamentavano dei rumori troppo forti che provenivano dal loro appartamento.

“Solo per questo? Quindi se noi due litigheremo potrà succedere la stessa cosa?” Chiese Kurt corrugando la fronte e prendendosi le mani in grembo, mordendosi il labbro inferiore con un'espressione triste in volto.

Blaine scosse il capo stringendo la mandibola “tu non sei Sebastian. Avremo il lieto fine che ci meritiamo con il matrimonio che tu desideri.” Gli sorrise per poi circondargli la vita, baciandolo lentamente e dolcemente. Purtroppo quei baci e quelle carezze non significavano nulla, non avevano la stessa passione che caratterizzavano quelli che si scambiava con Smythe, e che adesso era tutto finito.

 

Quando lui ti chiederà di me per sentirsi dopo più importante,
lascia che il passato sia banale è la legge di ogni nuovo amore.
Parlagli solo dei nostri momenti peggiori,
quelli che fanno da sempre finire gli amori.
Non dirgli mai del nostro sogno di quando volevamo un figlio.
Le volte che tu stavi male e io ti facevo da mangiare,
quelle tue foto sul divano che solo noi le guardavamo.
Non dirgli mai che il nostro amore è stato amore.

 

I giorni divennero settimane e le settimane divennero mesi. Il tempo passò che Anderson non se ne accorse neanche; la vita di Blaine e Kurt stava andando avanti a gonfie vele, o meglio, stava procedendo senza interferenze o piccoli screzi riguardanti il loro convivere.

Si avvicinarono le vacanze di Natale e Blaine era in giro per la città per fare gli ultimi acquisti, a Kurt, ai propri genitori, a Cooper e ovviamente ai genitori di Kurt.

Aveva appena terminato di fare la fila per i pacchetti quando si scontrò contro una sagoma infagottata e, come tutti in quel periodo, carica di regali e borse di carta.

“Oh mi scusi,” disse cercando di riprendere l'equilibrio senza fare cadere le borse e quindi rovinare i pacchetti dei regali, “sono un cretino e … ciao Bas ...” Sospirò rimanendo senza parole.

Il ragazzo in questione sorrise dietro alla sciarpa rossa “ciao Killer,” disse con la voce soffocata dal tessuto spesso della sciarpa, “regali di Natale?” Chiese indicando con la mano libera tutte le borse che teneva Blaine.

Il morettino ridacchiò alzando le spalle “per i parenti, amici e ...” tentennò fissando le iridi smeraldine dell'altro.

“Kurt” terminò Smythe per lui. “Il tuo fidanzato” specificò con la morte nel cuore e lo sguardo di uno che aveva perso speranze e vita d'un colpo solo.

“Già” annuì il morettino abbassando lo sguardo verso le proprie scarpe, non voleva incontrare le iridi opache dell'altro, gli causava troppo dolore nel petto rivederle. Anche se, quello che faceva male, era il fatto che era a causa sua se Sebastian aveva perso la verve che lo aveva sempre contraddistinto. Si riscosse dai propri pensieri e alzò un angolo della bocca, “il ragazzo che … amo.” Tentennò, terminando la propria frase con un'alzata di spalle.

“Ok, allora … buon Natale, Blaine.” E lo salutò andandosene, senza guardarsi alle spalle.

Per la seconda volta nella sua vita il morettino sentì come se qualcosa si fosse staccato dal suo petto, ma non ci diede peso, dopotutto lui si sentiva bene con Kurt.

La vigilia di Natale Kurt entrò nella loro camera da letto con un pacchetto tra le mani e un'espressione corrucciata in volto. Appena Blaine alzò gli occhi dal proprio libro posò lo sguardo verso il pacchetto.

“E quello?” Gli chiese sedendosi sul letto e appoggiando di lato il libro.

“Un regalo per te ...” il biondino si morse il labbro inferiore “da parte di qualcuno che tu conosci più che bene.” E glielo lasciò in grembo. “Aprilo. Vediamo di cosa si tratta.” Disse sorridendo.

Blaine lesse che veniva da Sebastian, alzò le spalle e strappò la carta verde e argento. Appena vide di cosa si trattava spalancò gli occhi meravigliato.

“Una vecchia macchina fotografica?” Domandò sarcastico Kurt alzando gli occhi al cielo “che gusto orrido.” Terminò sedendosi vicino al morettino e posandogli la testa sulla spalla.

“Questa non è solo UNA vecchia macchina fotografica,” sospirò scuotendo il capo e mostrandogliela felice “questa è una Polaroid.” La sua Polaroid, disse fra sé e sé mordendosi il labbro inferiore cacciando indietro le lacrime e sopratutto i ricordi legati a quella semplice Polaroid.

“Ok, allora io ti lascio” disse Kurt strappandolo alle sue fantasie “vado a fare gli ultimi acquisti per la cena di domani.” Spiegò gettandosi verso la porta “a dopo!” Urlò dall'uscio prima di sbattere la porta dietro di sé.

Blaine intanto si era stretto al petto la macchina fotografica, lasciando la mente volare ai primi anni in cui conviveva con Smythe.

***

“Seeebs, smettila di fissarmi.” Mugugnò il morettino chiudendosi a riccio tirando su dal naso “mi sento uno straccio.” Marcò sfregandosi le palpebre.

“Ti faccio una scodella di brodo?” Gli chiese sedendosi accanto e posandogli una mano sulla fronte calda “oppure vuoi che ti prepari il miglior rimedio francese che conosco?” Gli chiese facendogli l'occhiolino e facendo scorrere la mano anche sulla gola.

“Seebs, ti prego.” Piagnucolò scuotendo il capo “non sto bene e tu ...”

“E io volevo prepararti una ricetta di mia nonna.” Gli chiarì con un sorriso il francesino “sempre a pensare male, Killer.” Gli lasciò un bacio sulla tempia e si alzò “ok, tu stai qui tranquillo, dormi che poi ti sveglio io.”

***

“Mi spieghi perchè ami questa vecchia macchina fotografica?” Gli chiese Blaine fissandolo mentre gli faceva un paio di foto quando era sdraiato sul divano con un plaid sulle ginocchia “cosa ci trovi di bello?” Scosse le spalle tirandosi la coperta fino al naso.

Sebastian sorrise sedendosi accanto al moretto e sventolando le foto che erano appena uscite e mostrandogliele da vicino “perchè questa è la prima macchina fotografica che mi sono comprato con i miei risparmi” rise indicando un paio di foto venute mosse “e comunque questa è una Polaroid. Non è una semplice macchina fotografica.” Specificò, mettendogli tutte le foto in mano.

“Sì ma … perchè?” Blaine fissò le foto che gli erano state fatte, alcune erano molto sfocate, altre non erano per niente venute bene, con lui che dormiva, con lui che si era appena svegliato, con lui che stava guardando un film. C'era sempre e solo lui in quelle foto.

Il francesino ridacchiò stringendolo in un abbraccio dolce “con questa non puoi fare ritocchi, non puoi cancellare nulla.” Sfogliò le foto che il moretto aveva in grembo. “Le immagini fatte rimarranno eternamente con noi.” Gli sorrise con un'espressione leggermente triste “le Polaroid aiutano a non dimenticare.” Terminò baciandogli una tempia.

***

“Non fare il bambino e fermati.” Sospirò Blaine correndo dietro al proprio ragazzo. “Sebastian! Torna qui e non ...” si sentirono un paio di porte sbattere “sbattere la porta della nostra camera.”

Il morettino scosse il capo e salì le scale che portavano alle camere da letto “Seeebs” lo chiamò battendo le nocche sulla superficie di legno bianco “mi apri?”

“Vai a farti fottere Anderson.” Lo raggiunse un ringhio “a te e al tuo modo di essere.”

Blaine rimase interdetto per qualche secondo poi con la seconda chiave aprì la porta della loro stanza. Appena entrò, vide il proprio ragazzo seduto sul bordo del letto “il mio modo di essere? Ma che cazzo di sei fumato Smythe?” Gli chiese puntandogli contro l'indice.

“Non mi sono fumato nulla, ma tu prima continuavi a flirtare con quel ragazzo, ridevi e sgranavi gli occhi come se fosse la persona più interessate di questo fottuto mondo.” Sibilò Sebastian alzandosi e togliendosi il completo scuro che indossava.

“Io flirtavo?” Blaine rise posandosi una mano sulla fronte “e tu? Non mi dici niente del tuo comportamento con il barista?” Alzò le braccia al cielo “vi stavate mangiando con gli occhi e non smettevate un attimo di parlare di feste, musica, e di quanto sia bella NY di notte e tu … tu non mi hai mai degnato di uno sguardo!” Disse balbettando alcune parole.

“Ovvio, allora se io non ti parlo per più di 5 minuti, tu ti offendi e vai a cercare l'attenzione di qualcun altro.” Sebastian ringhiò l'ultima frase mettendosi le mani attorno ai fianchi “è sempre colpa mia. Sempre!” Imprecò alzando la voce “litighiamo è colpa mia; il barista mi parlava di sua moglie e di quando l'aveva incontrata è colpa mia; non riesco a starti vicino per 10 minuti e ovviamente è colpa mia.” Scosse il capo aprendo l'armadio “sono sempre io la testa di cazzo, vero?” Lo fissò gelidamente inarcando un sopracciglio “mai una volta che ci dividiamo le colpe, mai una volta che provi a vedere oltre.” Prese una tuta e indossandola uscì dalla stanza.

Il morettino si morse il labbro inferiore e senza pensarci troppo si strinse alla maglietta del francesino “siamo due teste di cazzo, tu non spieghi e io non voglio ascoltare.” Gli baciò la schiena coperta dalla t-shirt “mi dispiace Sebs.”

Smythe si voltò verso il moretto e gli sfiorò lo zigomo “dispiace anche a me Killer.” Gli cinse la vita con le braccia “è solo che … ho una paura fottuta di perderti, ma alla fine sto perdendo ugualmente l'importanza di ciò che siamo noi assieme come coppia.” Sorrise baciandogli la pelle sotto all'orecchio.

Blaine si strinse alla vita di Sebastian mordendosi il labbro inferiore “l'orgoglio, ecco quello che ci ucciderà. Siamo troppo orgogliosi e non riusciamo a capire quando ci facciamo del male. Mi dispiace Sebs, mi dispiace tanto.” Sospirò contro alla spalla dell'altro.

***

“Blaine … posso chiederti una cosa?” Disse un giorno Sebastian scrocchiandosi la schiena e rivolgendosi al proprio ragazzo, sdraiato accanto a sé nel loro letto matrimoniale.

“Certo, dimmi tutto Sebs.” Sorrise il morettino passando un braccio sulla vita del ragazzo più alto.

“Hai mai pensato a noi due in un appartamento un po' più grande?” Gli baciò il collo, mordendogli lievemente un vecchio succhiotto “magari con un paio di stanze in più per qualcun altro a parte noi due.” Si morse l'interno guancia fissandolo nelle iridi caramellate.

“Intendi … una casa più grande, con magari dei bambini a farci diventare matti?” Chiese Blaine con gli occhi lucidi stringendosi alle spalle dell'altro con un po' più forza.

“Esatto. Una famiglia. Io e te. Che ne dici?” Gli sfiorò uno zigomo su cui stavano scorrendo delle lacrime.

“Dico che sarebbe perfetto.” Lo baciò dolcemente sulle labbra. “Anche se noi due non facciamo mai piani, questo sarebbe un sogno meraviglioso.” Gli passò una mano fra i capelli “ti amo così tanto.” Ridacchiò baciandolo ancora e ancora e ancora.

***

“No! Io non ce la faccio più a vivere qui.” Si prese la testa fra le mani il francesino “mi sembra quasi che mi stai soffocando …”

“Io ti soffoco??” Urlò Blaine indicandolo “non sono io quello che viene a casa tardi, che non riesce a prendersi una mezza giornata con me.” Si passò una mano fra i riccioli sciolti “mi sembra che non riusciamo più a venirci incontro.” Scosse il capo tristemente.

“Fanculo! Io ci provo mille e più volte a venirti incontro” sbottò il francesino scuotendo il capo e allontanandosi dalla loro camera “sei tu quello che non si mette d'impegno. Lo sai che questa settimana in ufficio c'è una marea di lavoro,” gli puntò addosso un dito ringhiando, “ma no tu vuoi andare al lago come se niente fosse.” Terminò la frase incrociando le braccia al petto “una volta vedevamo i bisogni di entrambi e adesso tu vedi solo i tuoi.”

Blaine spalancò la bocca indignato “ma come … oh no! Tu non mi vieni a dare la colpa di questa stronzata!” Urlò “non sono io che ho obbligato a disfare i nostri piani estivi, che è stata anche l'unica fottuta volta in cui li abbiamo fatti, per un cazzutissimo meeting che l'altro doveva fare con i colleghi di Miami ...” spiegò stringendo le mani a pugno “non sono io che ho mandato all'aria la nostra cena di anniversario perchè era in ritardo, dato che lo stagista ventenne non sapeva come terminare alcune pratiche.” Lo fissò premendosi la tempia “non incolparmi totalmente di queste stronzate. In una coppia ci sono due persone, e la colpa è di entrambe.” Lo fissò gelidamente “ma se questa relazione ti soffoca vattene.” E gli indicò la porta.

Sebastian senza farsi ripetere la frase, prese una borsa ci mise dentro un paio di magliette, un paio di jeans e senza salutare, uscì dall'appartamento, sbattendosi la porta dietro alle spalle.

***

Blaine scosse il capo poggiando la Polaroid lontano da sé, ma appena lo fece gli caddero sulle lenzuola, le vecchie foto di quando viveva ancora assieme a Sebastian Smythe.

Gli si strinse il cuore a quella vista, forse entrambi provavano ancora qualcosa l'uno per l'altro, e non erano riusciti a dimenticare i loro sentimenti.

C'erano tutte, sul divano, sul letto, in cucina mentre preparava il pranzo o la cena, in inverno con il plaid sulle gambe mentre guardava un film o in estate a petto nudo mentre prendeva il sole sul terrazzo. Nessuna di quelle era perfetta, c'era sempre una macchia di luce o uno scatto troppo sfocato. Ma erano un pezzo della sua vita.

Stava per metterle via quando notò una foto diversa, una foto di lui e Bas quando erano a una tavola calda, era l'anniversario del loro primo anno da coinquilini.

Volevano festeggiare in un modo diverso dal solito andare in giro per bar, quindi erano andati in un piccolo locale, e avevano cenato mangiando panini freddi con un contorno di patatine molli, ma si erano divertiti alla fine della serata.

Quella foto l'aveva fatta loro il proprietario, e infatti era leggermente sfocata, sia Bas che Blaine erano seduti vicini, con i maglioni per ripararsi dal troppo freddo, i capelli sparati in ogni direzione perchè ovviamente non erano riusciti a sistemarsi prima di andare a cena, ma il miglior punto della foto erano i loro sorrisi; sembrava quasi che la luce proveniva dai loro volti felici.

Blaine fissò i sorrisi impressi indelebilmente su quella carta, voltò la foto e una sola lacrima gli scese dallo zigomo; con la bella calligrafia di Sebastian vi era una sola frase scritta sul retro.

Ti amerò sempre e per sempre, Killer. Buon Natale dal tuo Sebs.”

E solo a quel punto Blaine capì che forse, quel falso amore che stava costruendo con Kurt stava distruggendo lentamente, giorno per giorno, il vero amore che avrebbe potuto costruire con il francesino, ma ora era troppo tardi, ora lui stava con Kurt Hummel che lo amava.

 

Parlagli solo dei nostri momenti peggiori,
quelli che fanno da sempre finire gli amori.
Non dirgli mai, se gli vuoi bene, quello che facevamo insieme,
se qualche volta che sei sola ti viene di pensarci ancora,
se un emozione da lontano ti dice ancora che ti amo,
non dirgli mai che il nostro amore ... è sempre amore.

 

Da quel Capodanno in poi passò del tempo, e fu tutto liscio, Blaine non vide e non sentì più Sebastian; l'ultima volta che ebbe un contatto con il francesino fu un biglietto di auguri, che gli inviò, per ringraziarlo e avvertirlo del fatto che comunque aveva ricevuto la Polaroid con le loro foto.

Ma una mattina di metà Maggio tutto cambiò, Kurt chiese a Blaine di sposarlo, fu romantico, dolce, e impostato come ogni altra cosa fra loro in quei mesi.

Era già tutto pronto, fiori, invitati, vestiti, location, luna di miele. Tutto organizzato, tutto in perfetto ordine, proprio come Hummel desiderava.

Non passarono neanche tre settimane che il gran giorno era arrivato; il loro matrimonio si sarebbe celebrato in gran stile, e Kurt avrebbe avuto ciò che più desiderava.

Così, la mattina di una domenica, di inizio Giugno, Blaine aspettava alla navata il suo promesso sposo, la chiesa era piena, vivace; la luce dorata e calda del sole entrava dai finestroni colorati e dal rosone centrale.

Il morettino sorrise quando vide Hummel avvicinarsi, ora la sua vita avrebbe avuto una svolta significativa, non sarebbe stato più solo una persona, ma finalmente la metà di una coppia.

La metà che non avrebbe deciso nulla, la metà che avrebbe aspettato, la metà che avrebbe solo acconsentito. Ma almeno sarebbe stato amato, avrebbe avuto la stabilità emotiva che gli serviva, anche se questo avrebbe significato accontentarsi delle briciole di un amore fasullo.

Stava per dire i propri giuramenti matrimoniali davanti al prete, quando i portoni della chiesa si aprirono con un lento cigolio; si voltarono tutti per vedere chi era appena entrato.

Blaine non fu da meno, ma appena si voltò verso l'entrata perse l'uso della parola, non fu capace di dire più nulla, anche respirare fu arduo.

“Ok,” disse un trafelato e piuttosto sudato Sebastian Smythe correndo davanti all'altare.

Aveva la barba di qualche giorno, i capelli scarmigliati, una maglietta verde e un paio di jeans neri, ma il tutto veniva messo in ombra dallo sguardo limpido e con una luce particolare delle sue iridi smeraldine.

“Io …” incespicò il morettino spalancando gli occhi e deglutendo a forza.

“Non devi dire nulla, solo ...” prese un respiro profondo mettendo le mani sulle proprie ginocchia, per poi fissare il ragazzo davanti a sé “solo ascoltami. Per favore.”

Tutta la chiesa era in attesa, Kurt fissava sconvolto quel giovane uomo che aveva osato rovinargli la giornata più bella e meglio costruita in tutta la sua vita e Blaine annuì non distogliendo lo sguardo dalle labbra di Sebastian.

“Allora” e lo indicò puntandogli addosso l'indice “io ti amo” ma dopo aver detto quelle tre parole si morse la lingua “che cazzo mi sono sputtanato tutto.” Fissò il prete “merda ho detto cazzo” imprecò chiudendo gli occhi sentendo ridacchiare Blaine “comunque!” Alzò lo sguardo sul ricciolino “non dire nulla che è già tutto difficile di suo” sorrise alzando solo un angolo delle labbra carnose. “Bene, allora, io, ehm, fanculo” si massaggiò il retro del collo “tu lo sai che io sono incapace di fare cose romantiche, ma in questa circostanza ho voluto fare un'eccezione. Non riesco a vivere senza di te, io stavo bene quando vivevamo assieme. Non ci serviva niente altro a parte la nostra voglia di amarci. Il continuo controllare, fare liste, scrivere piani … non servivano a nulla perchè noi eravamo perfetti anche senza ninnoli né fronzoli; ci leggevamo nella mente, un solo sguardo e capivamo ciò che volevamo.” Si morse il labbro inferiore “io so che c'è chi dice che, se ami una persona lasciala libera, ma io ti voglio per me. Io voglio la mia felicità. Sarò egoista, stronzo, un figlio di puttana, con tutto il rispetto verso mia madre ovvio, ma io ti rivorrei accanto a me, nella mia vita.” Deglutì alzando una mano in aria. “Non ho ancora finito, quindi ti pregherei di avere ancora un pochino di pazienza, per favore Killer.” Salì i pochi scalini che lo dividevano dal moretto “io ti amo, lo so, non sono il miglior ragazzo che si potrebbe sognare, anzi, sono una schifezza come fidanzato ma tu sei la parte migliore di me. E se tu te ne vai, ti porterai con te il mio cuore, l'unica cosa che mi rende vivo e mi fa sentire umano.” Gli lasciò un sorriso malinconico “ma dato che oggi è il tuo giorno so che hai già deciso cosa fare … solo che dovevo dirtelo prima che fosse troppo tardi.” E con un ultimo sorriso si voltò abbassando il capo.

Tutti gli invitati avevano trattenuto il respiro, Kurt aveva aggrottato la fronte per tutta la dichiarazione di Sebastian e Blaine non sapeva che fare, ma appena vide il suo Bas voltarsi per non tornare mai più verso di sè, gli corse dietro.

“Tu! Sebastian Smythe!” Urlò lungo la navata. “Fermati immediatamente stronzo!” Urlò, non curandosi dei parenti e di Kurt che sbuffava e gracchiava. “Allora” disse Blaine parandosi di fronte al francesino che aveva gli occhi rossi “tu vieni qui, il giorno del mio matrimonio, mi dici delle cose stupende e tu … dopo tutto questo mi lasci comunque andare via?? Ma sei stronzo o cosa?” Gli chiese prendendolo a pugni sul petto “tu … tu mi fai la dichiarazione più bella e non combatteresti per me?” Lo fissò mentre Sebastian gli passò una nocca sullo zigomo “e poi da chi è che hai sentito quella frase 'lascia libera la persona che ami' che è una stronzata bella e buona!” Assottigliò lo sguardo “tutta questa manfrina è vera? Mi ami davvero?”

Sebastian gli lasciò un bacio a stampo sul naso “è tutto vero Killer, io ti amo, però non voglio che tu sia obbligato a ...”

“A fare che? Decidere tra una vita perfetta, ordinata e totalmente noiosa, oppure tra una vita completamente fuori dagli schemi, ma totalmente e pazzamente inebriante?” Gli strinse la maglietta tra le dita “io ho già fatto la mia scelta da tempo, mi serviva una sola spinta da parte di uno stronzo.” Ridacchiò baciando Sebastian sulle labbra in modo caloroso e finalmente risentì nel petto quella scossa che lo faceva sentire vivo.

Sì, lui amava Sebastian, quel gran francese totalmente stronzo e privo di inibizioni, lui che era il sesso fatto persona, lui che gli faceva toccare il paradiso con un dito e poi lo portava con sé all'inferno, lui che lo faceva sentire finalmente completo.

“Io ti amo Blaine, non te l'ho detto abbastanza, e ho capito cosa stavo perdendo quando oramai mi eri già sfuggito dalle mani.” Sospirò Bas facendo sfiorare le loro fronti.

“Non mi hai perso, non mi puoi perdere.” Rispose il più basso fra i due alzandosi sulle punte.

Oramai tutti sapevano che il matrimonio non ci sarebbe stato, e Kurt aveva capito che poteva programmare ciò che voleva, ma non avrebbe mai potuto dare ordini all'amore vero.


Aaaaaand here we are! Finito!
Siete dei grandi se siete rimasti e se mi lasciate un commento siete anche gentili ... insomma, che ci vuole? Un piccolo parere su! ç_ç
Sì, sto elemosinando come una povera deficiente le recensioni e non mi pento di nulla (?)
Ok, ahhhm, il testo della canzone che è questa https://www.youtube.com/watch?v=R55lo5id3JE (sììì, sono veeecchiaaaa) è stata una mazzata ai miei feels e l'ho scritta questa roba ...
Grazie per essere passati, rimasti e avermi odiata/amata.
Alla prossima (FORSE)
  
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